Formazione e inizio della Carriera
Nato come Takano Isoroku a Nagaoka nella prefettura di Niigata, il futuro ammiraglio era il sesto figlio di Takano Sadayoshi, un ex samurai di rango intermedio del dominio di Nagaoka. Il nome Isoroku, che significa letteralmente “cinquantasei”, derivava dall’età del padre al momento della sua nascita.
La carriera militare iniziò nel 1904 con il diploma all’Accademia Navale Imperiale di Etajima. Il giovane guardiamarina fu immediatamente assegnato all’incrociatore corazzato Nisshin e partecipò alla guerra russo-giapponese. Durante la battaglia di Tsushima del maggio 1905, rimase gravemente ferito quando la sua nave fu colpita ripetutamente dal fuoco russo, perdendo l’indice e il medio della mano sinistra. Questa menomazione divenne un tratto distintivo della sua figura.
Nel 1916 avvenne un passaggio cruciale: fu adottato dalla famiglia Yamamoto, anch’essa di origini samurai di Nagaoka. Era prassi comune per famiglie prive di eredi maschi adottare giovani promettenti per perpetuare il nome e il rango familiare. Due anni dopo, nel 1918, sposò Mihashi Reiko, dalla quale ebbe quattro figli.
Tornato al Collegio di Guerra Navale nel 1914, ne uscì nel 1916 con il grado di capitano di corvetta. Nel dicembre 1919 fu promosso capitano di fregata, chiudendo così la prima fase della sua carriera.
Periodo interbellico (1919-1939)
Gli anni Venti rappresentarono un periodo formativo fondamentale. Dal 1919 al 1921 studiò all’Università di Harvard, perfezionando l’inglese e comprendendo in profondità la società e l’economia americana. Successivamente prestò servizio come addetto navale presso l’ambasciata giapponese a Washington in due occasioni distinte, viaggiando estensivamente negli Stati Uniti e studiandone le pratiche industriali e commerciali.
Promosso capitano di vascello nel 1923, l’anno seguente fece parte della delegazione giapponese in visita al Naval War College americano. Un momento decisivo fu il cambio di specializzazione dalla balistica all’aviazione navale nel 1924, intuendo prima di molti il futuro ruolo dell’arma aerea nelle operazioni marittime.
Nel 1928 ricevette il suo primo comando importante, l’incrociatore Isuzu, seguito dalla portaerei Akagi. Partecipò alle conferenze navali di Londra del 1930 come contrammiraglio e del 1935 come viceammiraglio, accompagnando i diplomatici in qualità di esperto militare.
Durante gli anni Trenta emerse come uno dei principali sostenitori dell’aviazione navale all’interno della Marina Imperiale. Come capo del Dipartimento Aeronautico, promosse lo sviluppo di nuovi velivoli e dottrine operative. Fu determinante nello sviluppo dei bombardieri medi terrestri Mitsubishi G3M e G4M, insistendo su caratteristiche di grande autonomia e capacità di trasportare siluri, pur accettando compromessi sulla protezione che si sarebbero rivelati fatali.
Dal 1936 al 1939 servì come viceministro della Marina. In questa posizione si oppose fermamente all’espansione militare in Cina del 1931 e 1937, e al Patto Tripartito con Germania e Italia del 1940. Nel dicembre 1937, dopo l’incidente della cannoniera americana Panay, presentò personalmente le scuse all’ambasciatore americano Joseph Grew. Queste posizioni lo resero bersaglio di minacce di morte da parte degli ultranazionalisti.
Visione Strategica

Yamamoto comprese prima di altri l’evoluzione della guerra navale. La sua esperienza americana lo aveva convinto che la potenza navale dipendeva dall’accesso al petrolio e dalla capacità industriale, elementi in cui il Giappone era drammaticamente inferiore agli Stati Uniti. Fu tra i primi ammiragli a teorizzare che le portaerei e l’aviazione navale avrebbero avuto un ruolo decisivo nei conflitti futuri.
La sua visione strategica si scontrava con la dottrina tradizionale della Marina Imperiale, basata sul Kantai Kessen (battaglia decisiva), che prevedeva l’attrito progressivo della flotta americana attraverso sommergibili e forze leggere durante l’attraversamento del Pacifico, seguito da uno scontro decisivo tra corazzate nelle acque tra le Marianne e le Filippine.
Nel gennaio 1941 propose una revisione radicale: invece di attendere passivamente l’avanzata americana, il Giappone doveva colpire preventivamente per raggiungere la parità di forze, per poi cercare una battaglia decisiva offensiva. Questa filosofia portò alla pianificazione dell’attacco a Pearl Harbor.
Paradossalmente, pur essendo ricordato per le portaerei, il suo contributo maggiore fu nello sviluppo dell’aviazione navale terrestre. I bombardieri G3M e G4M, con la loro eccezionale autonomia, furono concepiti per colpire la flotta americana durante il suo attraversamento del Pacifico. Queste specifiche influenzarono anche lo sviluppo del caccia A6M Zero, celebre tanto per la manovrabilità quanto per l’autonomia.
