Mitsubishi Ki-46

di redazione
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Una specifica dell’esercito imperiale giapponese emessa nel 1937 sostanzialmente richiedeva un ricognitore veloce, in grado di operare ad alta quota. I progettisti misero tanto impegno nella cura dell’aerodinamica del progetto che il prototipo risultò superiore in velocità ai migliori caccia giapponesi dell’epoca.

Viste le premesse, il Ki-46 non potè che dimostrarsi un ottimo aereo, forse il migliore in questo ruolo messo in campo dal Giappone. Verso la fine del conflitto ci fu un tentativo di trasformare l’aereo in caccia intercettore, ma la guerra finì prima che i lavori fossero terminati.

Il Mitsubishi Ki-46, designato ufficialmente come Type 100 Command Reconnaissance Aircraft (一〇〇式司令部偵察機) dall’Esercito Imperiale Giapponese e conosciuto dagli Alleati con il nome in codice “Dinah“, è un bimotore monoplano ad ala bassa, carrello retrattile e motori raffreddati ad aria.

Origine del Progetto

Il 12 dicembre 1937, l’Aviazione dell’Esercito Imperiale Giapponese emise una specifica che avrebbe rivoluzionato il concetto di ricognizione strategica. La richiesta diretta alla Mitsubishi chiamava per lo sviluppo di un aeromobile da ricognizione strategica a lungo raggio destinato a sostituire il Mitsubishi Ki-15, ma le prestazioni richieste erano così ambiziose da rappresentare una sfida ingegneristica senza precedenti.

La specifica richiedeva un’autonomia operativa di sei ore e una velocità sufficiente a sfuggire all’intercettazione di qualsiasi caccia esistente o in fase di sviluppo. Questa seconda richiesta era particolarmente impegnativa: l’Esercito non voleva semplicemente un aeromobile veloce, ma uno capace di superare in prestazioni anche i caccia che sarebbero stati sviluppati negli anni successivi. Il requisito implicava una completa padronanza dell’evoluzione tecnologica dell’aviazione militare e una fiducia straordinaria nelle capacità dell’industria aeronautica nazionale.

Significativamente, la specifica non poneva vincoli specifici al progetto oltre a questi due requisiti fondamentali, lasciando al team di progettazione guidato da Tomio Kubo e Jojo Hattori la massima libertà creativa per sviluppare soluzioni innovative. Questa libertà progettuale si sarebbe rivelata cruciale per il successo dell’aeromobile.

Mitsubishi Ki-46-II Type 100

Design

La risposta della Mitsubishi fu un progetto rivoluzionario che combinava eleganza aerodinamica e innovazioni tecnologiche avanzate. Il team optò per una configurazione bimotore monoplano ad ala bassa con carrello retrattile a ruotino di coda, scelte che privilegiavano l’efficienza aerodinamica e le prestazioni ad alta velocità.

La fusoliera presentava una sezione trasversale ovale di piccolo diametro, soluzione che minimizzava la resistenza aerodinamica pur ospitando un equipaggio di due persone. Il pilota e l’osservatore erano sistemati in abitacoli individuali separati da un grande serbatoio di carburante, configurazione che ottimizzava la distribuzione dei pesi e massimizzava la capacità di combustibile interna.

I serbatoi di carburante erano distribuiti strategicamente nelle ali sottili sia all’interno che all’esterno dei motori, raggiungendo una capacità totale di 1.490 litri. Questa capacità eccezionale era fondamentale per soddisfare il requisito di sei ore di autonomia operativa richiesto dalla specifica originale.

Innovazioni Motoristiche e Aerodinamiche

I due motori Mitsubishi Ha-26 erano alloggiati in carenature aderenti sviluppate dall’Istituto di Ricerca Aeronautica dell’Università Imperiale di Tokyo. Queste carenature rappresentavano un capolavoro di progettazione aerodinamica, progettate per ridurre la resistenza e migliorare la visibilità del pilota. La collaborazione tra l’industria privata e le istituzioni accademiche realizzà l’approccio integrato del Giappone allo sviluppo tecnologico militare.

L’attenzione ai dettagli aerodinamici si estendeva a ogni aspetto del progetto. Le superfici erano levigate e raccordate con cura, mentre l’integrazione tra fusoliera, ali e gondole motrici era ottimizzata per minimizzare la resistenza parassita. Queste soluzioni tecniche anticipavano molte delle innovazioni che sarebbero diventate standard nell’aviazione post-bellica.

