Il caccia francese Dewoitine D.520

Dewoitine D.520

di redazione
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Il Dewoitine D.520 rischiò di non essere mai costruito, infatti il progetto di quello che si sarebbe rivelato come il miglior caccia francese della II Guerra Mondiale era stato respinto dalle autorità, che preferivano concentrare la produzione su di un unico aereo, e questo era stato scelto nel Morane Saulnier MS 406. Fortunatamente il progetto proseguì ugualmente e appena vennero risolti i problemi rivelatisi con la costruzione del prototipo, il D.520 venne messo in produzione.

Il Dewoitine D.520 è stato un caccia monomotore ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica francese Société nationale des constructions aéronautiques du Midi (SNCAM) nei tardi anni trenta ed entrato in servizio nei primi mesi del 1940, poco dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Soltanto a poche settimane dall’armistizio in ogni caso il D.520 potè essere considerato pienamente operativo, quando ormai era chiaramente troppo tardi. Nell’aprile del ’40 fu anche possibile confrontare un aereo di questo tipo con un Messerschmitt 109 E che era stato catturato e le prove rivelarono che il caccia francese superava quello tedesco per maneggevolezza, pur essendo inferiore in velocità orizzontale.

Dopo l’armistizio la produzione del Dewoitine D.520 riprese sotto il controllo tedesco e l’aereo venne utilizzato dalla Luftwaffe, dalla Regia Aeronautica italiana e da altri alleati dell’Asse. Il Dewoitine D.520 è un monoplano monomotore ad ala bassa, munito di carrello retrattile e spinto da un motore Hispano Suiza raffreddato a liquido.

Sviluppo

Nel luglio 1934, l’Aeronautica Militare francese emise un requisito tecnico per lo sviluppo di un nuovo caccia che potesse migliorare le prestazioni del Dewoitine D.510, all’epoca non ancora entrato in servizio ma già considerato obsoleto di fronte ai rapidi progressi dell’aviazione militare in diverse nazioni europee.

In risposta al requisito, la Dewoitine propose inizialmente un progetto derivato dal D.510, designato D.513, che però si dimostrò inferiore al concorrente nazionale Morane-Saulnier MS.405 allora in fase di sviluppo.

Il 15 giugno 1936 il Ministero dell’Aria francese diramò delle nuove specifiche per un moderno caccia veloce, con buone caratteristiche di salita e un armamento incentrato su un cannone da 20 mm. Émile Dewoitine, proprietario e fondatore dell’azienda, incaricò il capo progettista Robert Castello di studiare immediatamente lo sviluppo di un nuovo aereo da caccia che rispondesse a questi requisiti.

Il nuovo velivolo doveva essere il più economico possibile, equipaggiato con il nuovo motore Hispano-Suiza 12Y da 860 CV e in grado di raggiungere i 500 km/h. Tuttavia, questa prima proposta fu prontamente respinta dal Ministero dell’Aria, che dopo essere rimasto impressionato dai britannici Hawker Hurricane e Supermarine Spitfire aveva deciso di alzare l’asticella richiedendo una velocità massima di 510 km/h.

Il lavoro sulla progettazione dettagliata di quello che sarebbe diventato il D.520 iniziò nel settembre 1936 e proseguì per gran parte del 1937, nonostante l’incorporazione della Dewoitine nella più grande Société nationale des constructions aéronautiques du Midi (SNCAM). Fu solo nel gennaio 1938 che un piccolo team di disegnatori iniziò a lavorare ai disegni esecutivi per il prototipo.

Prototipi e modifiche

Il 2 ottobre 1938 il primo prototipo D.520-01, equipaggiato con un motore Hispano-Suiza 12Y-21 che azionava temporaneamente un’elica bipala in legno a passo fisso, compì il suo primo volo. Il completamento del prototipo era stato ritardato dalla necessità di incorporare alcune modifiche richieste dallo STA (Service technique de l’aéronautique) in seguito all’esame di un modello in scala reale.

Durante le prime prove di volo, il prototipo raggiunse una velocità massima di soli 480 km/h e soffrì di temperature eccessive del motore. Gran parte del problema era dovuto alla resistenza aerodinamica generata dai radiatori subalari, che scaricavano aria calda sull’ala. Questa configurazione venne sostituita con un singolo radiatore montato sotto la fusoliera.

