Mitsubishi F1M

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 532 letture totali

Questo piccolo idrovolante biplano, dall’aspetto tutt’altro che moderno, fu a bordo delle principali unità della marina imperiale giapponese per tutta la durata della guerra, e venne usato in compiti quasi impensabili,spesso con successo.

Progettato come ricognitore a corto raggio in grado di decollare dalle catapulte delle grandi navi, lo F1M, detto Pete nel codice identificativo alleato, venne usato anche come addestratore, bombardiere, pattugliatore costiero e, dulcis in fundo, caccia.

Il Mitsubishi F1M, designato ufficialmente come Type Zero Observation Seaplane (零式水上観測機), è un idrovolante biplano con galleggiante principale centrale e stabilizzatori laterali alle estremità delle ali. Il motore è un Mitsubishi Zuisei radiale.

Con 944 esemplari costruiti tra il 1936 e il 1944, l’F1M dimostrò che anche in un’epoca dominata dai monoplani, un progetto accuratamente sviluppato poteva ancora offrire prestazioni sorprendenti e versatilità operativa eccezionale. La sua storia illustra perfettamente come l’ingegneria aeronautica giapponese riuscisse a combinare tradizione e innovazione, creando un aeromobile che avrebbe superato di gran lunga le aspettative iniziali.

Mitsubishi F1M Pete
Mitsubishi F1M Pete

Origine

Nel 1934, la Marina Imperiale Giapponese si trovò di fronte alla necessità di sostituire i propri idrovolanti Nakajima E8N, utilizzati per missioni di ricognizione e osservazione a corto raggio dalle navi da guerra. La specifica emessa nel 1935 con la designazione Ten-Shi Water Observation Aircraft richiedeva un aeromobile rivoluzionario: doveva combinare le tradizionali capacità di ricognizione a corto raggio e osservazione del tiro di artiglieria con elevate capacità di combattimento aereo.

L’innovazione concettuale era significativa: la Marina voleva trasformare il tradizionale idrovolante da ricognizione in una sorta di caccia anfibio, capace di respingere le interferenze di aeromobili nemici simili mentre svolgeva le proprie missioni operative. Questo approccio multiruolo anticipava le esigenze operative che si sarebbero manifestate durante il conflitto nel Pacifico.

La competizione fu affidata a tre aziende: Mitsubishi, Aichi e Kawanishi, ciascuna chiamata a sviluppare soluzioni tecniche innovative per soddisfare i requisiti apparentemente contraddittori di capacità di osservazione, manovrabilità in combattimento e affidabilità operativa dalle piattaforme navali.

Progetto

La Mitsubishi affrontò questa sfida nonostante avesse pochissima esperienza nella progettazione di idrovolanti. Il progetto fu affidato alla supervisione di Joji Hattori, capo dell’ufficio progettazione, che guidò un team guidato da Eitaro Sano come progettista principale. Sano rappresentava un caso unico nell’industria aeronautica giapponese: non aveva ricevuto alcuna educazione tecnica superiore formale, ma era salito dai ranghi operativi della Mitsubishi Shipyard attraverso i ruoli di operaio, tecnico e infine ingegnere, acquisendo un’esperienza pratica inestimabile.

La decisione progettuale più significativa fu quella di adottare deliberatamente una configurazione biplana, sacrificando la velocità pura per privilegiare le capacità di combattimento aereo e la velocità di salita. Questa scelta controcorrente in un’epoca di transizione verso i monoplani dimostrò la maturità progettuale del team Mitsubishi.

L’aeromobile designato Ka-17 internamente e F1M1 dalla Marina era un biplano interamente metallico di piccole dimensioni, inizialmente equipaggiato con un motore radiale Nakajima Hikari 1 da 610 kilowatt (820 hp), lo stesso motore utilizzato dall’Aichi F1A concorrente. Il progetto era caratterizzato da ali ellittiche e un’attenzione maniacale alla riduzione della resistenza aerodinamica, con il numero di montanti interalari e tiranti ridotto al minimo.

