La USS Enterprise (CV-6) è stata una delle portaerei più famose e decorate della storia navale. Varata nel 1936 come sesta portaerei della Marina degli Stati Uniti e seconda della classe Yorktown, l’Enterprise fu l’unica tra le portaerei americane in servizio prima della seconda guerra mondiale a sopravvivere al conflitto. Soprannominata “The Big E” o “The Grey Ghost”, partecipò a quasi tutte le principali azioni della guerra nel Pacifico, guadagnandosi 20 battle star, più di qualsiasi altra nave americana.
I primi anni
Costruita nei cantieri Newport News Shipbuilding, la Enterprise venne varata il 3 ottobre 1936 e fu commissionata il 12 maggio 1938. Dopo una crociera di collaudo fino in Sud America, operò lungo la costa orientale e i Caraibi fino all’aprile 1939, quando fu trasferita nel Pacifico. Basata prima a San Diego e poi a Pearl Harbor, nei due anni successivi l’Enterprise si addestrò intensamente con il suo gruppo aereo e trasportò aerei verso le basi americane nel Pacifico.
L’attacco di Pearl Harbor
Il 28 novembre 1941 la Enterprise salpò da Pearl Harbor per trasportare aerei a Wake Island. Al momento dell’attacco giapponese del 7 dicembre, si trovava quindi a circa 200 miglia a ovest di Oahu. La mattina dell’attacco, 18 suoi SBD Dauntless arrivarono su Pearl Harbor nel mezzo del bombardamento. Presi tra il fuoco nemico e l’antiaerea americana, 7 di essi vennero abbattuti con la perdita di 8 aviatori. L’Enterprise fu così la prima portaerei americana a subire perdite nella guerra.
Rientrata a Pearl Harbor l’8 dicembre, ripartì subito per pattugliare le acque a ovest delle Hawaii contro possibili nuovi attacchi. Il 10 dicembre i suoi aerei affondarono il sommergibile giapponese I-70, primo successo contro una nave da guerra nemica nella guerra.
Le prime offensive nel Pacifico
Nei primi mesi del 1942, la Enterprise prese parte a varie incursioni contro le basi giapponesi nelle Marshall e a Marcus Island. In aprile scortò la Hornet durante il famoso raid di Doolittle su Tokyo. Tentò poi di rinforzare le portaerei impegnate nella battaglia del Mar dei Coralli, ma arrivò a cose fatte.
La svolta di Midway
A fine maggio 1942, in base alle informazioni raccolte dall’intelligence navale, l’ammiraglio Nimitz intuì che i giapponesi stavano per attaccare l’atollo di Midway. L’Enterprise, tornata in fretta a Pearl Harbor, ripartì il 28 maggio come nave ammiraglia del contrammiraglio Spruance insieme alla Hornet e alla danneggiata Yorktown riparata in tempi record.
La mattina del 4 giugno, la flotta giapponese lanciò il suo attacco aereo su Midway, venendo però individuata dai ricognitori americani. Nella successiva battaglia, gli aerosiluranti della Enterprise subirono perdite devastanti senza ottenere risultati, ma i suoi bombardieri in picchiata colpirono e misero fuori uso le portaerei Kaga e Akagi, mentre quelli della Yorktown danneggiarono gravemente la Soryu. Nel pomeriggio, aerei della Enterprise e Yorktown affondarono anche l’ultima portaerei nemica, la Hiryu.
La vittoria di Midway fu decisiva per le sorti della guerra nel Pacifico. Il sacrificio della Yorktown e gli attacchi subiti dalla Enterprise permisero di eliminare le portaerei giapponesi, che persero anche moltissimi dei loro esperti piloti. Una svolta da cui la marina nipponica non si sarebbe più ripresa. La Enterprise divenne per alcuni mesi l’unica portaerei americana operativa nel Pacifico.
La difesa di Guadalcanal
Nell’agosto 1942, la Enterprise venne impiegata per supportare gli sbarchi americani su Guadalcanal, nelle isole Salomone. Il 24 agosto, durante la battaglia delle Salomone Orientali, i suoi aerei contribuirono ad affondare la portaerei leggera Ryujo, ma la nave venne danneggiata gravemente da 3 bombe, con 74 morti tra l’equipaggio. Nonostante i danni, riuscì a rientrare alle Hawaii con i propri mezzi.