Dopo aver subito lievi danni in un incidente di atterraggio nel novembre 1938, il prototipo fu sottoposto ad ulteriori modifiche, tra cui l’installazione di un motore Hispano-Suiza 12Y-29 più potente con ugelli di scarico che fornivano una spinta addizionale, e di un’elica tripala a passo variabile. Queste modifiche permisero finalmente all’aereo di raggiungere la velocità di progetto di 520 km/h.

Nel 1939 il D.520-01 venne seguito da altri due prototipi, il D.520-02 e il D.520-03, che introdussero ulteriori affinamenti come un tettuccio scorrevole più ampio, impennaggi ridisegnati, carrelli di atterraggio allungati e l’eliminazione degli ipersostentatori alari. Erano armati con un cannone Hispano-Suiza HS.9 da 20 mm che sparava attraverso il mozzo dell’elica e due mitragliatrici MAC 1934 da 7,5 mm nelle ali.

Entro la fine del 1939 era stato completato anche un quarto prototipo, il D.520-04, che adottava numerose migliorie aerodinamiche e un motore Hispano-Suiza 12Y-31 da 935 CV che consentiva di raggiungere una velocità massima di 550 km/h e una tangenza pratica di 8000 metri.

Cellula

Il Dewoitine D.520 era un monoplano ad ala bassa di costruzione interamente metallica, tranne per le superfici di controllo rivestite in tela. La configurazione alare monolongherone era solida e robusta, rinforzata da un longherone secondario e numerosi irrigidimenti. Il carrello d’atterraggio retrattile, con le gambe principali che rientravano verso l’interno nelle ali, aveva una carreggiata ampia di 2,83 metri ed era dotato di pneumatici a bassa pressione.

La fusoliera presentava una struttura a semi-guscio in duralluminio. L’abitacolo chiuso del pilota era posizionato piuttosto arretrato, alle spalle del bordo d’uscita alare, offrendo un’eccellente visibilità verso il basso ma limitando quella frontale durante le operazioni a terra a causa del lungo muso.

Il D.520 era dotato di serbatoi di carburante autostagnanti con una capacità totale di 600 litri (400 nel serbatoio principale tra il motore e l’abitacolo, 200 in due serbatoi alari), notevolmente superiore a quella di caccia contemporanei come il Bf 109E o lo Spitfire Mk I. Questo gli garantiva un’autonomia di crociera tra 1300 e 1500 km.

Motore

Il propulsore prescelto per il D.520 fu il 12 cilindri a V Hispano-Suiza 12Y, un motore non molto potente rispetto ai coevi Rolls-Royce Merlin o Daimler-Benz DB 601, ma più compatto e leggero (solo 515 kg a secco contro i 620 kg del Merlin).

Sui D.520 di serie venne installata la versione 12Y-45, capace di 850 CV al decollo e 935 CV alla quota di ristabilimento di 2600 metri. Questa azionava un’elica tripala Ratier a passo variabile del diametro di 3 metri. A partire dal 351° esemplare l’elica Ratier venne rimpiazzata da una Chauvière a comando idraulico.

Il circuito di alimentazione comprendeva sei carburatori Solex montati su un collettore di aspirazione che convogliava l’aria compressa dal compressore ai cilindri. La miscela aria-benzina veniva accesa da un singolo magnete Scintilla. Il consumo specifico era di 292 g/CVh.

Lo scarico avveniva attraverso collettori che terminavano in ugelli propulsivi sistemati a lato della fusoliera posteriore. Benché sovente citato come un dispositivo che forniva una spinta addizionale di 30-40 kg, pare che in realtà il contributo propulsivo degli scarichi fosse quasi trascurabile.

Il circuito di lubrificazione prevedeva un serbatoio dell’olio da 25 litri annegato nella V dei cilindri. Il raffreddamento era assicurato da un voluminoso radiatore anulare a massa variabile tipo Chausson sistemato sotto il motore.

L’avviamento era effettuato da un compressore ad aria Viet che caricava una serie di bombole: la principale, da 12 litri, serviva anche per azionare i freni e successivamente per regolare il passo dell’elica Chauvière.

Armamento

L’armamento standard del D.520 comprendeva un cannone Hispano-Suiza HS.404 da 20 mm (60 colpi) posizionato per sparare attraverso il mozzo dell’elica e quattro mitragliatrici MAC 1934 da 7,5 mm (675 colpi per arma) nelle ali.

