Il Semovente da 75/34 rappresentò l’evoluzione finale della linea di cannoni d’assalto italiani su scafo di carro medio, sviluppata dalla Fiat-Ansaldo durante la Seconda Guerra Mondiale. Nato dall’esigenza di dotare le forze corazzate del Regio Esercito di un mezzo con maggiore capacità anticarro rispetto al Semovente da 75/18, questo veicolo montava lo stesso cannone da 75/34 previsto per il carro armato pesante P40. Entrato in servizio nella primavera del 1943, troppo tardi per partecipare alla campagna di Tunisia, il Semovente da 75/34 ebbe il suo battesimo del fuoco nella difesa di Roma nei giorni immediatamente successivi all’armistizio. Dopo l’8 settembre 1943, la produzione proseguì sotto controllo tedesco e il mezzo continuò a combattere in Italia e nei Balcani fino alla fine del conflitto.
Sviluppo
Il Regio Esercito aveva adottato nel 1940 due cannoni d’assalto: il Semovente L40 da 47/32, derivato dal carro leggero L6/40, e il Semovente da 75/18 su scafo di carro medio M13/40 e successivi. Quest’ultimo si era rivelato l’unico mezzo corazzato italiano realmente in grado di competere con i carri armati britannici, grazie alla potenza dell’obice da 75 mm e all’efficacia dei proietti a carica cava.
Tuttavia, l’evoluzione dei mezzi corazzati nemici rendeva necessario un ulteriore potenziamento dell’armamento. Nel giugno 1941 lo Stato Maggiore dell’Esercito richiese all’Ansaldo lo sviluppo di un semovente più prestante. L’azienda rispose proponendo l’installazione del cannone 75/32 Mod. 1937 sullo scafo del Semovente M41, derivato dal carro armato medio M14/41.
La soluzione non soddisfece i vertici militari. Nell’ottobre 1942 fu imposto ai tecnici dell’Ansaldo di installare il più potente cannone 75/34 Mod. S.F. sullo scafo del Semovente M42, derivato dal carro M15/42. Si trattava dello stesso pezzo previsto per l’armamento del carro armato pesante P40, un cannone progettato specificamente per il tiro anticarro con prestazioni balistiche nettamente superiori all’obice da 75/18.
Il nuovo semovente fu ufficialmente adottato il 29 aprile 1943 con la denominazione “Semovente M42 M (modificato) da 75/34”. Ne furono ordinati 280 esemplari e i primi mezzi entrarono in servizio nel maggio 1943.

Caratteristiche tecniche
Scafo e struttura
L’impostazione generale del Semovente da 75/34 riprendeva quella dei predecessori della famiglia 75/18. Lo scafo M42 derivava dal carro armato M15/42, del quale conservava il treno di rotolamento con sospensioni a balestre semiellittiche e la sezione centro-posteriore, privata della torretta.
La parte anteriore era costituita da una casamatta corazzata in lamiere bullonate. Rispetto al Semovente da 75/18, la casamatta fu modificata per accogliere il cannone più lungo. La corazzatura frontale era realizzata con una piastra singola anziché con due piastre sovrapposte: le fonti riportano uno spessore di 42-50 mm sul settore anteriore.
L’equipaggio era composto da tre uomini. Il conduttore sedeva a sinistra e disponeva di una feritoia con portello corazzato. Al centro e a destra della casamatta trovavano posto il capocarro-cannoniere e il servente. Il capocarro disponeva di un periscopio per il puntamento manuale del pezzo.
Apparato motore
Il Semovente M42 da 75/34 era spinto dal motore Fiat-SPA 15TB, un propulsore a benzina capace di erogare 192 hp. Lo stesso motore equipaggiava il carro armato M15/42 da cui derivava lo scafo. La velocità massima su strada raggiungeva i 38,4 km/h.
Armamento
L’armamento principale era costituito dal cannone 75/34 Mod. S.F., installato al centro della casamatta su un supporto semisferico. Il sistema di montaggio permetteva un brandeggio limitato di 20° a destra e 20° a sinistra, con un’elevazione compresa tra -10° e +20°. Il puntamento avveniva manualmente.
Il cannone da 75/34, progettato specificamente per il tiro anticarro, offriva prestazioni balistiche superiori all’obice da 75/18. La maggiore velocità iniziale del proietto garantiva una migliore capacità di penetrazione contro le corazzature nemiche, rendendo il Semovente da 75/34 un cacciacarri più efficace del suo predecessore.
L’armamento secondario consisteva in una mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm, che poteva essere installata sul cielo della casamatta per la difesa contraerea e per il combattimento ravvicinato contro la fanteria.
Produzione
La produzione del Semovente M42 da 75/34 iniziò nella primavera 1943. Prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943 furono completati tra 60 e 93 esemplari, secondo le diverse fonti disponibili.