Prototipi

Il primo dei quattro prototipi F1M1 volò nel giugno 1936, rivelando immediatamente prestazioni superiori all’aeromobile Aichi concorrente. Tuttavia, i test operativi identificarono problemi critici di stabilità sia in acqua che in volo, con una pericolosa tendenza dell’aeromobile ad entrare in vite improvvisamente durante il volo. Questi difetti avrebbero compromesso gravemente l’efficacia operativa e la sicurezza dell’equipaggio.

La Mitsubishi intraprese quindi un programma di riprogettazione per correggere queste carenze. Le ali furono completamente ridisegnate, abbandonando la forma ellittica originale per bordi d’attacco e d’uscita rastremati diritti, e furono riconfigurate con maggiore diedro per migliorare la stabilità laterale. La deriva verticale e il timone furono significativamente ingranditi per aumentare la stabilità direzionale.

I galleggianti furono ingranditi per aumentare la galleggiabilità e migliorare il comportamento in acqua. Il team di progettazione testò oltre 20 diverse configurazioni di superfici verticali prima di trovare la soluzione ottimale. Contemporaneamente a queste modifiche strutturali, il motore Hikari fu sostituito con un Mitsubishi Zuisei da 14 cilindri e 652 kilowatt (875 hp), che migliorava anche la visibilità anteriore del pilota.

Le modifiche trasformarono completamente le caratteristiche di volo dell’aeromobile. La versione riprogettata, designata F1M2, dimostrò caratteristiche di maneggevolezza drasticamente migliorate e prestazioni che soddisfacevano finalmente i requisiti della Marina. Il secondo prototipo equipaggiato con il nuovo motore Zuisei raggiunse una velocità massima di 370 km/h e un tempo di salita a 5.000 metri di 9 minuti, prestazioni impressionanti per un biplano dell’epoca.

La competizione finale tra la Mitsubishi e l’Aichi fu serrata, con entrambi gli aeromobili che dimostravano eccellenti capacità di combattimento manovrato. Tuttavia, l’F1M si dimostrò superiore nelle prestazioni di manovra, mentre l’aeromobile Aichi presentava problemi di vulnerabilità strutturale dovuti al rivestimento alare in compensato, sensibile alle variazioni di temperatura e umidità dell’ambiente marino.

Il 27 dicembre 1940, l’aeromobile fu formalmente adottato come “Type Zero Observation Aircraft Model 11” (零式一号観測機一型), con la designazione breve F1M2. La Kawanishi, che aveva tentato di competere con un progetto monoplano, fu eliminata nelle fasi iniziali dei test a causa di prestazioni insufficienti.

F1M2 danneggiati a Rekata Bay 1944
F1M2 danneggiati a Rekata Bay 1944

Caratteristiche Tecniche

L’F1M2 di produzione rappresentava una sintesi sofisticata tra tradizione e modernità. Nonostante la configurazione biplana, era un aeromobile interamente metallico con struttura semi-monoscocca, ad eccezione di alcune parti degli alettoni. Le ali avevano una forma planimetrica snella con caratteristiche di resistenza ottimizzate, mentre i galleggianti e i tiranti erano ridotti al minimo per migliorare l’efficienza aerodinamica.

La fusoliera utilizzava una costruzione semi-monoscocca interamente metallica, mentre le ali erano realizzate con centine in legno, longheroni in lega leggera e rivestimento in tela. L’impennaggio era progettato con configurazione a sbalzo per eliminare tiranti e strutture di supporto che avrebbero aumentato la resistenza.

Un’innovazione significativa introdotta con l’F1M riguardava il sistema di controllo delle mitragliatrici. Prima di questo aeromobile, i comandi di sparo navali erano montati sulla cloche di controllo, causando movimenti involontari durante il tiro che compromettevano la precisione. Su suggerimento del pilota collaudatore Heichiro Mase, i comandi di sparo furono spostati sulla leva della manetta, migliorando drasticamente la precisione di tiro. Questa soluzione divenne standard per tutta l’aviazione navale giapponese fino alla fine della guerra.

