Il caccia britannico Hawker Hurricane della RAF

Hawker Hurricane

di redazione
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L’Hurricane segnò per la R.A.F. il passaggio dai biplani, in cui la maneggevolezza era la dote fondamentale, ai monoplani, le cui caratteristiche principali erano velocità orizzontale e ascensionale oltre ad un armamento più pesante. Progettato da Sidney Camm questo caccia sostenne, insieme allo Spitfire, il peso principale della Battaglia d’Inghilterra, pur rivelandosi complessivamente inferiore sia al miglior caccia tedesco dell’epoca, il Messerschmitt 109, sia all’aereo della Supermarine.

All’epoca della caduta della Francia il Fighter Command aveva la maggior parte delle sue squadriglie equipaggiate proprio con gli Hurricane ed in quel drammatico momento il caccia potè rivelare tutte le sue potenzialità insieme all’eccezionale robustezza che lo fece definire da un’autorità in materia “un insieme di parti non essenziali”.
Superata l’emergenza l’Hurricane venne gradualmente rimpiazzato da altri aerei nel ruolo di caccia puro, specializzandosi in operazioni di attacco al suolo; una versione particolare, la IId armata di due cannoni da 40mm per operazioni anticarro, meritò il soprannome di “apriscatole” diventando l’incubo di Rommel in Africa settentrionale.

L’Hurricane è un monoplano monomotore a carrello retrattile e motore in linea, ha struttura metallica e rivestimento in tela, con l’eccezione della parte anteriore della fusoliera, interamente metallica.

Sviluppo e tecnica

Le origini dell’Hurricane risalgono alla prima metà degli anni ’30, quando Sydney Camm, capo progettista della Hawker Aircraft, iniziò a lavorare a un caccia monoplano derivato dal biposto Fury. Nonostante lo scetticismo dell’Air Ministry britannico verso configurazioni moderne come i monoplani ad ala bassa e carrello retrattile, Camm portò avanti il progetto in maniera semi-clandestina, applicando soluzioni innovative come una struttura a traliccio di tubi d’acciaio e il potente motore Rolls-Royce PV12, il futuro Merlin.

Il prototipo del nuovo caccia, battezzato ufficiosamente “Fury Monoplane”, volò per la prima volta il 6 novembre 1935 nelle mani del collaudatore George Bulman, che ne lodò la maneggevolezza e la stabilità. Le buone impressioni furono confermate nelle prove comparative all’inizio del 1936, al termine delle quali, nel giugno dello stesso anno, la RAF emise un ordine per i primi 600 esemplari di serie della versione Mk.I, che nel frattempo aveva ricevuto il nome ufficiale di Hurricane.

Le consegne degli Hurricane Mk.I iniziarono nel dicembre 1937 e proseguirono a ritmo serrato: quando nel settembre 1939 la Gran Bretagna entrò in guerra contro la Germania nazista, la RAF schierava già 18 Squadron equipaggiati con il caccia della Hawker, per un totale di oltre 500 macchine in prima linea. Numeri che si sarebbero rivelati provvidenziali nei mesi successivi.

Dal punto di vista tecnico, l’Hurricane era un robusto monoplano ad ala bassa di costruzione mista, con fusoliera a traliccio di tubi d’acciaio rivestita in tela e metallo, e ali a longheroni in acciaio e centine in legno ricoperte di tela (successivamente metallo). L’ampia ala dotata di slat garantiva buona manovrabilità a bassa velocità, mentre il carrello principale con gambe indipendenti che rientravano nelle ali con movimento verso l’interno conferiva stabilità nelle operazioni da piste semi-preparate.

Il cuore dell’Hurricane era il motore Rolls-Royce Merlin, un 12 cilindri a V rovesciata raffreddato a liquido in grado di erogare circa 1030 CV nella versione iniziale Mk.II, che spingeva il caccia a una velocità massima di circa 550 km/h. L’elica era una Rotol a passo variabile in volo a tre pale, poi sostituita da una de Havilland o Rotol quadripala. I serbatoi di carburante erano alloggiati nelle ali e in fusoliera, per una capacità complessiva che arrivava a 410 litri sulle versioni a lungo raggio.

