Il caccia imbarcato giapponese Mitsubishi A5M

Mitsubishi A5M

di redazione
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Il Mitsubishi A5M segnò per la marina giapponese il passaggio dal biplano al monoplano. Come tutti gli aerei di transizione invecchiò rapidamente, ma fu il caccia più diffuso nella marina imperiale giapponese nel periodo prebellico.

Dotato di buone caratteristiche di volo, il Mitsubishi A5M fu prodotto in più di 1000 esemplari e fu l’immediato predecessore del famoso A6M, lo zero. Nel codice di riconoscimento alleato l’A5M è denominato Claude.

Il Mitsubishi A5M è un monoplano monomotore ad ala bassa, carrello fisso, abitacolo scoperto e motore raffreddato ad aria. Complessivamente sono stati costruiti 1.094 aerei di questo tipo, prototipi compresi, le versioni più prodotto furono quelle dalla A5M1-A5M4: 780 dalla Mitsubishi, 39 dalla Watanabe Tekkosho, 161 dall’Arsenale Tecnico Aeronavale di Omura.

Origini e Sviluppo

Nel 1934, la Marina Imperiale Giapponese emise una specifica per un nuovo caccia imbarcato avanzato. I requisiti erano ambiziosi: si richiedeva una velocità massima di 350 km/h a 3.000 metri di quota e la capacità di raggiungere i 5.000 metri in soli 6,5 minuti. Queste specifiche, note come “9-shi” (dal 1934, anno di emissione secondo il calendario imperiale giapponese), rappresentavano una sfida significativa per l’industria aeronautica dell’epoca.

La Mitsubishi affidò il compito di progettare questo nuovo caccia a un team guidato dall’ingegnere Jiro Horikoshi. Questo nome sarebbe diventato leggendario nell’aviazione giapponese, essendo Horikoshi il futuro padre del famoso A6M Zero. Il team di Horikoshi si mise al lavoro su quello che sarebbe diventato il prototipo Ka-14.

Il risultato fu un aereo rivoluzionario per l’epoca. L’A5M era un monoplano interamente metallico, con un’ala bassa ellittica a gabbiano invertita. Una caratteristica distintiva era il carrello fisso, una scelta progettuale che potrebbe sembrare un passo indietro, ma che fu il risultato di un attento calcolo costi-benefici. I progettisti stimarono che un carrello retrattile avrebbe ridotto la resistenza aerodinamica del 10%, ma aumentato la velocità massima di solo il 3%, un guadagno ritenuto non sufficiente a giustificare il peso aggiuntivo e la complessità meccanica.

Il primo prototipo, equipaggiato con un motore radiale Nakajima Kotobuki 5 da 600 cavalli, effettuò il suo volo inaugurale il 4 febbraio 1935. Le prestazioni superarono di gran lunga le aspettative, con una velocità massima di 450 km/h, ben al di sopra dei requisiti della Marina. Questo successo portò rapidamente all’ordine di produzione del velivolo.

Caratteristiche e Innovazioni

L’A5M rappresentava un salto generazionale rispetto ai precedenti caccia imbarcati giapponesi. Era il primo caccia monoplano imbarcato a bassa ala al mondo ad entrare in servizio, segnando l’inizio di una nuova era nell’aviazione navale. La sua struttura interamente metallica offriva una robustezza e una resistenza ai danni superiori rispetto ai precedenti aerei con struttura in legno e tela.

L’armamento dell’A5M era costituito da due mitragliatrici da 7,7 mm montate sul cofano motore. Sebbene potesse sembrare leggero per gli standard successivi, era in linea con molti caccia contemporanei e si dimostrò efficace nei combattimenti iniziali.

Una caratteristica distintiva dell’A5M era il suo abitacolo aperto. Nonostante i tentativi di introdurre una versione con abitacolo chiuso, i piloti della Marina preferirono la configurazione aperta per la migliore visibilità che offriva, un fattore cruciale nei combattimenti aerei ravvicinati.

