Il carro armato tedesco Panzerkampfwagen IV o Panzer IV

Panzer IV

di redazione
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Informazioni aggiuntive

Nelle fasi iniziali della Seconda Guerra Mondiale il Panzer IV era considerato un carro di rottura. Attraverso un processo costante di evoluzione che riguardò soprattutto l’armamento principale, il carro rimase un valido mezzo di combattimento fino al termine del conflitto riuscendo a tener testa all’americano M26 Pershing o al sovietico Josif Stalin ma ormai in quel periodo poteva essere considerato al massimo un carro medio.

Dalla prima all’ultima variante di produzione il carro non subì sostanziali modifiche nella parte meccanica, si trattava di un concezione piuttosto convenzionale che prevedeva uno scafo a piastre saldate suddiviso in due compartimenti con quello posteriore che ospitava il motore e quello anteriore occupato dal conducente e dall’addetto alla mitragliatrice e operatore radio. Nella torre trovavano posto il capocarro, il puntatore e l’addetto al caricamento dell’arma principale. Il treno di rotolamento prevedeva quattro complessi di quattro rulli di piccolo diametro ciascuno, a doppia traccia e con sospensioni a fascio di balestre che dimostrò di essere particolarmente valido su terreno accidentato.

L’armento principale originariamente previsto era un calibro 7.5 cm lungo 24 calibri che venne poi sostituito da un 75/43 3 infine da un 75/48. Interessante notare che alcuni esemplari di Panzer IV sopravvissero al secondo conflitto mondiale per essere impiegati dalla Siria nella guerra contro Israele nel 1967.

Il Panzerkampfwagen IV, comunemente conosciuto come Panzer IV, fu un carro armato medio tedesco che giocò un ruolo fondamentale durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrato in servizio nel 1939, fu il carro armato più longevo e prodotto della Germania, restando in prima linea su tutti i fronti fino alla fine del conflitto nel 1945. Il Panzer IV attraversò una notevole evoluzione nel corso della guerra, passando dal ruolo di supporto della fanteria a quello di combattimento tra carri, dimostrando una versatilità e una capacità di adattamento che ne fecero la spina dorsale delle forze corazzate tedesche.

Sviluppo e caratteristiche tecniche

Lo sviluppo del Panzer IV iniziò nel 1934 su iniziativa del generale Heinz Guderian, uno dei principali teorici della guerra corazzata. Nelle intenzioni di Guderian, il Panzer IV doveva affiancare i più leggeri Panzer III nel ruolo di supporto fanteria, contrastando postazioni fortificate e anticarro nemiche con il suo armamento di bordo. I primi prototipi, denominati Begleitwagen (veicolo di accompagnamento) per aggirare le restrizioni imposte alla Germania dal Trattato di Versailles, furono realizzati dalla Krupp.

Le prime versioni di serie, dalla Ausf. A alla Ausf. F1, entrarono in servizio tra il 1938 e il 1942. Erano armate con il cannone KwK 37 da 75 mm L/24, che con la sua limitata velocità alla volata si dimostrava adeguato per il supporto fanteria ma poco efficace nel combattimento contro altri carri armati. La corazzatura frontale variava dai 30 mm delle prime versioni ai 50 mm della Ausf. F1, mentre quella laterale rimase sempre più sottile, tra i 20 e i 30 mm. La propulsione era affidata a un motore Maybach HL 108TR a benzina da 250 CV per le versioni iniziali, poi sostituito dal più potente HL 120TR da 300 CV. Questo garantiva una velocità massima di 40 km/h su strada e un’autonomia di 150-200 km.

L’equipaggio era composto da 5 uomini: il capocarro e il cannoniere in torretta, il servente al pezzo in casamatta, il pilota e il mitragliere/marconista nello scafo anteriore. La torretta aveva una cupola comandante che garantiva una buona visibilità del campo di battaglia. L’ergonomia e l’abitabilità erano buone per l’epoca, anche se la separazione della torretta dalla camera di combattimento creava problemi di comunicazione tra i membri dell’equipaggio.

