Con il Re 2002 i progettisti della Reggiane fecero un passo indietro tornando alla propulsione radiale; ciò fu dovuto alla lentezza con cui i motori Daimler Benz in linea venivano prodotti dalla Alfa Romeo oppure direttamente importati dalla Germania.
La Luftwaffe manifestò un notevole interesse per questo aereo; prima dell’armistizio infatti emise un ordine per 300 aerei di questo che avrebbero dovuto utilizzare i motori B.M.W. 801 (il motore del F.w. 190).
Il Re 2002 era sostanzialmente identico al 2001, tranne per alcune modifiche alla fusoliera, e venne usato con notevole successo nel ruolo di assaltatore. Impiegato in Sicilia per contrastare lo sbarco degli Alleati, dopo l’8 settembre il Re 2002 venne impiegato dall’aviazione cobelligerante al sud, mentre circa 60 aerei finirono in mani tedesche che li usarono per contrastare l’attività dei partigiani in Francia. Costruito in circa 250 esemplari, il Re 2002 fu l’aereo più prodotto dalla Reggiane. Fu costruito su licenza in Ungheria.
Il Reggiane Re.2002 Ariete fu un aereo da caccia monomotore ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica italiana Officine Meccaniche Reggiane negli anni quaranta. Rappresentava un’evoluzione del precedente Re.2000, integrando alcune modifiche già introdotte sul Re.2001. Venne impiegato principalmente dalla Regia Aeronautica nei ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, trovando limitato uso anche con la Luftwaffe tedesca contro la resistenza francese. Tra tutti i caccia Reggiane, l’Ariete fu quello prodotto nel maggior numero, escludendo i Re.2000 realizzati su licenza in Ungheria.

Sviluppo e tecnica
Progettato dagli ingegneri Roberto Longhi e Antonio Alessio, il Re.2002 riprendeva le linee del Re.2000 ma se ne distaccava per l’adozione del più potente motore radiale Piaggio P.XIX RC.45 Turbine da 1160 CV e per la diversa struttura alare. La scelta di tornare a un propulsore stellare, dopo i buoni risultati ottenuti dal Daimler-Benz DB 601 montato sul Re.2001, era dettata principalmente dalla necessità di svincolare la produzione dalle scarse forniture di DB 601 che venivano assegnati prioritariamente al Macchi C.202. Inoltre Longhi era un sostenitore del motore radiale per la sua robustezza, facilità di manutenzione e minore necessità di manodopera specializzata.
Per quanto riguarda le ali, il Re.2002 adottava la struttura trilongherone già introdotta sul Re.2001, abbandonando definitivamente la pentalongherone con serbatoi di carburante integrali che caratterizzava il Re.2000. Dal punto di vista estetico, l’Ariete richiamava ancora una volta i caccia statunitensi progettati da Alexander Seversky e Alexander Kartveli, come il P-35 e il successivo P-43 Lancer.
Il prototipo del Re.2002 volò nell’ottobre 1940, circa tre mesi dopo il Re.2001, realizzato convertendo una cellula di Re.2000. A causa di problemi nella messa a punto del motore Piaggio, che si rivelò sempre poco affidabile, il velivolo venne inviato al Centro Sperimentale di Guidonia solo nel marzo 1941. La Regia Aeronautica emise un primo ordine per 100 Re.2002 nel novembre dello stesso anno, con consegne che iniziarono nel maggio 1942 ma procedettero a rilento.
La produzione non subì particolari evoluzioni; vennero realizzati 18 esemplari ottimizzati per il bombardamento in picchiata e un singolo Re.2002bis con l’ala del Re.2005, che volò nel luglio 1943 ma venne poi riconvertito allo standard. Alcune fonti riportano l’interesse della Luftwaffe per una versione motorizzata con il BMW 801, della quale sarebbe iniziata la costruzione di una cellula prima che i bombardamenti alleati distruggessero lo stabilimento Reggiane nei primi giorni del 1944. A causa degli stessi attacchi e della difficoltà nel reperire documentazione certa, non è possibile stabilire con precisione quanti Re.2002 vennero effettivamente completati, con stime che vanno dai 225 ai 261 velivoli.
Caccia monoplano ad ala bassa di costruzione interamente metallica, il Re.2002 aveva fusoliera a sezione circolare realizzata in duralluminio. Il posto di pilotaggio chiuso era dotato di tettuccio ribaltabile lateralmente. Le ali a pianta ellittica erano anch’esse costruite in duralluminio, con rivestimento lavorante e solo gli alettoni rivestiti in tela. Gli impennaggi erano di tipo classico, con lo stabilizzatore collocato alla base della deriva. Il carrello d’atterraggio era triciclo posteriore, con le gambe principali che si ritraevano di piatto nelle ali, mentre il ruotino di coda era fisso.
L’armamento si basava su due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 mm sopra il motore e due da 7,7 mm nelle ali. Sotto la fusoliera e le semiali potevano essere agganciati carichi di caduta fino a 650 kg, inclusi serbatoi ausiliari. Venne anche valutato, senza seguiti operativi, l’impiego di un siluro leggero.
In azione con la Regia Aeronautica
Il Re.2002 entrò in servizio nel tardo 1942 con la 239ª e la 209ª Squadriglia, seguite a breve dalla 238ª e 208ª, tutte inquadrate nel 5º Stormo Assalto di base a Lonate Pozzolo. Lo sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943 vide i reparti equipaggiati con l’Ariete impegnati in intense azioni di contrasto, spesso con pesanti perdite. Tra i risultati di rilievo in questa fase, i danni inflitti alla corazzata britannica HMS Nelson che dovette rientrare a Malta per le riparazioni.
Con l’avanzata degli angloamericani, i superstiti Re.2002 si ritirarono verso nord, continuando a contrastare gli sbarchi in Calabria fino a ridosso dell’armistizio. L’8 settembre 1943 il 5º Stormo allineava 24 Ariete a Manduria, con solo la metà in condizioni operative. Subito schierati a fianco degli Alleati nell’Aeronautica Cobelligerante, presero parte ad azioni contro il naviglio tedesco e a supporto dei partigiani jugoslavi. Gli undici velivoli ancora efficienti vennero ritirati dalla prima linea nel giugno 1944 e assegnati alla scuola caccia di Leverano, concludendo così una carriera operativa durata meno di un anno.

Con la Luftwaffe contro la resistenza
I tedeschi si erano interessati al Re.2002 prima dell’armistizio, pare richiedendo 300 esemplari dotati di ala stagna e motore BMW 801. L’unica cellula parzialmente costruita sarebbe andata distrutta sotto le bombe alleate che rasero al suolo le Officine Reggiane nel gennaio 1944.
La Luftwaffe requisì comunque una sessantina di Re.2002, inizialmente impiegandoli come traino bersagli. Successivamente, almeno un certo quantitativo venne assegnato alla Geschwader Bongart del maggiore Hermann von dem Bongart, una unità specializzata nel contrasto della resistenza in Francia. Dislocati in vari aeroporti come Bourges, Chateauroux e Clermont-Ferrand, i Reggiane italiani presero parte alla repressione della repubblica partigiana del Vercors, nel luglio 1944.
Il Reggiane Re.2002 Ariete nel secondo conflitto mondiale si dimostrò un caccia tutto sommato brillante ma penalizzato da un motore inaffidabile e da una travagliata gestazione, entrato in scena troppo tardi per poter incidere sulle sorti della guerra. Alla resa dei conti rappresentò comunque il modello di maggior successo, in termini puramente numerici, tra quelli realizzati dalla Reggiane.
Principali varianti del Reggiane Re.2002
- Re.2003: versione da ricognizione
- Assalto: vennero costruiti circa 18 esemplari studiati appositamente per il bombardamento in picchiata
- In una variante si provò ad unire alla cellula del 2002 le ali del Re.2005
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Italia
- Modello: Reggiane Re.2002
- Costruttore: Officine Meccaniche Reggiane S.p.A.
- Tipo: Caccia Bombardiere
- Motore:
Piaggio P.XIX RC 45, radiale a 14 cilindri raffreddato ad aria, da 1.175 HP
- Anno: 1943
- Apertura alare m.: 11.00
- Lunghezza m.: 8.16
- Altezza m.: 3.15
- Peso al decollo Kg.: 3.240
- Velocità massima Km/h: 530 a 5.500 m.
- Quota massima operativa m.: 10.500
- Autonomia Km: 1.100
- Armamento difensivo:
4 mitragliatrici
- Equipaggio: 1
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Aviastar
- History of War
- Military Factory