L’A5M si distinse per la sua eccezionale manovrabilità. La combinazione di basso peso, potenza adeguata e configurazione aerodinamica efficiente lo rendeva un avversario formidabile nei combattimenti ravvicinati. Questa caratteristica si sarebbe rivelata fondamentale nei primi scontri della Seconda Guerra Sino-Giapponese.

Impiego Operativo

L’A5M entrò in servizio attivo all’inizio del 1937, giusto in tempo per partecipare alle prime fasi della Seconda Guerra Sino-Giapponese. Fu in questo conflitto che l’A5M dimostrò il suo valore e stabilì la sua reputazione.

Uno dei momenti più significativi nella storia operativa dell’A5M si verificò nei cieli della Cina, dove si scontrò con i caccia dell’Aeronautica della Repubblica di Cina, inclusi i Boeing P-26. Questi combattimenti segnarono i primi scontri aerei della storia tra caccia monoplani costruiti principalmente in metallo, aprendo una nuova era nella guerra aerea.

L’A5M si dimostrò superiore a quasi tutti i caccia che incontrò nei cieli cinesi. La sua manovrabilità eccezionale, combinata con la robustezza della struttura, lo rendeva un avversario temibile. I piloti giapponesi, sfruttando le capacità del loro nuovo caccia, ottennero rapidamente la superiorità aerea su gran parte del territorio cinese.

Un ruolo cruciale dell’A5M fu quello di scorta per i bombardieri Mitsubishi G3M. Questi bombardieri, moderni ma vulnerabili, necessitavano di una protezione efficace, e l’A5M si dimostrò all’altezza del compito, permettendo ai bombardieri giapponesi di operare con relativa impunità.

Uno degli scontri più significativi che coinvolsero l’A5M avvenne il 29 aprile 1938. In quella che fu una delle più grandi battaglie aeree dell’epoca, 27 A5M scortarono 18 bombardieri G3M contro una forza di 67 caccia sovietici Polikarpov (31 I-16 e 36 I-15 bis) pilotati da volontari sovietici a sostegno della Cina. Questa battaglia dimostrò le capacità dell’A5M anche contro avversari numericamente superiori e tecnologicamente avanzati.

L’A5M continuò a servire come caccia di prima linea della Marina Imperiale Giapponese fino all’introduzione del suo successore, l’A6M Zero. Tuttavia, anche dopo l’entrata in servizio dello Zero, l’A5M rimase in uso su portaerei secondarie e in unità basate a terra, a testimonianza della sua affidabilità e delle sue capacità ancora competitive.

Sorprendentemente, l’A5M vide l’azione anche nei primi mesi della Guerra del Pacifico. Il 1° febbraio 1942, durante un attacco americano alle basi giapponesi negli atolli di Roi e Kwajalein nelle Isole Marshall, gli A5M riuscirono ad abbattere tre bombardieri in picchiata Douglas SBD Dauntless, dimostrando di poter ancora essere pericolosi anche contro aerei più moderni.

L’ultimo combattimento significativo che vide protagonista l’A5M come caccia avvenne durante la Battaglia del Mar dei Coralli il 7 maggio 1942. In questa occasione, due A5M, insieme a quattro A6M Zero, difesero la portaerei Shōhō contro gli attacchi americani. Nonostante gli sforzi dei piloti giapponesi, la Shōhō fu affondata, segnando simbolicamente la fine dell’era dell’A5M come caccia di prima linea.

Eredità e Impatto

L’importanza storica del Mitsubishi A5M va ben oltre il suo record operativo. Questo aereo rappresentò un ponte cruciale tra due ere dell’aviazione navale giapponese. Da un lato, portava ancora con sé elementi del passato, come il carrello fisso e l’abitacolo aperto. Dall’altro, con la sua costruzione monoplana e interamente metallica, prefigurava il futuro dell’aviazione militare.

L’esperienza accumulata con l’A5M fu fondamentale per lo sviluppo del suo successore, il leggendario A6M Zero. Molte delle lezioni apprese, sia in termini di progettazione che di tattiche di combattimento, furono applicate direttamente allo Zero, contribuendo al suo straordinario successo iniziale nella Guerra del Pacifico.

