Teruhiko Kobayashi (小林 照彦, Kobayashi Teruhiko) nacque il 17 novembre 1920 a Tokyo. La sua straordinaria carriera lo vide trasformarsi da pilota di bombardieri a comandante della più celebre unità di difesa aerea del Giappone, diventando a soli 24 anni il più giovane comandante di Sentai dell’aviazione dell’esercito.
Gli anni della formazione
Dopo gli studi alla Kokushikan Junior High School, Kobayashi entrò all’Accademia dell’Esercito Imperiale, diplomandosi nel 1940 con la 53ª classe. Inizialmente nominato sottotenente di artiglieria, scelse di passare all’aviazione come pilota di bombardieri leggeri, una decisione che avrebbe segnato l’inizio di una carriera straordinaria.
Le prime esperienze di guerra
Il battesimo del fuoco di Kobayashi avvenne nel dicembre 1941 durante la Battaglia di Hong Kong. Come pilota del 45° Sentai, volava su un vecchio bombardiere leggero Kawasaki Ki-32 “Mary”, conducendo attacchi contro installazioni militari e navi britanniche. Successivamente fu trasferito al 66° Sentai in Manciuria, dove acquisì preziosa esperienza operativa.
La transizione ai caccia
Nel novembre 1943, Kobayashi prese una decisione che avrebbe cambiato il corso della sua carriera: passò ai caccia. Completò l’addestramento presso la Scuola dell’Aviazione dell’Esercito di Akeno, divisione di Kameyama. Le sue capacità furono subito riconosciute e fu trattenuto come istruttore, prestando servizio negli aeroporti militari di Akeno, Sano e Hayashi.
Il comando del 244° Sentai
La svolta nella carriera di Kobayashi arrivò nel novembre 1944 quando, con il grado di capitano e all’età di soli 24 anni, assunse il comando del 244° Sentai basato all’aeroporto di Chōfu. L’unità, equipaggiata con circa 40 caccia Kawasaki Ki-61 “Hien”, era responsabile della difesa aerea di Tokyo. Sotto la sua guida, il 244° si distinse per la meticolosa preparazione all’intercettazione dei B-29 e per essere una delle poche unità in grado di effettuare intercettazioni notturne in formazione.
Il 3 dicembre 1944 Kobayashi ottenne la sua prima vittoria, abbattendo un B-29. Durante quella stessa sortita, la sua unità rivendicò l’abbattimento di sei bombardieri attraverso attacchi di speronamento, con tutti i piloti che riuscirono a sopravvivere. Il 22 dicembre danneggiò un altro B-29 durante un attacco frontale, causandone la perdita del terzo motore e il mancato rientro alla base.
Il 27 gennaio 1945, durante un attacco in picchiata contro un B-29, il suo “Hien” entrò in collisione con il bombardiere. Kobayashi riuscì a lanciarsi col paracadute, riportando solo lievi contusioni. Il 12 aprile fu nuovamente costretto al lancio dopo essere stato ferito a una gamba durante l’attacco a un altro B-29.
Gli ultimi mesi di guerra
Nel maggio 1945 Kobayashi passò al nuovo caccia Kawasaki Ki-100, più affidabile e performante dello “Hien”. Nello stesso mese, il suo reparto ricevette un encomio dall’Alto Comando dell’Esercito e lui fu decorato con la Medaglia Bukōshō di seconda classe e promosso maggiore.
Il 25 luglio 1945 Kobayashi rischiò la corte marziale per aver disobbedito agli ordini. Nonostante l’ordine di attendere l’arrivo dei bombardieri, decollò con i suoi uomini per intercettare caccia F6F Hellcat della VF-31, dalla portaerei USS Belleau Wood, che stavano attaccando l’aeroporto di Yokaichi. Nel combattimento che ne seguì, quasi a livello degli hangar, entrambe le parti persero due velivoli. Sebbene la corte marziale fosse stata avviata, l’approvazione imperiale delle sue azioni ne impedì lo svolgimento.
Il dopoguerra e il sacrificio finale
Dopo nove anni nel settore civile, nel 1954 Kobayashi entrò nelle neonate Forze di Autodifesa Aerea del Giappone. Prestò servizio nelle basi di Matsushima e Tsuiki, e tra il novembre 1955 e il maggio 1956 si addestrò negli Stati Uniti sui caccia F-86 Sabre.
Il 4 giugno 1957, durante un volo di addestramento da Hamamatsu su un T-33 Shooting Star, si trovò ad affrontare un’emergenza tecnica poco dopo il decollo. Con lo stesso spirito di sacrificio che lo aveva contraddistinto in guerra, ordinò al navigatore di lanciarsi mentre lui tentava di dirigere l’aereo lontano dalle zone abitate. Nel tentativo perse la vita, concludendo eroicamente una carriera dedicata al volo e alla protezione degli altri.
L’eredità
Teruhiko Kobayashi rappresenta un esempio straordinario di leadership e dedizione. La sua capacità di passare dai bombardieri ai caccia, il suo talento come comandante e il suo coraggio in combattimento lo resero una figura leggendaria dell’aviazione giapponese. Con cinque vittorie confermate (tre B-29 e due F6F Hellcat) e numerosi danneggiamenti, il suo record come pilota fu notevole, ma fu soprattutto la sua capacità di guidare e ispirare i suoi uomini a renderlo una figura indimenticabile nella storia dell’aviazione militare.
Informazioni aggiuntive
- Data di Nascita: 19 Marzo 1919
- Data morte: 7 Gennaio 1983
- Vittorie: 14
- Forza aerea: Esercito Imperiale
- Bibliografia – Riferimenti
- Ikuhiko Hata, Yasuho Izawa (1989) Japanese Naval Aces and Fighter Units in World War II. (1989). Naval Institute Press. ISBN 0-87021-315-6.