La famiglia di bimotori da bombardamento-ricognizione iniziata con l’Hudson, proseguita con il Ventura, terminò con l’Harpoon, aereo degno dei predecessori e nel quale vennero adottati tutte le modifiche e miglioramenti necessari.
In particolare era stato potenziato l’armamento difensivo, maggiorata la capacità di carico di combustibile ed infine la superficie di ali e timoni era stata ampliata.
Il Lockheed Harpoon è un bimotore monoplano ad ala media, carrello retrattile e motori raffreddati ad aria.
Progetto
Il PV-2 Harpoon nacque dalla necessità di superare alcune limitazioni riscontrate nelle operazioni con il PV-1 Ventura. Quest’ultimo, pur dimostrandosi un velivolo versatile e capace, aveva evidenziato problemi significativi durante il decollo a pieno carico di carburante, un fattore particolarmente critico nelle operazioni del Pacifico, dove le lunghe distanze richiedevano la massima autonomia possibile.
La Lockheed intraprese quindi una riprogettazione sostanziale del Ventura, con l’obiettivo primario di migliorarne le prestazioni in decollo e incrementarne la capacità di carico. Il primo volo del prototipo del PV-2 Harpoon avvenne il 3 dicembre 1943, segnando l’inizio di una nuova era per questo pattugliatore.
Foto di Smith801 – Own work, CC BY-SA 4.0
Innovazioni Progettuali
La caratteristica più evidente del PV-2 Harpoon rispetto al suo predecessore fu l’incremento significativo della superficie alare, che passò da 551 piedi quadrati (51,2 metri quadrati) a 686 piedi quadrati (63,7 metri quadrati). Questa modifica rispondeva a specifiche esigenze operative: un’ala più grande significava maggiore portanza e, di conseguenza, migliori prestazioni in decollo anche con carichi elevati.
L’armamento offensivo venne standardizzato con cinque mitragliatrici in posizione frontale, incrementando significativamente la potenza di fuoco in attacchi a bassa quota. Molti dei primi PV-1 disponevano di una postazione per il bombardiere, elemento che venne eliminato nel PV-2 a favore di una configurazione più semplificata e orientata all’attacco.
Altri sviluppi significativi inclusero l’aumento del carico di bombe del 30%, arrivando a 4.000 libbre (1.800 kg), e la capacità di trasportare otto razzi HVAR da 5 pollici (127 mm) sotto le ali, armamento che conferiva al velivolo notevoli capacità di attacco contro bersagli navali e terrestri.
Mentre con le modifiche apportate l’Harpoon avrebbe dovuto garantire un’autonomia maggiore e migliori prestazioni in decollo rispetto al Ventura, le stime iniziali indicavano una velocità inferiore a causa dell’utilizzo degli stessi motori ma con un aumento di peso. Nonostante questo apparente svantaggio, la Marina degli Stati Uniti ordinò 500 esemplari, assegnando loro il nome “Harpoon” (Arpione), un chiaro riferimento alla loro missione principale di caccia anti-nave.
Lo sviluppo dell’Harpoon non fu privo di difficoltà. I primi test rivelarono una pericolosa tendenza delle ali a deformarsi sotto stress. Questo problema era così grave che non poté essere risolto semplicemente con una riduzione dell’apertura alare di 6 piedi (1,8 metri), che avrebbe reso l’ala uniformemente flessibile, ma richiese una completa riprogettazione della struttura alare.
Questo ostacolo ritardò significativamente l’entrata in servizio del PV-2. Gli esemplari già consegnati furono utilizzati per scopi di addestramento sotto la designazione PV-2C, mentre la produzione regolare riprese solo quando la riprogettazione fu completata. Entro la fine del 1944, solo 69 PV-2 erano stati consegnati, un numero ben inferiore alle previsioni iniziali.
I primi velivoli inviati in missione furono i PV-2D, dotati di otto mitragliatrici frontali e impiegati principalmente in attacchi al suolo. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, tutti gli ordini rimanenti furono cancellati, limitando significativamente il numero totale di Harpoon prodotti.
Impiego operativo del Lockheed Harpoon
Con i problemi alle ali risolti, il PV-2 si dimostrò un velivolo affidabile e alla fine anche popolare tra gli equipaggi. Il suo primo impiego operativo fu nelle Isole Aleutine con lo squadrone VP-139, una delle unità che aveva originariamente utilizzato il PV-1 Ventura.
Le maggiori capacità di carico e l’autonomia estesa resero l’Harpoon particolarmente adatto per le lunghe missioni di pattugliamento marittimo nel Pacifico, dove la ricerca di naviglio nemico richiedeva spesso molte ore di volo su vaste distese oceaniche. La configurazione potenziata dell’armamento offensivo, inoltre, rendeva l’aereo efficace non solo nell’individuazione di obiettivi nemici, ma anche nel loro attacco diretto.
Sebbene l’Harpoon non abbia avuto il tempo di accumulare una lunga carriera operativa durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa della sua introduzione relativamente tardiva, le sue qualità furono apprezzate dagli equipaggi che lo utilizzarono. La sua robustezza, l’affidabilità e le buone prestazioni, una volta risolti i problemi iniziali, lo resero un velivolo adatto alle difficili condizioni operative del Pacifico.
Carriera Postbellica dell’Harpoon
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti cessarono di ordinare nuovi PV-2, e gli esemplari in servizio furono gradualmente ritirati. Tuttavia, l’Harpoon trovò impiego presso diverse forze aeree alleate negli anni successivi al conflitto.
