Kyushu K11W Shiragiku

di redazione
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Il compito principale del K11W fu l’addestramento, ma venne usato anche come trasporto e nel pattugliamento antisommergibile. Verso la fine della guerra l’aereo venne usato anche in attacchi kamikaze. Da notare il fatto che la fusoliera era divisa in due in altezza e che quindi vi erano due differenti cabine, superiore e inferiore.

Il Kyushu K11W (白菊 crisantemo bianco) è un monoplano monomotore ad ala media, carrello retrattile e motore raffreddato ad aria.

Origini del progetto

All’inizio degli anni Quaranta, la Marina Imperiale Giapponese si trovava ad affrontare una sfida crescente: la necessità di addestrare rapidamente un numero sempre maggiore di equipaggi per i bombardieri terrestri impegnati nella guerra del Pacifico. Il Mitsubishi K3M, che aveva servito egregiamente in questo ruolo, mostrava ormai chiari segni di obsolescenza tecnologica e operativa, rendendo urgente lo sviluppo di un successore più moderno e versatile.

La specifica emessa dalla Marina era chiara e ambiziosa: il nuovo velivolo doveva replicare fedelmente l’ambiente operativo che gli equipaggi avrebbero ritrovato sui bombardieri operativi. Questo approccio innovativo mirava a ottimizzare l’addestramento, evitando di sottrarre preziosi velivoli da combattimento alle operazioni di prima linea per scopi didattici.

Nel 1941, l’ufficio di progettazione della Watanabe Tekkōsho iniziò lo sviluppo di quello che sarebbe diventato lo Shiragiku. Il progetto adottava una configurazione apparentemente convenzionale ma attentamente studiata: un monomotore ad ala media caratterizzato da un lungo abitacolo chiuso che avrebbe dovuto ospitare le diverse postazioni di lavoro necessarie per l’addestramento degli specialisti.

Il prototipo volò per la prima volta nel novembre 1942, dimostrando immediatamente qualità di volo tali da accelerare drasticamente i tempi di valutazione. La bontà del progetto era evidente: in un periodo storico in cui ogni nuovo velivolo richiedeva lunghi cicli di test e perfezionamento, lo Shiragiku si rivelò quasi immediatamente pronto per la produzione in serie.

Durante lo sviluppo del progetto, il panorama industriale giapponese subì significative riorganizzazioni legate allo sforzo bellico. La Watanabe Tekkōsho fu trasformata nella Kyūshū Hikōki prima della fine del 1942, e questo cambiamento si riflesse nelle designazioni dei velivoli prodotti. Il nuovo addestratore ricevette la designazione K11W, indicando che si trattava dell’undicesimo velivolo da addestramento prodotto dall’azienda, mantenendo la “W” finale che ricordava l’origine Watanabe del progetto.

La denominazione completa del velivolo era “velivolo da addestramento per operazioni a bordo”, una definizione che chiariva perfettamente la sua funzione primaria nel sistema di addestramento della Marina Imperiale.

K11W Shiragiku prima del suo decollo.
K11W Shiragiku prima del suo decollo.

Caratteristiche tecniche e innovazioni progettuali

Lo Shiragiku presentava una configurazione tecnica attentamente bilanciata tra semplicità costruttiva e funzionalità operativa. La fusoliera, caratterizzata da una sezione rettangolare di ampie dimensioni, era progettata per ospitare un equipaggio di cinque persone, ciascuna nelle proprie postazioni specialistiche.

La disposizione degli occupanti rifletteva un approccio innovativo all’addestramento aeronautico. Nella parte superiore dell’abitacolo, due membri dell’equipaggio sedevano in tandem: il pilota nella postazione anteriore e l’operatore radio-mitragliere in quella posteriore. Questo settore era coperto da un lungo tettuccio vetrato scorrevole, necessario per permettere l’utilizzo della mitragliatrice Type 92 montata su supporto brandeggiabile.

Nella parte inferiore della fusoliera trovavano posto l’istruttore, il puntatore e il navigatore, dotati di apposite finestrature rettangolari laterali che facilitavano l’osservazione e la localizzazione degli obiettivi durante le esercitazioni di bombardamento. L’accesso a questo compartimento avveniva attraverso un portello situato sul lato sinistro della fusoliera.

Configurazione alare e sistema propulsivo

L’ala dello Shiragiku adottava una configurazione monoplana a pianta triangolare con estremità raccordate, montata in posizione media sulla fusoliera. Il bordo d’attacco presentava una leggera freccia, mentre il bordo d’uscita, perpendicolare all’asse della fusoliera, era interamente costituito dalle superfici di controllo, una soluzione che massimizzava l’efficacia dei comandi di volo.

Il carrello d’atterraggio adottava una configurazione semplice ma robusta: un biciclo ammortizzato costituito da lunghe aste telescopiche integrate da un ruotino d’appoggio retrattile posizionato sotto la coda. Questa configurazione garantiva stabilità durante le operazioni a terra, caratteristica fondamentale per un velivolo destinato all’addestramento di piloti inesperti.

La propulsione era affidata a un motore Hitachi Amakaze, un radiale a nove cilindri disposti su una stella singola, capace di erogare 515 hp. Il motore era racchiuso in una cappottatura integrale che ottimizzava il flusso aerodinamico intorno al propulsore, contribuendo alle prestazioni complessive del velivolo.

Impiego operativo

I primi esemplari dello Shiragiku iniziarono ad essere consegnati ai reparti di addestramento della Marina nell’estate del 1943, quando la guerra del Pacifico stava entrando in una fase sempre più critica per il Giappone. L’equipaggiamento standard del velivolo comprendeva una mitragliatrice Type 92 da 7,7 mm per le esercitazioni di tiro, bombe da addestramento da 30 kg per le esercitazioni di bombardamento, e apparecchiature radio e di rilevazione identiche a quelle montate sui bombardieri operativi.

Questa fedele riproduzione dell’ambiente operativo reale permetteva agli equipaggi di familiarizzare completamente con tutti gli aspetti delle loro future missioni operative, dall’uso degli strumenti di navigazione alle tecniche di comunicazione radio, dalle procedure di bombardamento alle tattiche di difesa.

Con l’intensificarsi del conflitto e l’evolversi delle esigenze operative, lo Shiragiku dimostrò una versatilità che andava oltre il suo ruolo originario di addestratore. La versione K11W2 fu sviluppata specificamente per il pattugliamento costiero e la guerra antisommergibile, rispondendo alla crescente minaccia rappresentata dai sottomarini alleati alle linee di comunicazione giapponesi.

Questa versione si distingueva per l’uso di materiali non strategici nella costruzione: mentre il K11W1 era realizzato interamente in metallo (eccetto le superfici di controllo rivestite in tela), il K11W2 adottava una struttura principalmente lignea. Questa scelta rifletteva le crescenti difficoltà nell’approvvigionamento di metalli strategici, che dovevano essere prioritariamente destinati ai velivoli da combattimento di prima linea.

La capacità interna dello Shiragiku lo rese anche adatto per impieghi di trasporto leggero, dimostrando quella versatilità operativa che caratterizzava molti progetti giapponesi dell’epoca, quando la scarsità di risorse richiedeva il massimo sfruttamento di ogni asset disponibile.

K11W Shiragiku catturato e ridipinto con croci verdi
K11W Shiragiku catturato e ridipinto con croci verdi

Nelle fasi finali della guerra del Pacifico, quando l’avanzata alleata minacciava direttamente il territorio metropolitano giapponese, anche lo Shiragiku condivise il tragico destino di molti altri velivoli giapponesi: la conversione per attacchi kamikaze. Questa trasformazione rappresentava una delle manifestazioni più drammatiche della disperazione strategica giapponese negli ultimi mesi del conflitto.

Le modifiche per il ruolo kamikaze erano sostanziali e testimoniavano la determinazione giapponese a utilizzare ogni risorsa disponibile. Gli esemplari selezionati, solitamente quelli in condizioni meno ottimali, venivano equipaggiati con una bomba da 250 kg e un serbatoio di combustibile ampliato da quasi 700 litri, in sostituzione di quello standard da 480 litri.

Questo serbatoio aggiuntivo veniva installato nella postazione posteriore, precedentemente occupata dal mitragliere, per garantire l’autonomia necessaria a raggiungere gli obiettivi navali alleati. Il pilota aveva a disposizione un dispositivo di attivazione della spoletta posizionato sul cruscotto, da azionare solo immediatamente prima dell’impatto per evitare detonazioni accidentali durante l’avvicinamento.

Un aspetto particolare della storia dello Shiragiku è l’assenza di un nome in codice alleato. Questa mancanza rifletteva il fatto che, essendo principalmente destinato all’addestramento e non a ruoli operativi di prima linea, il velivolo non venne osservato direttamente in combattimento fino alle fasi finali del conflitto. Solo quando fu impiegato negli attacchi kamikaze gli Alleati ebbero modo di incontrarlo in azione, ma a quel punto il sistema di denominazione non era più una priorità operativa.

Principali varianti del Kyushu K11W Shiragiku

  • K11W1: versione di base impiegata per l’addestramento degli equipaggi dei bombardieri, di costruzione interamente metallica con le superfici di controllo ricoperte di compensato
  • K11W2: versione destinata ai ruoli di trasporto e antisommergibile, costruita interamente in legno
  • Q3W1 Nankai: versione specializzata nell’attacco ai sommergibili, un solo esemplare costruito

Informazioni aggiuntive

  • Nazione:  Giappone 
  • Modello:   Kyushu K11W1 
  • Costruttore:  Kyushu Hikoki K.K. 
  • Tipo:  Addestratore  
  • Motore: 

    Hitachi GK2B Amakaze 21, radiale a 9 cilindri, raffreddato ad aria, da 515 HP

  • Anno:  1943  
  • Apertura alare m.:  14.98  
  • Lunghezza m.:  10.24  
  • Altezza m.:  3.93 
  • Peso al decollo Kg.:  2.640  
  • Velocità massima Km/h:  230 a 1.700 m. 
  • Quota massima operativa m.:  5.620 
  • Autonomia Km:  1.760  
  • Armamento difensivo:  

    1 mitragliatrice

  • Equipaggio:  5  

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