Artiglieria semovente tedesca Wespe

Wespe

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il: 468 letture totali
By Bundesarchiv, Bild 101I-219-0553A-15 / Koch / CC-BY-SA 3.0

Informazioni aggiuntive

Il Panzer II, il più diffuso carro armato dell’esercito tedesco, aveva già dimostrato di essere inadeguato nel combattimento contro altri carri, soprattutto a causa della scarsa protezione e dell’armamento principale, inadeguato contro le corazzature dei carri medi dell’epoca. Quando, nell’aprile del 1942, venne emanata la richiesta per sviluppare un pezzo di artiglieria semovente da realizzare a partire da veicoli corazzati già disponibili si pensò immediatamente al Panzer II, decidendo di adattarlo per installare un obice da 105 mm.

La progettazione del Wespe iniziò a metà del 1942 e si basava sullo scafo del Panzer II Ausf. F. Per alloggiare l’obice da 105 millimetri il motore venne spostato in avanti, la sovrastruttura aveva una leggera corazza su tre lati, sufficiente a proteggere l’equipaggio dal fuoco della armi leggere. I mezzi vennero costruiti dalla fabbrica FAMO di Varsavia.

Il Wespe venne prodotto dal febbraio 1943 al giugno 1944, quando le truppe sovietiche raggiunsero la frontiera polacca. Ne vennero prodotti 676 esemplari cui vanno aggiunti altri 159 carri, privi di cannone e usati per il trasporto delle munizioni.

Il Wespe conobbe il suo battesimo del fuoco nel 1943 sul fronte russo, dimostrò di avere buone caratteristiche e di essere efficace tanto che Hitler diede l’ordine di sospendere tutte le altre produzioni basate sullo scafo del Panzer II (compreso il Marder II) a favore del Wespe.

Il Sd.Kfz. 124 Wespe (vespa in tedesco) fu un semovente d’artiglieria sviluppato e impiegato dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Realizzato sullo scafo modificato del carro armato leggero Panzer II, montava un obice campale leFH 18 da 105 mm in una casamatta aperta posteriore. Entrato in servizio nel 1943, il Wespe si dimostrò un mezzo affidabile e manovriero, incrementando notevolmente la mobilità dell’artiglieria divisionale tedesca sul fronte orientale e occidentale fino al termine del conflitto.

Sviluppo e produzione

Già durante la campagna di Francia del 1940, apparve evidente che il carro armato medio Panzer II era ormai obsoleto per il combattimento tra carri. Sebbene meccanicamente ancora valido, presentava una corazzatura e un armamento insufficienti per fronteggiare i mezzi avversari più recenti. Tuttavia lo scafo si prestava alla conversione in un veicolo semovente che potesse fornire mobilità all’obice campale standard da 105 mm.

Il progetto del Wespe fu sviluppato dalla Alkett sullo scafo allungato del Panzer II Ausf. F. La Alkett aveva già esperienza nella conversione di veicoli di preda bellica francesi in semoventi con la collaborazione di Alfred Becker. Il vano motore fu spostato al centro e il vano di combattimento aperto ricavato posteriormente per ospitare l’obice leFH 18 da 105 mm e i serventi. La sovrastruttura aveva corazzature da 10 mm, sufficienti a proteggere dal fuoco di armi leggere.

La produzione fu affidata allo stabilimento della FAMO Ursus di Varsavia in Polonia e si protrasse dal febbraio 1943 al giugno 1944, quando l’avanzata sovietica interruppe le linee di montaggio dopo 676 esemplari completati. Altri 159 scafi, privi di obice, furono allestiti come veicoli portamunizioni per rifornire i Wespe in prima linea.

Tecnica

Il semovente Wespe si basava sullo scafo del carro leggero Panzer II Ausf. F opportunamente allungato a 4,81 m. Le sospensioni erano le stesse del carro, con 5 ruote portanti accoppiate su carrelli, ruota motrice anteriore e di rinvio posteriore. Nella sezione centrale trovava posto il motore Maybach HL62TRM a 6 cilindri a benzina da 140 CV, capace di spingere il mezzo a 40 km/h con un’autonomia di 220 km. Il cambio era il Maybach Variorex con 7 marce avanti e 3 indietro.

Nella parte posteriore dello scafo era installata una casamatta aperta realizzata in piastre saldate spesse 10 mm. All’interno era alloggiato l’obice leFH 18M da 105 mm lungo 28 calibri (L/28) con un alzo da -5° a +42° e un brandeggio di 17° a destra e 18° a sinistra. La dotazione di munizioni era di 32 colpi a bordo, con altri 8 stivati nello scafo. Posteriormente era montato un portello a due ante per il caricamento.

