Nobutake Kondo (近藤 信竹) nacque il 25 settembre 1886 nella prefettura di Osaka e morì il 19 febbraio 1953. Ammiraglio della Marina imperiale giapponese, la sua carriera fu caratterizzata da una costante ascesa attraverso i ranghi, alternando comandi operativi a incarichi di grande responsabilità presso lo stato maggiore generale. La sua figura è legata soprattutto alla guida della 2ª Flotta durante i primi anni cruciali della guerra nel Pacifico.
- Formazione e primi anni di servizio
- Maturità professionale e ascesa gerarchica
- Gli anni Trenta: tra burocrazia e comandi operativi
- L'inizio della guerra e il comando della 2ª Flotta
- Le campagne vittoriose: Malesia, Indie orientali e Oceano Indiano
- Midway e il ruolo secondario
- Guadalcanal: vittorie tattiche e sconfitte strategiche
- Gli ultimi anni e il ritiro
- Valutazione storica
Brillante organizzatore e amministratore, Kondo fu tra gli ufficiali più stimati della marina nipponica. Pur appartenendo alla cosiddetta “fazione dei trattati”, condividendo quindi con l’ammiraglio Yamamoto la convinzione che uno scontro con gli Stati Uniti avrebbe portato il Giappone alla rovina, partecipò attivamente alla pianificazione e conduzione delle operazioni offensive nel Pacifico. La sua condotta durante la campagna di Guadalcanal, pur portando a risultati tattici significativi, evidenziò alcuni limiti nella capacità di coordinamento delle grandi formazioni navali e nell’aggressività necessaria per sfruttare pienamente le opportunità offerte dalle battaglie notturne.
Formazione e primi anni di servizio
Il percorso militare di Kondo iniziò con l’ingresso nell’Accademia navale di Etajima, dove studiò nella 35ª classe. I suoi risultati furono eccezionali: si diplomò il 20 novembre 1907 al primo posto su 172 cadetti, risultato che gli valse l’immediato riconoscimento come ufficiale di grande promesse. Ottenuto il brevetto di aspirante guardiamarina, intraprese la tradizionale crociera di addestramento all’estero a bordo dell’incrociatore protetto Itsukushima.
Rientrato in Giappone nell’estate 1908, fu assegnato alla celebre nave da battaglia Mikasa, ammiraglia dell’ammiraglio Tōgō durante la guerra russo-giapponese. Il 25 dicembre gli fu riconosciuta la qualifica di guardiamarina. Proseguì la sua formazione a bordo dell’incrociatore corazzato Aso fino all’estate del 1910, quando iniziò la specializzazione a terra frequentando il Corso base alla Scuola di artiglieria navale. Al termine ottenne la promozione a sottotenente di vascello il 1º dicembre, seguita dal Corso base alla Scuola siluristi.
Nel 1911, dopo aver completato con successo la formazione specialistica, prestò servizio sul cacciatorpediniere di terza classe Kisaragi. Riconosciuto come ufficiale inferiore brillante, nell’aprile 1912 fu nominato addetto all’equipaggiamento presso il Comando costruzioni navali. Contemporaneamente venne selezionato per un viaggio di studio nel Regno Unito a scopo formativo, esperienza che avrebbe lasciato un’impronta duratura sul suo stile e portamento professionale.
Durante il soggiorno britannico ricevette notifica del suo trasferimento all’incrociatore da battaglia Kongo, ma poté effettivamente unirsi all’equipaggio solo al suo rientro in patria nel novembre 1913. Il 1º dicembre fu promosso tenente di vascello e ammesso al prestigioso Collegio navale per seguire il Corso B nella 17ª classe. Completati gli studi, frequentò il Corso avanzato alla Scuola d’artiglieria navale, consolidando la sua specializzazione in questo settore critico della guerra navale.
Maturità professionale e ascesa gerarchica
Tra il 1914 e il 1917 Kondo alternò incarichi presso l’arsenale di Kure e servizio a bordo della nave da battaglia Fuso, allora ammiraglia, con periodi presso gli stati maggiori della 2ª Flotta, della 1ª Flotta e della Flotta Combinata. Questa rotazione tra mare e uffici era tipica del percorso formativo degli ufficiali destinati alle alte responsabilità. Nel dicembre 1916 assunse l’incarico di ufficiale addetto all’artiglieria sull’incrociatore Akitsushima.