Nel complesso, le prime versioni del Panzer IV si dimostrarono affidabili e ben bilanciate, ma divenne presto chiaro che il loro armamento e la loro corazzatura erano insufficienti per fronteggiare i carri armati alleati. In particolare, l’incontro con i carri sovietici T-34 e KV-1 durante l’Operazione Barbarossa nel 1941 dimostrò la netta inferiorità del cannone KwK 37 e della corazzatura del Panzer IV. Si rese quindi necessario un profondo aggiornamento del progetto.

A partire dalla versione Ausf. F2 (rinominata Ausf. G), introdotta nell’estate del 1942, il Panzer IV ricevette il potente cannone KwK 40 da 75 mm L/43, derivato dal cannone anticarro PaK 40. Questo, grazie all’alta velocità alla volata e all’uso di proiettili perforanti, era in grado di penetrare la corazzatura frontale del T-34 fino a 1200 metri di distanza. Inoltre, la corazzatura frontale del Panzer IV fu portata a 80 mm saldando o imbullonando piastre aggiuntive, mentre ai fianchi della torretta e dello scafo furono aggiunte piastre spaziate (Schürzen) da 5-8 mm per proteggersi dai fucili anticarro.

Le successive versioni Ausf. H e J, prodotte tra il 1943 e il 1945, ricevettero ulteriori incrementi di corazzatura, arrivando rispettivamente a 80 e 100 mm frontali con 30 mm sui fianchi e sul retro. Tuttavia, questo comportò un aumento di peso fino a 25 tonnellate, al limite per il telaio, le sospensioni e il motore. Per accelerare la produzione furono introdotte alcune semplificazioni, come l’eliminazione del sistema di rotazione elettrica della torretta sulla Ausf. J. Il cannone KwK 40 fu allungato a L/48 per aumentare la velocità alla volata e la capacità di penetrazione. Furono anche introdotte nuove tecnologie come il sistema di stabilizzazione della mira in brandeggio (Ausführung H) e piastre frontali stampate e temprate per risparmiare materiali strategici (Ausführung J).

In totale furono prodotti 8553 Panzer IV, che rappresentarono circa un terzo della produzione corazzata tedesca nel corso della guerra. Il maggiore produttore fu la Krupp (quasi 4000 esemplari), affiancata dalla Vomag (1747) e dalla Nibelungenwerke (oltre 2500) quando la Krupp fu convertita alla produzione di cacciacarri e semoventi. Il costo unitario era di 103.462 RM, circa il doppio di uno StuG III ma metà di un Tiger I. Oltre ai mezzi per la Wehrmacht, più di 300 Panzer IV furono esportati ad alleati e satelliti della Germania come Romania, Ungheria, Spagna e Finlandia.

Impiego operativo

Il battesimo del fuoco per il Panzer IV avvenne durante l’invasione della Polonia nel settembre 1939, quando 211 esemplari affiancarono Panzer I, II e III contro le difese polacche. Nonostante l’esiguità numerica, i cannoni da 75 mm dei Panzer IV si dimostrarono efficaci contro le fortificazioni e i pochi carri armati polacchi. Tuttavia, fu subito chiaro che una corazzatura di soli 14,5-20 mm era insufficiente a proteggerli dal tiro delle armi anticarro.

Durante la campagna di Francia del 1940, la Germania schierò 278 Panzer IV su un totale di circa 2500 carri armati. Grazie alla loro mobilità e al coordinamento con aerei e fanteria, i Panzer IV contribuirono al successo del Blitzkrieg sfondando le linee francesi nelle Ardenne. Tuttavia, si trovarono in difficoltà contro i più pesanti Char B1 e Matilda II, che il KwK 37 poteva perforare solo a distanza ravvicinata.

