Il Rolls Royce Merlin, motore britannico raffreddato a liquido

Rolls Royce Merlin

di redazione
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La genesi del propulsore Rolls Royce risale agli trenta, al periodo in cui erano popolari le gare di velocità tra aerei. In quel periodo ad appassionare il momento c’era la Coppa Schneider, una gara per idrovolanti che si svolgeva ogni anno e che prevedeva un percorso chiuso. Molti produttori vi partecipavano e gli studi di progettazione lavoravano febbrilmente su prototipi ed esperimenti per riuscire a vincere l’ambito trofeo. Uno di questi prodotti fu proprio il Kestrel, un motore da cui fu poi derivato il Merlin, progettato e costruito per partecipare alla gara.

Il propulsore Britannico equipaggiò fin dal primo momento i due caccia più diffusi della Royal Air Force, quelli che sostennero il grosso dell’urto della Luftwaffe nel corso della Battaglia d’Inghilterra ovvero lo Spitfire e l’Hurricane. Successivamente fu usato su numerosissimi aerei britannici, tanto per fare alcuni esempi possiamo citare i bombardieri Manchester, Halifax e Lancaster, il polivalente Mosquito, il Barracuda il Beaufighter e un enorme numero di aerei, anche di progettazione straniera.

L’importanza di questo motore fu subito capita tanto che già nel 1940 i progetti, completi di tutti i dettagli necessari ad avviarne rapidamente la produzione, furono spediti negli Stati Uniti in previsione del caso in cui la Gran Bretagna fosse stata costretta a capitolare.
Negli Stati Uniti il motore venne prodotto dalla Packard e la collaborazione tra le industrie britanniche ed americane portò a numerosi sviluppi del motore e alla sua adozione su alcuni dei migliori del conflitto, tra questi anche il famoso North American P-51 Mustang di progettazione americana, uno dei migliori aerei da caccia della Seconda Guerra Mondiale che era inizialmente equipaggiato con il motore Allison e dimostrò tutte le sue potenzialità solo quando si decise di metterci sopra un Merlin.

La potenza del motore, che inizialmente era di 1000 HP, nelle versioni finali raggiunse i 1600 cavalli (per alcuni brevi periodi si potevano superare anche i 2000 HP con una iniezione nei cilindri di una soluzione di acqua e metanolo). Questo risultato fu possibile soprattutto grazie allo sviluppo dei carburatori sempre migliori, di progettazione americana, e all’adozione di benzine con un numero sempre maggiore di ottani che permettevano di adottare un rapporto di compressione più elevato allontanando il rischio di una prematura detonazione in camera di combustione.

La cilindrata era di circa 27 litri con 12 cilindri disposti a V, angolati tra loro di 60 gradi.

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