Le eccezionali caratteristiche di volo del Do 335 vinsero lo scetticismo delle autorità nei confronti di una formula così insolita, e l’aereo non fu prodotto in un gran numero di esemplari solo a causa dell’andamento del conflitto.
La velocità orizzontale era la dote principale di questo insolito aereo, infatti i 763 Km/h del Do 335 sono molto vicini al limite massimo ottenibile con un motore a pistoni.
I progettisti della Dornier ottennero questo risultato proprio grazie ai due propulsori disposti in tandem, dato che così avevano a disposizione la potenza di due motori con la stessa resistenza aerodinamica di un monomotore.
Il Dornier 335 è un bimotore monoplano ad ala bassa, con carrello triciclo anteriore. I due Daimler Benz raffreddati a liquido sono sistemati in tandem, uno in posizione convenzionale all’estremità anteriore della fusoliera, l’altro dietro l’ abitacolo, azionante un’elica spingente situata dietro i piani di coda.
Il Dornier Do 335 Pfeil (“Freccia” in tedesco) fu un aereo da caccia pesante sviluppato dalla Dornier-Werke GmbH durante la Seconda Guerra Mondiale. Caratterizzato da un’insolita configurazione spingente-traente, con un motore montato sul muso e uno in coda, il Do 335 prometteva prestazioni superiori a qualsiasi altro caccia bimotore dell’epoca. Nonostante le notevoli potenzialità, una serie di problemi e ritardi ne limitarono la produzione, tanto che solo una manciata di esemplari raggiunsero i reparti prima della fine del conflitto.

Foto da ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv / Fotograf: Unbekannt / Dia_240-226 / CC BY-SA 4.0 – link, CC BY-SA 4.0, link
Storia del progetto
Le origini del Do 335 risalgono agli anni ’30, quando il progettista Claude Dornier iniziò a sperimentare la configurazione a motori in tandem su una serie di idrovolanti, come il famoso Dornier Wal. Questa soluzione, che riduceva la resistenza aerodinamica e migliorava la manovrabilità, fu ripresa nel 1939 con il progetto P.59, un bombardiere veloce rimasto sulla carta.
Nel 1942, la Dornier propose un nuovo velivolo basato sullo stesso concetto, denominato P.231, in risposta a una richiesta del Reichsluftfahrtministerium (RLM) per un bombardiere veloce monoposto. Il progetto, che prevedeva un carico bellico di 1.000 kg e velocità nell’ordine dei 800 km/h, fu selezionato per lo sviluppo con la sigla ufficiale Do 335.
Poco dopo, tuttavia, le priorità dell’RLM cambiarono e il Do 335 fu ripensato come caccia multiruolo. Questo comportò una serie di modifiche che ritardarono il primo volo del prototipo, originariamente previsto per il 1943.
Tecnica
Dal punto di vista tecnico, il Do 335 era un velivolo all’avanguardia per l’epoca. La fusoliera era interamente metallica, con un cupolino a goccia per un’eccellente visibilità. Le ali avevano un leggero angolo di freccia e alloggiavano il carrello d’atterraggio principale.
La caratteristica più distintiva erano però i propulsori. Il Do 335 montava due motori Daimler-Benz DB 603, con 12 cilindri a V rovesciata in grado di erogare oltre 1.750 CV ciascuno. Quello anteriore azionava un’elica traente, mentre quello posteriore, montato in coda, ne azionava una spingente. Questa configurazione assicurava una spinta simmetrica, eliminando i problemi di coppia tipici dei bimotori tradizionali, e permetteva di continuare a volare anche in caso di avaria a uno dei propulsori.
Per far arrivare la potenza del motore posteriore all’elica di coda, i progettisti ricorsero a un lungo albero di trasmissione che attraversava la fusoliera. Si trattava di una soluzione ingegnosa ma complessa, che richiese numerose prove e modifiche per essere messa a punto. Inoltre, la presenza dell’elica posteriormente poneva problemi per l’abbandono del velivolo da parte del pilota. Per questo fu studiato un sistema di espulsione del cupolino e di distacco dell’elica di coda azionato da cariche esplosive.
L’armamento si basava su un cannone MK 103 da 30 mm sparante attraverso il mozzo dell’elica frontale, affiancato da due MG 151 da 20 mm nelle radici alari. Alcune versioni avrebbero dovuto avere anche due MK 108 da 30 mm nel muso. Erano previsti attacchi subalari per carichi di caduta o serbatoi supplementari.
Impiego operativo
Il primo prototipo Do 335 V1 volò il 26 ottobre 1943, ai comandi del collaudatore Flugkapitän Hans Dieterle. Le prove rivelarono subito alcuni problemi, in particolare al carrello d’atterraggio e all’impianto di raffreddamento dei motori. Ci vollero mesi per risolverli e fu solo nell’autunno del 1944 che il velivolo fu considerato pronto per la produzione in serie.
La produzione fu decentrata negli stabilimenti Dornier di Friedrichshafen e Oberpfaffenhofen, mentre l’assemblaggio finale sarebbe avvenuto a Manzell. Si prevedeva di consegnare 120 esemplari di preserie (A-0) entro l’inizio del 1946, seguiti da diverse migliaia della versione di serie (A-1).