Il cannone HS.404 aveva una cadenza di tiro effettiva di 600 colpi/min ed era preciso fino a circa 500 metri, ma disponeva di soli 10 secondi di munizioni. Le mitragliatrici MAC 1934 avevano un’elevata cadenza di 1200 colpi/min con un’autonomia di fuoco di 30 secondi.

Il carico bellico non era particolarmente pesante se paragonato a quello di altri caccia del periodo, tuttavia la presenza del cannone centrale rappresentava un notevole vantaggio in termini di potenza di fuoco rispetto a velivoli con il solo armamento di mitragliatrici.

Il D.520 poteva anche trasportare due bombe da 50 kg tipo G2 per attacchi al suolo o due razzi illuminanti tipo Matra SS41 per l’intercettazione notturna, ma queste opzioni furono raramente impiegate.

Prestazioni

Con una velocità massima di circa 535 km/h a 5000 metri e una quota di tangenza di 10.000 metri, il D.520 era leggermente più lento del Messerschmitt Bf 109E, ma lo compensava con una maggiore agilità, soprattutto nel combattimento manovrato.

L’accelerazione iniziale era buona grazie alla coppia elevata del motore 12Y, e le caratteristiche di salita erano eccellenti: il D.520 impiegava 7 min 48 sec per raggiungere i 5000 metri. Il carico alare non eccessivo garantiva un comportamento docile, specie con basse quantità di carburante, mentre a pieno carico la stabilità direzionale poteva risentirne.

La maneggevolezza era ottima ad alta velocità e il D.520 costituiva un’eccellente piattaforma di tiro. La velocità variometrica di salita raggiungeva i 14,5 m/s a 2500 metri, e il rapporto peso/potenza di 2,73 kg/CV era paragonabile a quello di caccia più recenti e accreditati.

Il raggio d’azione, usando i serbatoi alari, era di 1150 km, sufficiente per le operazioni sulla Francia metropolitana. Questo fu uno dei motivi per cui alcuni reparti poterono trasferirsi in Nordafrica dopo l’armistizio.

Nell’insieme, pur non raggiungendo le prestazioni assolute di velivoli come lo Spitfire o il Bf 109, il Dewoitine D.520 si dimostrò un caccia ben equilibrato con caratteristiche più che discrete per il periodo, che avrebbe potuto giocare un ruolo ben più importante se fosse stato prodotto in tempo e in quantità sufficienti.

Servizio in Francia

I primi D.520 di serie iniziarono ad equipaggiare il Groupe de Chasse I/3 nell’aprile del 1940, poche settimane prima dell’invasione tedesca. Il 10 maggio, allo scoppio delle ostilità, solo un pugno di velivoli era effettivamente operativo. Ciononostante, i piloti francesi ottennero diversi successi, abbattendo ricognitori Hs 126, bombardieri He 111 e Do 17 e perfino alcuni Bf 109 e Bf 110.

Durante la breve ma intensa Campagna di Francia, i D.520 reclamarono l’abbattimento di 114 velivoli nemici (più 39 probabili) al prezzo di 85 perdite. Il miglior asso fu Pierre Le Gloan con 18 vittorie (4 tedesche, 7 italiane e 7 britanniche nella campagna di Siria), di cui 16 ottenute sul D.520.
Circa 440 macchine erano state completate entro l’armistizio.

Dopo la resa, 165 esemplari vennero evacuati dalle unità francesi in Nordafrica, 3 raggiunsero la Gran Bretagna e 153 rimasero nella Francia di Vichy. La produzione riprese nel 1942 raggiungendo le 905 macchine complessive, benché ormai fosse troppo tardi per cambiare le sorti del conflitto.

Con L’Armée de l’Air de Vichy, i D.520 combatterono contro inglesi e australiani durante la Campagna di Siria del 1941 e poi contro gli americani durante l’Operazione Torch in Nordafrica nel novembre 1942, in entrambi i casi senza molto successo.

Dopo il passaggio della Francia ai ranghi alleati, nel 1943-44 un certo numero di D.520 vennero recuperati e usati per attaccare le ultime sacche di resistenza tedesca sulla costa atlantica. Furono infine ritirati dal servizio nel 1953 dopo essere stati usati come addestratori avanzati nel dopoguerra.

Altri utilizzatori stranieri

Oltre 300 D.520 furono catturati dalla Wehrmacht durante l’occupazione della Francia di Vichy nel novembre 1942. Di questi, circa 60 furono ceduti alla Regia Aeronautica, un centinaio alla Bulgaria e pochi esemplari alla Croazia.

L’aviazione italiana schierò i Dewoitine principalmente per la difesa di Torino e per l’intercettazione di bombardieri alleati su Napoli, Taranto e la Calabria nel 1943-44, con qualche successo. Per il resto, li utilizzò come addestratori e per la difesa locale.

Più significativo fu l’impiego della Vazhdushnite na Negovo Velichestvo Voiski, l’aviazione bulgara, che ricevette i suoi primi D.520 nell’estate 1943. Impiegati attivamente per contrastare le incursioni americane su Sofia, i Dewoitine bulgari reclamarono diversi B-24 e P-38, subendo a loro volta perdite non trascurabili sia in combattimento che al suolo.

Esemplari superstiti

Di oltre 900 Dewoitine D.520 costruiti, oggi ne sopravvivono solo tre, tutti in Francia. Il più completo, codici GC III/6 n°277, è esposto al Musée de l’Air et de l’Espace di Le Bourget.

Un secondo esemplare, matricola n°603, è conservato non lontano dal luogo di produzione a Tolosa.

Il terzo relitto (n°862) è stato recuperato nel 2018 dopo 75 anni ai piedi delle Alpi, nei pressi di Thorens-Glières, Annecy. Questo D.520 apparteneva al GC II/3 e precipitò in quelle zone il 15 agosto 1944, durante una missione contro i tedeschi.

Principali varianti del Dewoitine D.520

  • D.520: principale variante di produzione indicata anche come D.520 S (per série) e anche D.520 C1 (per chasseur, caccia)
  • D.521: motore sostituito con un Rolls Royce Merlin III
  • D.522: versione prevista per essere equipaggiata con un motore Allison V-1719 C1, il progetto venne abbandonato dopo l’armistizio del 22 giugno 1940
  • D.523: prevista la sostituzione del propulsore con un Hispano-Suiza da 1.100 HP e turbocompressore. Il prototipo era in fase di valutazione nel giugno 1940
  • D.524: versione propulsa da un motore Hispano-Suiza 12Y-89ter; ne venne costruito un solo esemplare che non si alzò mai in volo
  • D.525: evoluzione del D.523
  • D.530: versione progettata per adottare un propulsore Rolls Royce Merlin da 1.400 cavalli o un Hispano-Suiza 12Y da 1.800 cavalli
  • HD.780: versione idrovolante sviluppata dal D.520, ne venne costruito un solo esemplare che non si alzò mai in volo, ulteriori sviluppi vennero annullati a causa dell’armistizio
  • D.790: versione progettata per essere imbarcata su portaerei
  • D.550: versione priva di armamento per partecipare a gare di velocità, costruita a partire dalla D.520 ma con modifiche per risparmiare sul peso dell’aereo
  • D.551 e D.552: versione militarizzata del D.550, ne vennero costruiti 12 esemplari nessuno dei quali prese il volo. I lavori vennero ripresi nel 1941 per essere poi definitivamente cancellato dai Tedeschi
  • D.520 amélioré: un solo esemplare costruito a partire dal D.520 con identico propulsore e modiche varie per migliorarne la velocità massima
  • D.520 Z: un solo esemplare costruito a partire dalla cellula del D.520 con motore 12Z. I lavori su questa versione vennero ripresi dopo la guerra per poi essere definitivamente interrotti a partire dal 1949
  • M.520 T: versione simile alla D.520 con alcune modifiche strutturali
  • D.520 DC (double commande, doppi comandi): versione biposto da addestramento, ne vennero costruiti circa 13 esemplari

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Francia
  • Modello: Dewoitine D.520
  • Costruttore: SNCAM
  • Tipo:
  • Motore:

    Hispano Suiza 12Y, 12 cilindri a V raffreddato a liquido da 910 HP

  • Anno: 1940
  • Apertura alare m.: 10.18
  • Lunghezza m.: 8.78
  • Altezza m.: 2.56
  • Peso al decollo Kg.: 2.780 Kg
  • Velocità massima Km/h: 529 a 6.000 metri di quota
  • Quota massima operativa m.: 11.000
  • Autonomia Km: 998 
  • Armamento difensivo:

    1 cannone da 20mm, 4 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
      

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