Il bimotore da addestramento della RAF Airspeed Oxford

Airspeed Oxford

di redazione
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L’Oxford fu l’addestratore standard della R.A.F. per quasi venti anni dimostrando la validità del progetto, sia pure per un compito solo apparentemente non impegnativo.

Derivato da un velivolo commerciale, l’Oxford venne impiegato anche in operazioni quali il collegamento ed il soccorso, oltre ad assolvere ogni tipo di addestramento.

L’Oxford è un bimotore ad ala media con carrello retrattile; è propulso da due motori Armstrong Siddeley Cheetah, raffreddati ad aria, azionanti due eliche bipala.

L’Airspeed AS.10 Oxford è stato un aereo da addestramento bimotore britannico degli anni ’30 e ’40, sviluppato e prodotto dall’azienda Airspeed Ltd. Impiegato estesamente per la formazione degli equipaggi del Commonwealth in ruoli come navigazione, controllo radio, bombardamento e tiro, ha svolto un ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale, preparando una generazione di aviatori agli impegni del conflitto.

Genesi e sviluppo

Le origini dell’Oxford risalgono alla metà degli anni ’30, quando la RAF avviò un ambizioso programma di espansione e ammodernamento in vista di una possibile guerra su vasta scala. Tra i requisiti emessi dall’Air Ministry c’era la specifica T.23/36 per un moderno addestratore plurimotore che potesse rimpiazzare i vecchi biplani ancora in servizio e fornire una transizione più graduale verso i nuovi bombardieri monoplani.

La Airspeed, che aveva già esperienza nella produzione di velivoli da trasporto e collegamento, colse l’opportunità, proponendo il progetto AS.10. Questa macchina derivava direttamente dal precedente bimotore di linea Envoy, da cui ereditava l’ala bassa, la struttura interamente metallica e l’articolazione generale. Rispetto al predecessore, tuttavia, introduceva numerose migliorie e modifiche per adattarsi al ruolo di addestratore militare.

Tra le caratteristiche salienti dell’Oxford c’erano la fusoliera allargata per ospitare fino a tre membri di equipaggio, il carrello retrattile nelle gondole dei motori, i piani di coda ridisegnati e irrobustiti, le ali dotate di ipersostentatori. Grande cura fu posta nell’allestimento della cabina, che doveva riprodurre nel modo più fedele possibile le condizioni operative di un bombardiere, con una completa dotazione di strumenti e ausili alla navigazione e al puntamento.

Il primo prototipo dell’Oxford, matricola L4534, volò per la prima volta il 19 giugno 1937 nelle mani del capo collaudatore Airspeed Hessell Tiltman. Le prove in volo confermarono la validità del progetto, e dopo alcuni mesi l’Air Ministry emise un primo ordine per 136 esemplari, da consegnare entro l’anno successivo. La produzione fu avviata negli stabilimenti Airspeed di Portsmouth, ma presto si aggiunsero de Havilland, Percival e Standard Motors.

Oxford II in volo (1942)
Oxford II in volo (1942)
Foto di Bob Brown – link, GFDL, link

Tecnica e caratteristiche

L’Oxford era un monoplano ad ala bassa dalla struttura interamente metallica. La fusoliera era una semi-monoscocca in duralluminio, molto spaziosa e confortevole per gli standard dell’epoca. Ospitava una cabina di pilotaggio a due posti affiancati, una stazione per il navigatore/bombardiere e un posto per l’operatore radio/mitragliere in una torretta dorsale Frazer-Nash.

La propulsione era affidata a due radiali Armstrong Siddeley Cheetah X da 350 CV, racchiusi in cappottature NACA e azionanti eliche bipala a passo fisso de Havilland. Questa motorizzazione garantiva buone prestazioni di salita e velocità, fino a 300 km/h a 3000 metri, nonché un’autonomia di oltre 1600 km che permetteva voli di addestramento di lunga durata.

Una caratteristica peculiare dell’Oxford era la presenza di ipersostentatori sul bordo d’uscita alare, all’epoca una rarità per un aereo militare. Insieme al carrello retrattile, conferivano alla macchina un comportamento molto simile ai moderni bombardieri monoplani come il Vickers Wellington, rendendo la transizione dei piloti più facile e sicura.

