Fiat CANSA F.C.20, aereo multiruolo della Regia Aeronautica

Fiat CANSA F.C.20

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 569 letture totali

Progettato come aereo da ricognizione, il Fiat CANSA FC 20 dimostrò subito di non poter essere usato costruttivamente in questo ruolo. I due propulsori di fabbricazione Fiat erano di scarsa potenza, il che incideva negativamente sulle prestazioni in quota e sulla velocità orizzontale, inoltre l’aereo aveva forti problemi di instabilità ed era poco manovrabile.

Si cercò quindi di adattare il progetto ad altri ruoli; in un primo tempo venne modificata una parte della fusoliera per poter installare un cannone anticarro da 37 mm, ricavandone così un aereo da assalto, ma i risultati furono deludenti.

Successivamente si cercò di trasformare l’aereo in un intercettore, ma anche in questo caso i risultati ottenuti furono così modesti da sconsigliare la prosecuzione delle prove e l’FC 20 venne definitivamente abbandonato.

Il CANSA FC.20 fu un aereo da ricognizione e attacco al suolo bimotore ad ala bassa progettato e costruito in Italia nel 1941 dalla Costruzioni Aeronautiche Novaresi S.A. (CANSA). Benché realizzato in alcune versioni con diverse motorizzazioni e armamenti, solo la variante da attacco al suolo FC.20bis raggiunse lo stadio di servizio operativo, peraltro in un numero molto limitato di esemplari, prima dell’armistizio del 1943.

FIAT CANSA FC 20
FIAT CANSA FC 20

Design e Tecnica

Dal punto di vista strutturale, l’FC.20 era un monoplano ad ala bassa a sbalzo, dalla configurazione convenzionale. L’ala aveva una pianta trapezoidale, con un rapporto di rastremazione di circa 6,4. Il bordo d’attacco era quasi dritto, mentre le estremità alari erano arrotondate. L’ala presentava un leggero diedro positivo nella sezione esterna ai motori.

I piani di coda erano di tipo bideriva, con derive e timoni di forma ellittica. Le derive erano disposte alle estremità di uno stabilizzatore anch’esso fortemente rastremato e con un marcato diedro positivo. Gli equilibratori erano di tipo classico, con alette trim.

Il carrello d’atterraggio era di tipo classico, con le gambe principali che si ritraevano all’indietro nelle gondole motore, prolungate al di sotto dell’ala. Il ruotino di coda era anch’esso retrattile.

La propulsione era affidata, nella versione base, a due motori radiali, con le eliche disposte sul piano dell’ala. La cabina di pilotaggio, nel primo prototipo da ricognizione, era disposta al di sopra del bordo d’attacco alare, con un lungo tettuccio vetrato che si estendeva in avanti fino a superare il disco delle eliche.

Nella versione FC.20bis da attacco al suolo, la cabina era spostata in posizione più avanzata, davanti al bordo d’attacco, e il muso era accorciato e reso più solido per alloggiare l’armamento. Questo consisteva in un cannone Breda da 37 mm e due mitragliatrici Scotti da 12,7 mm nelle radici alari. Una torretta dorsale chiusa e rotante, dietro la cabina, alloggiava un’altra mitragliatrice dello stesso tipo. Sotto le ali potevano essere agganciati due bomba da 160 kg, mentre altre bombe di piccolo calibro erano alloggiate in un vano interno alla fusoliera.

Oltre alla versione base e alla FC.20bis, volarono anche altri due prototipi. L’FC.20ter era una modifica del primo esemplare con motori radiali Fiat A.80 da 1000 CV, torretta dorsale e cannoncino sul muso. L’FC.20quater era invece una conversione di un FC.20bis con motori in linea Daimler-Benz DB 601 da 1250 CV, cannone Mauser da 37 mm e due cannoni da 20 mm al posto delle mitragliatrici alari. Quest’ultima versione, provata nel 1943, aveva prestazioni sensibilmente superiori, con una tangenza più elevata e una velocità massima aumentata di 80 km/h.

Conclusioni

Il CANSA FC.20, pur essendo un progetto tecnicamente interessante, ebbe una carriera operativa molto limitata a causa dell’ormai imminente conclusione del conflitto. Solo pochi esemplari di serie della versione FC.20bis vennero costruiti, tre dei quali risultano in carico alla 174ª Squadriglia Ricognizione Strategica nel luglio 1943, senza però venire impiegati in azioni belliche.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la conseguente interruzione delle operazioni militari italiane, la storia del CANSA FC.20 si concluse dopo una vita operativa molto breve e senza particolari risultati. Rimane comunque un esempio interessante dello sforzo progettuale italiano nel campo degli assaltatori durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale.

Principali varianti del Fiat CANSA F.C.20

  • FC.20: primo prototipo, versione da ricognizione caratterizzata dal muso allungato
  • FC.20bis: versione da attacco al suolo, caratterizzata dal muso corto e dall’adozione di una torretta difensiva dorsale
  • FC.20ter: derivata dalla FC.20, adottava la torretta dorsale ed era propulsa da due motori Fiat A80 da 18 cilindri, radiali a doppia stella, con una potenza di 1.000 Hp ciascuno
  • FC.20quater: versione derivata dalla FC.20 bis con torretta dorsale e propulsa da due motori Daimler Benz DB 601 da 1.250 Hp raffreddati a liquido

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Italia
  • Modello: Fiat CANSA F.C.20
  • Costruttore: CANSA
  • Tipo: Assalto
  • Motore:

    2 Fiat A74 RC 38, radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria da 840 HP ciascuno.

  • Anno: 1941
  • Apertura alare m.: 16.00
  • Lunghezza m.: 12.18
  • Altezza m.: 4.00
  • Peso al decollo Kg.: 6.320
  • Velocità massima Km/h: 420 a 4.500 m.
  • Quota massima operativa m.: 7.350
  • Autonomia Km: 1.150 
  • Armamento difensivo:

    3 mitragliatrici, 1 cannone da 37 mm.

  • Equipaggio: 2-3
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823.
    • Comando Supremo
     

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