In Nord Africa, i Panzer IV dell’Afrikakorps di Rommel ottennero importanti successi contro i carri britannici nel 1941-42, grazie alla loro superiorità in termini di addestramento degli equipaggi, tattiche e iniziativa. Tuttavia, l’arrivo dei nuovi carri americani M3 Grant e M4 Sherman ribaltò le sorti del conflitto, costringendo Rommel sulla difensiva. Gli Sherman potevano ingaggiare i Panzer IV ben oltre la portata dei loro cannoni da 75 mm L/24.

Ma fu sul Fronte Orientale che il Panzer IV dimostrò appieno le sue qualità e i suoi limiti. Nell’Operazione Barbarossa del giugno 1941, i Panzer IV costituivano la maggioranza dei carri armati tedeschi, con oltre 400 esemplari. Inizialmente, il cannone KwK 37 si dimostrò sufficiente per contrastare i carri leggeri sovietici T-26 e BT. Ma l’incontro con i T-34 e i KV-1 fu uno shock per i tedeschi: la corazzatura del Panzer IV poteva essere perforata a 1000-1500 metri, mentre per penetrare i carri sovietici servivano proiettili speciali e distanze inferiori ai 500 metri.

L’introduzione del cannone lungo KwK 40 e l’incremento della corazzatura permisero al Panzer IV di restare competitivo sul fronte orientale fino al 1943. Con il KwK 40 L/43 poteva battere il T-34 fino a 1200 metri e resistere frontalmente al suo 76 mm. Nella battaglia di Kursk del luglio 1943, i Panzer IV costituivano ancora il grosso delle forze corazzate tedesche e inflissero dure perdite ai sovietici, sebbene a costo di molti mezzi.

Tuttavia, nel 1944-45 il continuo aumento di peso e la scarsità di materiali pregiati ne ridussero l’affidabilità meccanica. Inoltre, l’enorme superiorità numerica dei nemici e la loro capacità di rimpiazzare rapidamente le perdite rese sempre più difficile impiegare in modo decisivo i Panzer IV. Nelle battaglie difensive sul fronte orientale e occidentale, spesso si trovarono a combattere in inferiorità di 5 o 10 a 1 contro i T-34/85 e gli Sherman.

Nonostante tutto, i Panzer IV rimasero la spina dorsale delle Panzerdivision fino alla fine, distinguendosi per la loro versatilità in attacco e difesa. La 12. SS-Panzerdivision “Hitlerjugend”, equipaggiata principalmente con Panzer IV, tenne testa per settimane alle soverchianti forze anglo-canadesi in Normandia nell’estate 1944. Nella battaglia di Cassino in Italia e nell’offensiva delle Ardenne i Panzer IV costituivano circa metà delle forze corazzate tedesche.

Ancora nell’aprile 1945, gli ultimi Panzer IV combatterono strenuamente nella difesa di Vienna e Berlino, spesso ingaggiando i carri nemici a pochi metri di distanza tra le rovine. Non di rado, i generali tedeschi predisposero Kampfgruppe ad hoc incentrate sui pochi Panzer IV ancora efficienti, affidandosi alla loro potenza di fuoco, robustezza e all’esperienza dei veterani per cercare di ristabilire la situazione.

Eredità

Il Panzer IV fu senza dubbio il carro armato tedesco di maggior successo della Seconda Guerra Mondiale. Evolutosi costantemente nel corso del conflitto, dimostrò un’eccezionale flessibilità di impiego, dalla rottura del fronte al contrattacco, dal supporto ravvicinato alla difesa ad oltranza. Pur non eccellendo in nessuna caratteristica specifica, il suo mix equilibrato di mobilità, protezione e potenza di fuoco ne fece il vero “cavallo di battaglia” della Panzerwaffe.