Comando della Flotta Combinata (1939-1943)
Il 30 agosto 1939, Yamamoto assunse il comando della Flotta Combinata in circostanze peculiari. Il ministro della Marina Yonai lo trasferì in mare principalmente per proteggerlo dalle minacce di assassinio. Nonostante l’opposizione aperta al primo ministro Tojo e alla fazione militarista, mantenne il comando grazie alla sua immensa popolarità nella flotta e ai legami con la famiglia imperiale.
Promosso ammiraglio il 15 novembre 1940, si trovò a pianificare una guerra alla quale si era sempre opposto. In una lettera divenuta celebre scrisse che per garantire la vittoria il Giappone avrebbe dovuto marciare su Washington e dettare la pace alla Casa Bianca, aggiungendo però – in una frase spesso omessa dalla propaganda – che dubitava che i politici comprendessero i sacrifici necessari.
Consapevole dell’impossibilità di una guerra prolungata, elaborò la strategia del colpo preventivo. Nell’ordine operativo segreto n.1 del 5 novembre 1941, delineò l’obiettivo di espellere britannici e americani dal Sud-est asiatico per stabilire la Sfera di Co-prosperità della Grande Asia Orientale. Due giorni dopo fissò la data dell’attacco a Pearl Harbor: domenica 7 dicembre, quando le difese americane sarebbero state meno allerte.
Supervisionò personalmente la riorganizzazione delle forze aeronavali nella Prima Flotta Aerea (Kido Butai), concentrando sei portaerei in un’unica potente formazione d’attacco. Parallelamente, organizzò l’11ª Flotta Aerea terrestre per neutralizzare le forze aeree alleate nel Sud-est asiatico.
L’esecuzione dell’attacco a Pearl Harbor rappresentò l’apice della sua strategia offensiva, seguita da sei mesi di vittorie travolgenti nel Pacifico. Tuttavia, la sconfitta di Midway nel giugno 1942 segnò l’inizio del declino. Negli ultimi dieci mesi di vita, Yamamoto si trovò costretto a combattere proprio quella guerra di logoramento che aveva cercato di evitare, impegnando la flotta in una serie di scontri attorno a Guadalcanal che erosero progressivamente la forza aeronavale giapponese.
Operazione Vengeance
Per risollevare il morale dopo la perdita di Guadalcanal, Yamamoto decise un tour di ispezione nel Pacifico meridionale. Il 14 aprile 1943, l’intelligence navale americana intercettò e decrittò un messaggio contenente l’itinerario dettagliato del viaggio. Il presidente Roosevelt autorizzò l’operazione per eliminare l’ammiraglio.
La mattina del 18 aprile 1943, sedici caccia P-38 Lightning intercettarono i due bombardieri Mitsubishi G4M che trasportavano Yamamoto e il suo staff da Rabaul a Balalae. Il tenente Rex Barber colpì l’aereo dell’ammiraglio, che si schiantò nella giungla di Bougainville.
Il corpo fu ritrovato il giorno seguente da una squadra di ricerca giapponese. L’ammiraglio era stato sbalzato fuori dal relitto, ancora seduto con la mano che stringeva l’impugnatura della katana. L’autopsia rivelò due ferite da proiettile calibro .50: una alla spalla sinistra e una fatale che era entrata dalla mascella sinistra ed era uscita sopra l’occhio destro.
Le ceneri furono riportate in Giappone a bordo della corazzata Musashi. Il 5 giugno 1943 ricevette funerali di stato e fu promosso postumo Ammiraglio di Flotta (Gensui), ricevendo l’Ordine del Crisantemo di prima classe.
Eredità
La figura di Yamamoto rappresenta una delle maggiori contraddizioni della guerra del Pacifico: l’uomo che meglio comprendeva l’impossibilità di sconfiggere gli Stati Uniti fu colui che pianificò l’attacco che li trascinò nel conflitto. La sua morte privò il Giappone dell’unico comandante con il prestigio e la visione necessari per negoziare una pace onorevole prima del collasso totale.
La sua eredità tattica e strategica rimane controversa. L’attacco a Pearl Harbor, pur essendo un successo tattico, si rivelò un disastro strategico che galvanizzò l’opinione pubblica americana. Il piano per Midway, eccessivamente complesso e dispersivo, violò i principi basilari della concentrazione delle forze.
Tuttavia, la sua comprensione del ruolo rivoluzionario dell’aviazione navale e la creazione della Kido Butai influenzarono profondamente la guerra nel Pacifico. I comandanti americani, incluso Nimitz, riconobbero in lui un avversario formidabile la cui eliminazione rappresentava un obiettivo strategico prioritario.
Nel Giappone del dopoguerra, Yamamoto è ricordato come un patriota riluttante, costretto dalle circostanze a combattere una guerra che sapeva persa in partenza. La sua opposizione al militarismo e la comprensione della forza americana lo hanno reso una figura più accettabile nella memoria storica rispetto ad altri leader militari dell’epoca.
Informazioni aggiuntive
- Data di nascita: 4 Aprile 1884
- Data morte: 18 Aprile 1943
- Nazione: Giappone
- Tipo: Ammiraglio
- Forza armata: Marina
- Grado: Ammiraglio della Flotta
- Bibliografia – Riferimenti:
