Il miglior bombardiere pesante dell’esercitò giapponese arrivò troppo tardi per alterare le sorti del conflitto. Le doti migliori del Ki-67 erano la velocità e la maneggevolezza (tali da far costruire una versione dell’aereo da impiegare come caccia pesante), ma nel progetto era stata posta particolare attenzione a particolari troppo spesso sottovalutati nella produzione giapponese.
L’armamento difensivo era pesante e ben disposto, inoltre era stata adottata una efficace protezione passiva, sia per l’equipaggio che per le parti più vulnerabili dell’aereo; inoltre nel progetto si era fatto il possibile per semplificarne la costruzione e la manutenzione, caratteristica preziosa vista la situazione del Giappone alla fine della guerra.
Il Mitsubishi Ki-67 Hiryu (飛龍, “Drago Volante”), conosciuto dagli Alleati con il nome in codice “Peggy”, è un bimotore monoplano ad ala media, carrello retrattile e motori raffreddati ad aria con la prua della fusoliera completamente vetrata.
Sebbene la sua designazione ufficiale originale fosse “Army Type 4 Heavy Bomber” (四式重爆撃機, Yon-shiki jū bakugeki-ki), in tutti i suoi parametri chiave il Ki-67 era simile ai bombardieri medi contemporanei di altri paesi, rappresentando una convergenza progettuale che testimoniava la maturazione dell’industria aeronautica giapponese. Tuttavia, il Ki-67 si distingueva per caratteristiche uniche che lo rendevano forse il bombardiere giapponese più versatile e resistente ai danni di tutto il conflitto.
Origini del progetto
Il Ki-67 nacque da una specifica dell’esercito giapponese del 1941 per un successore del Nakajima Ki-49 Donryu. Questo nuovo aeromobile doveva essere un bombardiere pesante bimotore ad alta velocità, adatto a possibili conflitti con l’Unione Sovietica sul confine Manciuria-Siberia. A differenza di molti aerei da guerra giapponesi, era richiesto che avesse un buon armamento difensivo e la capacità di sopravvivere a pesanti danni da battaglia.
Era inoltre richiesto che fosse altamente manovrabile, permettendogli di condurre attacchi in picchiata e di fuggire a bassa quota. Queste specifiche rappresentavano un cambiamento fondamentale nella mentalità progettuale giapponese, riconoscendo implicitamente che la guerra futura avrebbe richiesto bombardieri capaci non solo di colpire, ma anche di sopravvivere in ambienti ostili.
Il contesto strategico che portò a queste specifiche rifletteva le lezioni apprese dalle operazioni in Cina e dalle crescenti tensioni con l’Unione Sovietica. L’esperienza operativa aveva dimostrato che i bombardieri privi di protezione adeguata subivano perdite insostenibili quando affrontavano un’opposizione aerea determinata e ben equipaggiata.
Design e sviluppo
Il Ki-67 fu progettato da un team guidato da Kyūnojō Ozawa, ingegnere capo della Mitsubishi, e si configurò come un monoplano ad ala media di costruzione interamente metallica, con carrello retrattile a ruotino di coda. La scelta dell’ala media rappresentava un compromesso ottimale tra prestazioni aerodinamiche e facilità di manutenzione, permettendo un accesso relativamente semplice ai sistemi interni.
Fu dotato di serbatoi di carburante autosigillanti e corazzature, caratteristiche comuni nei caccia e bombardieri americani ma frequentemente assenti negli aerei giapponesi. Con queste caratteristiche e i suoi due motori radiali raffreddati ad aria a 18 cilindri da 1.417 kW, il Ki-67 era forse uno degli aerei giapponesi più robusti e resistenti ai danni della Seconda Guerra Mondiale.
L’introduzione sistematica di serbatoi autosigillanti rappresentava una svolta epocale per l’aviazione giapponese. Questi sistemi, che utilizzavano materiali speciali per sigillare automaticamente i fori causati dai proiettili, potevano significativamente ridurre il rischio di incendi e perdite di carburante, aumentando drasticamente le possibilità di sopravvivenza dell’equipaggio.
Prestazioni
Il carico bellico del Ki-67 di 1.070 chilogrammi trasportato nel suo vano bombe interno lo classificherebbe come bombardiere medio secondo gli standard americani. Il North American B-25 Mitchell poteva trasportare fino a 2.722 chilogrammi, il Martin B-26 Marauder fino a 1.814 chilogrammi, e il Douglas A-20 Havoc fino a 907 chilogrammi, ma questi raramente trasportavano il carico massimo; quando lo facevano, la loro autonomia si riduceva significativamente.