L’abitacolo presentava una strumentazione completa, che includeva il pannello per il volo strumentale, con orizzonte artificiale, anemometro, altimetro, variometro e virosbandometro. Non mancavano gli apparati radio ricetrasmittenti, il sistema di erogazione dell’ossigeno e le maschere per il volo ad alta quota. Il posto del navigatore era dotato di tavolo da carteggio e astuccio.

L’armamento era limitato alla possibilità di installare una torretta dorsale Armstrong Whitworth con una o due mitragliatrici da 7,7 mm Vickers K, utilizzata per l’addestramento al tiro dei mitraglieri. Nella stiva ventrale potevano essere alloggiate fino a 16 bombe da esercitazione da 5 kg, sganciate dal pilota o dal bombardiere per simulare un attacco. Non erano previste altre armi o predisposizioni belliche.

Nel complesso, l’Oxford si dimostrò una macchina robusta, affidabile e versatile, in grado di riprodurre fedelmente le condizioni operative di un bombardiere pur mantenendo costi di acquisto e gestione relativamente contenuti. Non a caso divenne rapidamente l’addestratore standard della RAF per tutti i ruoli, dall’iniziale formazione dei piloti fino alle fasi avanzate di specializzazione al bombardamento e al tiro.

Impiego operativo

Il debutto operativo dell’Oxford avvenne nel febbraio 1938, quando i primi esemplari di serie furono consegnati alla Central Flying School di Upavon, la principale scuola di volo della RAF. Qui vennero impiegati per standardizzare i programmi di addestramento e formare i primi nuclei di istruttori che avrebbero poi disseminato il tipo nelle scuole periferiche in patria e all’estero.

Con l’approssimarsi della guerra, la domanda di Oxford crebbe vertiginosamente. Oltre alla RAF, l’aereo venne ordinato in grandi quantità da tutte le aeronautiche del Commonwealth, in particolare l’RAAF australiana, la RCAF canadese, la SAAF sudafricana. Centinaia di esemplari vennero costruiti direttamente oltreoceano su licenza, mentre altri furono smontati e spediti via nave per essere riassemblati nelle scuole locali.

Allo scoppio delle ostilità nel settembre 1939, gli Oxford erano ormai lo strumento principe per la selezione e la formazione di massa dei nuovi equipaggi di bombardieri della RAF. Grazie alle loro qualità di volo e alla completezza dell’allestimento, permettevano di addestrare contemporaneamente piloti, navigatori, bombardieri, mitraglieri e marconisti con un solo tipo di velivolo, riducendo costi e complicazioni.

Il ruolo dell’Oxford divenne ancora più cruciale con l’avvio del Commonwealth Air Training Plan (CATP) nel 1940. Questo colossale programma, avviato dal governo britannico per sopperire alle crescenti perdite della Battle of Britain, prevedeva di istruire decine di migliaia di aviatori nei paesi del Commonwealth, sfruttando spazi e risorse al riparo dalla minaccia nemica.

In questo contesto, l’Oxford fu il perno della fase di addestramento intermedio, dopo il conseguimento del brevetto sui biplani Tiger Moth e prima del passaggio ai monoplani Anson e Wellington. Migliaia di piloti di ogni nazionalità (inglesi, canadesi, australiani, neozelandesi, sudafricani, rhodesiani…) appresero a volare in formazione, a navigare su lunghe distanze, a usare la radio, a puntare e sganciare bombe simulando attacchi a bassa o media quota.

Oltre all’impiego nei teatri più periferici, l’Oxford continuò a fornire un apporto prezioso anche nelle isole britanniche. Durante la battaglia d’Inghilterra del 1940, alcuni esemplari furono persino armati con 8 bombe da 9 kg per essere impiegati come bombardieri d’emergenza in caso di invasione, fortunatamente mai avvenuta. Altri furono impiegati come aerei da collegamento, ambulanza o traino bersagli.

Con il progredire del conflitto, l’Oxford fu gradualmente affiancato e poi sostituito da addestratori più moderni e specializzati, come l’Avro Anson per la navigazione o il Vickers Wellington per il bombardamento. Tuttavia, la sua presenza nelle scuole del Commonwealth rimase significativa fino alla fine della guerra, con oltre 4500 esemplari in servizio all’apice della produzione nel 1944.