Le Prestazioni

L’F1M2 di produzione raggiungeva una velocità massima di 368 km/h e un’autonomia operativa fino a 1.072 km senza carichi esterni. Ogni cellula aveva una vita operativa progettata di 350 ore di volo, dopo le quali rea necessaria la sostituzione. L’armamento standard comprendeva un massimo di tre mitragliatrici da 7,7 mm: due fisse sparanti in avanti e una mobile a disposizione dell’osservatore, con la capacità di trasportare due bombe da 60 kg.

Nonostante fosse un biplano, l’F1M dimostrava una stabilità eccezionale e ottime doti acrobatiche, risultando persino più agile del monoplano Type 2 Seaplane Fighter (Rufe). La sua versatilità operativa forniva alla Marina Imperiale una piattaforma estremamente flessibile, capace di adattarsi a una vasta gamma di missioni operative.

Impiego Operativo

Originariamente progettato come idrovolante da ricognizione lanciabile da catapulta e specializzato nell’osservazione del tiro di artiglieria, l’F1M assunse rapidamente una varietà di ruoli operativi locali che includevano scorta convogli, bombardamento, guerra antisommergibile, pattugliamento marittimo, osservazione del tiro, soccorso, trasporto e attacchi contro il naviglio nemico.

L’aeromobile fu utilizzato estensivamente nelle Salomone sia da basi idrovolanti che lanciato da navi, dimostrando particolare efficacia nell’osservazione di navi nemiche durante le ore notturne e occasionalmente molestando il naviglio nemico con bombe e mitragliatrici. Un successo notevole fu l’affondamento della Motor Torpedo Boat PT-34 il 9 aprile 1942.

Il Pete fu anche utilizzato come caccia da difesa area locale e si impegnò in combattimenti aerei nelle Aleutine, nelle Salomone e in diversi altri teatri operativi. Nel fronte della Nuova Guinea, fu spesso utilizzato in combattimenti aerei contro bombardieri e caccia alleati, dimostrando capacità di combattimento sorprendenti per un biplano da osservazione.

Le Prestazioni in Combattimento Aereo

Fino alla metà della Guerra del Pacifico, l’F1M fungeva spesso da sostituto dei caccia, impegnandosi in combattimenti aerei contro caccia e bombardieri americani. Nonostante fosse un idrovolante da osservazione biplano e biposto, l’aeromobile combatté valorosamente e, cooperando con squadriglie di Zero, riportò abbattimenti di P-38 Lightning, P-39 Airacobra e F4F Wildcat.

Raizo Tanaka, comandante della Seconda Squadriglia Torpediniere, che ricevette frequentemente la copertura degli F1M durante le operazioni di rifornimento forzato di Guadalcanal note come “Rat Run”, espresse parole di gratitudine per la protezione fornita dalle squadriglie di F1M. Tanaka sottolineò come i piccoli idrovolanti da osservazione dalle prestazioni inferiori si gettassero contro grandi formazioni di caccia nemici superiori con spirito di sacrificio, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione degli equipaggi delle unità navali.

Anche quando la situazione tattica si deteriorò gravemente negli ultimi mesi di guerra, l’F1M continuò a dimostrare le proprie capacità combattive. Il 16 febbraio 1945, quando le prestazioni di velocità e armamento erano ormai decisamente sfavorevoli, il sottotenente Nobuo Fujita della Kashima Air Group, famoso per i bombardamenti sul territorio americano, pilotò un F1M nell’intercettazione di F6F Hellcat che attaccavano il territorio giapponese.