L’A5M dimostrò anche la crescente sofisticazione dell’industria aeronautica giapponese. La capacità di progettare e produrre un caccia così avanzato per l’epoca fu un chiaro segnale che il Giappone stava emergendo come una potenza aeronautica di primo piano.

Dal punto di vista tattico, l’A5M contribuì a sviluppare e affinare le tattiche di combattimento aereo che sarebbero state poi perfezionate con lo Zero. L’enfasi sulla manovrabilità e sul combattimento ravvicinato, che divenne una caratteristica distintiva dei piloti giapponesi, fu in gran parte il risultato dell’esperienza con l’A5M.

Conclusione

Il Mitsubishi A5M, pur non avendo raggiunto la fama del suo successore A6M Zero, rimane un aereo di fondamentale importanza nella storia dell’aviazione militare. Come primo caccia monoplano imbarcato del Giappone, aprì la strada alla modernizzazione dell’aviazione navale nipponica.

La sua storia operativa, che si estese dalla Seconda Guerra Sino-Giapponese ai primi mesi della Guerra del Pacifico, dimostra la solidità del suo design e l’efficacia delle sue prestazioni. L’A5M non solo dominò i cieli della Cina, ma riuscì anche a tenere testa a caccia più moderni nei primi scontri della Guerra del Pacifico.

L’eredità dell’A5M si estende ben oltre il suo servizio attivo. Le lezioni apprese dalla sua progettazione e dal suo impiego operativo furono cruciali nello sviluppo dello Zero e nell’evoluzione delle tattiche di combattimento aereo giapponesi. In questo senso, l’A5M può essere visto come il vero precursore della breve ma intensa dominazione aerea giapponese nei primi anni della Guerra del Pacifico.

Il Mitsubishi A5M rappresenta un capitolo fondamentale nella storia dell’aviazione militare, un ponte tra due ere che ha contribuito in modo significativo all’ascesa del Giappone come potenza aerea di primo piano alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

Principali varianti del Mitsubishi A5M

  • Ka-14: sei prototipi costruiti con motori differenti e differenti soluzioni aerodinamiche
  • A5M1: caccia imbarcato su portaerei, Modello 1, primo modello in produzione di serie con motore Kotobuki 2 KAI da 850 cavalli
  • A5M2/2a: modello 21 dotato di motore più potente
  • A5M2b: Modello 22, prima versione in produzione con capottatura NACA e motore Kotobuki 3 da 640 hp
  • A5M3a: prototipi costruiti con motore Hispano-Suiza 12Xcrs da 601 cavalli
  • A5M4: Modello 24 (ex Modello 4), variante simile alla A5M2b con motore differente, abitacolo chiuso, serbatoi di carburante sganciabili addizionali. Ultima versione in produzione di serie con motore Kotobuki 41 KAI
  • A5M4-K: versione biposto da addestramento costruita a partire dalla A5M4, ne furono costruiti 103 esemplari dall’Arsenale Navale di Ohmura
  • Ki-18: un solo prototipo costruito per l’aviazione dell’esercito, basato sulla A5M con motore Kotobuki 5 da 550 Hp
  • Ki-33: 2 prototipi costruiti, evoluzione della Ki-18 con motore differente e abitacolo chiuso

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Giappone
  • Modello: Mitsubishi A5M4
  • Costruttore: Mitsubishi Jukogyo K.K.
  • Tipo:
  • Motore:

    Nakajima Kotobuki 41, 9 cilindri radiale, raffreddato ad aria, 710 HP

  • Anno: 1938
  • Apertura alare m.: 11.00
  • Lunghezza m.: 7.56
  • Altezza m.: 3.27
  • Peso al decollo Kg.: 1.671
  • Velocità massima Km/h: 434 Km/h a 3.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 9.800
  • Autonomia Km: 1.200 
  • Armamento difensivo:

    2 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Aviastar
    • Military Factory
    • ww2 Database
     

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