Il 1º dicembre 1917 entrò nel Corso A del Collegio navale, frequentando nuovamente la 17ª classe. Si diplomò esattamente due anni dopo con la promozione a capitano di corvetta e l’immediata assegnazione allo stato maggiore generale della Marina imperiale, chiaro segno della fiducia riposta in lui dagli alti comandi.
Il 1º dicembre 1920 lasciò nuovamente il Giappone per un’esperienza all’estero. Fu inizialmente assegnato come addetto militare alla missione diplomatica in Svezia, ma dopo appena una settimana fu ridestinato all’ambasciata giapponese in Germania. Il lungo soggiorno tedesco, protrattosi fino al 1923, approfondì le sue conoscenze militari e fece nascere in lui una forte simpatia per la nazione tedesca. Dal 1º agosto 1922 fu sovrintendente alla verifica dell’aderenza del governo tedesco al trattato di Versailles, incarico delicato che si concluse nel febbraio 1923.
Rientrato in patria, nel giugno 1923 fu imbarcato sulla corazzata e ammiraglia Mutsu in qualità di ufficiale capo alle operazioni. Il 1º dicembre ricevette la nomina a capitano di fregata e un mese dopo, il 10 gennaio 1924, fu scelto come aiutante di campo del principe ereditario Hirohito, compito che ricoprì per quasi tre anni. Questa nomina testimoniava non solo le sue eccellenti doti organizzative e amministrative, ma anche la totale fiducia dell’establishment imperiale.
Solo il 1º dicembre 1926 tornò a incarichi prettamente militari come membro degli stati maggiori della 1ª Flotta e della Flotta Combinata. Il 15 novembre 1927 passò nuovamente allo stato maggiore generale e contemporaneamente fu nominato istruttore al Collegio navale. Promosso capitano di vascello il 1º dicembre, aggiunse anche l’incarico di istruttore al Collegio militare. Poco meno di due anni dopo, il 30 novembre 1929, ricevette il suo primo comando di mare, l’incrociatore pesante Kako.
Gli anni Trenta: tra burocrazia e comandi operativi
Il 18 giugno 1930 Kondo tornò a operare all’interno della struttura burocratica come Capo della Sezione 1, Ufficio N1 dello stato maggiore generale. Contemporaneamente divenne membro dello stato maggiore del Gran Quartier Generale imperiale. Mantenne queste responsabilità fino al dicembre 1932, quando assunse il comando dell’incrociatore da battaglia Kongo.
Il 15 novembre 1933, con l’avanzamento a contrammiraglio, fu trasferito al Collegio navale come istruttore capo. Il 15 marzo 1935 ricevette una duplice nomina a capo di stato maggiore sia della Flotta Combinata che della 1ª Flotta, posizione che testimoniava la sua reputazione di eccellente organizzatore. Prima della fine dell’anno fu integrato nuovamente nello stato maggiore generale e il 2 dicembre divenne Capo dell’Ufficio N1, uno dei ruoli più influenti all’interno della Marina imperiale.
Il 1º dicembre 1937 fu promosso viceammiraglio e continuò a dirigere l’Ufficio N1. In questi anni maturò il suo avvicinamento alla “fazione dei trattati”, quel gruppo di ufficiali superiori che, pur riconoscendo la necessità di una marina forte, ritenevano preferibile il compromesso diplomatico con le potenze occidentali piuttosto che un confronto militare diretto. Questa posizione lo accomunava all’ammiraglio Yamamoto, nonostante Kondo nutrisse un certo disprezzo per il Regno Unito che contrastava con il suo portamento da “tipico ufficiale britannico gentiluomo”, retaggio del soggiorno giovanile.
A metà novembre 1938 tornò al servizio operativo come comandante in capo della 5ª Flotta, incarico che mantenne fino al settembre 1939.
L’inizio della guerra e il comando della 2ª Flotta

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale in Europa, il 29 settembre 1939 Kondo fu richiamato allo stato maggiore generale. Il 21 ottobre ricevette la nomina a vicecapo dello stato maggiore generale, posizione di enorme influenza. In questa veste fu coinvolto nelle pianificazioni strategiche più delicate, comprese le prime simulazioni per l’attacco a Pearl Harbor. In uno di questi esercizi impersonò il comandante britannico di un’eventuale squadra della Royal Navy operante nei dintorni della base americana.