L’armamento standard delle prime versioni verteva su 8 mitragliatrici alari Browning M1919 da 7,7 mm con 334 colpi per arma, una potenza di fuoco inferiore a quella di caccia come il Bf 109, ma che si sarebbe dimostrata adeguata contro i bombardieri. A partire dalla versione Mk.IIA l’armamento venne progressivamente potenziato, prima con 8 Browning pesanti e poi con 4 cannoni Hispano Mk.II da 20 mm con 90 colpi, affiancati da 4-8 Browning.

Benché meno aerodinamicamente raffinato dello Spitfire, più leggero e veloce, l’Hurricane si rivelò un’arma di grande affidabilità, economica e semplice da produrre in grande serie (il doppio degli Spitfire), tanto che la produzione totale superò i 14.500 esemplari, incluse le oltre 1.400 unità costruite su licenza in Canada dalla Canadian Car & Foundry, che ne fece il caccia britannico più prodotto di sempre.

Impiego operativo

La Battaglia d’Inghilterra

L’Hurricane ricevette il battesimo del fuoco contro i tedeschi il 21 ottobre 1939, quando una sezione del No.46 Squadron della RAF intercettò una formazione di idrovolanti da ricognizione Heinkel He 115 su Scapa Flow, abbattendone quattro. Ma fu durante la Battaglia d’Inghilterra, combattuta nei cieli delle isole britanniche tra il luglio e l’ottobre 1940, che il caccia della Hawker si guadagnò fama imperitura.

All’inizio della battaglia, la RAF poteva contare su una forza di circa 750 Hurricane, ripartiti su 33 Squadron, che rappresentavano oltre la metà dell’intera forza da caccia britannica. Pur inferiori in prestazioni pure ai Messerschmitt Bf 109E che scortavano i bombardieri della Luftwaffe, gli Hurricane si fecero valere grazie alla loro robustezza e alla stabilità come piattaforma di tiro.

In genere, i più agili Spitfire erano incaricati di neutralizzare la scorta di Bf 109, mentre gli Hurricane si occupavano di ingaggiare i bombardieri, contro cui potevano meglio sfruttare la loro potenza di fuoco e la capacità di incassare i colpi. Emblematico il caso del Sergente Ray Holmes, che il 15 settembre 1940, esaurite le munizioni, speronò deliberatamente un Dornier Do 17 che minacciava Buckingham Palace.

Sebbene le perdite fossero pesanti (oltre 550 Hurricane abbattuti e 231 piloti caduti nella sola Battaglia d’Inghilterra), il contributo del caccia Hawker fu enorme: dei 1733 velivoli tedeschi abbattuti complessivamente, ben 1026, pari al 60% del totale, furono opera degli Hurricane, contro i 529 (31%) accreditati agli Spitfire. In altre parole, due aerei della Luftwaffe su tre furono abbattuti dagli Hurricane.

Tra gli assi britannici che volarono sull’Hurricane in quei mesi cruciali, spiccano figure come il 22enne Douglas Bader, comandante del No.242 Squadron, accreditato di 22 vittorie prima di essere abbattuto e catturato, e il versatile “Bob” Stanford Tuck, asso con 29 aerei nemici distrutti, di cui 19 sull’Hurricane durante la Battaglia. Ma furono soprattutto i piloti non britannici del Commonwealth a far la differenza.

Il ceco Josef František, ad esempio, volando con il No.303 Polish Squadron sui cieli del Kent, divenne in poche settimane di combattimenti l’asso straniero con il maggior numero di vittorie (17) ottenute durante la Battaglia d’Inghilterra. Il suo connazionale Karel Kuttelwascher ne ottenne 18 come pilota notturno, tutte ai comandi di Hurricane. Considerando solo le vittorie omologate dalla RAF, il primato assoluto va però allo scozzese Archie McKellar, che rivendicò 21 abbattimenti di cui 5 in un solo giorno, tutti sull’Hurricane, prima di cadere il 1 novembre 1940.