L’equipaggio era composto da 4 persone: capocarro, cannoniere, servente e pilota. La radio era una FuG Spr f montata nella parte anteriore sinistra dello scafo. Il mezzo pesava in ordine di combattimento 11,5 tonnellate, con una pressione specifica al suolo di 0,82 kg/cm². Poteva superare trincee fino a 1,8 m, ostacoli verticali di 0,42 m e guadi fino a 0,8 m.

Impiego operativo

I primi Wespe entrarono in servizio sul fronte orientale nella primavera del 1943, inquadrati nei battaglioni di artiglieria corazzata (Panzerartillerie Abteilungen) delle divisioni corazzate (Panzer Divisionen), al fianco dei più grandi semoventi Hummel. Hitler in persona ordinò di destinare tutta la produzione di scafi Panzer II al Wespe, a scapito di altri programmi come il cacciacarri Marder II, a riprova del successo del mezzo.

Il Wespe si dimostrò un semovente affidabile e altamente mobile, incrementando notevolmente le capacità dell’artiglieria divisionale di seguire e supportare le punte corazzate. Rispetto a veicoli analoghi come il britannico Sexton o lo statunitense M7 Priest, il Wespe era un bersaglio più piccolo, ma trasportava anche meno munizioni a causa dello scafo ridotto, scelto per le limitate capacità produttive. Come gli altri, scontava la limitata protezione per l’equipaggio in assenza di una copertura superiore.

Nel corso del 1944, i Wespe continuarono a operare sia sul fronte orientale in difesa della Germania, sia su quello occidentale dopo lo sbarco in Normandia. Alla fine del conflitto, gli esemplari superstiti caddero in mano sovietica o alleata, ma il loro servizio cessò rapidamente a causa della mancanza di pezzi di ricambio e munizioni.

Varianti e derivati del Wespe

Data la sua natura di conversione su uno scafo esistente e il suo ruolo specializzato, il Wespe non ebbe molte varianti. L’unica degna di nota fu la versione portamunizioni, priva dell’obice ma dotata di rastrelliere e compartimenti per trasportare 90 proietti da 105 mm, oltre ad altro equipaggiamento e attrezzi per il supporto logistico dei Wespe. Ne furono realizzati 159 esemplari sugli ultimi scafi Panzer II disponibili.

Esemplari superstiti

Oggi sono conservati almeno 7 Wespe in vari musei in Europa. Tra questi il Deutsches Panzermuseum a Munster e l’Auto & Technik Museum Sinsheim in Germania, il Musée des Blindés a Saumur e il Musée Mémorial de la Bataille de Normandie a Bayeux in Francia, il Kubinka Tank Museum in Russia. Quest’ultimo espone un Wespe distrutto nella sacca di Falaise nell’agosto 1944. Altri due esemplari si trovano nella collezione privata di André Becker in Belgio.

In conclusione, il Sd.Kfz. 124 Wespe fu un semovente d’artiglieria di successo che, pur essendo un progetto di ripiego basato su componenti esistenti, rispose in modo efficace alle esigenze della Wehrmacht per un mezzo mobile di appoggio diretto alle unità corazzate. Quando entrò in servizio nel 1943 contribuì a colmare il divario di mobilità dell’artiglieria divisionale tedesca, partecipando ai maggiori scontri negli ultimi due anni di guerra su entrambi i fronti. Insieme al cacciacarri Marder II e ad altri veicoli, dimostrò il potenziale dello scafo Panzer II per generare varianti specializzate economiche ma efficaci.

  • Nome e tipo: Marder I
  • Anno: 1942
  • Produzione: 170
  • Motore: 

    Maybach HL 62 TR

  • Potenza motore (hp): 140
  • Lunghezza m.: 5.38
  • Larghezza m.: 2.28
  • Altezza m.: 2
  • Peso t.: 8.2
  • Velocità su strada Km/h: 38
  • Autonomia Km.: 220
  • Armamento: 

    1 obice 10,5 cm leFH 18M L/28 da 105 mm, 1 mitragliatrice MG34 da 7,92 mm

  • Corazzatura max mm.: 40
  • Equipaggio: 4-5
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Bruno Benvenuti, Fulvio Miglia: Guida ai carri armati ISBN 8804177799
    • Miller, David  Illustrated Directory of Tanks and Fighting Vehicles: From World War I to the Present Day. Zenith Press. ISBN 0-7603-0892-6.
    • Achtung Panzer.
     

Articoli correlati

Lascia un commento