Il caccia della RAF Supermarine Spitfire

Supermarine Spitfire

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il: 659 letture totali
Supermarine Spitfire IX

Il Supermarine Spitfire è indubbiamente il caccia britannico per antonomasia, tanto che venne sostituito soltanto dai jet, negli anni cinquanta. Protagonista con l’Hurricane della battaglia d’Inghilterra, lo Spitfire ebbe un’evoluzione continua durante il conflitto per rimanere all’altezza del suo principale avversario: il tedesco Messerschmitt 109. Questo portò a tutta una serie di modifiche al validissimo progetto originario che riguardarono principalmente l’armamento ed il motore; vennero costruite varianti specializzate nella bassa e nell’alta quota, con capacità di trasportare bombe, e la notevole velocità dello Spitfire Mk XIV venne sfruttata nel compito di distruggere in volo le bombe volanti V1 che a partire dal 1944 costituirono un serio pericolo per la Gran Bretagna.

L’ evoluzione dello Spitfire è particolarmente legata a quella del suo principale propulsore, il Merlin che passò dai 990 Hp delle prime versioni ai quasi 2000 delle ultime, notevole risultato tecnologico ottenuto dai tecnici della Rolls Royce principalmente grazie allo sviluppo di tutta una serie di turbocompressori. Gli ingegneri della Daimler invece, dato che i Tedeschi non disponevano delle benzine ad alto numero di ottani necessarie nei motori sovralimentati, furono costretti a sviluppare motori di maggiore cilindrata e a ricorrere a tutta una serie di “trucchi” per ottenere una maggiore potenza.

Lo Spitfire è un monoplano monomotore a carrello retrattile e motore in linea. Ha struttura interamente metallica. In tutte le sue versioni lo Spitfire è propulso da motori in linea, Rolls Royce Merlin o Griffon.

Sviluppo

Lo Spitfire fu progettato dal brillante ingegnere Reginald J. Mitchell, capo progettista della Supermarine Aviation Works, come caccia intercettore a corto raggio dalle prestazioni eccezionali. Vero marchio di fabbrica era l’ala ellittica, disegnata da Beverly Shenstone, che garantiva la massima efficienza aerodinamica e un potenziale di velocità superiore a molti caccia contemporanei.

Lo sviluppo partì dal fallimentare Type 224 nel 1931, in risposta allo stesso requisito F.7/30 del Ministero dell’Aria da cui nacque l’Hawker Hurricane. Dopo vari affinamenti, tra cui l’adozione del motore Rolls-Royce PV-12 (poi Merlin), di un carrello retrattile e di un abitacolo chiuso, nel 1936 Mitchell arrivò al Type 300 definitivo, battezzato ufficialmente “Spitfire“.

Il prototipo K5054 volò per la prima volta il 5 marzo 1936, mostrando subito un grande potenziale. Sfruttando tecniche innovative come la costruzione a guscio in duralluminio e l’ala ellittica, risultò un compromesso ideale di agilità, robustezza e leggerezza. Il 3 giugno 1936, appena tre mesi dopo il primo volo, la RAF ordinò 310 Spitfire Mk.I di serie.

Purtroppo Mitchell, minato da un tumore, non poté vedere il successo della sua creatura. Morì nel 1937 a soli 42 anni, lasciando il timone a Joseph Smith che ne seguì l’evoluzione in decine di versioni, dalle Mk.I con motore Merlin da 1030 CV fino alle Mk.24 con Griffon da 2350 CV. Grazie a questa crescita costante, lo Spitfire seppe reggere il passo dei caccia avversari per tutta la guerra.

Tecnica

Lo Spitfire era un monoplano interamente metallico dalla struttura molto raffinata. La fusoliera era semi-monoscocca, con ordinate in lega leggera e correnti in duralluminio ricoperti da un rivestimento lavorante. Le ali ellittiche avevano longheroni scatolati che fungevano anche da serbatoi, ed erano rivestite in metallo con centine di compensato.

L’impennaggio classico aveva piani orizzontali ellittici con un marcato diedro positivo. Il carrello era triciclo posteriore con le gambe principali che rientravano con movimento laterale nelle ali. Altre peculiarità erano i radiatori di raffreddamento anulari Meredith che generavano una spinta addizionale, e il cupolino a goccia per la migliore visibilità.