L’unica Victoria Cross assegnata a un pilota durante la Battaglia andò al Flight Lieutenant James Nicolson, del No.249 Squadron, che il 16 agosto 1940, ferito e con l’Hurricane in fiamme, continuò a mitragliare un Bf 110 che lo aveva attaccato, probabilmente abbattendolo, prima di lanciarsi col paracadute. Nicolson sarebbe sopravvissuto alla guerra totalizzando 7 vittorie confermate e 2 probabili.

Mediterraneo e Nordafrica

Dopo la vittoria nella Battaglia d’Inghilterra, l’Hurricane continuò a operare come caccia di prima linea della RAF per tutto il 1941, sia in patria per la difesa notturna dai raid della Luftwaffe, sia su altri fronti, in particolare nel settore del Mediterraneo e in Nord Africa, dove si scontrò con i caccia italiani e tedeschi per la conquista del predominio aereo sul deserto.

Già nell’estate del 1940, subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia, tre Squadron di Hurricane (No.73, 274 e 261) erano stati schierati in Africa settentrionale, inquadrati nella Desert Air Force. Qui ottennero le prime vittorie contro le forze aeree italiane, incluso un Fiat CR.42 abbattuto il 19 giugno 1940 dal Flying Officer Patrick Wykeham-Barnes del No.274 Squadron, la prima vittoria in territorio africano.

Negli intensi combattimenti che seguirono sui cieli della Libia, di Malta, della Tunisia e dell’Egitto fino al 1943, gli Hurricane si trovarono a fronteggiare non solo i CR.42 e i G.50 della Regia Aeronautica, ma anche i più performanti Macchi C.200 e C.202 e soprattutto i temibili Messerschmitt Bf 109E/F della Luftwaffe, subendo perdite crescenti ma riuscendo comunque a fare la loro parte.

Un ruolo decisivo lo giocarono in particolare durante l’assedio di Malta del 1940-42, dove una manciata di Hurricane, insieme agli antiquati biplani Gloster Gladiator ribattezzati “Faith, Hope and Charity”, inflissero perdite severissime agli attaccanti dell’Asse, pur a costo di pesanti perdite. Alla fine delle ostilità, il No.261 Squadron su Hurricane risulterà essere il reparto con il miglior rapporto vittorie/perdite nella storia della RAF, con 223 abbattimenti confermati contro 25 piloti uccisi in azione.

Nel teatro del Mediterraneo emerse una nuova generazione di assi del caccia Hawker, come lo scozzese Wally McLeod, il sudafricano “Sailor” Malan (che aveva già combattuto in Inghilterra) e soprattutto il trio australiano “Nicky” Barr, “Pat” Hughes and Clive “Killer” Caldwell, che diventerà il miglior asso dell’intera Royal Australian Air Force con 28 vittorie. Sull’Hurricane ottenne quasi tutte le sue 50 vittorie anche l’asso degli assi del Commonwealth, il sudafricano “Pat” Pattle.

Ma il contributo dell’Hurricane nel deserto fu notevole anche in altri ruoli: nella versione IID “Trop” armata con 2 cannoni anticarro Vickers “S” da 40 mm, si rivelò un micidiale distruttore di carri armati, come durante la seconda battaglia di El Alamein dell’ottobre 1942, quando in una settimana i 6 Squadron di Hurricane IID impegnati distrussero 39 carri, 212 automezzi, 42 pezzi d’artiglieria e 200 altri veicoli, al prezzo di 11 piloti.

Teatri orientali

L’Hurricane fu il primo caccia alleato fornito all’URSS nel quadro del programma Lend-Lease, e alla fine della guerra risulterà essere il più numeroso in assoluto, con 2952 esemplari consegnati ai sovietici, in gran parte della versione IIB. Sebbene meno entusiasti delle prestazioni rispetto ai piloti britannici, i russi ne apprezzarono la robustezza, la stabilità di tiro e la manutenibilità anche in condizioni estreme.

