Il caccia italiano Fiat C.R. 32 Freccia

Fiat C.R. 32

di redazione
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Per quanto assurdo posso sembrare il successo del Fiat CR 32 è almeno in parte responsabile dell’impreparazione tecnica in cui si trovava la Regia Aeronautica allo scoppio della guerra.
Al momento della sua entrata in servizio le caratteristiche di questo biplano erano infatti talmente buone da permettergli di conseguire successi clamorosi nella guerra civile spagnola, dove venne intensamente impiegato dalle truppe filo-franchiste e dimostrò di essere forse il miglior caccia del momento. Questo successo fece concentrare l’attenzione di tecnici e piloti sulla formula biplana, cercando di sfruttarne al massimo le caratteristiche di agilità e velocità ascensionale, mentre in altre nazioni, come Germania e Gran Bretagna, si era già capito che il caccia del futuro doveva avere velocità orizzontale e armamento tali per cui il biplano era scartato in partenza. Non si spiega altrimenti l’arretratezza con cui giunse alla guerra l’ industria aeronautica italiana, che nel periodo tra le due guerre, caratterizzato da innumerevoli competizioni sportive, conquistava primati come noccioline.

Il Fiat CR 32 è un biplano monomotore a carrello fisso, propulso da un motore Fiat raffreddato al liquido.

Sviluppo e tecnica

Il CR.32 nacque dalla matita dell’ingegnere Celestino Rosatelli come evoluzione del precedente CR.30, da cui ereditava l’impostazione generale ma con dimensioni più compatte e aerodinamiche. Il prototipo, designato MM.201, volò per la prima volta il 28 aprile 1933 dal campo di aviazione Fiat di Torino, dimostrando subito eccellenti caratteristiche di volo.

La struttura era mista, in tubi di acciaio saldati e rivestiti in duralluminio davanti e tela dietro, con longheroni alari in legno e centine metalliche. Il carrello era fisso con carenature aerodinamiche, mentre l’impennaggio, interamente metallico, aveva stabilizzatore regolabile e timone bilanciato aerodinamicamente.

In cabina il pilota disponeva di tutti i comandi, strumenti e accessori più moderni, inclusi parabrezza blindato, seggiolino corazzato, impianto di ossigeno e predisposizione per una radio ricetrasmittente. L’armamento standard verteva su due mitragliatrici Breda-SAFAT da 7,7 mm (poi 12,7 mm) sparanti attraverso il disco dell’elica.

Il motore era il 12 cilindri a V Fiat A.30 R.A. da 600 CV, che permetteva al CR.32 di raggiungere i 360 km/h a 3000 metri, con una tangenza pratica di 8000 metri e un’autonomia di circa 800 km. Prestazioni notevoli per un biplano, abbinate a una maneggevolezza eccezionale grazie alla particolare ala superiore ellittica disegnata da Rosatelli.

La produzione di serie iniziò già pochi mesi dopo il primo volo e proseguì ininterrotta fino al 1938, totalizzando oltre 1200 esemplari in quattro versioni principali: la standard, la bis con motore potenziato a 700 CV e quattro mitragliatrici, la ter e la quater con migliorie nell’armamento e negli strumenti di bordo.

L’impiego nella Regia Aeronautica

Il CR.32 entrò in servizio nella Regia Aeronautica nel 1934, diventando presto il caccia standard dei reparti da caccia diurna. Nei primi anni di servizio si guadagnò fama partecipando a numerose manifestazioni acrobatiche in patria e all’estero, tra cui un’indimenticabile esibizione su Berlino nel 1936 con una formazione di ben dieci velivoli del 4° Stormo Caccia.

Ma il battesimo del fuoco avvenne nella guerra civile spagnola, dove i CR.32 dell’Aviazione Legionaria si confrontarono con i caccia repubblicani di origine sovietica, dimostrandosi nettamente superiori ai Polikarpov I-15 e persino ai più avanzati I-16 monoplani. In circa tre anni di scontri, i “Chirri” (come vennero soprannominati in Spagna) rivendicarono l’abbattimento di 60 bombardieri Tupolev SB-2, 242 I-15 e 240 I-16, al prezzo di sole 73 perdite.

Tra gli assi italiani in Spagna emersero il maggiore Andrea Zotti (12 vittorie), il sergente maggiore Brunetto di Montegnacco (10) e il tenente Franco Lucchini (9). Ma il maggiore asso in assoluto sui CR.32 fu lo spagnolo Joaquín García Morato, che delle sue 40 vittorie totali ben 36 le ottenne a bordo del fido biplano, tanto da venire soprannominato “asso dei Chirri”.

Nonostante fosse chiaro che il CR.32 aveva già espresso il meglio, i successi in Spagna convinsero lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica che la formula del biplano era ancora valida, tanto che all’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940 i Fiat costituivano ancora i due terzi della caccia di prima linea, con 288 esemplari in servizio di cui 36 in Libia e 24 in Africa Orientale.