Dopo l’Operazione Barbarossa, quando nel Gran Quartier Generale imperiale si discusse l’opportunità di attaccare l’Unione Sovietica da est, Kondo si oppose con un’argomentazione curiosa ma efficace: affermò che la campagna sarebbe costata circa cento sommergibili, numero che la marina nipponica all’epoca non possedeva neppure. Accantonati i progetti di intervento nell’Estremo Oriente russo, il Giappone si preparò alla conquista del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale.
Il 1º settembre 1941 Kondo fu nominato comandante della 2ª Flotta, formazione poderosa deputata alla scorta e copertura delle operazioni di sbarco. Il suo primo compito fu proteggere la flotta da trasporto che recava la 25ª Armata destinata all’occupazione della Malesia e Singapore.
Le campagne vittoriose: Malesia, Indie orientali e Oceano Indiano
In contemporanea all’attacco di Pearl Harbor, l’8 dicembre 1941 ebbero inizio gli sbarchi nel Golfo di Kuantan. La nave da battaglia HMS Prince of Wales e l’incrociatore da battaglia HMS Repulse, inviati dai britannici a contrastarli, furono attaccati e affondati il 10 dicembre dai reparti dell’11ª Flotta aerea, schierata da Kondo per non rischiare le proprie unità di superficie in un confronto diretto. Questa decisione dimostrò prudenza tattica e comprensione del valore dell’aviazione navale.
La campagna della Malesia proseguì senza altri interventi navali nemici significativi e il 15 febbraio si arrese Singapore. Kondo concentrò quindi la 2ª Flotta più a sud per supportare gli sbarchi a Sumatra e l’attacco finale a Giava. Tra il 27 e il 28 febbraio diresse le divisioni navali giapponesi nella battaglia del Mare di Giava, anche se non prese personalmente parte allo scontro che segnò la sconfitta della flotta ABDACOM. La caduta di Giava il 9 marzo suggellò la conquista nipponica delle Indie orientali olandesi.
Nel marzo 1942 Kondo fu incaricato di condurre una puntata offensiva nell’Oceano Indiano per sostenere le operazioni in Birmania e distruggere la Eastern Fleet britannica di stanza a Ceylon. Ebbe sotto il suo comando la 1ª Flotta aerea del viceammiraglio Nagumo, alla quale aggregò le navi da battaglia Kongo e Haruna della 2ª Flotta e una squadra di incrociatori pesanti del viceammiraglio Ozawa.
Salpato il 26 marzo, tra il 5 e il 9 aprile lanciò attacchi su Trincomalee e Colombo, affondando diverse unità isolate tra cui la portaerei leggera HMS Hermes. Il grosso delle forze britanniche riuscì però a sfuggire. Contemporaneamente Ozawa condusse un’efficace caccia ai mercantili nel Golfo del Bengala, affondandone una trentina. Queste operazioni, pur coronando un successo tattico, mancarono l’obiettivo strategico principale.
Riguadagnate le acque dell’Indonesia, il 18 aprile Kondo assunse il comando di una squadra che tentò invano di agganciare le Task Force responsabili dell’incursione aerea su Tokyo, primo attacco al territorio metropolitano giapponese che ebbe profonde ripercussioni psicologiche.
Midway e il ruolo secondario
L’incursione su Tokyo convinse l’ammiraglio Yamamoto a pianificare l’occupazione dell’atollo di Midway per attirare e annientare le portaerei americane. Il viceammiraglio Kondo ricevette l’incarico di scortare il gruppo di trasporti con truppe e materiali da sbarcare sull’atollo. Peraltro egli criticò l’intero piano per la scelta delle basi di partenza, ritenute troppo esposte alle intercettazioni radiofoniche, preoccupazione che si rivelò fondata.
Salpato dalla baia di Hashirajima il 29 maggio, la mattina del 3 giugno fu localizzato 700 miglia a ovest-sud-ovest di Midway. Nel corso di due attacchi aerei una petroliera della sua formazione subì danni. Le azioni determinanti della battaglia di Midway si svolsero però più a nord, dove la 1ª Flotta aerea perdette quattro portaerei in un disastro che segnò la svolta della guerra nel Pacifico.