Come caccia di scorta per i bombardieri e d’attacco al suolo, gli Hurricane contribuirono a fermare l’avanzata tedesca verso Mosca e Leningrado già nell’inverno 1941-42. Il maggior asso sovietico fu il capitano Boris Safonov, che ottenne 15 vittorie volando sugli Hurricane prima di cadere in combattimento nel 1942. Ma furono usati intensamente anche come cacciabombardieri e ricognitori fino alla fine della guerra.

In Estremo Oriente gli Hurricane faticarono contro i più agili caccia giapponesi. I 51 Hurricane giunti a Singapore via mare nel gennaio 1942 per rinforzare la guarnigione, decimati al suolo e in volo, non poterono evitarne la caduta. Andò meglio nella difesa di Ceylon (l’odierno Sri Lanka), dove nell’aprile 1942 i reparti di Hurricane, affiancati dai Fairey Fulmar della Fleet Air Arm, respinsero un’incursione delle portaerei giapponesi affondando una di esse.

In India e Birmania l’Hurricane nella versione IIC “Hurribomber”, armata con bombe e razzi, operò fino alla fine della guerra in appoggio alle forze di terra contro i giapponesi. Fu utilizzato dai piloti della RAF e delle forze aeree del Commonwealth come il sudafricano “Cocky” Dundas, asso con 12 vittorie, il canadese “Moose” Fumerton, con 13, e il neozelandese “Hawkeye” Wells, accreditato di 11 aerei nemici distrutti.

Su catapulta e portaerei

Una delle più peculiari varianti dell’Hurricane fu il Sea Hurricane, adattato per le operazioni navali imbarcato. Dotati di gancio d’appontaggio, ruotino di coda, alette pieghevoli e altri accorgimenti, i Sea Hurricane potevano operare sia da piccole piattaforme di lancio a catapulta installate su mercantili (CAM ship) sia dalle portaerei di scorta classe Attacker e Tracker della Royal Navy.

Il loro principale impiego fu la protezione dei convogli artici e atlantici dagli attacchi dei bombardieri tedeschi Focke-Wulf Fw 200 e degli U-Boot. In questo ruolo ottennero decine di vittorie, come quella del Lieutenant Commander Jimmy Buckley che il 2 agosto 1943 abbatté tre Fw 200 di scorta a un convoglio in un solo combattimento, o del neozelandese “Hank” Hanson, asso dei Sea Hurricane con 6 vittorie, tutte contro i bombardieri tedeschi.

Ma i Sea Hurricane furono impiegati anche nel Mediterraneo, ad esempio nella scorta ai convogli verso Malta dalla portaerei Ark Royal. In questo ruolo ottennero almeno 40 vittorie confermate. Il maggior asso fu il Flight Lieutenant Richard “Dickie” Cork, che volando da navi CAM e dall’Ark Royal totalizzò 9 aerei nemici abbattuti, 2 probabili e 7 distrutti al suolo. Il canadese “Hammy” Gray, già veterano della guerra civile spagnola nelle file della Legione Condor, ottenne invece 6 vittorie sui Sea Hurricane nel Mediterraneo.

L’aereo degli Assi

In totale, durante la Seconda Guerra Mondiale gli Hurricane totalizzarono oltre 60.000 missioni di combattimento, conseguendo più di 3000 vittorie confermate contro velivoli dell’Asse, cui si aggiungono oltre 700 bombe volanti V-1 abbattute nel 1944. Cifre che ne fanno il secondo aereo alleato di maggior successo dopo il P-51 Mustang, ma a fronte di un impiego temporale più esteso, versatile e in condizioni spesso proibitive.

Certo pagarono anche il prezzo più alto, con almeno 4000 Hurricane andati perduti in combattimento, per incidenti o altre cause. Eppure, questo non fa che accrescere il valore del loro contributo: grazie alla loro robustezza, accessibilità e ai grandi numeri disponibili già all’inizio della guerra, permisero alla RAF e ai suoi alleati di “tenere botta” contro un avversario inizialmente meglio equipaggiato, facendo da scudo agli Spitfire e ad altri caccia più avanzati.