Proprio nelle colonie i “Chirri” si ritagliarono uno spazio di gloria, infliggendo gravi perdite agli Hawker Hart e persino agli Hurricane della RAF, ritenuti pressocché invincibili. Memorabili i duelli tra il “Chirri” dell’asso Alberto Veronese e l’Hurricane del maggiore Laurie Wilmot sui cieli del Kenya. Ma con l’arrivo di forze aeree soverchianti e la mancanza di pezzi di ricambio, i CR.32 soccombettero rapidamente.

Meno fortunato fu l’impiego sui fronti europei. In Grecia e a Creta i CR.32 dei Gruppi 160°, 2° e 163° subirono dure perdite contro gli Hurricane della difesa ellenica. Entro la fine del 1941 i pochi superstiti vennero relegati a compiti di seconda linea, di collegamento o addestramento. Ma la loro carriera operativa continuò fino al 1943 in ruoli ausiliari.

L’impiego all’estero

Oltre che in Italia e Spagna, il CR.32 prestò servizio in molte aeronautiche straniere negli anni ’30. Il primo acquirente fu la Cina nazionalista che nel 1933 ne ordinò 24 esemplari, impiegati contro i giapponesi fino alla caduta di Nanchino nel 1937. Altri 45 finirono in Austria, per poi venire ceduti all’Ungheria dopo l’Anschluss tedesca.

Proprio l’Ungheria fu tra i maggiori utilizzatori del biplano Fiat. La Magyar Királyi Honvéd Légierő (Forza Aerea dell’Esercito Regio Ungherese) arrivò ad allineare 76 CR.32, impiegati con successo contro la Slovacchia nel 1939 e la Jugoslavia nel 1941. Dopo l’attacco all’URSS del giugno 1941, i CR.32 ungheresi ottennero anche alcune vittorie contro i bombardieri sovietici, prima di venire relegati ai compiti di addestramento.

In Sud America i CR.32 finirono in servizio con il Venezuela (10 esemplari) e il Paraguay (5), restando operativi fino ai primi anni ’40. Invece l’unico CR.32 catturato intatto dagli inglesi in Africa Orientale venne esposto in un tour propagandistico in Sudafrica, per poi venire utilizzato come aereo da collegamento dallo Squadron 6 della SAAF fino alla radiazione nel 1945.

Bilancio

Benché nato come caccia diurno convenzionale, il Fiat CR.32 dimostrò una flessibilità e longevità che ne fecero uno dei biplani di maggior successo dell’epoca. Semplice, robusto, economico e facile da pilotare, con prestazioni che poco avevano da invidiare ai primi monoplani, fu impiegato efficacemente come intercettore, assaltatore, addestratore e finanche ricognitore in teatri disparati.

In termini assoluti il suo contributo alla seconda guerra mondiale fu limitato, vista l’obsolescenza che lo affliggeva all’inizio del conflitto. Ma ciò non toglie valore ai risultati conseguiti e ai primati stabiliti, specie in Spagna e in Africa Orientale, dove tenne testa a velivoli anche di una generazione più avanzata.

Con oltre 1200 esemplari prodotti e più di 200 vittorie confermate, può a buon diritto essere considerato il canto del cigno dei caccia biplani. Una formula forse antiquata negli anni ’40, ma portata alla sua massima espressione nel CR.32. Non a caso soprannominato “la freccia di Torino”, per la sua combinazione unica di velocità (nel contesto dell’epoca), agilità e robustezza. Tutte doti che ne fecero una macchina amata e rispettata sia da chi la pilotava che da chi la fronteggiava.

Principali varianti del Fiat C.R. 32

  • CR.32: prima versione di serie, armato con una coppia di mitragliatrici da 7.7 mm o da 12.7 mm e propulso da un motore Fiat A.30 R.A. bis da 600 HP. In consegna ai reparti della Regia Aeronautica dal marzo 1934 al febbraio 1936.
  • CR.32bis: versione da attacco al suolo armata con una coppia di mitragliatrici da 7.7 mm nell’ala inferiore (queste due mitragliatrici venivano spesso rimosse sul campo per risparmiare peso in quanto ritenute inutili), una seconda coppia di mitragliatrici da 12.7 mm e agganci per bombe fino a un massimo di 100 Kg. 328 esemplari prodotti a partire dal 1935
  • CR.32ter: evoluzione della versione bis, due mitragliatrici da 12.7 mm alloggiate in fusoliera in sostituzione delle due da 7.7 nelle ali inferiori 103 esemplari costruiti
  • CR.32quater: versione alleggerita e dotata di radio, velocità massima di 356 Km/h. 337 esemplari costruiti

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Italia
  • Modello: Fiat C.R. 32
  • Costruttore: Fiat S.A.
  • Tipo:
  • Motore:

    Fiat A.30 12 cilindri a V raffreddato a liquido, 600 HP

  • Anno: 1935
  • Apertura alare m.: 9.50
  • Lunghezza m.: 7.45
  • Altezza m.: 2.71
  • Peso al decollo Kg.: 1.865
  • Velocità massima Km/h: 375 km/h a 3 000 m
  • Quota massima operativa m.: 8.000
  • Autonomia Km: 780 
  • Armamento difensivo:

    2 mitragliatrici da 12.7

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Peter C. Smith: Combat Biplanes of World War II (Pen and Sword Military) ISBN: 978-1783400546
    • Aviastar
    • Military Factory
    • Aeronautica e Difesa
     

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