La situazione disperata dell’Italia spinse a ricercare una soluzione altrettanto disperata; così come era accaduto in Francia con il Caudron C.714 ed accadrà in Germania con L’Heinkel 162, ai progettisti venne richiesto un aereo dotato di buone prestazioni e di basso costo.
Il risultato fu il S.A.I. 207, costruito interamente in legno, per non utilizzare materiali strategici scarsamente disponibili, e dotato di un motore Isotta Fraschini raffreddato a liquido. I risultati furono innegabilmente buoni ed in particolare velocità orizzontale e maneggevolezza erano notevoli, soprattutto se si considera la scarsa potenza erogata dal motore adottato.
La produzione comunque fu limitata dagli eventi bellici ad una dozzina di esemplari, di conseguenza l’impiego operativo fu praticamente inesistente.
Il SAI 207 è un monoplano monomotore ad ala bassa, carrello retrattile, costruito interamente in legno. La propulsione è affidata ad un Isotta Fraschini raffreddato a liquido.
Il SAI Ambrosini 207 fu un aereo da caccia leggero monomotore, monoposto e monoplano ad ala bassa, progettato e costruito dall’azienda aeronautica italiana SAI Ambrosini nei primi anni ’40. Evoluzione diretta del precedente SAI 107, a sua volta derivato dal piccolo caccia SAI 7, il 207 rappresentò un ambizioso tentativo di realizzare un intercettore economico e di facile produzione, sfruttando la struttura lignea e materiali non strategici. Nonostante le ottime prestazioni velocistiche, i pochi esemplari costruiti soffrirono di diversi problemi che ne limitarono l’impiego operativo con la Regia Aeronautica a pochi mesi nel 1943, prima dell’armistizio. Ciò non impedì al 207 di lasciare una significativa eredità progettuale nel successivo caccia SAI 403.
Design
La genesi del SAI 207 si può far risalire al precedente SAI 107, derivato a sua volta dal minuscolo caccia SAI 7 progettato dall’ing. Sergio Stefanutti nel 1939. Il 107 era un elegante monoplano dalla struttura interamente lignea, con fusoliera a guscio e lunghe semiali a sbalzo. Motorizzato con un Isotta Fraschini Gamma da 530 CV, raggiunse ottimi risultati nelle prove, ma il suo sviluppo fu funestato dalla morte del pilota collaudatore Arturo Ferrarin in un incidente nel 1941.
Invece di abbandonare il progetto, Stefanutti decise di svilupparlo ulteriormente dando origine al SAI 207. Le modifiche principali riguardarono l’adozione di un motore più potente, l’Isotta Fraschini Delta RC.40 da 750 CV, e il potenziamento dell’armamento, portato a 2 mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 mm sparanti attraverso il disco dell’elica. Per il resto la cellula rimaneva pressoché invariata, caratterizzata dalla costruzione lignea con larghi pannelli di compensato ricoperti in tela verniciata.
Grazie al nuovo motore, le prestazioni del 207 fecero un deciso balzo in avanti rispetto al predecessore: la velocità massima orizzontale raggiunse i 625 km/h, con punte di oltre 930 km/h in picchiata. Dati notevoli per l’epoca, specie considerando che il 207 poteva essere realizzato con materiali non strategici, da maestranze relativamente poco specializzate e a un costo molto contenuto: si calcola che un 207 costasse un quinto di un Macchi C.205 o di un Fiat G.55. Una caratteristica allettante per una Regia Aeronautica a corto di aerei e risorse.
Sviluppi e produzione
Impressionati da queste premesse, nel 1942 i vertici dell’aeronautica ordinarono ben 2000 esemplari del SAI 207, una commessa enorme per gli standard dell’industria aeronautica italiana del tempo. La produzione, però, arrancò con difficoltà a causa di diversi problemi emersi durante la messa a punto del velivolo.
Innanzitutto l’incremento di peso dovuto al più potente motore Delta compromise in parte manovrabilità e velocità di salita del 207 rispetto al precedente 107. La struttura lignea, per quanto robusta, soffriva per l’esposizione agli agenti atmosferici e tendeva a deformarsi o rompersi per le sollecitazioni di volo. Infine il motore stesso si rivelò poco affidabile e di difficile manutenzione.
Il risultato fu che, dei 2000 esemplari previsti, solo una dozzina uscì effettivamente dalle officine SAI Ambrosini di Passignano sul Trasimeno tra marzo e luglio 1943. Si trattava di una preserie (Serie I o “Serie Zero”) con matricole MM.8425-8436, che avrebbero dovuto precedere l’avvio della produzione di massa. In realtà il grosso dell’ordine della Regia Aeronautica fu trasformato in una commessa per 3000 caccia SAI 403 “Dardo”, un’ulteriore evoluzione del progetto che avrebbe dovuto risolvere i problemi del 207.