Più in generale, nella sua lunga carriera operativa l’Hurricane seppe evolversi e adattarsi ai più svariati ruoli e condizioni: caccia diurno e notturno, cacciabombardiere, ricognitore, scorta ai bombardieri, supporto tattico alle truppe di terra, pattugliamento anti-nave, addestratore. Sempre con la proverbiale affidabilità di una “workhorse”, un cavallo da tiro dell’aviazione, meno raffinato ed elegante di purosangue come Spitfire e Bf 109, ma altrettanto vitale per le sorti della guerra.

Assi e piloti celebri

Furono in molti a legare indissolubilmente il loro nome a quello dell’Hurricane. Tra gli assi con il maggior numero di vittorie conseguite sul caccia della Hawker spiccano:

  • Il sudafricano Marmaduke “Pat” Pattle, miglior asso di tutti i tempi sull’Hurricane con 35 abbattimenti, su un totale di 51. Caduto in Grecia nell’aprile 1941.
  • Winsthon “Winkie” Blaire, primo e unico asso nero della RAF con 13,5 vittorie, di cui 9 sull’Hurricane. Ucciso in azione nel 1943.
  • Il belga Remy Van Lierde, asso straniero con il maggior numero di vittorie (44) di V1 ottenute con la RAF, 34 delle quali sull’Hurricane sia diurno che notturno.
  • L’asso polacco Witold Urbanowicz, che dopo aver ottenuto 15 vittorie durante la Battaglia d’Inghilterra ne conseguì altre 13 nel Pacifico con i Flying Tigers.
  • Lo scozzese Archie McInnes, pluridecorato asso sopravvissuto ad abbattimenti e prigionia, con 21 vittorie di cui 15 sull’Hurricane.
  • Il canadese Willie McKnight, accreditato di almeno 16 vittorie sull’Hurricane nei primi mesi della Battaglia d’Inghilterra, prima di cadere in azione.

Altri celebri piloti di Hurricane meritano di essere ricordati per motivi diversi dal numero di vittorie:

Il famoso pilota collaudatore Eric “Winkle” Brown, che tra i suoi innumerevoli primati vanta anche quello di aver portato in volo la versione navale Sea Hurricane.

La giovane Amy Johnson, aviatrice civile britannica nota per i suoi record di volo negli anni ’30, che si arruolò nella Air Transport Auxiliary pilotando anche gli Hurricane.

L’asso Douglas Bader, che continuò a volare nonostante avesse perso entrambe le gambe riuscì ad abbattere 22 aerei nemici con il suo Hurricane durante la Battaglia d’Inghilterra.

Lo scrittore Roald Dahl, futuro autore di best-seller per ragazzi, che volò con gli Hurricane in Grecia rimanendo gravemente ferito in un incidente nel 1941.

Principali varianti dello Hawker Hurricane

  • Hurricane Mk I prime serie: le consegne dei primi esemplari iniziarono nel dicembre del 1937. I primi esemplari avevano elica bipala in legno, il ruotino di coda retrattile e ali con struttura metallica e rivestimento in tela. Si rese necessario aumentare le dimensioni del timone e il ruotino di coda divenne fisso. I primi esemplari erano privi di corazzatura e di serbatoi autostagnanti, come sistema di puntamento usavano un anello metallico posto sopra il cruscotto che il pilota doveva allineare con una corrispondente tacca sistemata sopra la capottatura del motore. Già a metà del 1939 cominciarono ad essere adottati i collimatori a riflessione GM2. Gli aerei prodotti con numero di serie fino alla “K” avevano motore Rolls Royce Merlin C da 1.029 cavalli, a partire dalla serie “L” venne montato il Merlin II da 1.030 hp. L’armamento era di 8 mitragliatrici Browning da 7.7mm sistemate in due gruppi da 4, uno per ciascuna semiala. L’armamento si dimostrò presto inadeguato, soprattutto per affrontare i bimotori della Luftwaffe e venne presto potenziato, inizialmente si passò a 12 armi da 7.7, successivamente 4 cannoni Hispano da 20mm. Gli Hurricane costruiti su licenza in Belcio montavano invece mitragliatrici pesanti Browning da 12.7.
  • Hurricane Mk I ultime serie: già nel 1939 vennero introdotti numerosi cambiamenti. Il motore divenne un Merlin III associato a eliche Havilland o Roto metalliche a giri costanti. Vennero introdotti dei flabelli per sfruttare la spinta del gas di scarico. per le ali un rivestimento metallico sostituì quello in tela delle prime versioni. A partire dal maggio 1940 vennero aggiunti circa 30 chili di corazzatura a protezione del pilota, in corrispondenza della schiena e della parte posteriore della testa e venne anche introdotto un parabrezza blindato. Venne installato l’equipaggiamento IFF, una nuova antenna e una nuova radio.
  • Hurricane Mk II: caratteristica della serie Mk II era il motore Merlin XX con turbocompressore a due velocità, 1.280 hp di potenza e un notevole incremento delle prestazioni a quote superiori ai 5.000 metri, proprio grazie al compressore. La presa d’aria per il carburatore era di nuovo disegno e il radiatore del liquido di raffreddamento del motore era di dimensioni nettamente maggiori.
    • Hurricane IIA Serie 1:i primi esemplari della serie furono ottenuti montando il nuovo Merlin XX direttamente su un Hurricane MkI, gli aerei così ottenuti vennero denominati Mk IIA serie I e entrarono in servizio nel settembre 1940, in tempo per partecipare alle fasi più concitate della Battaglia d’Inghilterra.
    • Hurricane IIA Serie 2 (Hurricane IIB): questa versione aveva due tipi di ala, un tipo prevedeva un armamento di 12 Browning da 7.7mm mentre l’altro prevedeva 4 cannoni Hispano da 20mm. A partire da aprile 1941 questi aerei vennero denomina Hurricane Mk IIB con alcune piccole modifica, una riguardante il tipo di sospensione usata nel ruotino di coda e un’altra legata all’ogiva dell’elica che negli esemplari più tardi era più profonda.
    • Hurricane IIB Trop: versione “tropicalizzata”, specializzata per l’impiego in Nord Africa con l’introduzione di un filtro nella presa d’aria del carburatore e di un kit di sopravvivenza per il pilota.
    • Hurricane IIC: a partire da giugno 1941 gli Hurricane armati con i 4 cannoni Hispano vennero denominati IIC. Le ali vennero leggermente modificate nella forma e vennero montati agganci per trasportare bombe oppure serbatoi di carburante supplementari. Alla fine del 1941 le prestazioni dell’Hurricane come caccia puro erano diventate inferiori rispetto a quelle dei pariclasse tedeschi e gli aerei vennero impiegati soprattutto in missioni di attacco al suolo.
    • Hurricane IID: versione da appoggio tattico, anticarro, armata con un cannone da 40mm in ciascuna ala invece delle mitragliatrici o dei cannoni da 20mm. Questa variante ebbe un notevole successo, in particolare in Nord Africa, anche contro i veicoli blindati dell’asse, tanto da meritarsi il soprannome di “Apriscatole volante”. La versione introduceva anche un aumento nella protezione passiva per il pilota, il motore e il radiatore. L’arma scelta era un cannone Vickers S con 15 colpi. L’incremento di peso introdotto con la protezione supplementare e l’armamento non ebbe un effetto rilevante sulle prestazioni dell’aereo.
