Nel periodo tra le due guerre il Giappone, tecnologicamente arretrato in campo aeronautico, produsse su licenza molti aerei di progetto straniero, spesso americano, a volte ricavando versioni modificate di questi. Solo alla fine degli anni trenta il paese aveva recuperato completamente lo svantaggio, come dimostrano i progetti originali di quel periodo.
Il Kawasaki Ki-56 (一式貨物輸送機, Type 1 Freight Transport), detto Thalia, pur essendo stato progettato nel 1939 era chiaramente derivato dall’americano Lockheed 14, anche se le modifiche al progetto erano rilevanti. Venne usato come trasporto, dimostrandosi migliore dell’aereo americano da cui era derivato.
Il Kawasaki Ki-56 è un bimotore monoplano ad ala bassa, carrello retrattile e motori radiali.
Origini del Progetto
La genesi del Ki-56 affonda le radici nella strategia giapponese di acquisizione tecnologica attraverso licenze di produzione di aeromobili occidentali avanzati. Il velivolo derivava direttamente dal Lockheed Model 14 Super Electra, un aeromobile da trasporto americano che la Kawasaki Kokuki Kogyo Kabushiki Kaisha (Kawasaki Aircraft Engineering Company Limited) aveva già iniziato a produrre su licenza.
Nel settembre 1939, in un momento cruciale per l’aviazione militare giapponese, il Koku Hombu (Quartier Generale dell’Aviazione) richiese alla Kawasaki di sviluppare una versione migliorata di questo progetto di base, che avrebbe ricevuto la designazione Ki-56. Questa richiesta rifletteva la crescente consapevolezza dell’importanza strategica degli aeromobili da trasporto nelle operazioni militari moderne, particolarmente in vista delle ambiziose campagne espansionistiche che il Giappone stava pianificando nel Pacifico.
Caratteristiche e Produzione
Il Ki-56 manteneva la configurazione generale del Model 14 Super Electra, presentandosi come un bimotore da trasporto leggero dalle linee eleganti e dalle prestazioni affidabili. La produzione fu affidata non solo alla Kawasaki, che aveva sviluppato il progetto, ma anche alla Tachikawa Hikoki K.K., riflettendo l’importanza strategica attribuita a questo velivolo dall’aviazione giapponese.
La produzione complessiva del Ki-56 ammontò a 121 esemplari costruiti nel periodo compreso tra il 1940 e il 1943. Questi numeri, pur non rappresentando una produzione di massa, erano significativi nel contesto delle esigenze giapponesi per gli aeromobili da trasporto specializzati, particolarmente considerando le limitate risorse industriali del paese e la competizione con altri programmi aeronautici prioritari.
Impiego operativo
Il Ki-56 ebbe il suo momento di maggiore notorietà durante una delle operazioni più ardite condotte dall’aviazione giapponese nella fase iniziale della guerra del Pacifico: l’attacco aviotrasportato contro Sumatra durante la campagna delle Indie Orientali Olandesi. Questa operazione rappresenta uno degli episodi più emblematici dell’impiego operativo del velivolo e dimostra come la somiglianza con aeromobili alleati potesse trasformarsi in un vantaggio tattico inaspettato.
L’invasione giapponese di Sumatra iniziò con un lancio di paracadutisti dai trasporti Ki-56 contro l’aeroporto P1 e le raffinerie petrolifere nei pressi di Palembang. L’operazione rivelò immediatamente un aspetto particolare del Ki-56: la sua straordinaria somiglianza con il Lockheed Hudson, anch’esso derivato dal Model 14 e largamente utilizzato dalle forze alleate.
Questa somiglianza si rivelò un fattore tattico di primaria importanza durante l’attacco. I caccia Hawker Hurricane della Royal Air Force, in volo dall’aeroporto P1 per localizzare la flotta d’invasione giapponese, incontrarono i Ki-56 in avvicinamento ma li scambiarono per Lockheed Hudson di ritorno da una missione di attacco. Questa identificazione errata permise ai trasporti giapponesi di avvicinarsi agli obiettivi senza essere intercettati dalla caccia nemica.
Anche i serventi delle artiglierie contraeree di P1 furono tratti in inganno dalla somiglianza tra il Ki-56 e gli aeromobili alleati, aprendo il fuoco solo quando iniziarono a vedere i paracadute dei soldati giapponesi. Questo momento di esitazione fu cruciale per il successo dell’operazione: quando finalmente le artiglierie contraeree aprirono il fuoco, riuscirono ad abbattere un solo trasporto e a costringere un altro ad un atterraggio di fortuna, mentre altri velivoli furono costretti a deviare dalla rotta prevista.
Nonostante queste perdite, il lancio di paracadutisti si rivelò efficace nel suo obiettivo strategico. Le forze aviotrasportate giapponesi riuscirono a sopraffare le difese dell’aeroporto e degli impianti petroliferi, conseguendo un successo tattico che ebbe importanti ripercussioni strategiche per l’intera campagna delle Indie Orientali Olandesi.
Principali varianti del Kawasaki Ki-56
- Ki-56: l’aereo era sostanzialmente basato sull’aereo da trasporto per l’esercito tipo LO, un Lockheed 14-WG3B da esportazione costruito su licenza
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Giappone
- Modello: Kawasaki Ki 56
- Costruttore: Kawasaki Kokuki Kogyo K.K.
- Tipo: Trasporto
- Motore:
2 Nakajima Ha-25, radiali a 14 cilindri, raffreddati ad aria, da 990 HP ciascuno.
- Anno: 1941
- Apertura alare m.: 19.96
- Lunghezza m.: 14.90
- Altezza m.: 3.60
- Peso al decollo Kg.: 8.025
- Velocità massima Km/h: 400 a 3.500 m.
- Quota massima operativa m.: 8.000
- Autonomia Km: -
- Armamento difensivo:
–
- Equipaggio: 4
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- ww2db
- history of war
- Aviations of World War II
- Dave’s Warbirds