Impiego operativo
I dodici 207 di preserie furono consegnati al Centro Sperimentale di Guidonia per le prove di valutazione. Il 1 luglio 1943 sei di essi furono assegnati alla 83ª Squadriglia, 18º Gruppo Caccia, all’epoca schierata sull’aeroporto di Furbara. Già ad agosto, però, tutti i 207 furono trasferiti a Castiglione del Lago, dove si cercò di riequipaggiare con essi la 162ª e 163ª Squadriglia.
Le poche missioni effettuate confermarono pregi e difetti del progetto: ottime prestazioni a bassa quota, specie in velocità, ma problemi di stabilità e controllo, specie in decollo e atterraggio. In particolare, in una settimana di voli emersero cedimenti strutturali alle ali e alla fusoliera, accentuati dalle precarie condizioni di stoccaggio dei velivoli, lasciati all’aperto.
La necessità di continuare modifiche e irrobustimenti convinse i comandi a rispedire i 207 in fabbrica già alla fine di agosto per le opportune riparazioni e messe a punto. Gli aerei erano ancora a Passignano quando, l’8 settembre 1943, venne reso noto l’armistizio e il loro sviluppo fu interrotto. Si concludeva così, dopo una manciata di ore di volo, la breve e sfortunata carriera operativa dell’Ambrosini 207 con la Regia Aeronautica.
Eredità
Nonostante il sostanziale fallimento del 207, il progetto non fu accantonato e anzi costituì la base per il successivo caccia SAI 403 “Dardo”. Sviluppato da un team guidato dall’ing. Sergio Stefanutti, il 403 riprendeva l’impostazione generale del 207 ma con una cellula più grande e robusta e numerose migliorie alla struttura e all’aerodinamica.
Particolare cura fu dedicata all’irrobustimento delle semiali, all’affinamento della fusoliera e all’adozione di un nuovo impennaggio bideriva per migliorare stabilità e controllo. Il motore restava l’Isotta Fraschini Delta, ma in versione potenziata a 770 CV. Anche l’armamento fu incrementato, con 4 mitragliatrici da 12,7 mm o, in alternativa, 2 mitragliatrici e un cannone da 20 mm.
Il prototipo del 403 volò nel giugno 1944 dando prova di caratteristiche decisamente superiori al 207, tanto che il Ministero dell’Aeronautica della RSI ordinò 200 esemplari di preserie. In realtà solo una manciata di Dardo fu completata prima della fine della guerra, peraltro senza vedere alcun impiego operativo. Il 403 rimane comunque la testimonianza di come l’industria aeronautica italiana cercò di proseguire lo sviluppo dei caccia anche nel disperato contesto del 1943-45.
Negli anni del dopoguerra l’ing. Stefanutti tornò sul progetto del SAI 207 per realizzare un innovativo caccia a getto, il SAI Ambrosini S.7, caratterizzato da un’ala di grande allungamento ed estrema rastremazione. Pur con una propulsione totalmente diversa, l’S.7 può essere considerato un’ideale punto di arrivo della famiglia iniziata col SAI 7 e proseguita nei vari 107, 207 e 403. Un’eredità fatta di soluzioni tecniche ardite e innovative, che costituirono la cifra stilistica di Sergio Stefanutti e della SAI Ambrosini.
Varianti e progetti correlati del SAI Ambrosini 207
- SAI 107: portato in volo per la prima volta nel 1940, era derivato dal precedente SAI 7 (biposto da addestramento) propulso da un motore Isotta Fraschini Gamma RC35 da 540 Hp. Capace di raggiungere l’interessante velocità di 504 Km/h, l’aereo era armato con una sola mitragliatrice da 7.7 mm
- SAI 207: con l’adozione dell’Isotta Fraschini Delta RC40 da 750 l’aereo poteva raggiungere i 625 Km/h e armato con due mitragliatrici da 12.7mm. Ne vennero prodotti 12 esemplari.
- SAI 403: adottava un’ala di superficie maggiore rispetto al 207 (14.42 mq). Alle due mitragliatrici da 12.7 in fusoliera vennero aggiunti due cannoni MG 151 da 20mm. Il prototipo si distrusse nel corso delle prove di valutazione causando la morte del collaudatore. Per questo motivo e per le prestazioni complessivamente insoddisfacenti il progetto venne abbandonato.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Italia
- Modello: SAI Ambrosini 207
- Costruttore: Società Aeronautica Italiana Ambrosini
- Tipo:
- Motore:
Isotta-Fraschini Delta RC40 a 12 cilindri a V, raffreddato ad aria, da 750HP
- Anno: 1943
- Apertura alare m.: 9.00
- Lunghezza m.: 8.02
- Altezza m.: 2.40
- Peso al decollo Kg.: 2.415
- Velocità massima Km/h: 625
- Quota massima operativa m.: 12.000
- Autonomia Km: 850
- Armamento difensivo:
2 mitragliatrici
- Equipaggio: 1
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
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