Una statistica fatta alla fine della guerra porta alla conclusione che il 60% di tutti gli aerei da caccia di produzione americana del periodo bellico era propulsa da questo motore.
Progettato nel 1929 dalla Allison, un’industria che gravitava nella galassia della General Motors, il V-1717 rispondeva alle caratteristiche richieste ovvero un motore semplice e robusto, raffreddato a liquido, dalla potenza di circa 1000 cavalli in grado di equipaggiare sia caccia che bombardieri.
La cilindrata era di circa 28 litri suddivisa in 12 cilindri disposti a “V”, l’alimentazione a carburatore. Soprattutto durante il conflitto vennero prodotte nuove versioni del motore che nelle varianti finali arrivò a sviluppare anche 2.200 cavalli, anche se solo per brevi periodi e in certe condizioni.
Alcune delle caratteristiche positività erano la versatilità e il costo. Sviluppato con una filosofia tipica del prodotti General Motors il motore poteva essere configurato in diverse varianti in modo relativamente semplice, per fare un esempio era semplice collegare un’elica in grado di girare in senso orario oppure in senso antiorario inoltre alcune parti del motore potevano essere configurate per essere montate in modo diverso ed adattarsi alle caratteristiche di ingombro dell’aereo ospitante. Per quanto riguarda il prezzo del motore è sufficiente considerare il fatto che i primi esemplari prodotti avevano un costo di 25.000 dollari mentre alla fine del periodo bellico venivano ceduti per 8.500, poco più di un terzo del valore iniziale.
Uno dei difetti che è sempre stato imputato a questo motore è una mediocrità delle prestazioni, particolarmente in quota. Molto probabilmente queste negatività, che non furono mai completamente eliminate, erano dovute alle specifiche iniziali e alla scelta di adottare un unico compressore monostadio.
Nel corso degli anni vennero sviluppate numerose versioni che, pur non riuscendo a trasformarlo in un motore in grado di rivaleggiare con il suo concorrente più diretto ovvero il Rolls Royce Merlin, portarono comunque a un grande incremento della potenza erogata, soprattutto al decollo. In alcune versioni fu implementato un sistema di alimentazione da usare in caso di emergenza: questo iniettava una soluzione di alcol ed etilene che creava un incremento delle prestazioni. Sia pur temporaneo questo incremento poteva rivelarsi sufficiente per tirare un pilota fuori dai guai.
Questo sistema doveva essere usato con parsimonia in quanto metteva a dura prova la resistenza del motore: dopo l’uso il motore doveva essere smontato e completamente revisionato.