Nakajima Ki-44 Shoki

di redazione
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Il Ki-44, detto Tojo nel codice di riconoscimento alleato, è un’altra lampante dimostrazione delle capacità dei tecnici giapponesi nel realizzare un caccia in cui fossero privilegiate le caratteristiche di velocità orizzontale e ascensionale, piuttosto che maneggevolezza e autonomia come ad esempio nello zero, il più famoso caccia giapponese.

I 1.225 esemplari dello Shoki prodotti vennero prevalentemente utilizzati per attaccare le formazioni di bombardieri quadrimotore che martellavano le città giapponesi; proprio per migliorare le possibilità dell’aereo nell’attacco dei pesanti incursori americani vennero costruite versioni con armamento sempre più pesante.

Il Nakajima Ki-44 è un monomotore monoplano ad ala bassa, carrello retrattile e motore raffreddato ad aria, caratterizzato dalla corta e tozza fusoliera.

Il Nakajima Ki-44 Shoki (鍾馗), il cui nome deriva da una figura mitologica cinese nota come “Distruttore di Demoni”, rappresentò una significativa deviazione dalla filosofia progettuale tradizionale dell’aviazione militare giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Sviluppato dalla Nakajima Aircraft Company e operativo con l’Esercito Imperiale Giapponese dal 1942 al 1945, questo caccia-intercettore monoposto venne ufficialmente designato come Caccia Monoposto Tipo 2 dell’Esercito (二式単座戦闘機), mentre gli Alleati lo identificarono con il nome in codice “Tojo”.

Genesi

Lo sviluppo del Ki-44 segnò un punto di svolta nell’approccio giapponese alla progettazione dei caccia. Mentre la tradizione aeronautica nipponica aveva sempre privilegiato la manovrabilità estrema, spesso a scapito di altre caratteristiche prestazionali, il Ki-44 fu concepito con priorità radicalmente diverse: velocità massima e rateo di salita divennero i parametri fondamentali del progetto.

Questa scelta derivava dall’esigenza crescente di disporre di un caccia pesante capace di operare secondo una dottrina più difensiva. Non a caso, il Ki-44 venne frequentemente classificato come caccia da difesa aerea, un ruolo che richiedeva capacità di intercettazione rapida piuttosto che acrobazie elaborate. Il suo sviluppo procedette quasi parallelamente a quello del più leggero e agile Nakajima Ki-43, eppure i due velivoli incarnavano filosofie progettuali diametralmente opposte.

Nakajima Ki-44-II
Nakajima Ki-44-II

Progetto e Sviluppo Tecnico

La Nakajima iniziò lo sviluppo del Ki-44 nel 1940, rispondendo a specifiche dell’Esercito che richiedevano prestazioni ambiziose: una velocità massima di 600 km/h a 4.000 metri di quota, da raggiungere in soli cinque minuti. Per soddisfare questi requisiti, i progettisti dovettero compiere scelte tecniche radicali che si discostavano significativamente dagli standard giapponesi dell’epoca.

Il cuore del nuovo intercettore era il motore radiale Nakajima Ha-41, un propulsore a 14 cilindri disposti su doppia stella, derivato dal Nakajima Ha-5 e originariamente concepito per i bombardieri. Con un diametro di 1.260 millimetri, l’Ha-41 superava di 126 millimetri il più compatto Nakajima Sakae utilizzato sul Mitsubishi A6M “Zero” e sul Ki-43 “Hayabusa”. Tuttavia, questa maggiore ingombro era compensato da prestazioni superiori: con una cilindrata di 37,5 litri, l’Ha-41 erogava 1.260 cavalli (incrementati a 1.440 nella successiva versione Ha-109), contro i soli 1.000 cavalli del Sakae da 27,8 litri.

La scelta di questo motore non fu priva di compromessi. L’alternativa disponibile, il Mitsubishi Kinsei, pur essendo leggermente più compatto e con una cilindrata inferiore di cinque litri, sviluppava una potenza minore ed era già molto richiesto per altri progetti aeronautici. Il team di progettazione riuscì comunque a integrare l’ingombrante Ha-41 in una fusoliera dal profilo relativamente stretto, dimostrando notevole inventiva ingegneristica.

Per raggiungere gli obiettivi prestazionali stabiliti, l’ala fu progettata con una superficie relativamente ridotta, risultando in un elevato carico alare. Questa caratteristica, unita alla struttura interamente metallica rivestita in duralluminio (ad eccezione delle superfici di controllo rivestite in tela), conferiva al Ki-44 eccellenti prestazioni in velocità e salita, ma comportava anche una velocità di atterraggio elevata che molti piloti trovavano impegnativa.

Il primo prototipo del Ki-44 prese il volo nell’agosto 1940. I test iniziali si rivelarono generalmente incoraggianti: nonostante l’elevato carico alare, le caratteristiche di manovrabilità furono giudicate accettabili. Emersero tuttavia alcune criticità, principalmente l’alta velocità di atterraggio e la scarsa visibilità anteriore durante il rullaggio, quest’ultima causata dall’ingombrante motore radiale.