Il cuore dello Spitfire era il possente 12 cilindri a V Rolls-Royce Merlin, che dai 1030 CV della versione iniziale arrivò a erogare quasi 1800 CV con iniezione di metanolo. Negli ultimi modelli fu rimpiazzato dal più grande Griffon, che superava i 2000 CV. Nelle versioni iniziali l’elica era tripala metallica a giri costanti, poi sostituita da una quadripala. I serbatoi, tutti protetti, arrivavano a 580 litri di capacità.

L’armamento tipico dei primi Spitfire verteva su 8 mitragliatrici Browning .303 da 7,7 mm alari, con 300 colpi per arma. Dal 1940 la Battaglia d’Inghilterra dimostrò l’inadeguatezza di questa configurazione: furono presto introdotti cannoni Hispano Mk.II da 20 mm con 60 colpi nel mozzo dell’elica (Mk.IB) o in 2 gondole subalari, poi estesi a 4 sulla Mk.V con cannoncini da 120 colpi.

Complessivamente lo Spitfire, pur meno imponente di altri caccia famosi, si rivelò uno dei progetti più sofisticati e meglio riusciti della guerra. Le continue migliorie gli permisero di reggere il confronto con i migliori avversari senza perdere le doti di agilità e leggerezza delle origini. Fu uno dei pochi caccia ad ala non a freccia a non soffrire di compressibilità e flutter anche ad alta velocità.

Impiego operativo

L’esordio e la Battaglia d’Inghilterra

Il primo Spitfire Mk.I entrò in servizio il 4 agosto 1938 con il No.19 Squadron a Duxford. Allo scoppio della guerra nel settembre 1939 ne erano disponibili circa 400 in 18 Squadron. Inizialmente la RAF li tenne “in riserva”, preferendo impegnare gli Hurricane per risparmiare le forze in vista dell’inevitabile attacco tedesco alle isole.

Questo arrivò nel luglio 1940 con la Battaglia d’Inghilterra, il primo scontro combattuto quasi solo in cielo. A quel punto la RAF schierava 19 Squadron di Spitfire Mk.I/II, che si trovarono ad affrontare la ben più numerosa Luftwaffe e i suoi Messerschmitt Bf 109E, tecnicamente comparabili. Inizialmente considerati “inferiori”, presto dimostrarono tutto il loro valore.

Tatticamente gli Spitfire, grazie alla maggiore quota operativa, venivano impiegati per ingaggiare i Bf 109 di scorta e tenerli lontani dai bombardieri, che erano preda degli Hurricane. Seppure meno numerosi (ne volarono circa 1000 contro 1500 Hurricane), gli Spitfire si dimostrarono fondamentali per tenere sotto pressione i piloti tedeschi con la loro agilità e potenza di fuoco.

Il duello tra Spitfire e Bf 109 fu il vero confronto tra “titani” della Battaglia d’Inghilterra. Si trattava di macchine molto simili: gli Spitfire erano leggermente più lenti in accelerazione e salita, ma più rapidi in picchiata e manovrabili. Alla fine ebbero perdite inferiori (230 Spitfire contro 330 Bf 109) e abbatterono complessivamente 529 velivoli nemici, il 40% del totale.

Tra gli assi che si distinsero sugli Spitfire in quei mesi cruciali spiccano “Sailor” Malan (22 vittorie), Douglas Bader (20), Archie McKellar (17), Alan Deere (11), Brian Carbury (14) e soprattutto il ceco Josef František (17 in soli 4 mesi). L’unica Victoria Cross, massima onorificenza britannica, andò a James Nicolson per un’azione eroica compiuta con il suo Spitfire in fiamme.

La vittoria nella Battaglia d’Inghilterra, prima grande sconfitta della Germania nazista, fu il battesimo del fuoco e l’inizio della leggenda per lo Spitfire e i “pochi” (The Few) che lo pilotarono “mai così tanti dovettero così tanto a così pochi”, come ebbe a dire Churchill. Da quel momento gli Spitfire divennero nell’immaginario popolare i difensori del Regno Unito, eclissando gli Hurricane.