Gli aerei giapponesi avevano quasi invariabilmente maggiore autonomia con il loro carico massimo nominale, conferendo loro una capacità strategica diversa da quella dei bombardieri bimotore alleati, che erano considerati bombardieri tattici. Questa filosofia progettuale rifletteva le esigenze operative specifiche del Giappone, che doveva operare su vaste distanze oceaniche dove l’autonomia era spesso più importante del carico bellico puro.
Le prestazioni del Ki-67 erano notevoli confrontate con i bombardieri medi americani: il Ki-67 aveva una velocità massima in volo livellato di 537 chilometri orari, contro i 443 chilometri orari del B-25, i 462 chilometri orari del B-26, e i 538 chilometri orari dell’A-20. Mostrava inoltre buona manovrabilità in picchiate ad alta velocità (fino a 644 chilometri orari), eccellente velocità di salita sostenuta, e agilità straordinaria.
Manovrabilità
La manovrabilità del Ki-67 era così eccellente che i giapponesi utilizzarono il progetto come base per il Mitsubishi Ki-109, un caccia bimotore originariamente progettato come caccia notturno e successivamente per l’uso come caccia pesante diurno. Questa versatilità della cellula di base testimoniava l’eccellenza del progetto aerodinamico fondamentale.
Negli ultimi stadi della Seconda Guerra Mondiale, la Marina giapponese utilizzò anche il progetto come base per il Mitsubishi Q2M1 “Taiyo”, un aereo anti-sommergibile equipaggiato con radar. Questa capacità di adattamento a ruoli molto diversi da quello originale dimostrava la solidità e la flessibilità del progetto di base.
L’eccellente rateo, il corto raggio di virata e la capacità di virare a basse velocità rendevano il Ki-67 sorprendentemente agile per un bombardiere della sua dimensione e peso. Queste caratteristiche non erano solo teoriche, ma si traducevano in vantaggi operativi concreti, permettendo manovre evasive che potevano fare la differenza tra la sopravvivenza e l’abbattimento.
Armamento Difensivo
L’armamento del Ki-67 includeva una torretta dorsale con un cannone Ho-5 da 20 millimetri, oltre a mitragliatrici Ho-103 da 12,7 millimetri nelle posizioni di coda, muso e laterali. Alcuni aerei furono dotati di un cannone da 20 millimetri nella posizione di coda, mentre i primi modelli utilizzavano mitragliatrici Type 89 da 7,7 millimetri nelle posizioni laterali.
Questa configurazione dell’armamento difensivo rappresentava un significativo passo avanti rispetto ai bombardieri giapponesi precedenti. Il cannone da 20 millimetri nella torretta dorsale forniva una potenza di fuoco considerevole contro gli attacchi dall’alto, mentre le mitragliatrici da 12,7 millimetri garantivano una copertura difensiva efficace su tutti i settori di ingaggio.
L’evoluzione dell’armamento nel corso della produzione rifletteva l’apprendimento continuo dalle esperienze operative e l’adattamento alle mutevoli minacce aeree. La sostituzione delle mitragliatrici più leggere con armi di calibro maggiore testimoniava il riconoscimento della crescente potenza di fuoco dei caccia alleati.
Versatilità Operativa
Il Ki-67 fu utilizzato per bombardamento livellato e bombardamento con siluro; poteva trasportare un siluro attaccato sotto la fusoliera. Questa capacità dual-role lo rendeva particolarmente prezioso per la Marina, che poteva impiegarlo sia contro obiettivi terrestri che navali senza modifiche strutturali significative.
Il Ki-67 fu inizialmente utilizzato dai servizi aerei dell’Esercito e della Marina giapponesi contro la Third Fleet americana, durante i suoi attacchi contro Formosa e le isole Ryukyu. Fu successivamente utilizzato a Okinawa, nella Cina continentale, nell’Indocina francese, a Karafuto, e contro gli aeroporti dei B-29 a Saipan e Tinian.
Questa ampia distribuzione geografica degli impieghi operativi testimoniava tanto la versatilità del velivolo quanto la crescente pressione strategica sul Giappone negli ultimi anni di guerra. Il Ki-67 doveva operare su fronti molto diversi, dalle operazioni navali nel Pacifico agli attacchi strategici contro le basi aeree alleate.
Missioni Giretsu
Una versione speciale per attacco al suolo utilizzata nelle missioni Giretsu era un Ki-67 I con tre cannoni da 20 millimetri a controllo remoto inclinati a 30 gradi per il tiro verso terra, un cannone da 20 millimetri in coda, mitragliatrici Type 3 da 13,2 millimetri nelle posizioni laterali e superiori, e maggiore capacità di carburante.