Sulla base dei risultati delle prove iniziali, fu ordinato un secondo lotto pre-serie di 40 esemplari. Questi velivoli incorporavano significative migliorie, incluso un armamento potenziato con quattro mitragliatrici da 12,7 millimetri, un radiatore dell’olio riposizionato e portelli del carrello principale modificati.

Nakajima Ki-44-II
Nakajima Ki-44-II

Impiego operativo

Il 15 settembre 1941, gli aerei pre-serie del Ki-44 insieme a due prototipi furono consegnati all’Esercito per le prove di servizio. L’esordio operativo avvenne nel dicembre 1941, quando nove esemplari furono assegnati a un’unità sperimentale, il 47° Chutai “Kawasemi Buntai” (Squadriglia del Martin Pescatore, 47° Squadrone), comandato dal Maggiore Toshio Sakagawa e basato a Saigon, in Indocina.

Le caratteristiche del Ki-44 richiesero inizialmente un periodo di adattamento. L’aereo fu inizialmente riservato ai piloti con almeno 1.000 ore di volo, a causa delle sue caratteristiche di pilotaggio impegnative, soprattutto se paragonate a quelle dei più docili Ki-43 o Ki-27. Tuttavia, si scoprì successivamente che i piloti più giovani, non ancora condizionati dall’addestramento acrobatico intensivo delle vecchie scuole di volo, riuscivano a gestire l’aereo senza particolari difficoltà. Questa osservazione portò alla rimozione delle restrizioni iniziali.

Il Ki-44 si distinse particolarmente con l’87° Sentai nel ruolo di difesa aerea, operando dalla base di Palembang, Sumatra. Durante le prime fasi della guerra, altre unità equipaggiate con il Ki-44 furono dislocate in Cina, Birmania, Filippine e Corea, dove il caccia dimostrò la sua versatilità operativa.

Man mano che il conflitto progrediva e la minaccia aerea alleata si intensificava, il Ki-44 trovò la sua vocazione definitiva nel ruolo di intercettore per la difesa del territorio metropolitano giapponese. Schierato principalmente intorno ai grandi centri industriali del Giappone, il Ki-44 divenne l’unico tipo di intercettore dell’Esercito Imperiale quando i Boeing B-29 Superfortress dell’USAAF iniziarono a bombardare il territorio giapponese nel giugno 1944.

Nonostante alcune limitazioni prestazionali ad alta quota, il Ki-44 si rivelò superiore al Ki-43 nella capacità di competere con gli aerei alleati in salita e picchiata. Questa caratteristica offriva ai piloti maggiore flessibilità tattica in combattimento e infondeva maggiore fiducia rispetto al più leggero Ki-43. L’armamento base, costituito da quattro mitragliatrici da 12,7 millimetri o da due mitragliatrici da 12,7 millimetri e due cannoni da 20 millimetri, rappresentava un significativo incremento di potenza di fuoco rispetto alle sole due mitragliatrici da 12,7 millimetri del Ki-43.

Una variante particolarmente interessante fu il Ki-44-II Otsu (noto anche come Ki-44-IIb), che poteva essere armato con cannoni automatici Ho-301 da 40 millimetri. Sebbene si trattasse di un’arma di calibro relativamente elevato, utilizzava munizioni senza bossolo caratterizzate da bassa velocità iniziale e gittata ridotta, risultando efficaci solo negli attacchi a brevissima distanza.

Alcuni di questi aerei furono impiegati contro i bombardieri dell’USAAF da una speciale unità denominata Shinten Seiku Tai (unità di superiorità aerea), comprendente almeno quattro velivoli e facente parte del 47° Sentai, con base sull’aerodromo di Narimasu a Tokyo. I piloti di queste unità tentavano di abbattere i B-29 e, una volta esaurite le munizioni, di speronarli in attacchi che di fatto costituivano missioni suicide. Tuttavia, nella pratica, speronare un B-29 ad alta quota si rivelò estremamente difficile da realizzare.

La produzione del Ki-44 cessò alla fine del 1944 per fare spazio al più avanzato Nakajima Ki-84 Hayate. Quando la guerra terminò, solo tre unità sentai erano ancora equipaggiate con il Ki-44, testimonianza della progressiva obsolescenza del velivolo di fronte all’evoluzione del conflitto aereo.

Epilogo e Dopoguerra

La storia operativa del Ki-44 non si concluse con la resa del Giappone. Durante il periodo 1946-1949, entrambe le fazioni coinvolte nella Rivoluzione Cinese operarono con Ki-44 abbandonati o ceduti dalle unità giapponesi. Le unità aeree dell’Esercito Popolare di Liberazione acquisirono velivoli precedentemente appartenenti al 22° e all’85° Sentai, che si erano sciolti in Corea. Alcuni di questi aerei furono apparentemente pilotati da veterani giapponesi.

Nell’ambito dell’Aeronautica della Repubblica di Cina, il 18° Squadrone (12° Gruppo Caccia) fu equipaggiato con Ki-44 provenienti dal 9° Sentai, disciolto a Nanchino, e dal 29° Sentai, disciolto a Formosa. Dopo il ritiro dei Nazionalisti, l’Aeronautica dell’Esercito Popolare di Liberazione (costituita nel 1949) continuò a utilizzare il Ki-44 fino ai primi anni ’50.

Purtroppo, nessun esemplare completo del Ki-44 è sopravvissuto fino ai nostri giorni. L’unica testimonianza fisica di questo importante caccia giapponese è costituita da una sezione centrale dell’ala, preservata presso il Museo dell’Aviazione dell’Università Politecnica del Nordovest a Xi’an, in Cina.

Il Nakajima Ki-44 Shoki rimane un esempio significativo di come le necessità operative possano portare a radicali cambiamenti nelle filosofie progettuali. Rappresentò il tentativo dell’industria aeronautica giapponese di adattarsi alle mutevoli esigenze della guerra aerea moderna, sacrificando la tradizionale enfasi sulla manovrabilità in favore di velocità e potenza di fuoco. Sebbene non abbia mai raggiunto la fama di altri caccia giapponesi, il Ki-44 svolse un ruolo cruciale nella difesa del territorio metropolitano giapponese durante le fasi finali del conflitto, dimostrando che anche nell’aviazione militare giapponese esisteva spazio per approcci progettuali non convenzionali.

Nakajima Ki-44 Tojo con insegne USAF
Nakajima Ki-44 Tojo con insegne USAF

Principali varianti del Nakajima Ki-44 Shoki

  • Ki-44: Primo prototipo con motore Ha-41 e un sofisticato sistema di raffreddamento usato solo per questo esemplare
  • Ki-44: nove esemplari di pre-produzione, il primo dei quali era piuttosto differente dal resto del gruppo. Questi aerei furono utilizzati in combattimento per una piena valutazione operativa dal 47mo gruppo caccia indipendente all’inizio della Guerra nel Pacifico. L’armamento consisteva in due mitragliatrici Type 89 da 7.7mm sulla capottatura del motore e due Ho-103 da 12.7mm nelle ali; l’aereo era dotato di mirino telescopico Type 89 ed erano previsti alloggiamenti per un singolo serbatoio supplementare di carburante in fusoliera oppure due sotto le ali
  • Ki-44-I: versione in produzione di serie propulsa da un motore Nakajima Ha-41 con radiatore anulare per il raffreddamento dell’olio, velocità massima orizzontale di 580 Km/h; l’armamento e il mirino erano identici a quelli degli aerei di pre-produzione e agganci per serbatoi di carburante supplementari subalari; ne vennero prodotti 40 esemplari in totale
  • Ki-44-II Ko (Ki-44-IIa): versione propulsa da motore Nakajima Ha-109 con radiatore anulare per il raffreddamento dell’olio, velocità massima orizzontale di 604 Km/h. Armamento, sistema di mira e agganci per serbatoi di carburante sganciabili erano identici alla Ki-44-I. L’accesso all’abitacolo avveniva da uno sportello dalla forma arrotondata invece che rettangolare; ne vennero prodotti 355 esemplari
  • Ki-44-II Otsu (Ki-44-IIb): armamento modificato e ridotto a due mitragliatrici Ho-103 da 12.7mm sulla capottatura del motore più due cannoni Ho-301 da 40mm opzionali nelle ali. I due cannoni Ho-301 non furono sempre installati in produzioni e anzi, a causa degli scarsi risultati operativi ottenuti questi vennero spesso rimossi e sostituiti da due ulteriori mitragliatrici Ho-103. Furono prodotti 394 esemplari di questa versione
  • Ki-44-II Hei (Ki-44-IIc): armamento standard di 4 mitragliatrici Ho-103 da 12.7, due montate sulla capottatura del motore e due alloggiate nelle ali. In questa versione venne introdotto il collimatore a riflessione Type 100; ne vennero costruiti complessivamente 427 esemplari
  • Ki-44-III: un singolo prototipo costruito con motore Ha-145 da 2.000 hp, 18 cilindri a doppia stella
  • Ki-44-III Ko (Ki-44-IIIa): versione rimasta allo stadio di progetto con armamento previsto di 4 cannoni Ho-5 da 20mm
  • Ki-44-III Otsu (Ki-44-IIIb): versione rimasta allo stadio di progetto con armamento previsto di 2 cannoni Ho-5 da 20mm e due cannoni Ho-203 da 37mm

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Giappone
  • Modello: Nakajima Ki-44-IIb Shoki
  • Costruttore: Nakajima Hikoki K.K.
  • Tipo:
  • Motore:

    Nakajima Ha-109, radiale a 14 cilindri, raffreddato ad aria, da 1.520 HP

  • Anno: 1943
  • Apertura alare m.: 9.45
  • Lunghezza m.: 8.78
  • Altezza m.: 3.25
  • Peso al decollo Kg.: 2.993
  • Velocità massima Km/h: 605 a 5.200 m.
  • Quota massima operativa m.: 11.200
  • Autonomia Km: 1.700 
  • Armamento difensivo:

    4 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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