Il pomeriggio del 4 giugno l’ammiraglio Yamamoto ordinò a Kondo di organizzare un bombardamento navale di Midway per neutralizzarne le piste aeree. Egli inviò la 7ª Divisione incrociatori alle 15:00. La sera ricevette comunicazione che era stato messo al posto di Nagumo al comando della 1ª Flotta aerea, poi alle 00:20 del 5 giugno gli fu ordinato di richiamare gli incrociatori e riunirsi al grosso giapponese a ovest.
Nel corso del disimpegno il Mikuma e il Mogami entrarono in collisione. Scoperti e attaccati ripetutamente da velivoli imbarcati americani, il Mikuma affondò il 6 giugno. Dopo un tentativo inefficace di impegnare i nemici in una battaglia notturna, Yamamoto ordinò il ripiegamento definitivo nelle prime ore del 7 giugno. Il ruolo di Kondo a Midway fu quindi marginale, ma la perdita dell’incrociatore pesante macchiò comunque il bilancio delle sue operazioni.
Guadalcanal: vittorie tattiche e sconfitte strategiche
Lo sbarco australiano-americano su Guadalcanal il 7 agosto 1942 colse di sorpresa i comandi giapponesi. Nella seconda metà di agosto Kondo fu posto a capo dell’operazione “KA”, l’invio via nave di rinforzi all’isola sotto la protezione di un potente scaglione della marina imperiale. In totale schierò tre portaerei, due navi da battaglia, tredici incrociatori pesanti, tre leggeri, una trentina di cacciatorpediniere e dodici sommergibili.
La battaglia delle Salomone Orientali, combattuta il 24 agosto, fu segnata da incertezze ed errori. La dispersione della grande flotta in diverse squadre indipendenti, tattica tipicamente giapponese, giocò a sfavore di Kondo che condusse effettivamente lo scontro solo con le portaerei e le altre unità del viceammiraglio Nagumo. La portaerei leggera Ryujo fu affondata come esca, insieme a un trasporto e un cacciatorpediniere, ma la guarnigione di Guadalcanal non ricevette i rinforzi previsti.
Dopo alcuni mesi di scarsa attività, Kondo fu nominato comandante in capo di una sortita in massa prevista per fine ottobre. Le forze che salparono il 24 ottobre erano imponenti: quattro portaerei, quattro navi da battaglia, tredici incrociatori e una folta scorta di cacciatorpediniere. Kondo mantenne le sue insegne sull’incrociatore Atago e l’articolazione delle forze in gruppi autonomi.
La battaglia delle isole Santa Cruz, combattuta il 26 ottobre, vide Kondo scontrarsi con le Task Force americane vicino alle isole omonime. A costo di gravi perdite tra gli aviatori e di danni pesanti alla portaerei Shokaku, la USS Hornet fu affondata, lasciando la marina statunitense con la sola USS Enterprise nell’intero Pacifico sud-occidentale. Tuttavia questa vittoria tattica non ebbe ripercussioni strategiche e la componente aeronavale nipponica, stremata, fu ritirata.
Nel disperato tentativo di annientare Henderson Field, l’ammiraglio Yamamoto ordinò a Kondo di condurre un bombardamento dal mare con le navi da battaglia Hiei e Kirishima. Kondo divise la 2ª Flotta in due gruppi: egli si pose a est delle isole Salomone con due portaerei e la loro scorta, mentre il viceammiraglio Hiroaki Abe ebbe il compito di eseguire il cannoneggiamento.
Nella notte tra il 12 e il 13 novembre Abe cozzò contro forze americane in una furiosa e caotica battaglia. Nonostante numerose navi nemiche fossero distrutte o affondate, al mattino Abe ordinò la ritirata lasciandosi dietro la fumigante Hiei, infine colata a picco dall’equipaggio.
Nel pomeriggio del 14 novembre Kondo condusse personalmente nelle acque di Guadalcanal la Kirishima con quattro incrociatori e nove cacciatorpediniere, ritenendo queste forze sufficienti per affrontare la piccola squadra segnalatagli. Nella notte, a ovest dell’Isola di Savo, ingaggiò battaglia contro la Task Force 64 che contava le due corazzate USS South Dakota e USS Washington, scambiate per incrociatori. L’errore di identificazione si rivelò fatale.
Dopo circa un’ora di accaniti combattimenti, nonostante le perdite inflitte agli americani, Kondo rinunciò alla missione poiché la Kirishima era stata devastata dal tiro della Washington e gli equipaggi erano esausti. La corazzata affondò nelle prime ore del 15 novembre, seguendo il cacciatorpediniere Ayanami. La perdita di due navi da battaglia in tre giorni rappresentò un colpo durissimo per la marina giapponese.
Apparentemente la sconfitta non ebbe riflessi sulla carriera di Kondo, che mantenne il comando della 2ª Flotta. Il 22 novembre, in una conferenza tenuta a bordo della Yamato, l’ammiraglio Yamamoto lo ringraziò pubblicamente per “gli encomiabili sforzi” nella condotta delle operazioni, riconoscimento formale che mascherava però i risultati strategici deludenti.
Gli ultimi anni e il ritiro
Tra gennaio e febbraio 1943, durante l’evacuazione delle forze giapponesi da Guadalcanal, Kondo si mantenne con le proprie forze nei dintorni dell’isola di Choiseul, fungendo da diversivo per lo sgombero e facendo sì che il viceammiraglio Halsey radunasse navi e velivoli per controbattere un’ennesima offensiva giapponese invece di colpire il Tokyo Express.
Il 18 aprile 1943 l’ammiraglio Yamamoto rimase ucciso in un’imboscata aerea e il comando della Flotta Combinata fu preso ad interim da Kondo, che lo cedette il 21 al successore ufficiale Mineichi Koga. Il 29 aprile Kondo fu promosso ammiraglio e rimase ancora alla testa della 2ª Flotta senza partecipare ad alcuna azione.
Fu poi rimpatriato e il 9 agosto 1943 nominato Consigliere navale presso lo stato maggiore generale della marina, potendo in tale veste partecipare alle sedute del Supremo Consiglio di guerra. Da allora non ebbe più importanti comandi operativi: il 1º dicembre 1943 divenne comandante in capo della Flotta dell’Area cinese, ai margini delle battaglie decisive nel Pacifico. Il 15 maggio 1945 fu richiamato al posto di Consigliere navale, dove lo colse la resa dell’Impero giapponese il 15 agosto.
L’ammiraglio Kondo lasciò la marina imperiale il 5 settembre 1945, tre giorni dopo la formale capitolazione. Non fu imprigionato né giudicato dal Tribunale militare internazionale per l’Estremo Oriente. Nel dopoguerra si dedicò al commercio e seppe costruirsi un lucroso giro d’affari. Si spense il 19 febbraio 1953 all’età di 66 anni.
Valutazione storica
Nobutake Kondo rappresenta la figura dell’ufficiale giapponese completo sotto il profilo amministrativo e organizzativo, ma i cui limiti operativi emersero nelle complesse battaglie navali del Pacifico. Eccellente burocrate e pianificatore, dimostrato dal lungo servizio presso lo stato maggiore generale e dalla fiducia accordatagli dall’establishment imperiale, Kondo non riuscì a tradurre queste qualità in una condotta brillante delle operazioni navali.
La sua tendenza a dividere le forze in gruppi autonomi, tipica dottrina giapponese ma applicata forse con eccessivo zelo, limitò la sua capacità di concentrare la potenza di fuoco nei momenti decisivi. Durante le battaglie di Guadalcanal, pur disponendo di schiacciante superiorità numerica, non riuscì mai a sfruttare pienamente questo vantaggio, permettendo alle forze americane numericamente inferiori di infliggere perdite gravi.
La perdita di due navi da battaglia in tre giorni nelle acque di Guadalcanal, unite al mancato annientamento delle forze nemiche nonostante ripetute opportunità, sollevano interrogativi sulla sua aggressività tattica e sulla capacità di adattarsi alle circostanze mutevoli degli scontri notturni. La sua carriera rappresenta in qualche modo il contrasto tra l’eccellenza nel lavoro di stato maggiore e le difficoltà nel comando operativo in situazioni fluide e caotiche, testimonianza dei limiti di un sistema che privilegiava l’anzianità e le capacità amministrative rispetto all’iniziativa e all’audacia tattica.
Informazioni aggiuntive
- Data di nascita: 25 Settembre 1886
- Data morte: 19 Febbraio 1953
- Nazione: Giappone
- Tipo: Ammiraglio
- Forza armata: Marina
- Grado: Ammiraglio