Prototipo

Il primo prototipo Ki-46 volò nel novembre 1939 dalla fabbrica Mitsubishi di Kakamigahara, nella prefettura di Gifu, a nord di Nagoya. Questo primo volo segnò l’inizio di un programma di test che avrebbe rivelato sia le potenzialità che le limitazioni del progetto iniziale.

I test dimostrarono che il Ki-46 era sottopotenziato e più lento del previsto, raggiungendo soltanto 540 km/h invece dei 600 km/h specificati. Tuttavia, tutti gli altri aspetti delle prove furono positivi, confermando la validità del progetto di base. Significativamente, nonostante non raggiungesse la velocità obiettivo, l’aeromobile era comunque più veloce del più recente caccia dell’Esercito, il Nakajima Ki-43, e del nuovo A6M2 della Marina, il che confermava la validità dell’approccio progettuale.

Questa superiorità prestazionale rispetto ai caccia giapponesi più avanzati convince l’Esercito a ordinare un lotto iniziale di produzione come Army Type 100 Command Reconnaissance Plane Model 1 (Ki-46-I), dimostrando fiducia nelle potenzialità future dell’aeromobile nonostante le prestazioni iniziali inferiori alle aspettative.

Sviluppo

Per risolvere i problemi prestazionali, la Mitsubishi sviluppò una versione migliorata equipaggiata con motori Ha-102, che erano essenzialmente Ha-26 dotati di compressore a due velocità. Contemporaneamente, furono incrementata la capacità di carburante e ridotto il peso a vuoto attraverso affinamenti strutturali e l’ottimizzazione dei materiali.

Questa versione, designata Ki-46-II, effettuò il primo volo nel marzo 1941 e finalmente soddisfece i requisiti di velocità della specifica originale. L’aeromobile fu immediatamente ordinato in produzione su vasta scala, con le consegne che iniziarono nel luglio 1941, proprio mentre il Giappone si preparava all’espansione nel Pacifico.

Il successo del Ki-46-II validò l’approccio iterativo adottato dalla Mitsubishi: piuttosto che ridisegnare completamente l’aeromobile, il team di ingegneri aveva identificato e risolto sistematicamente le carenze prestazionali attraverso miglioramenti mirati alla motorizzazione e all’ottimizzazione strutturale.

Prestazioni

Inizialmente, il Ki-46 si dimostrò praticamente immune dall’intercettazione, confermando brillantemente le ambizioni della specifica originale. La sua velocità superiore e le prestazioni ad alta quota gli permettevano di operare indisturbato sopra territorio nemico, fornendo intelligence strategica vitale senza rischi significativi per l’equipaggio.

Tuttavia, l’Aviazione dell’Esercito Imperiale Giapponese riconobbe con lungimiranza che i caccia alleati migliorati come il Supermarine Spitfire e il P-38 Lightning avrebbero potuto sfidare questa superiorità. Nel luglio 1942, anticipando questa evoluzione della minaccia, l’Esercito istruì la Mitsubishi a produrre una versione ulteriormente migliorata, il Ki-46-III.

Questa decisione dimostra la maturità strategica della leadership militare giapponese, che non si accontentò della superiorità temporanea ma investì proattivamente per mantenerla. L’approccio al miglioramento tecnologico illustra come il Giappone comprendesse la natura dinamica della guerra aerea moderna.

Mitsubishi Ki-46 II abbandonato a Okinawa, giugno 1945
Mitsubishi Ki-46 II abbandonato a Okinawa, giugno 1945

Evoluzione Finale: Il Ki-46-III

Il Ki-46-III incorporava motori Mitsubishi Ha-112 più potenti e dotati di iniezione diretta, insieme a una riprogettazione sostanziale del muso. La versione finale presentava un serbatoio di carburante davanti al pilota e un nuovo tettuccio raccordato uniformemente dall’estremo anteriore dell’aeromobile, eliminando il “gradino” delle versioni precedenti per ottenere una penetrazione aerodinamica ottimale.

Un cambiamento significativo fu l’eliminazione della mitragliatrice difensiva delle versioni precedenti, decisione che rifletteva la fiducia nelle prestazioni pure come mezzo di sopravvivenza. Questa scelta progettuale sottolineava la filosofia operativa del Ki-46: evitare il combattimento attraverso prestazioni superiori piuttosto che affrontarlo con armamenti difensivi.

La nuova versione volò per la prima volta nel dicembre 1942, dimostrando una velocità significativamente più alta di 630 km/h a 6.000 metri di quota. Queste prestazioni erano così eccezionali che superavano persino quelle dell’aeromobile destinato a sostituirlo, il Tachikawa Ki-70, che di conseguenza non entrò mai in produzione.

