Il cacciacarri tedesco Marder II

Marder II

di redazione
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Informazioni aggiuntive

Quando sul fronte orientale l’esercito tedesco dovette affrontare i carri armati sovietici T-34 e KV-1 divenne immediatamente evidente l’obsolescenza di molti carri tedeschi, in particolare tutti i carri leggeri non erano in grado di affrontare i carri russi, soprattutto a causa dell’armamento principale, incapace di penetrare le corazze dei carri dell’armata rossa. Per questo motivo vennero approntate numerose soluzioni di fortuna, una di queste era il Marder II, un progetto che univa allo scafo del Panzer II un pezzo anticarro efficace e moderno.

Il Marder II sfruttava lo scafo del Panzer II sul quale era montato un cannone anticarro da 75 mm. La torretta era sostituita da una sovrastruttura fissa che comprendeva uno scudo a protezione dell’equipaggio e il pezzo anticarro. Questo poteva essere il pezzo PaK 40/2 da 75 mm (versione Sd.Kfz 131) oppure il cannone da campagna russo da 7.62 cm, ricamerato per usare le munizioni da 75 mm tedesche e rinominato PaK 36(r) (versione Sd.Kfz 132).

L’ottimo rapporto peso / potenza garantiva al mezzo una buona mobilità, per questo motivo rimase in produzione fino al 1944.

Sviluppo

Nelle prime fasi dell’operazione Barbarossa, l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica iniziata nel giugno 1941, la Wehrmacht si trovò impreparata ad affrontare i carri medi T-34 e i carri pesanti KV. Sebbene i tedeschi riuscissero comunque a prevalere grazie a tattiche superiori, supporto aereo e logistica, emerse chiaramente la mancanza di adeguati mezzi anticarro in grado di ingaggiare questi bersagli a distanza.

Si manifestò quindi l’esigenza di un’arma mobile e potente, in attesa di sviluppare cannoni e veicoli appositi. Una delle soluzioni fu quella di utilizzare gli scafi di carri leggeri come il Panzer II o di veicoli di preda bellica come trattori d’artiglieria Lorraine 37L come base per cacciacarri improvvisati. Nacque così la serie dei Marder, che imbarcavano il nuovo cannone tedesco 7,5 cm PaK 40 o cannoni sovietici da 76,2 mm F-22 catturati in gran numero.

In totale furono quindi realizzati oltre 850 Marder II di entrambe le versioni, rappresentando un incremento significativo della capacità anticarro della Wehrmacht in attesa di mezzi più perfezionati.

Impiego operativo

I Marder II combatterono su tutti i fronti europei del conflitto, con una forte concentrazione sul fronte orientale. Equipaggiarono i battaglioni cacciacarri (Panzerjäger Abteilungen) sia delle divisioni corazzate dell’esercito che delle Waffen-SS, oltre ad alcune unità della Luftwaffe.

Le principali debolezze del Marder II riguardavano la vulnerabilità. L’alto profilo e il compartimento di combattimento scoperto li rendevano sensibili al tiro d’artiglieria, agli attacchi aerei e persino alle bombe a mano. Inoltre la sottile corazzatura li esponeva al fuoco dei carri e della fanteria nemica. Non erano quindi veicoli d’assalto o sostituti dei carri armati, ma piuttosto mezzi da impiegare in postazioni difensive o di copertura.

Nonostante i limiti, i Marder II si rivelarono decisamente più efficaci delle armi anticarro trainate che andavano a rimpiazzare. Nella prima metà della guerra sul Fronte Orientale inflissero perdite significative ai carri sovietici T-34 e KV, dimostrando il valore del concetto di cacciacarri mobile. Furono particolarmente apprezzati il pezzo da 75 mm e la mobilità dello scafo Panzer II.

Un curioso impiego dei Marder II fu il loro invio agli alleati ungheresi nel 1942-43. I magiari ne ricevettero almeno 5 esemplari che utilizzarono con successo sul Fronte Orientale contro i mezzi corazzati sovietici. Sulla base di questa esperienza, nel 1943 progettarono un mezzo simile, denominato Toldi páncélvadász, installando un potente cannone da 75 mm su una casamatta squadrata montata sullo scafo del loro carro leggero 38M Toldi.

Con l’afflusso di semoventi e cacciacarri più moderni nel 1943-44, i Marder II furono progressivamente ritirati dal servizio di prima linea, pur continuando ad operare in compiti secondari o nei reparti di riserva e addestramento fino alla fine del conflitto. Oggi ne restano solo quattro esemplari preservati in vari musei.

In conclusione, il Marder II fu una soluzione improvvisata ma efficace per fornire rapidamente capacità anticarro mobile alle forze tedesche nella prima metà della guerra. Pur con le sue limitazioni, contribuì a contrastare lo shock dei carri sovietici e a gettare le basi per lo sviluppo dei successivi cacciacarri e semoventi della Wehrmacht.

Principali varianti del cacciacarri Marder II

  • Sd.Kfz 132: versione basata sullo scafo del Panzer II Ausf. D/E lanciafiamme, con sospensioni dotate di una nuova barra di torsione, 4 ruote di dimensioni aumentate e armata con cannoni sovietici catturati di calibro 76.2 mm, ricamerati per impiegare le munizioni da 75 mm tedesche del PaK 40.
  • Sd.Kfz 131: versione basata sullo scafo del Panzer II Ausf. F con la sovrastruttura allargata e armata con il pezzo anticarro tedesco PaK 40 da 75 mm.

  • Nome e tipo: Marder I
  • Anno: 1942
  • Produzione: 170
  • Motore: 

    Maybach HL 62 a 6 cilindri a benzina

  • Potenza motore (hp): 138
  • Lunghezza m.: 5.38
  • Larghezza m.: 2.28
  • Altezza m.: 2
  • Peso t.: 8.2
  • Velocità su strada Km/h: 38
  • Autonomia Km.: 190
  • Armamento: 

    1 × cannone da 7,5 cm PaK 40/2 L/46, 1 mitragliatrice MG 34 da 7.92 mm

  • Corazzatura max mm.: 30
  • Equipaggio: 4-5
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Bruno Benvenuti, Fulvio Miglia: Guida ai carri armati ISBN 8804177799
    • Miller, David  Illustrated Directory of Tanks and Fighting Vehicles: From World War I to the Present Day. Zenith Press. ISBN 0-7603-0892-6.
    • Achtung Panzer
     

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