Heinrich Ehrler fu uno dei più grandi assi dell’aviazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Con 208 vittorie aeree confermate e molte altre probabili, rimane uno dei piloti da caccia di maggior successo nella storia. Il suo coraggio, la sua aggressività e la sua abilità in volo ne fecero una leggenda tra i suoi commilitoni. Ma proprio queste qualità lo portarono anche a diventare il capro espiatorio di una delle più gravi sconfitte subite dalla Germania nazista.
Dagli inizi nell’artiglieria alla caccia aerea
Ehrler nacque il 14 settembre 1917 a Oberbalbach, un piccolo paese del Baden. Era il sesto di dodici fratelli in una famiglia di umili origini. Dopo una formazione professionale come macellaio, nel 1935 si arruolò nell’esercito tedesco, la Wehrmacht. Per due anni servì nell’artiglieria e nella contraerea, partecipando anche alla Guerra Civile Spagnola con la Legione Condor.
Ma la sua vera passione era il volo. Nel 1940, dopo ripetute domande, riuscì a farsi trasferire alla Luftwaffe, l’aeronautica militare. Completò l’addestramento come pilota da caccia e nel febbraio 1941 venne assegnato alla 4ª Squadriglia del 77° Stormo Caccia (4./JG 77), di stanza in Norvegia. Qui ottenne le sue prime vittorie contro i britannici nei cieli artici.
L’asso dei ghiacci sul Fronte Orientale
Fu però con l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nel giugno 1941 che il talento di Ehrler sbocciò in pieno. Trasferito con il suo reparto, ora rinominato 4./JG 5 “Eismeer” (Mare Artico), sul Fronte Orientale, divenne in pochi mesi uno degli assi di punta della Luftwaffe. Pilotando il suo fidato Messerschmitt Bf 109, equipaggiato con cannoni da 20mm, seminava il terrore tra i piloti sovietici.
Nel gennaio 1942, a soli 24 anni, Ehrler aveva già raggiunto le 40 vittorie. Nel maggio successivo fu promosso tenente e gli fu affidato il comando della 6ª Squadriglia del JG 5. Sotto la sua guida, l’unità divenne un micidiale strumento da caccia, specializzata in missioni a bassa quota contro aerei e obiettivi terrestri. Ehrler si confermò un leader nato, sempre pronto a guidare i suoi uomini dall’avanti.
Il 4 settembre 1942, con 64 vittorie all’attivo, Ehrler ricevette la Croce di Cavaliere, una delle massime onorificenze tedesche. Nel corso dell’estate e dell’autunno il suo score continuò a salire vertiginosamente. Il 1 agosto 1943 venne insignito anche delle Fronde di Quercia da aggiungere alla Croce di Cavaliere, per aver superato i 100 abbattimenti. All’epoca aveva già raggiunto quota 112. Era ormai una celebrità nazionale.
Il 1 settembre 1943, Ehrler fu promosso capitano e nominato comandante del III Gruppo del JG 5. Nei mesi successivi le sue vittorie si moltiplicarono, raggiungendo il 25 maggio 1944 il traguardo dei 200 aerei nemici abbattuti, di cui ben 199 sul Fronte Orientale. Era il terzo pilota tedesco a tagliare questo straordinario traguardo, dopo Hans-Joachim Marseille e Hermann Graf.
Comandante di stormo e capro espiatorio
Il 1 agosto 1944, Ehrler venne promosso al grado di maggiore e nominato Kommodore (comandante) dell’intero JG 5. Aveva appena 26 anni ma poteva già vantare 204 vittorie aeree. Il suo incarico era di proteggere le installazioni tedesche nell’Artico, in particolare la grande nave da battaglia Tirpitz, ormeggiata nei fiordi norvegesi dopo essere stata danneggiata da un attacco di mini-sommergibili britannici.
Il 12 novembre 1944 avvenne la tragedia. Una forza di 32 bombardieri Lancaster della RAF, scortati da 40 caccia, riuscì a penetrare le difese tedesche e ad affondare la Tirpitz nel fiordo di Tromso, causando la morte di oltre 1000 marinai. Ehrler e i suoi piloti, a corto di aerei e preavviso, non furono in grado di intercettare in tempo gli attaccanti.
Ehrler venne additato come capro espiatorio per questa grave sconfitta. Sottoposto alla corte marziale con l’accusa di viltà di fronte al nemico, disobbedienza e ambizione sfrenata, fu degradato e condannato a tre anni di fortezza. Solo l’intervento di commilitoni e l’evidenza che la colpa era del sistema di allarme e comunicazione, non suo, lo salvarono da una punizione ancora più severa. Dopo un processo-farsa, nel marzo 1945 Ehrler venne riabilitato e trasferito ad un reparto di caccia a reazione Me 262, per “redimersi”.
L’ultima missione e la morte
Nel suo nuovo incarico con il JG 7, Ehrler continuò a dare filo da torcere agli Alleati. Tra marzo e aprile 1945, ormai con la Germania sull’orlo del collasso, abbatté altri 8 aerei anglo-americani, portando il suo score personale a 208 o 209 vittorie. Anche se alcune fonti non concordano sul totale esatto, fu comunque uno dei piloti di maggior successo nella storia dell’aviazione.
La sua morte avvenne il 4 o il 6 aprile 1945, anche qui le fonti non concordano esattamente sulla data. Durante un’incursione di bombardieri statunitensi su Berlino, Ehrler rivendicò l’abbattimento di altri due quadrimotori. Ma finì le munizioni. Invece di disimpegnarsi, decise di speronare un terzo bombardiere. Le sue ultime parole via radio furono: “Theo, sono Heinrich. Ho appena abbattuto due bombardieri. Non ho più munizioni. Vado a speronare. Auf Wiedersehen, ci vediamo nel Valhalla!”. Non fece più ritorno.
Il suo aereo venne ritrovato con i resti del cadavere nel 2018 nei pressi di Stendal, nell’ex Germania Est. Una fine eroica, per quanto tragica e forse evitabile, per un pilota controverso ma dalla tempra eccezionale. Con il suo mix di abilità, ferocia e testardaggine, Ehrler incarnò nel bene e nel male le qualità dei migliori assi della Luftwaffe. La sua storia è quella di un uomo fuori dal comune, capace tanto di imprese straordinarie quanto di errori fatali. Un’icona indimenticabile dell’aviazione militare.
Informazioni aggiuntive
- Data di Nascita: 19 Marzo 1919
- Data morte: 7 Gennaio 1983
- Vittorie: 208
- Forza aerea: Luftwaffe
- Bibliografia – Riferimenti
- Walter A. Musciano: Messerschmitt Aces Aero Pub. Inc. 1986 ISBN: 0830683798
- Spick, Mike Luftwaffe Fighter Aces: The Jadgflieger and their Combat Tactics and Techniques. New York: Ivy Books (1996) ISBN 978-0-8041-1696-1.
- Luftwaffe Ein Profile
- Military History Fandom