Innovazioni Operative

Durante i test operativi del marzo 1944, fu scoperto che sostituire l’anello collettore di scarico dei motori con tubi individuali forniva spinta aggiuntiva e incrementava la velocità massima a 642 km/h. Questa scoperta illustra come anche piccole modifiche aerodinamiche potessero produrre miglioramenti prestazionali significativi su un progetto già altamente ottimizzato.

Nel tentativo di migliorare ulteriormente le prestazioni in quota, due prototipi furono equipaggiati con motori Ha-112-II-Ru dotati di turbocompressore azionato dai gas di scarico. Questa versione volò per la prima volta nel febbraio 1944, ma solo due prototipi furono costruiti, probabilmente a causa delle complessità tecnologiche e delle risorse limitate del Giappone negli ultimi anni di guerra.

La produzione totale degli stabilimenti Mitsubishi raggiunse 1.742 esemplari di tutte le versioni dal 1941 al 1944: 34 Ki-46-I, 1.093 Ki-46-II, 613 Ki-46-III e 4 Ki-46-IV. Queste cifre testimoniano il successo operativo dell’aeromobile e la sua importanza strategica per l’Esercito Giapponese.

Impiego Operativo in Manciuria e Cina

Il Ki-46 fu utilizzato per la prima volta dall’Esercito Giapponese in Manciuria e in Cina, dove sette unità furono equipaggiate con questo aeromobile. L’esperienza operativa in questi teatri fornì dati preziosi sulle prestazioni reali e le capacità operative dell’aeromobile in condizioni di combattimento, validando le scelte progettuali e identificando aree per ulteriori miglioramenti.

Occasionalmente, la Marina Imperiale Giapponese utilizzò il Ki-46 per specifiche missioni di ricognizione sulle coste settentrionali dell’Australia e della Nuova Guinea, dimostrando la versatilità dell’aeromobile e la cooperazione tra i servizi militari giapponesi. Questo impiego inter-servizi era relativamente raro nell’organizzazione militare giapponese e sottolineava le capacità dell’aeromobile.

Impiego operativo

L’Esercito Giapponese utilizzò il Ki-46 per missioni dello stesso tipo, che non erano autorizzate, sull’attuale Malesia durante i mesi precedenti la Guerra del Pacifico. Queste operazioni clandestine di ricognizione fornirono intelligence cruciale per la pianificazione delle offensive giapponesi e dimostrano come il Ki-46 fosse considerato indispensabile per la preparazione strategica.

La capacità di condurre ricognizioni profonde in territorio nemico senza possibilità di intercettazione nemica, forniva ai pianificatori militari giapponesi vantaggi informativi significativi. Queste missioni segrete illustrano il ruolo critico della ricognizione strategica nella dottrina militare giapponese e l’importanza attribuita alla superiorità informativa.

Operazioni nel Teatro del Sud-Est Asiatico

Successivamente, il Ki-46 fu utilizzato per ricognizioni ad alta quota su Birmania, Indocina, Thailandia e Oceano Indiano. In questi teatri operativi, l’aeromobile dimostrò la sua capacità di fornire intelligence strategica su vaste aree geografiche, supportando la pianificazione operativa giapponese in tutto il Sud-Est Asiatico.

La RAF britannica in Birmania considerava il Ki-46 un aeromobile difficile da contrastare, riuscendo solo occasionalmente a intercettarlo con successo. Questa valutazione da parte del nemico conferma l’efficacia operativa dell’aeromobile e la validità delle scelte progettuali originali.

Sfida Crescente

Nonostante la sua superiorità prestazionale, il Ki-46 non era invulnerabile. Il 25 settembre 1944, il Flying Officer Wittridge abbatté un Ki-46 utilizzando uno Spitfire Mk VIII modificato dal pilota. Wittridge aveva rimosso due mitragliatrici e la corazzatura del sedile, e aveva anche lucidato i bordi d’attacco alari per guadagnare velocità extra, dimostrando gli sforzi estremi necessari per intercettare l’aeromobile giapponese.

Il principale asso della caccia americana, Richard Bong, volando su un P-38 Lightning, riuscì ad abbattere un Ki-46 al largo delle coste della Papua Nuova Guinea alla fine del 1942. Questi episodi illustrano sia la crescente capacità degli Alleati di sfidare la superiorità del Ki-46 sia la continua efficacia dell’aeromobile giapponese.

Trasformazione in Intercettore

Nel 1944-45, durante gli ultimi giorni della guerra, il Ki-46 fu modificato come intercettore ad alta quota per combattere i B-29 Superfortress dell’USAAF sopra le isole metropolitane giapponesi. Questa versione era equipaggiata con due cannoni da 20 mm nel muso e un cannone da 37 mm in posizione “verso l’alto e in avanti”, simile alle installazioni Schräge Musik dei caccia notturni della Luftwaffe.