I fronti mondiali

Dopo il trionfo nei cieli d’Inghilterra, gli Spitfire iniziarono il lungo ciclo di sviluppo che li avrebbe portati a combattere su ogni fronte. Già durante la Battaglia d’Inghilterra erano entrati in linea i Mk.II con motore Merlin XII da 1175 CV e elica a giri costanti, seguiti dai Mk.V con cannoni alari e dal 1941 i primi Mk.IX, con Merlin 60 a due stadi da 1565 CV e prestazioni finalmente superiori al Bf 109F.

Nel Mediterraneo gli Spitfire, specie i Mk.V tropicalizzati, contribuirono in modo decisivo a fermare gli attacchi italo-tedeschi su Malta, rendendo possibile la conquista del Nord Africa. I Mk.VII/VIII ad alta quota permisero poi dal 1943 di scortare le fortezze volanti americane nei raid sulla Germania, contrastando i caccia e gli intercettori nemici come i temibili Fw 190 e Me 410.

Sul fronte orientale l’Unione Sovietica ricevette tramite la legge Affitti e Prestiti oltre 1300 Spitfire di varie versioni, compresi i Mk.IX ad alta e bassa quota. Anche se non molto amati dai piloti sovietici, abituati a macchine più rustiche, contribuirono a fermare l’offensiva finale tedesca nel 1944-45, abbattendo centinaia di velivoli della Luftwaffe.

In Estremo Oriente invece faticarono non poco contro i giapponesi. I Mk.V e VIII si trovarono a fronteggiare i più agili Mitsubishi A6M Zero, subendo perdite elevate in teatri difficili come la Birmania. Solo dopo l’introduzione dei Mk.XIV nel 1944-45, con motore Griffon da 2050 CV, riuscirono a riguadagnare la superiorità anche su quel fronte.

Non vanno poi dimenticate le versioni da ricognizione, che volarono per tutto il conflitto fornendo informazioni preziosissime, come le foto di Peenemünde che permisero di individuare i siti di lancio delle V1 e V2. O le varianti imbarcate Seafire, che operarono dalle portaerei in Atlantico e Mediterraneo, o i pochi esemplari usati dagli americani. Davvero non ci fu campo in cui gli Spitfire non eccelsero.

Bilancio e eredità

Alla fine della guerra erano stati prodotti ben 20.351 Spitfire in oltre 20 versioni principali, più numerose sottoversioni. Avevano abbattuto circa 3000 aerei nemici in tutti i teatri (cifra molto approssimativa), numero superato solo dal P-51 Mustang. Nessun aereo britannico fu costruito in numeri e versioni così elevate per un arco di tempo così lungo.

Determinante per il successo dello Spitfire fu la sua eccezionale “crescita”: grazie a migliorie continue, la sua velocità massima passò dai 580 km/h del 1938 ai 720 del 1945, con un incremento di potenza dai 1030 CV iniziali a oltre 2300. Pochi altri caccia dell’epoca, anche se più grandi e pesanti, seppero evolversi così a lungo senza perdere le doti di maneggevolezza e leggerezza delle origini.

Altrettanto cruciale fu la versatilità. Oltre che come caccia diurno e notturno, lo Spitfire eccelse in ruoli come la ricognizione, la scorta, il bombardamento tattico, l’addestramento. Negli anni ’50 fu impiegato perfino come caccia imbarcato, volando dalla portaerei HMS Triumph durante la guerra di Corea. Fu l’ultimo caccia con motore a pistoni in prima linea della RAF, prima del passaggio ai jet.

Ma al di là degli aspetti tecnici, ciò che rese davvero unico lo Spitfire fu il posto che si guadagnò nell’immaginario collettivo. Quell’ala ellittica, quel profilo così slanciato ed elegante, quella livrea azzurro cielo con le insegne della RAF, fecero di lui molto più di un semplice aereo: ne fecero un simbolo di libertà, di resistenza, di orgoglio nazionale per il Regno Unito e per gli Alleati.