    • Hurricane IIE: vennero studiati numerose modifiche alle ali ma queste divennero tali da giustificare un cambio di numerazione della versione, gli esemplari già costruiti vennero denominati Hurricane Mk IV
    • Hurricane T.IIC: versione biposto da addestramento, ne vennero costruiti due soli esemplari, derivati direttamente dalla versione IIC, entrambi per l’aeronautica militare persiana
  • Hurricane Mk III: la versione Mk III prevedeva il motore Packard, ovvero il Rolls Royce Merlin costruito su licenza negli Stati Uniti. Al momento di entrare in produzione la carenza di motori Rolls Royce era risolta e quindi la versione non entrò in produzione
  • Hurricane Mk IV: versione impiegata principalmente nell’attacco al suolo, aveva le ali modificati in base all’esperienza acquisita e in particolare poteva portare due bombe, 2 cannoni da 40mm oppure 8 razzi RP-3 “60 pounder”.
  • Hurrricane Mk V: versione con motore Rolls Royce Merlin 32 ed elica metallica a 4 pale. Ne fu costruito un numero limitato di esemplari dato che nell’impiego come caccia bombardiere era entrato in produzione in più moderno Hawker Typhoon.
  • Hurricane Mk X: versione costruita su licenza in Canada dalla Canadian Car and Foundry Co Ltd. Il motore era un Packard Merlin 28, l’elica era una Hamilton Standard a giri costanti. Era armata con 8 mitragliatrici da 7.7mm nelle ali, ne furono costruiti 490 esemplari in totale
  • Hurricane Mk XI: versione costruita in Canada, su licenza; ne furono costruiti 150 esemplari.
  • Hurricane Mk XII: versione caccia e caccia bombardiere con motore Packard Merlin 29, costruita in Canada. L’armamento iniziale era di 12 mitragliatrici da 7.7mm ma venne in seguito modificato con 4 cannoni da 20mm
  • Hurricane Mk XIIA: versione caccia e caccia bombardiere con motore Packard Merlin 29, costruita in Canada. L’armamento era di 12 mitragliatrici da 7.7mm
  • Sea Hurricane Mk IA: Hurricane I modificati dalla General Aircraft Limited, potevano essere lanciati da una catapulta montata a bordo di navi mercantili, l’atterraggio doveva avvenire in basi a terra oppure il pilota doveva lanciarsi col paracadute per poi essere recuperato in mare. Ne furono costruiti 50 esemplari che furono usati 8 volte abbattendo 6 aerei nemici con la perdita di un solo pilota
  • Sea Hurricane Mk IB: versione con punto di aggancio per la catapulta e gancio d’arresto, potevano operare a bordo i portaerei oppure essere lanciati da una catapulta installata su navi mercantili, questi mercantili avevano una piattaforma sufficiente a permettere anche l’atterraggio. Sea Hurricane IB vennero impiegati a bordo della HMS Furious.
  • Sea Hurricane Mk IC: versione con aggancio per la catapulta e gancio d’arresto e armamento di 4 cannoni da 20mm. A partire dal febbraio 1942 vennero realizzati 400 aerei di questo tipo, tutti ottenuti dalla conversione di Mk I terrestri.
  • Sea Hurricane Mk IIC: versione derivata dalla Mk IIC terrestre, munita di aggancio per la catapulta e gancio d’arresto e di tutta la strumentazione per l’impiego navale. Ne vennero realizzati 400, tutti ottenuti dalla conversione di esemplari terrestri, che furono impiegati soprattutto a bordo delle portaerei di scorta. Il motore era un Merlin XX capace di erogare 1450 cavalli a 1900 metri di quota e 1435 a 3400 metri. La velocità massima dell’aereo era di 550 Km/h a 6700 metri di quota.
  • Sea Hurricane Mk XIIA: esemplari ottenuti dalla modifica di Mk XIIA canadesi, convertiti con l’istallazione dell’attacco per la catapulta e gancio d’arresto.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: UK
  • Modello: Hawker Hurricane Mk I
  • Costruttore: Hawker Aircraft Ltd.
  • Tipo:
  • Motore:

    Rolls-Royce Merlin II, 12 cilindri a V, raffreddato a liquido, 1.030 HP

  • Anno: 1937
  • Apertura alare m.: 12.19
  • Lunghezza m.: 9.55
  • Altezza m.: 3.99
  • Peso al decollo Kg.: 2.816
  • Velocità massima Km/h: 518 Km/h a 6.000 metri
  • Quota massima operativa m.: 10.000
  • Autonomia Km: 845 
  • Armamento difensivo:

    8 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Military Factory
    • Aviastar
     

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