Anche con più carburante, le missioni Giretsu erano solo di andata a causa della lunga distanza. Queste operazioni speciali rappresentavano alcuni dei tentativi più disperati e innovativi dell’aviazione giapponese negli ultimi mesi di guerra, utilizzando bombardieri modificati per attacchi di superficie di precisione contro installazioni nemiche critiche.
La configurazione dell’armamento per queste missioni speciali era particolarmente ingegnosa, con i cannoni inclinati verso il basso che permettevano attacchi efficaci contro obiettivi terrestri durante il sorvolo a bassa quota. Questa modifica trasformava essenzialmente il bombardiere in un aereo d’attacco al suolo pesantemente armato.
Arma Kamikaze
Negli ultimi stadi della Seconda Guerra Mondiale, versioni speciali d’attacco del Ki-67 (i modelli I KAI e Sakura-dan) furono utilizzate in missioni kamikaze. Queste conversioni rappresentavano la tragica trasformazione di uno dei bombardieri più avanzati del Giappone in un’arma suicida.
Testimonianze includono informazioni dal sergente maggiore Seiji Moriyama, un membro dell’equipaggio della Fugaku Special Attack Unit, che assistette alla conversione dei Ki-67 in aerei suicidi To-Gō con due bombe da 800 chilogrammi durante le operazioni di Okinawa. Queste conversioni simboleggiavano il completo rovesciamento della filosofia progettuale originale: da bombardiere progettato per la sopravvivenza a arma destinata alla distruzione.
L’utilizzo del Ki-67 in ruoli kamikaze rappresentava uno degli aspetti più tragici della sua storia operativa. Un aereo progettato specificatamente per tornare alla base e combattere un’altra volta veniva trasformato in uno strumento per missioni senza ritorno, testimoniando la disperazione crescente delle forze aeree giapponesi.
Produzione
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, erano stati prodotti 767 Ki-67. Altre fonti riportano che furono prodotti 698 Ki-67, escludendo le conversioni KAI e Sakura-dan. Questi numeri di produzione, pur significativi, erano relativamente modesti considerando le capacità del velivolo e le esigenze operative del Giappone.
La produzione limitata rifletteva tanto le limitazioni delle risorse industriali giapponesi negli ultimi anni di guerra quanto le priorità concorrenti nell’allocazione delle risorse produttive. Il Ki-67 arrivò in un momento in cui l’industria aeronautica giapponese era sotto crescente pressione da parte dei bombardamenti alleati e della carenza di materiali strategici.
Nonostante la produzione relativamente limitata, il Ki-67 ebbe un impatto sproporzionato rispetto ai numeri, dimostrando cosa l’ingegneria giapponese poteva realizzare quando le lezioni dell’esperienza bellica venivano sistematicamente integrate nel progetto.
Eredità
Il Ki-67 rappresentò un punto di svolta nella progettazione aeronautica giapponese, dimostrando che era possibile combinare le tradizionali virtù giapponesi di autonomia e prestazioni con caratteristiche di protezione e sopravvivenza precedentemente trascurate. La sua introduzione segnò il riconoscimento esplicito che la guerra aerea moderna richiedeva un approccio più equilibrato alla progettazione.
Confrontato con i bombardieri alleati contemporanei, il Ki-67 mostrava prestazioni competitive o superiori in molti parametri chiave. La sua velocità massima superava quella della maggior parte dei bombardieri medi alleati, mentre la manovrabilità era eccezionale per un aereo della sua categoria. Tuttavia, il carico bellico rimaneva modesto secondo gli standard alleati, riflettendo le diverse priorità operative.
L’eccellente manovrabilità del Ki-67 lo distingueva nettamente dai bombardieri alleati, che privilegiavano generalmente il carico bellico e la protezione rispetto all’agilità. Questa caratteristica rifletteva le tattiche giapponesi che enfatizzavano l’elusione e la fuga piuttosto che il combattimento sostenuto.