In realtà, a causa dei bombardamenti alleati e della scarsità di materiali, a malapena una dozzina di Do 335 fu completata prima della fine della guerra. Solo nell’aprile del 1945 i primi esemplari raggiunsero un reparto operativo, lo Jagdgeschwader 1 (JG 1), ma non fecero in tempo a essere impiegati in combattimento.
L’unico impiego documentato fu quello del prototipo Do 335 V9, usato il 26 aprile 1945 per scortare l’aereo con a bordo Hanna Reitsch e Robert von Greim, inviati al bunker di Hitler negli ultimi giorni della battaglia di Berlino. Per il resto, i pochi Do 335 completati furono utilizzati solo per prove e collaudi.

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Esemplari superstiti
Dei 37 Do 335 completati, sopravvive oggi un solo esemplare, il secondo prototipo di preserie A-0 (Werk-Nr. 240102). Catturato dagli americani nell’aprile 1945, fu portato negli Stati Uniti per essere valutato. Rimase per anni all’aperto in un deposito della Marina, fino a quando non fu preso in carico dallo Smithsonian Institute.
Nel 1974, il velivolo fu rimandato in Germania per un completo restauro da parte della Dornier. Durante i lavori, si scoprì che le cariche esplosive per l’espulsione della coda erano ancora intatte! Riportato allo stato originale, il Do 335 fu esposto al salone aeronautico di Hannover del 1976 e al museo Deutsches Museum di Monaco. Dal 1986 è conservato allo Steven F. Udvar-Hazy Center dello Smithsonian, vicino a Washington.
Eredità
Il Dornier Do 335 Pfeil rappresentò un notevole sforzo tecnologico da parte dell’industria aeronautica tedesca sul finire della Seconda Guerra Mondiale. La sua configurazione innovativa prometteva prestazioni eccezionali per l’epoca, tanto da farlo considerare una potenziale “arma segreta” in grado di contrastare le incursioni dei bombardieri alleati.
Purtroppo, una serie di problemi tecnici e l’aggravarsi della situazione bellica ne ritardarono lo sviluppo e la produzione. Quando finalmente arrivò ai reparti, nella primavera del 1945, la guerra era ormai perduta e il suo contributo fu irrilevante.
Ciononostante, il Do 335 si guadagnò il rispetto di piloti e progettisti per le sue doti velocistiche e l’armamento potente. Se fosse entrato in servizio un anno prima, avrebbe potuto mettere in seria difficoltà gli equipaggi dei quadrimotori alleati. O forse sarebbe stato solo l’ennesima “Wunderwaffe”, un’arma miracolosa vagheggiata dai gerarchi nazisti per capovolgere le sorti di un conflitto ormai segnato.
Il Do 335 rimane comunque una delle realizzazioni aeronautiche più singolari della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, e il suo unico esemplare superstite ne testimonia ancora oggi l’audacia progettuale e costruttiva.
Principali varianti del Dornier Do 335
- Costruite:
- Do 335 A-0: 10 esemplari di pre-produzione
- Do 335 A-1: caccia-bombardiere monoposto
- Progettate:
- Do 335 A-2: caccia-bombardiere monoposto dotato di un nuovo sistema di mira, ali allungate e motori DB 603L
- Do 335 A-3: ricognitore monoposto dotato di macchine fotografiche e ali allungate
- Do 335 A-4: ricognitore monoposto con macchine fotografiche più piccole rispetto alla A-3
- Do 335 A-5: caccia notturno monoposto successivamente ripensato come caccia ognitempo; ali allungate e motori DB 603L
- Do 335 A-6: caccia notturno bi-posto con il secondo abitacolo completamente separato dal primo e posto in posizione arretrata e superiore rispetto al primo
- Do 335 A-7: A-6 con al allungate
- Do 335 A-8: A-4 con ali allungate
- Do 335 A-9: A-4 con ali allungate, motore Db 603L e abitacolo pressurizzato
- Do 335 B-1: progetto abbandonato
- Do 335 B-2: intercettore monoposto armato con due ulteriori cannoni MK 108 da 30mm e dotato di due serbatoi da 300 litri sganciabili
- Do 335 B-3: B-1 con ali allungate
- Do 335 B-4: B-1 con ali allungate e motore DB 603L
- Do 335 B-6: caccia notturno
- Do 335 B-12: versione biposto da addestramento
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Germania
- Modello: Dornier Do 335 A-1
- Costruttore: Dornier Werke GmbH
- Tipo:
- Motore:
2 Daimler Benz DB 603 E-1 a 12 cilindri a V, raffreddati a liquido da 1.800 HP ciascuno
- Anno: 1944
- Apertura alare m.: 13.80
- Lunghezza m.: 13.85
- Altezza m.: 5.00
- Peso al decollo Kg.: 9.385
- Velocità massima Km/h: 763 a 6.500 m.
- Quota massima operativa m.: 11.400
- Autonomia Km: 2.060
- Armamento difensivo:
2 mitragliatrici, 1 cannone da 30 mm.
- Equipaggio: 1
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Alfred Price: The Last Year of the Luftwaffe: May 1944 to May 1945. London: Greenhill Books (1993). ISBN 978-1-85367-440-2.
- Smithsonian
- War History Online
- Key.aero