Anche dopo la smobilitazione postbellica, l’Oxford continuò a volare in un cospicuo numero di aeronautiche minori, che lo ricevettero come surplus o aiuto militare. Tra queste figuravano Belgio, Birmania, Ceylon, Danimarca, Egitto, Francia, Grecia, India, Israele, Norvegia, Olanda, Portogallo, Turchia e Iugoslavia. Alcuni esemplari civili convertiti prestarono servizio fino agli anni ’50 in ruoli di collegamento e aerotaxi.

Complessivamente, dei circa 8750 Oxford prodotti, si stima che oltre il 60% sia stato impiegato al di fuori del Regno Unito, a testimonianza del suo successo come “trainer” dell’Impero britannico. Pur non essendo un aereo particolarmente veloce o tecnologicamente avanzato, ha svolto la sua cruciale missione con efficacia e profitto, contribuendo in modo decisivo allo sforzo bellico alleato.

Oggi ne sopravvivono circa 8 esemplari in musei aeronautici di mezzo mondo. Rappresentano il ricordo tangibile di un aereo non appariscente ma prezioso, che ha formato gli equipaggi dei bombardieri con cui la RAF ha marciato verso la vittoria. Un umile ma infaticabile servitore dello sforzo bellico alleato.

Trio di Oxford in volo
Trio di Oxford in volo

Principali varianti dello Airspeed Oxford

  • AS.10 Oxford I: per soddisfare le richieste della RAF la Airspeed incrementò l’apertura alare dell’areo, introdusse alcune modifiche al muso e adottò i motori Armstrong Siddeley Cheetah IX da 350 HP. Il Mark I volò per la prima volta il 19 giugno 1937 ed entrò in servizio nei reparti di addestramento nel novembre dello stesso anno. All’inizio della guerra circa 300 Mk I erano in servizio con la RAF e un certo numero era in uso presso la Royal New Zealand Air Force
  • AS.10 Oxford II: vennero costruiti 70 esemplari di Oxford II che si differenziava dalla serie precedente soprattutto per la presenza di una torretta difensiva motorizzata. Venne utilizzata soprattutto per l’addestramento dei mitraglieri e degli operatori radio.
  • AS.10 Oxford III: adottava due motori Cheetah XV da 425 HP ed eliche Rotol a giri costanti; l’Oxford III fu impiegato soprattutto per l’addestramento dei navigatori e degli operatori radio
  • AS.10 Oxford IV: usata per prove in volo dei motori de Havilland Gipsy Queen IV
  • Oxford T.II: 9 esemplari costruiti, 8 dei quali ottenuti dalla conversione di Mk I
  • AS.40 Oxford: versione civile per sperimentazioni radio, due esemplari costruiti
  • AS.41 Oxford: un unico esemplare ottenuto dalla conversione di un aereo esistente, utilizzato dalla Miles Aicraft per le prove in volo del motore Alvis Leonides
  • AS.42 Oxford: versione simile all’Oxford I modificato per soddisfare esigenze specifiche della Nuova Zelanda
  • AS.43 Oxford: versione di test della AS.43
  • AS.46 Oxford V: variante finale, dotata di motori Pratt & Whitney R-985 radiali da 450 cavalli ed eliche Hamilton Standard a passo variabile. Molti Mk I e Oxford vennero aggiornati e trasformati in Mk V
  • AS.65 Consul: alla fine della Seconda Guerra Mondiale oltre 150 aerei vennero convertiti per operare come aerei da trasporto civile

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Modello: Airspeed Oxford Mk. I
  • Costruttore: Airspeed Ltd.
  • Tipo: Addestramento
  • Motore:

    2 Armstrong Siddeley Cheetah IX, radiali a 7 cilindri, raffreddati ad aria, da 350 HP ciascuno.

  • Anno: 1937
  • Apertura alare m.: 16.25
  • Lunghezza m.: 10.51
  • Altezza m.: 3.38
  • Peso al decollo Kg.: 3.447
  • Velocità massima Km/h: 298
  • Quota massima operativa m.: 5.945
  • Autonomia Km: 1.545 
  • Armamento difensivo:

  • Equipaggio: 3
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Feel Air Arm (pagina archiviata)
    • BAE Systems
    • RAF Museum
     

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