Dopo l’armistizio, la produzione proseguì sotto controllo tedesco. La Wehrmacht impiegò 80 esemplari di nuova produzione e 36 mezzi di preda bellica catturati agli italiani, per un totale di 116 veicoli. Il semovente fu ribattezzato StuG M42 mit 75/34 851(i) nella nomenclatura tedesca.
Nel 1944 l’Ansaldo produsse inoltre 23 esemplari di una versione migliorata, il Semovente M43 da 75/34, basata sullo scafo dell’Ansaldo 105/25 M43. Questo nuovo modello differiva dai precedenti per le dimensioni (più largo e più basso) e per la corazzatura maggiorata. I tedeschi designarono questa versione StuG M43 mit 75/34 851(i).
In totale furono prodotti circa 170 Semoventi da 75/34 nelle diverse versioni.
Impiego operativo
Nel Regio Esercito
I Semoventi M42 da 75/34 prodotti prima dell’armistizio furono assegnati a diversi reparti del Regio Esercito:
Il XIX Battaglione Carri M della 1ª Divisione corazzata “M” fu organizzato su due batterie semoventi e una compagnia carri M15/42. Ogni batteria disponeva di un Semovente Comando e di tre sezioni da quattro mezzi ciascuna.
Il XXX Battaglione controcarro della 30ª Divisione fanteria “Sabauda” era costituito su due compagnie.
Il CXXXV Battaglione controcarro della 135ª Divisione corazzata “Ariete II” comprendeva tre compagnie, con circa dodici semoventi assegnati.
Altri mezzi furono in dotazione al 31º Reggimento fanteria carrista e al Reggimento “Cavalleggeri di Alessandria” (14º).
La difesa di Roma
L’unico impiego operativo significativo del Semovente da 75/34 nelle file del Regio Esercito avvenne durante la difesa di Roma, tra l’8 e il 10 settembre 1943. I semoventi del CXXXV Gruppo della 135ª Divisione corazzata “Ariete II” parteciparono agli scontri con le forze tedesche nei giorni immediatamente successivi all’armistizio.
I combattimenti furono brevi e dall’esito scontato. Solo pochi semoventi andarono distrutti negli scontri; la maggior parte dei mezzi fu catturata dai tedeschi dopo la resa delle forze italiane.

Sotto le insegne tedesche
Dopo l’armistizio, i Semoventi da 75/34 catturati e quelli di nuova produzione furono impiegati dalla Wehrmacht in Italia e nei Balcani. Il mezzo fu assegnato tipicamente a una compagnia per ogni Panzerjäger Abteilung (battaglione cacciacarri) di numerose divisioni dello Heer e ad alcuni reparti di Fallschirmjäger della Luftwaffe.
I Semoventi M43 da 75/34 prodotti nel 1944 furono tutti utilizzati dai tedeschi in Italia settentrionale e nei Balcani fino alla fine del conflitto.
Alcuni esemplari furono ceduti all’Esercito Nazionale Repubblicano della RSI. Il Gruppo squadroni corazzato “San Giusto” ebbe in dotazione almeno un Semovente da 75/34 su scafo M42, inquadrato nel suo Squadrone carri M insieme a semoventi da 75/18 e carri M di vari modelli.
Varianti
- Semovente M42 M da 75/34: versione principale, su scafo derivato dal carro armato M15/42. Armato con cannone 75/34 Mod. S.F. e mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm. Prodotto in 60-93 esemplari prima dell’armistizio, altri 80 sotto controllo tedesco.
- Semovente M43 da 75/34: versione su scafo dell’Ansaldo 105/25 M43, con dimensioni diverse (più largo e più basso) e corazzatura maggiorata rispetto all’M42. Prodotto in 23 esemplari nel 1944 sotto controllo tedesco. Designazione germanica: StuG M43 mit 75/34 851(i).
Informazioni aggiuntive
- Nome e tipo: Semovente M42 M da 75/34
- Anno: 1943
- Produzione: 173
- Motore:
Fiat-SPA 15TB M42 a benzina, 8 cilindri a V, 11980 cm³
- Potenza motore (hp): 192
- Lunghezza m.: 5.04
- Larghezza m.: 2.23
- Altezza m.: 1.85
- Peso t.: 15
- Velocità su strada Km/h: 40
- Autonomia Km.: 200
- Armamento:
- cannone da 75/34 Mod. S.F. con 46 granate
- 1 mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm con 1104 colpi
- Corazzatura max mm.: 50
- Equipaggio: 3
- Bibliografia – Riferimenti:
- Wikipedia
- Comando Supremo (pagina archiviata)
- Tank-AFV
- Onwar