Principali varianti del Mitsubishi Ki-67 Hiryu
- Ki-67-I: 19 prototipi, vennero sperimentate diverse configurazioni, soprattutto riguardanti l’armamento
- Ki-67-Ia: bombardiere pesante dell’esercito “Hiryu”, Tipo 4 Modello 1, questa la definizione ufficiale della versione maggiormente prodotta. Più di 420 degli esemplari di questa versione vennero modificati direttamente in fabbrica per il ruolo di aerosilurante basato a terra; 587 esemplari furono prodotti dalla Mitsubishi, 91 dalla Kawasaki e 1 dall’arsenale dell’esercito di Tachikawa
- Ki-67-Ib: versione in produzione con modifica alla torretta di coda, armata con 2 cannoni da 20mm
- Ki-67-I KAI: modello sperimentale con motori Mitsubishi Ha-104 Ru, tre esemplari costruiti in totale
- Ki-67-I AEW: 1 solo esemplare prodotto per questa versione, equipaggiata con il radar “Taki 1 Model II”
- Ki-67 “To-Go”: versione speciale da attacco dell’esercito, tipo 4; versione modificata del Ki-67 per impiego come kamikaze, priva di armamento e torrette e armata con due bombe da 800 Kg in fusoliera
- Ki-67 “lanciamissili”: un solo esemplare costruito per un compito molto preciso, il lancio di missili guidati (Kawasaki Ki-147 I-Go Type 1-Ko,Mitsubishi Ki-148 I-Go Type 1-Otsu, I-Go Type 1-Hei, “Ke-Go” IR, “Ko-Go”,”Sa-Go”)
- Ki-67 bombardiere a grande autonomia: versione armata con 3 cannoni da 20mm per l’attacco al suolo, un cannone da 20mm in posizione difensiva in coda e 3 mitragliatrici da 13.2 nelle postazioni laterali e superiore
- Ki-67-II: due prototipi costruiti per una versione sviluppata a partire dalla Ki-67-I e dotata di motori Mitsubishi Ha-214 da 2.150 hp
- Ki-67 traino alianti: un esemplare di Ki-67-I venne modificato per poter trainare l’aliante da trasporto “Manazaru” in alcuni test
- Yasukuni: versione dalla marina specializzata in compiti di aerosilurante, sviluppata a partire dalla Ki-67-I
- Ki-69: caccia pesante di scorta, versione rimasta allo stadio di progetto
- Ki-97: versione da trasporto, rimasta allo stadio di progetto
- Ki-109: variante da caccia diurna sviluppata a partire da un Ki-67-I e armato con un cannone Type 88 da 75mm nel muso e una mitragliatrice Ho-103 Type 1 da 12.7 in posizione difensiva in coda, i motori erano due Mitsubishi Ha-104 da 1.900hp oppure due Ha-104 Ru da 1.900 hp con turbocompressore
- Ki-109a, Ki-109b: variante da caccia notturna studiata per operare in coppia, il Ki-109a ottenuto da un Ki-67-I e dotato di radar si sarebbe occupato della ricerca dei bersagli mentre il Ki-109b armato con una coppia di cannoni Ha-203 da 37mm sparanti verso l’alto e in avanti in posizione dorsale si sarebbe occupato dell’attacco del bersaglio; il progetto non si concretizzò prima della fine della guerra
- Ki-109 intercettore pesante: in produzione di serie (22 esemplari costruiti in totale), armata con un cannone pesante Type 88 da 75mm nel muso e priva del vano bombe e di parte dell’armamento difensivo, conservando soltanto la postazione in coda
- Ki-112: versione progettata per il compito di scorta ai bombardieri, costruita in legno e armata con 8 mitragliatrici da 12.7 e un cannone da 20mm; rimasta allo stadio di progetto
- Ki-167 “Sakura Den”: versione speciale da attacco armata con con una bomba alla termite a carica cava da 2.900 Kg in fusoliera, dietro la cabina; la particolare conformazione della bomba faceva proiettare un getto distruttivo verso l’avanti di una portata di circa un miglio e con un raggio distruttivo di 300m
- Q2M1 “Tayo”: versione per la marina sviluppata dalla Ki-67-I e specializzata nella guerra antisommergibile, dotata di radar, aveva due motori Mitsubishi Kasei 25 Otsu da 1.850 hp con eliche a 6 pale; poteva essere armata con siluri o cariche di profondità, rimasta allo stadio di progetto.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Giappone
- Modello: Mitsubishi Ki-67-I
- Costruttore: Mitsubishi Jukogyo K.K.
- Tipo: Bombardamento
- Motore:
2 Mitsubishi Ha-104, radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria, da 1.900 HP ciascuno
- Anno: 1944
- Apertura alare m.: 22.50
- Lunghezza m.: 18.70
- Altezza m.: 7.70
- Peso al decollo Kg.: 13.765
- Velocità massima Km/h: 537 a 6.090 m.
- Quota massima operativa m.: 9.470
- Autonomia Km: 3.800
- Armamento difensivo:
1 cannone da 20mm, 4 mitragliatrici
- Equipaggio: 4-8
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Dave’s Warbirds
- History of War
- Aviastar
- Military Factory
- Warbirds Resource Group