Oggi, a quasi 90 anni dal primo volo, lo Spitfire è ancora sinonimo di caccia perfetto e continua ad affascinare intere generazioni. Con oltre 60 esemplari ancora in condizioni di volo, più di qualunque altro aereo della sua epoca, partecipa regolarmente a manifestazioni, raduni, celebrazioni in tutto il mondo. Per molti non è solo una leggenda vivente, ma forse il più bell’aeroplano che sia mai stato costruito.

Principali varianti del Supermarine Spitfire

  • Spitfire Mk I: prima versione in produzione di serie, in servizio dal 1938. I primi 174 esemplari avevamo motore Merlin II da 880 cavalli al decollo ed elica bipala, senza corazzatura protettiva. I successivi 1566 aerei avevano motore Merlin III con elica tripala, ruotino di coda al posto del pattino metallico e una certa protezione passiva per il pilota, a partire dal parabrezza in blindovetro
  • Spitfire Mk IB: versione armata con cannoni da 20mm
  • Type 442: versione idrovolante, non prodotta in seria
  • Spitfire Mk II: versione con motore Merlin XII da 1150 cavalli, elica tripala metallica Rotol e corazatura protettiva
    • Spitfire Mk IIC: versione per il soccorso in mare, dotata di fumogeni, battellino e pacco viveri sganciabili per soccorso ai naufraghi
  • Spitfire Mk III: versione con motore Merlin XX da 1280 cavalli al decollo e 1480 in quota, carrello rinforzato ed estremità alari tronche. Non entrò in produzione in quanto il motore veniva assegnato con priorità alla costruzione degli Hurricane.
  • Spitfire Mk IV: prototipo della versione con motore Griffin da 1735 cavalli ed elica quadripala; non entrò in produzione di serie e alla versione motorizzata Griffin venne assegnata la sigla XX
  • Spitfire Mk V: versione con motore Merlin 45 da 1.440 cavalli, corazzatura protettiva, armi potenziate. Venne costruita in 6.500 esemplari, in servizio a partire dal 1941 e suddivisa in diverse sotto-versioni.
    • Spitfire Mk VA: versione armata con sole mitragliatrici, 94 esemplari costruiti
    • Spitfire MK VB: versione armata con cannoni da 20mm e caricatori a tamburo, 3293 esemplari costruiti
    • Spitfire Mk VC: versione con cannoni da 20mm e caricatori a nastro, ala di tipo “C”, struttura rinforzata e blindatura a protezione delle munizioni, motori Merlin 45, 46 e 50, costruita in 2447 esemplari
    • Spitfire V F, LF, HF: versioni ottimizzate per l’impiego ad alta quota
  • Spitfire Mk VI: versione da alta quota con motore Merlin 47 da 1.414 cavalli a 4.250 metri di quota, elica quadripala ed abitacolo pressurizzato. La versione non ebbe grande successo, dimostrandosi inferiore ai Mk V modificati, ne furono costruiti 100
  • Spitfire Mk VII: versione da alta quota, sensibilmente migliore rispetto alla Mk VI, dotata di motore Merlin 61, 64 o 71, con fusoliera allungata, ala di tipo “C” con estremità allungate. Ne furono costruiti 140
  • Spitfire Mk VIII: versione da alta quota, completamente riprogettata rispetto alla Mk VII e priva di abitacolo pressurizzato; ne furono costruiti in totale 1658 di cui 160 HF, 267 F e il resto LF. Il motore era un Merlin 61, 66 o 71 per le alte quote e 66 da 1.580 cavalli per le basse quote (versione LF). Tutti gli esemplari prodotti avevano le modifiche previste per l’impiego in climi tropicali, furono usati nel Mediterraneo e in Estremo Oriente.
  • Spitfire Mk IX: versione derivata dalla Mk VI, con motore Merlin 61 da 1.660 cavalli. Era una versione pensata soprattutto per le alte quote, con alettoni metallici, deriva ingrandita per compensare l’aumento di torsione dato dalla maggiore potenza del motore, fusoliera allungata, elica quadripala e un serbatoio di carburante da 327 litri nella parte posteriore della fusoliera; ne furono costruiti 4010 nella sotto versione LF, 1255 HF e 400 HF, nonostante l’impostazione progettuale la maggior parte degli esemplari venne quindi impiegata alle quote medio basse
