Nel 1933 La Finlandia richiese un progetto per un aereo da ricognizione; nacque così il Letov S.28 che venne prodotto per la Cecoslovacchia dopo che la Finlandia aveva rinunciato al contratto iniziale.
Il deteriorarsi della situazione politica internazionale spinse infatti il governo cecoslovacco ad un potenziamento delle proprie forze armate. Fu tutto inutile; con l’occupazione tedesca tutti gli aerei costruiti passarono alla Luftwaffe che li utilizzò come addestratori fino al ’44, cedendone un certo numero agli alleati dell’Asse.
Il Letov S.328 è un biplano monomotore a carrello fisso, struttura metallica e rivestimento misto, propulso da un motore raffreddato ad aria.
Origini del progetto
Il progetto del Letov Š-28 nacque nel 1932 per soddisfare una specifica richiesta dell’Aeronautica Militare Finlandese, in un periodo in cui molte nazioni europee stavano modernizzando le proprie forze aeree in previsione di possibili conflitti futuri. Paradossalmente, nonostante il velivolo fosse stato progettato specificamente per rispondere alle esigenze finlandesi, la Finlandia non accettò mai il prototipo, lasciando alla Cecoslovacchia la responsabilità di sviluppare e produrre autonomamente questo promettente design.
Il primo volo del prototipo avvenne nel 1934, e già l’anno successivo il velivolo iniziò a equipaggiare l’Aeronautica Cecoslovacca, dimostrando una rapidità di sviluppo notevole per gli standard dell’epoca. Questa velocità di messa in servizio rifletteva sia la qualità del progetto iniziale sia l’urgente necessità della Cecoslovacchia di modernizzare la propria forza aerea in un contesto internazionale sempre più teso.
Configurazioni specializzate e adattabilità operativa
Una delle caratteristiche più interessanti del Letov Š-28 era la sua versatilità configurativa. Il velivolo venne prodotto in due versioni principali: una con carrello convenzionale per operazioni terrestri e una con galleggianti per operare sull’acqua. Quest’ultima configurazione, designata Š-328v (dove “v” stava per “vodní”, ovvero “acqua” in ceco), rispondeva a esigenze operative molto specifiche.
Nonostante la Cecoslovacchia fosse una nazione senza sbocchi al mare, esisteva la necessità di disporre di un idrovolante traino-bersaglio per un deposito di addestramento dell’artiglieria contraerea cecoslovacca situato nella Baia di Kotor, nell’attuale Montenegro. Furono costruiti quattro esemplari in questa configurazione, dimostrando come anche le nazioni continentali dovessero talvolta ricorrere a soluzioni creative per soddisfare esigenze addestrative specifiche.
Impiego operativo nell’Aeronautica Cecoslovacca
Durante la metà e la fine degli anni Trenta, il Letov Š-28 servì l’Aeronautica Cecoslovacca in molteplici ruoli: aereo da ricognizione, bombardiere leggero e velivolo d’attacco al suolo. Questa versatilità operativa lo rese uno strumento prezioso per una forza aerea che doveva massimizzare l’efficacia di ogni singolo velivolo disponibile.
Un episodio particolarmente interessante della storia del Š-28 riguarda la sperimentazione come caccia notturno. Tredici velivoli del primo lotto di produzione furono modificati e testati in questo ruolo, ricevendo un armamento potenziato costituito da quattro mitragliatrici da 7,92 mm vz.30 nelle ali e due mitragliatrici vz.30 mobili per l’osservatore. Tuttavia, l’assenza di sistemi radar rendeva l’efficacia di questi caccia notturni minima, portando alla successiva riconversione degli aerei per impieghi normali.
Produzione e la situazione prebellica
Al momento dell’Accordo di Monaco, che pose fine alla crisi dei Sudeti, l’Aeronautica Cecoslovacca disponeva di 227 Letov Š-28 nelle unità operative e di altri 87 nelle scuole di addestramento e nei depositi di mobilitazione. Queste cifre testimoniano l’importanza strategica che il velivolo aveva assunto per la difesa nazionale cecoslovacca.
La produzione del Š-28 continuò anche dopo l’occupazione tedesca della Cecoslovacchia nel marzo 1939, dimostrando il valore riconosciuto del progetto anche dalle autorità occupanti. Gli ultimi esemplari prodotti furono 30 Š-328 destinati alla Bulgaria e 50 velivoli dello stesso tipo ordinati dalla Slovacchia nel luglio 1938. In totale, furono prodotti 412 Letov Š-328, un numero considerevole per un velivolo di una nazione relativamente piccola.
L’era dell’occupazione e i primi conflitti
Con l’occupazione tedesca della Cecoslovacchia e la dichiarazione di indipendenza della Slovacchia nel marzo 1939, il destino operativo dei Letov Š-28 si biforcò drammaticamente. Gli eventi dell’ottobre 1939 videro gli Š-328 della Seconda Repubblica Cecoslovacca impegnati in operazioni di combattimento contro le forze ungheresi che avevano attraversato il confine entrando in Rutenia.
Sebbene l’incursione ungherese fosse stata respinta, la Cecoslovacchia fu costretta a cedere gran parte della Rutenia all’Ungheria attraverso il Primo Arbitrato di Vienna, dimostrando come la superiorità aerea locale non sempre si traducesse in vittorie politiche durature.
Il conflitto slovacco-ungherese e l’impiego bellico
Il 23 marzo 1939, l’Ungheria invase la Slovacchia, scatenando la breve Guerra Slovacco-Ungherese. In questo conflitto, gli Š-328 slovacchi furono impiegati per missioni di ricognizione e attacco contro le forze ungheresi in avanzata, rappresentando uno dei primi impieghi bellici significativi del tipo in un conflitto tra Stati sovrani.
Questo utilizzo operativo dimostrò la validità del progetto Letov in condizioni di combattimento reale, fornendo preziose informazioni tattiche e supporto diretto alle truppe di terra in un contesto bellico ad alta intensità.
Campagna di Polonia
Nel settembre 1939, gli Š-328 slovacchi parteciparono alle operazioni di supporto dell’invasione tedesca della Polonia, conducendo missioni di ricognizione e bombardamento in appoggio alle forze slovacche. Questo impiego segnò l’entrata del velivolo cecoslovacco nel più ampio conflitto della Seconda Guerra Mondiale, anche se in un ruolo subordinato alle operazioni tedesche.
Le operazioni in Polonia fornirono agli equipaggi slovacchi preziosa esperienza operativa in un teatro bellico moderno, esperienza che si sarebbe rivelata utile nelle successive operazioni sul fronte orientale.
Fronte orientale
Dopo la partecipazione della Slovacchia all’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nel 1941, gli Š-328 slovacchi furono utilizzati per voli di pattugliamento e ricognizione. Alcuni di questi velivoli parteciparono anche ad attacchi contro autocarri e automobili sovietici, dimostrando la loro capacità di adattarsi a ruoli di interdizione tattica.
Durante l’estate del 1942, gli Š-328 furono nuovamente impiegati in operazioni anti-partigiane nell’Ucraina occidentale, un tipo di guerra irregolare che richiedeva particolare flessibilità operativa e capacità di operare da basi avanzate con supporto logistico limitato.
I tedeschi utilizzarono gli Š-328 catturati sia come addestratori che in ruoli operativi. Particolarmente interessante fu il loro impiego in missioni di attacco notturno sul fronte orientale durante l’inverno 1942-43, quando la Germania aveva bisogno di ogni velivolo disponibile per mantenere la pressione operativa contro le forze sovietiche.
I tedeschi distribuirono alcuni di questi velivoli ai loro alleati, Bulgaria e Slovacchia, dimostrando come anche velivoli di progettazione relativamente datata potessero mantenere valore operativo in contesti specifici.
La Rivolta Nazionale Slovacca e l’ultimo atto
Uno degli episodi più drammatici nella storia operativa del Letov Š-28 si verificò durante la Rivolta Nazionale Slovacca del settembre-ottobre 1944. Almeno 11 velivoli slovacchi furono catturati dagli insorti e utilizzati contro le forze tedesche, rappresentando un capovolgimento simbolico del destino di questi velivoli che avevano precedentemente servito l’Asse.
L’unità insurrezionale non ebbe mai più di tre velivoli operativi contemporaneamente, ma questi si rivelarono un asset importante per le operazioni della resistenza. Il 7 settembre 1944, un Š-328 in pattugliamento ottenne una delle ultime vittorie aeree mai conseguite da un biplano, quando fu attaccato da un Focke-Wulf Fw 189 da ricognizione. Il Fw 189 fu danneggiato dal fuoco delle mitragliatrici e costretto ad atterrare in un’area controllata dagli insorti, segnando un momento simbolico nella transizione tecnologica dell’aviazione militare.
Principali varianti del Letov Š-328
- Š-28: prototipo, propulso da un motore Walter Castor; un solo esemplare costruito
- Š-128: versione in produzione di serie con motori inglesi Bristol Mercury VI costruiti dalla francese Gnome-Rhone; 12 esemplari costruiti
- Š-228: versione prodotta per l’Estonia con motori Bristol Mercury VI prodotti dalla Walter; 4 esemplari costruiti
- Š-228F: prototipo costruito per la Finlandia con motore Bristol Pegasus IIM-2 radiale; 1 aereo costruito
- Š-328: versione principale in produzione, la produzione fu approssimativamente di 412 esemplari suddivisi nelle seguente sottoversioni
- Š-328N: versione da caccia notturna armata con quattro mitragliatrici in caccia e altre due brandeggiabili
- Š-328V: versione idrovolante per il traino bersagli
- Š-428: versione da attacco al suolo e supporto ravvicinato; il motore era un Avia VR-36 da 740 cavalli, 12 cilindri a V raffreddato a liquido
- Š-528: versione pianificata per sostituire la Š-328 sviluppata nel 1935, propulsa da un motore Gnome-Rhome Mistral Major da 800 hp
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Cecoslovacchia
- Modello: Letov Š-328
- Costruttore: Letov
- Tipo: Ricognitore
- Motore:
Bristol Pegasus IIM.2, radale a 9 cilindri, raffreddato ad aria, da 980HP
- Anno: 1934
- Apertura alare m.: 13.70
- Lunghezza m.: 10.40
- Altezza m.: 3.40
- Peso al decollo Kg.: 2.640
- Velocità massima Km/h: 280 a 3.000m
- Quota massima operativa m.: 7.200
- Autonomia Km: 700
- Armamento difensivo:
4 mitragliatrici
- Equipaggio: 2
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Wikipedia (inglese)
- Naval Encyclopedia