Un caso particolarmente significativo fu quello della Força Aérea Portuguesa che ricevette 42 Lockheed PV-2C Harpoon a partire dal 1953, per sostituire i Curtiss SB2C-5 Helldiver come aerei anti-sommergibile. Gli Harpoon equipaggiarono gli squadroni 61 e 62 presso la base aerea di Montijo. Nel 1960, gli Harpoon furono sostituiti come aerei da pattugliamento marittimo e anti-sommergibile dai Lockheed P2V-5 Neptune.
Gli Harpoon rimanenti furono inviati in Angola e Mozambico, dove formarono lo Squadrone 91 operante dalla base aerea di Luanda e lo Squadrone 101 dalla base aerea di Beira. Gli Harpoon furono impiegati in operazioni nei teatri angolano e mozambicano della Guerra d’Oltremare Portoghese (1961-1974). Servirono principalmente come bombardieri leggeri e aerei da attacco al suolo, con occasionali sortite di ricognizione, trasporto e pattugliamento marittimo. Gli ultimi Harpoon portoghesi furono ritirati nel 1975.
Il Museu do Ar (Museo dell’Aria portoghese) conserva quello che si ritiene essere l’unico Lockheed PV-2C Harpoon rimasto in Europa, una testimonianza della longevità operativa di questo velivolo.
Eredità del PV-2 Harpoon
Il PV-2 Harpoon rappresenta un interessante caso di studio nell’evoluzione degli aerei militari durante la Seconda Guerra Mondiale. Nato come risposta alle limitazioni di un velivolo esistente, l’Harpoon dimostrò come una riprogettazione sostanziale potesse trasformare un aereo già valido in uno strumento ancora più efficace per compiti specifici.
La sua storia evidenzia anche l’importanza della flessibilità progettuale e produttiva dell’industria aeronautica americana durante il conflitto. La capacità di identificare problemi, sviluppare soluzioni e implementarle rapidamente fu un fattore chiave nel mantenere la superiorità aerea alleata su tutti i fronti.
Sebbene l’Harpoon non abbia goduto della fama di altri velivoli contemporanei, il suo contributo alle operazioni nel Pacifico e la sua lunga carriera postbellica testimoniano la validità del progetto. La sua evoluzione dal Ventura (descritto in dettaglio in un articolo separato sul nostro sito) illustra perfettamente il processo di perfezionamento continuo che caratterizzò lo sviluppo degli aerei militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’eredità dell’Harpoon si estende oltre il suo servizio diretto. Le lezioni apprese dal suo sviluppo e dalle sue operazioni influenzarono la progettazione di successivi pattugliatori marittimi, contribuendo all’evoluzione di questa importante categoria di velivoli militari. In particolare, l’esperienza con l’Harpoon fu preziosa per lo sviluppo del Lockheed P2V Neptune, che avrebbe svolto un ruolo cruciale nella guerra fredda come principale pattugliatore marittimo anti-sommergibile della Marina statunitense.
Confronto con il Ventura
Il PV-2 Harpoon, pur essendo un’evoluzione diretta del PV-1 Ventura, presentava differenze significative che ne facevano un velivolo distinto, ottimizzato per missioni specifiche e per le particolari condizioni operative del teatro del Pacifico.
La riprogettazione dell’ala rappresentò il cambiamento più sostanziale. L’aumento della superficie alare del 25% circa conferì all’Harpoon migliori caratteristiche di decollo e una maggiore capacità di carico, elementi cruciali per le lunghe missioni di pattugliamento marittimo nel Pacifico, dove spesso le basi erano distanti e il carico bellico doveva essere massimizzato.
Dal punto di vista dell’armamento, mentre il Ventura manteneva un approccio più tradizionale con una posizione dedicata per il bombardiere, l’Harpoon adottò una configurazione più aggressiva, con un maggior numero di armi a tiro frontale e la capacità di trasportare razzi sotto le ali. Questa modifica rifletteva un cambiamento nella tattica di impiego: da bombardiere medio a vero e proprio aereo da attacco, capace di colpire con precisione obiettivi navali e terrestri.
Nonostante queste differenze, l’Harpoon condivideva con il Ventura la stessa meccanica di base, gli stessi motori e molti componenti strutturali, il che facilitò la transizione per gli equipaggi e la manutenzione. Questa continuità rappresentò un vantaggio logistico significativo in un periodo in cui le risorse erano limitate e la standardizzazione era fondamentale per l’efficienza operativa.
Principali varianti del Lockheed Harpoon
- PV-2 Harpoon: versione migliorata con deriva di spessore maggiore e superficie alare incrementata, 470 aerei
- PV-2C: versione modificata della PV-2 e impiegata per addestramento, 30 aerei
- PV-2D: identica alla PV-2 ma con 8 mitragliatrici installate nel muso, 35 aerei
- PV-2T: designazione usata per PV-2 impiegati nell’addestramento degli equipaggi
Informazioni aggiuntive
- Nazione: USA
- Modello: Lockheed PV-2 Harpoon
- Costruttore: Lockheed Aircraft Corp.
- Tipo: Ricognizione
- Motore:
2 Pratt & Whitney R-2800-31 Double Wasp, radiali a 18 cilindri da 2.000 HP raffreddati ad aria.
- Anno: 1944
- Apertura alare m.: 22.83
- Lunghezza m.: 15.85
- Altezza m.: 3.63
- Peso al decollo Kg.: 16.330
- Velocità massima Km/h: 453 a 4.175 m.
- Quota massima operativa m.: 7.285
- Autonomia Km: 2.880
- Armamento difensivo:
9 mitragliatrici
- Equipaggio: 4-5
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- National Naval Aviation Museum
- Vintage Aviation News