  • Spitfire Mk X: versione da ricognizione da alta quota con abitacolo pressurizzato, motori Merlin 64 o 77; ne furono costruiti 16
  • Spitfire Mk XI: versione da ricognizione da alta quota, derivata dalla Mk IX e priva della pressurizzazione nell’abitacolo; ne furono costruiti 471, tutti con motore Merlin 61, 62, 63A o 70
  • Spitfire Mk XII: versione da caccia a bassa quota con motore Griffon III o Griffon IV da 1.735 cavalli. Le versione era simile alla Mk V ma con struttura rinfornata, superfici di coda di dimensioni aumentate ed estremità alari tronche
  • Spitfire Mk XIII: versione con motore Merlin con compressore a singolo stadio
  • Spitfire Mk XIV: versione derivata dalla Mk VIII con motore Griffin ed elica Rotol a cinque pale, deriva ingrandita. Usava un’ala di tipo C oppure E; ne furono costruiti 527 nella sotto versione F e 420 per la E, impiegati nella ricognizione fotografica e nella caccia
  • Spitfire Mk XV: prototipo con motore Griffon 89 o 90
  • Spitfire Mk XVI: versione simile alla Mk IX ma con motore Merlin 266 costruito dalla Packard americana con carburatore modificato, le ali erano quella mozza tipo C e poi la E, l’abitacolo aveva la cappottina a goccia
  • Spitfire Mk XVIII: versione con struttura identica alla Mk XIV con carrello e struttura irrobustiti. Venne costruito in due sotto versioni. MXVIII da caccia e FR Mk XVIII da ricognizione, costruite rispettivamente in 100 e 200 esemplari
  • Spitfire Mk 21: versione in produzione verso la fine della guerra, a fronte di un ordine iniziale per 1500 aerei ne furono effettivamente costruiti solo 122, tutti con motore Griffon 61
  • Spitfire Mk 22: versione derivata dalla 21, con motore Griffon 61 o 64, cappottina a goccia. In alcuni aerei vennero installate due eliche tripala controrotanti per annullare l’effetto torcente creato dall’enorme potenza del motore. Ne furono costruiti 278 in totale
  • Spitfire Mk 23: versione armata con 6 cannoni da 20mm, non entrata in produzione
  • Spitfire Mk 24: versione con modifiche minori, ne furono costruiti 84 di cui 16 inviati ad Hong Kong e tutti gli altri mai impiegati
  • Spitfire Mk 45: 50 esemplari derivati dalla versione Mk 21
  • Spitfire Mk 46: 24 esemplari, versione derivata dalla Mk 22
  • Spiteful: versione con ala a flusso laminare invece della classica ala ellittica, motore Griffon 61 da 2.050 cavalli. Volò per la prima volta il 2 aprile 1945 con una fusoliera identica a quella del Mk XIV, gli altri due prototipi costruiti avevano fusoliera completamente riprogettata
  • Seafire IB: versione navale derivata dalla Mk VB con modifiche minori per l’impiego navali come il gancio d’arresto e l’attacco per la catapulta, motori Merlin 45, 46, 50, 55, 56 o 166, tutti costruiti a partire del giugno del 1942
  • Seafire IIC: versione navale basta sulla Mk VC, ne furono costruiti 372 in totale
  • Seafire Mk XV: versione derivata dalla serie “terrestre” Mk XII ed adibita all’impiego su portaerei, dotata di motore Griffon VI da 1850 cavalli ed elica quadripala, entrata in servizio a partire dall’estate 1945

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: UK
  • Modello: Supermarine Spitfire Mk I
  • Costruttore: Supermarine Division of Vickers-Armstrong Ltd.
  • Tipo:
  • Motore:

    Rolls-Royce Merlin II a 12 cilindri a V raffreddato a liquido, 1.030 HP

  • Anno: 1938
  • Apertura alare m.: 11.22
  • Lunghezza m.: 9.12
  • Altezza m.: 3.48
  • Peso al decollo Kg.: 2.415
  • Velocità massima Km/h: 571 Km/h a 5.800 m
  • Quota massima operativa m.: 10.360
  • Autonomia Km: 805 
  • Armamento difensivo:

    8 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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