A differenza dei più avanzati Panther e Tiger, il Panzer IV fu disponibile in grandi numeri fin dall’inizio del conflitto e la sua produzione subì meno interruzioni. Le continue migliorie alle sue componenti (motore, sospensioni, corazzatura, armamento) gli permisero di restare competitivo fino alla fine, anche contro carri sulla carta superiori. Il suo costo e la sua complessità produttiva erano inferiori a quelli dei carri pesanti, pur restando più elevati di quelli di cacciacarri e semoventi come lo StuG III.

Il carro servì anche come base per una serie di efficaci veicoli derivati, come il Sturmgeschütz IV, lo Jagdpanzer IV, il Wirbelwind e il Brummbär. Queste varianti specializzate in compiti anticarro, di supporto o antiaereo permisero di ampliare le capacità del Panzer IV e prolungarne la vita operativa. Molti telai di Panzer IV danneggiati furono recuperati e convertiti in questi ruoli.

Dopo la guerra, alcuni Panzer IV catturati furono usati da eserciti stranieri, come quello siriano che li impiegò contro Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967. Ancora oggi, una dozzina di esemplari sono conservati in musei in Germania, Russia, America, Francia, Inghilterra. Universalmente riconosciuto come uno dei protagonisti del secondo conflitto mondiale, il Panzer IV incarna al meglio il concetto di carro armato medio secondo la dottrina militare tedesca.

In definitiva, il Panzer IV fu il vero simbolo del Blitzkrieg, la guerra lampo corazzata teorizzata da Guderian. Grazie al suo ruolo chiave nella conquista di Polonia, Francia, Balcani e nelle prime fasi dell’attacco all’URSS, contribuì in modo fondamentale ai trionfi iniziali delle Panzerdivision contro nemici numericamente superiori. Quando la situazione strategica del Reich si deteriorò, il Panzer IV continuò a dimostrare tenacia, affidabilità e spirito di sacrificio, combattendo contro tutto e tutti fino all’ultimo colpo e all’ultimo uomo.