Tuttavia, questa conversione rivelò le limitazioni dell’aeromobile quando utilizzato al di fuori del suo ruolo originale. Il Ki-46 mancava di stabilità per il tiro continuo dell’arma da 37 mm, aveva solo uno strato di corazzatura insufficiente, mancava di serbatoi autosigillanti ed era lento nella salita. Queste carenze illustrano come un aeromobile eccellente nel suo ruolo specifico potesse risultare inadeguato quando adattato a missioni diverse.

Il Ki-46-II Type 100 esposto a Cosford, Londra
Il Ki-46-II Type 100 esposto a Cosford, Londra

Organizzazione Operativa

Il Ki-46 fu assegnato a due interi Sentai (ali/gruppi), oltre a singoli Chutaicho (comandanti operativi junior) nell’Aviazione dell’Esercito Imperiale Giapponese durante la Guerra del Pacifico. Questa organizzazione strutturale dimostra l’importanza strategica attribuita alla ricognizione strategica e la necessità di unità specializzate per massimizzare l’efficacia operativa dell’aeromobile.

L’assegnazione a livello di Sentai indicava che il Ki-46 era considerato un asset strategico piuttosto che tattico, richiedendo coordinamento e pianificazione a livello superiore. Questa organizzazione rifletteva la comprensione giapponese del ruolo cruciale dell’intelligence nella condotta della guerra moderna.

Principali varianti del Mitsubishi Ki-46

  • Ki-46: primi prototipi
  • Ki-46 I: versione da ricognizione del Ki-46
  • Ki-46 II: prima versione operativa di serie
  • Ki-46 II Kai: versione da addestramento a tre posti del Ki-46, utilizzato per l’addestramento degli operatori radio e dei navigatori con una cabina appositamente modificata, versione ottenuta a partire dalla Ki-46 II
  • Ki-46 III: in questa versione il parabrezza tradizionale sostituito da un pannello curvo  con migliori caratteristiche aerodinamiche; autonomia aumentata a 4.000 Km con l’aggiunta di un ulteriore serbatoio di carburante nel muso, motori Ha-112-II da 1.500 hp
  • Ki-46-III Kai: versione da intercettazione/caccia notturna, armata con due cannoni da 20 m,m nel naso e uno da 37mm che sparava verso l’alto e in avanti (Schrage Musik)
  • Ki-46 III: versione da attacco al suolo priva del cannone da 37mm
  • Ki-46 IIIb: versione da attacco al suolo
  • Ki-46 IIIc: versione rimasta allo stadio di progetto
  • Ki-46 IV: prototipo propulso da due motori Mitsubishi Ha.112-II ru da 1.500 hp con turbocompressore e capacità dei serbatoi di carburante aumentata
  • Ki-45 IVa/b: versioni rimaste allo stadio di progetto, rispettivamente da ricognizione e da caccia

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Giappone
  • Modello: Mitsubishi Ki-46-II
  • Costruttore: Mitsubishi Jukogyo K.K.
  • Tipo: Ricognizione
  • Motore:

    2 Mitsubishi Ha-102, radiali a 14 cilindri, raffreddati ad aria, da 1.050 HP ciascuno.

  • Anno: 1941
  • Apertura alare m.: 14.70
  • Lunghezza m.: 11.00
  • Altezza m.: 3.88
  • Peso al decollo Kg.: 5.050
  • Velocità massima Km/h: 604 a 5.800 m.
  • Quota massima operativa m.: 10.720
  • Autonomia Km: 2.474 
  • Armamento difensivo:

    1 mitragliatrice

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       
  • Nazione:  Giappone 

  • Modello:   Mitsubishi Ki-46-II 
  • Costruttore:  Mitsubishi Jukogyo K.K. 
  • Tipo:  Ricognitore  
  • Motore: 

    2 Mitsubishi Ha-102, radiali a 14 cilindri, raffreddati ad aria, da 1.050 HP ciascuno.

     
  • Anno:  1941  
  • Apertura alare m.:  14.70  
  • Lunghezza m.:  11.00  
  • Altezza m.:  3.88 
  • Peso al decollo Kg.:  4.150 
  • Velocità massima Km/h:  604 a 5.800 m. 
  • Quota massima operativa m.:  10.720 
  • Autonomia Km:  2.474  
  • Armamento difensivo:  

    1 mitragliatrice

     

  • Equipaggio:  2  

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