Sfruttando le superiori capacità di manovra, Fujita riuscì a abbattere un F6F con il fuoco delle mitragliatrici da 7,7 mm montate sul muso, causando l’incendio del motore nemico. Sebbene Fujita dichiarasse l’abbattimento come “non confermato”, la base aerea di Katori confermò il successivo impatto al suolo dell’F6F. Tuttavia, dei cinque F1M che parteciparono contemporaneamente all’intercettazione, due dovettero ritirarsi immediatamente per guasti alle mitragliatrici, due furono abbattuti, e dei due Type 2 Seaplane Fighter di supporto, uno fu abbattuto.

Transizione ai Ruoli di Seconda Linea

Dal 1943 in poi, l’F1M assunse principalmente compiti di scorta ai convogli e pattugliamento antisommergibile, ritirandosi dalle operazioni di prima linea ma continuando l’attività operativa fino alla fine della guerra. Alcuni esemplari furono utilizzati come aeromobili per attacchi speciali (kamikaze) durante la Battaglia di Okinawa, dimostrando come anche i vecchi idrovolanti da osservazione fossero impiegati nell’ultima disperata fase difensiva giapponese.

La produzione fu condotta dalla Mitsubishi e dall’Arsenale di Sasebo, per un totale di circa 708 esemplari: 528 dalla Mitsubishi (inclusi 4 prototipi) e circa 180 da Sasebo. Alcune fonti riportano cifre di produzione diverse (1.118 o 1.005 esemplari), riflettendo le difficoltà di documentazione durante il periodo bellico.

La Versione Addestratore: F1M2-K

L’unica variante derivata dell’F1M fu il Type Zero Training Observation Aircraft (零式練習観測機), sviluppato come addestratore per le squadriglie aeree del territorio nazionale. Questa versione era caratterizzata dall’installazione di vetri davanti al sedile posteriore e di controlli di volo duplicati per creare una postazione istruttore. Inoltre, furono installate pinne di stabilizzazione sui lati posteriori della fusoliera per ridurre gli incidenti durante l’addestramento.

Decine di questi addestratori furono prodotti e assegnati a squadriglie di addestramento come la Kashima Air Group, fornendo alla Marina un mezzo affidabile per preparare i piloti alle operazioni con idrovolanti da osservazione.

F1M smontato con insegne indonesiane
F1M smontato con insegne indonesiane

Impiego Post-Bellico e l’Eredità

Nel 1945, alla fine della guerra, alcuni piloti indonesiani presero in consegna F1M2 per combattere contro gli olandesi durante la Rivoluzione Nazionale Indonesiana, dimostrando come l’aeromobile continuasse la propria carriera operativa anche dopo la capitolazione giapponese. Questo episodio illustra la robustezza e l’affidabilità del progetto Mitsubishi.

Nel febbraio 2023, quattro Mitsubishi F1M sono stati messi all’asta negli Stati Uniti dopo essere stati conservati per più di 20 anni, testimoniando l’interesse collezionistico e storico che questi aeromobili continuano a generare.

Principali varianti del Mitsubishi F1M

  • F1M1: prototipi usati per valutazioni, 4 esemplari costruiti in totale
  • F1M2: ricognitore idrovolante biposto, costruito per la marina imperiale giapponese
  • F1M2-K: versione biposto da addestramento

Informazioni aggiuntive

  • Nazione:  Giappone 
  • Modello:   Mitsubishi F1M2 
  • Costruttore:  Mitsubishi Jukogyo K.K. 
  • Tipo:  Ricognitore  
  • Motore: 

    Mitsubishi Zuisei 13, radiale a 14 cilindri, raffreddato ad aria, da 875 HP

  • Anno:  1941  
  • Apertura alare m.:  11.00  
  • Lunghezza m.:  9.50  
  • Altezza m.:  4.00 
  • Peso al decollo Kg.:  2.5550  
  • Velocità massima Km/h:  370 a 3440 m. 
  • Quota massima operativa m.:  9.440 
  • Autonomia Km:  740  
  • Armamento difensivo:  

    3 mitragliatrici

  • Equipaggio:  2  

Articoli correlati

Lascia un commento