Principali varianti del Panzer IV

  • Panzer IV Ausf. A: prima variante in produzione, 35 esemplari costruiti (tutti dalla Krupp) tra il novembre 1937 e il giugno 1938.
  • Panzer IV Ausf. B: la versione Ausf. B presentava diverse modifiche nello scafo, con una piastra frontale di protezione di 30 mm, inoltre erano stati modificati alcuni particolari secondari come il sistema di visione del guidatore ed i boccaporti dello scafo, ora incernierati solo anteriormente.
  • Panzer IV Ausf. C: versione prodotta in 134 esemplari, dotata di motore Maybach HL120 TRM con una cilindrata di 11867 cm3 e una potenza di 300 cavalli.
  • Panzer IV Ausf. D: Nell’Ausf. D la piastra frontale del compartimento del marconista fu nuovamente arretrata, reintroducendo il supporto a sfera per la MG 34, ora protetto da un telaio esterno di forma rettangolare. I cingoli erano stati modificati, conservando la stessa larghezza (36 cm), ma con denti di guida maggiorati (80 mm contro i 60 precedenti).
  • Panzer IV Ausf. E: la versione E aveva poche differenze visibili rispetto alle precedenti, in particolare aveva una maggiore protezione per l’equipaggio e le parti meccaniche. Ne furono costruiti 200 esemplari, fino all’aprile del 1941.
  • Panzer IV Ausf. F: con questa versione il Panzer IV assunse il suo aspetto definitivo, le versioni seguenti infatti avranno differenze soltanto nella protezione o nell’armamento principale. Il cannone era un calibro 75, pa protezione frontale era aumentata così come la protezione della torre. Questo comportò un aumento di peso del 48% circa il che comporto la necessità di adottare cingoli maggiorati, della larghezza di 40 cm.
  • Panzer IV Ausf. F2: versione progettata per contrastare efficacemente i carri sovietici KV-1 e T-34 e quindi armata con un cannone 7,5 cm KwK 40 dalla lunghezza di 43 calibri (L/43), che permetteva una velocità alla volata fino a 933 m/s e la penetrazione a 500 metri di 115 mm di corazza inclinata di 30° sull’orizzontale.
  • Panzer IV Ausf. G: versione simile alla F2 con l’aggiunta di una protezione frontale aumentata. Ne furono costruiti 1687 – 1927 esemplari (a seconda della fonte).
  • Panzer IV Ausf. H: versione simile alla G ma armata con un cannone KwK 40 da 75 mm L/48, cioè con una canna più lunga di circa 380 mm e quindi forte sia di una maggiore velocità alla volata, sia di una maggiore penetrazione a paragone del pezzo precedente.
  • Panzer IV Ausf. J: versione sostanzialmente identica alla H ma progettata per risparmiare al massimo sulla gomma e i metalli rari, scarsamente disponibile in Germania verso la fine della guerra, e per semplificare il più possibile il processo costruttivo. Ne furono costruiti circa 3.160 esemplari, rimanendo in produzione fino alla fine della guerra.
  • Panzerbefehlswagen IV: versione carro comando, prodotta in 17 unità.
  • Panzerbeobachtungswagen IV; carro d’osservazione impiegato per dirigere il tiro dell’artiglieria.
  • Bergepanzer IV: carro officina.
  • Brückenleger: carro gettaponte.
  • Munitions-Schlepper; carro adibito al trasporto munizioni.
  • Jagdpanzer IV: cacciacarri armato con un cannone 7,5 cm StuK 40 L/48 (Sd.Kfz. 162) e poi con il pezzo 7,5 cm StuK 42 L/70 (Sd.Kfz. 162/1). Privo di torretta, aveva il pezzo principale installato in posizione fissa.
  • Nashorn (Sd.Kfz. 164): anticarro semovente realizzando utilizzando parti di Panzer III e di Panzer IV, armato con il cannone 8,8 cm PaK 43/1 installato in una sovrastruttura aperta.
  • Sturmgeschütz IV: questa versione adottava la sovrastruttura dello Sturmgeschütz III, con il cannone 7,5 cm StuK 40 L/48 montata sullo scafo di un Panzer IV.
  • Sturmpanzer IV: veicolo armato con un obice StuH 43 da 15 cm L/12 e pensato per il combattimento urbano. Gli esemplari di questa variante vennero ricavati a partire da scafi delle versioni F, G, H e J.
  • Hummel (Sd.Kfz. 165): simile al Nashorn, era armato con un obice pesante sFH 18/1 da 150 mm. Venne costruito in 100 esemplari.
  • Flakpanzer IV Möbelwagen: versione antiaerea armata con un unico pezzo 3,7 FlaK 36 oppure con quattro mitragliere antiaeree da 20 mm.
  • Flakpanzer IV Wirbelwind: questa versione montava una torretta rotante ottagonale sullo scafo del Panzer IV, era armata con 4 cannoni da 20 mm.
  • Flakpanzer IV Ostwind: simile al Wirblewind, era armato con un cannone contraereo 3.7 cm FlaK 36 montato in una casamatta esagonale.
  • Flakpanzer IV Kugelblitz: versione antiaerea, rimasta allo stadio di prototipo e costruita in soli 5 esemplari, era armata con due cannoni aeronautici da 30mm montati su una sovrastruttura sferica.

  • Nome e tipo: Marder I
  • Anno: 1942
  • Produzione: 170
  • Motore: 

    Maybach 12 cilindri a benzina

  • Potenza motore (hp): 300
  • Lunghezza m.: 5.38
  • Larghezza m.: 2.28
  • Altezza m.: 2
  • Peso t.: 8.2
  • Velocità su strada Km/h: 38
  • Autonomia Km.: 195
  • Armamento: 

    1 cannone calibro 75, 2 mitragliatrici calibro 7.92

  • Corazzatura max mm.: 50
  • Equipaggio: 4-5
  • Bibliografia – Riferimenti:
      

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