Tornata in azione a metà ottobre durante la battaglia delle isole Santa Cruz, la Enterprise subì altri danni da 2 bombe, ma i suoi aerei misero fuori combattimento la portaerei Shokaku e raccolsero molti piloti della Hornet prima che questa affondasse. La Enterprise rimase così ancora una volta l’unica portaerei americana in zona, con l’equipaggio che appese un cartello con scritto “Enterprise vs Japan“.
Riparata in fretta a Noumea, continuò a fornire copertura aerea a Guadalcanal. Il 13 novembre i suoi aerei contribuirono ad affondare la corazzata Hiei. Alla fine della dura campagna, la Enterprise aveva contribuito ad affondare 16 navi e danneggiarne altre 8.
Le grandi offensive del 1944
Dopo essere stata rimodernata a fine 1943, la Enterprise tornò in azione nel gennaio 1944 con la Fast Carrier Task Force. Partecipò alla conquista delle Marshall, effettuando anche il primo attacco notturno radar-guidato da una portaerei americana contro Truk. Colpì ancora le isole Caroline, supportò gli sbarchi a Hollandia in Nuova Guinea e attaccò le installazioni giapponesi nelle Marianne in preparazione dell’invasione di Saipan.
Durante la battaglia del Mare delle Filippine il 19-20 giugno, la Enterprise fece parte del gruppo di portaerei che inflisse una disfatta epocale all’aviazione navale giapponese, abbattendo centinaia di aerei nemici e affondando tre portaerei al costo di poche perdite. Un massacro passato alla storia come “il tiro al tacchino delle Marianne”.
Dopo aver supportato la conquista di Saipan e un breve periodo di riposo, la Enterprise partecipò a incursioni contro le Bonin e Volcano Islands, Yap, Ulithi e Palau tra agosto e settembre. In ottobre colpì duramente Okinawa, Formosa e le Filippine in vista degli sbarchi a Leyte, a cui fornì copertura aerea durante la complessa battaglia del Golfo di Leyte.
Rientrata a Pearl Harbor a fine 1944, la Enterprise venne modificata per le operazioni notturne, con il suo nominativo cambiato in CV(N)-6, l’unica portaerei al mondo con questa capacità all’epoca.
Le battaglie finali
Tornata in azione a inizio 1945 al largo di Luzon, la Enterprise effettuò incursioni notturne contro Formosa, l’Indocina Francese e Hong Kong. A febbraio i suoi aerei colpirono Tokyo e fornirono supporto ai marines nella battaglia di Iwo Jima.
In marzo-aprile partecipò agli attacchi su Kyushu e Honshu in vista dell’invasione di Okinawa, dove rimase a fornire copertura aerea continua nonostante i danni subiti da due attacchi kamikaze l’11 aprile e il 14 maggio.
Inviata a Puget Sound per riparazioni a giugno, vi si trovava ancora quando il Giappone si arrese il 2 settembre 1945, ponendo fine alla seconda guerra mondiale.
Il dopoguerra e la fine
Con il suo compito esaurito ma ancora in perfette condizioni, a fine 1945 la Enterprise compì tre viaggi in Europa per rimpatriare più di 10.000 veterani, nell’ambito dell’Operazione Magic Carpet. Posta in disarmo il 17 febbraio 1947, venne radiata il 1 ottobre 1956.
Nonostante vari tentativi di conservarla come nave museo, i fondi raccolti non furono sufficienti. La gloriosa Enterprise venne quindi demolita tra il 1958 e il 1960, dopo aver scritto alcune delle pagine più epiche della storia navale americana.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: USA
- Tipo nave: Portaerei
- Classe:Yorktown
- Cantiere:
Newport News Shipbuilding
- Data impostazione: 16/07/1934
- Data Varo: 03/10/1936
- Data entrata in servizio: 14/02/1938
- Lunghezza m.: 246.7
- Larghezza m.: 33.4
- Immersione m.: 7.9
- Dislocamento t.: 25.893
- Apparato motore:
9 caldaie Babcock & Wilcox, 4 turbine meccaniche Westinghouse, 4 assi elica
- Potenza cav.: 120.000
- Velocità nodi: 32.5
- Autonomia miglia: 12.500
- Armamento:
8 pezzi da 5″/38 Mark 21 Mod 16 (127 mm) (affusti singoli) (sostituiti con il modello Mark 24 Mod 11 nel 1943), 16 pezzi da 1,1″/75 (28 mm) (4 affusti quadrupli), 24 pezzi .50″/90 M2 Browning MG (12,7 mm) 80-100 aerei (3 elevatori)
- Corazzatura:
ponte hangar: 38 mm, verticale: da 64 a 102 mm
- Equipaggio: 2.217
- Bibliografia – Riferimenti: