L'incrociatore Alberico da Barbiano, Regia Marina italiana

Alberico da Barbiano

di redazione
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L’Alberico da Barbiano era un incrociatore leggero della Regia Marina italiana, apparteneva alla classe “Condottieri”, per la precisione al sottogruppo “da Barbiano”.

Entrato in servizio nel 1931 subì alcuni lavori di modifica nel 1938-39, in particolare vennero sostituiti gli 8 cannoni 37/54 originariamente previsti con pezzi Breda da 20/65 più efficienti nell’impiego contraereo.

Nel mese di luglio 1940 prese parte alla battaglia di Punta Stilo, successivamente svolse 7 missioni di scorta per convogli di truppe e rifornimenti diretti in Africa del Nord.

Il 12 dicembre 1941 salpò da Palermo insieme alla gemella Alberigo da Giussano per portare rifornimenti urgenti a Tripoli, la loro scorta era formata unicamente dalla torpediniera Cigno; al largo di Capo Bon venne intercettato da una flottiglia di 4 cacciatorpediniere: i britannici Sikh, Legion e Maori e dalla olandese Hr. Ms. Isaac Sweers. Colpita da siluri lanciati dalle navi britanniche e da numerose cannonate, l’Alberico da Barbiano si incendiò capovolgendosi ed affondando in pochi minuti, dei 784 uomini a bordo 534 s’inabissarono con la nave.

Fiumi di inchiostro sono stati spesi per analizzare una disfatta di una simile portata, in questa sintetica scheda ci limitiamo ad aggiungere solo alcuni elementi di riflessione.

  • Il da Barbiano era in viaggio verso Tripoli trasportando un carico di carburante, in particolare benzina per aerei stivata in fusti che perdevano vistosamente, questo spiega lo spaventoso incendio che si sviluppò rapidamente a bordo.
  • Le navi viaggiavano sovraccariche di carburante con l’ordine di scaricare la maggior quantità possibile di nafta in Libia, per limitare i consumi avevano ricevuto il preciso ordine di tenere una velocità di 22 nodi sacrificando l’arma migliore di questi incrociatori, la velocità appunto.
  • La missione doveva contare su una assoluta segretezza e invece, grazie ai prodigi del servizio di decriptazione di Ultra, i Britannici conoscevano tutti i dettagli fin dal 12 dicembre.
  • Alle 3:20 di quella tragica notte, solo pochi minuti prima di aprire il fuoco, il comandante Toscano ordinò alle tre navi italiane di invertire la rotta alla massima velocità. Il motivo di questo ordine resta un mistero ma una delle ipotesi più probabili è che l’ammiraglio avesse avvistato le navi nemiche decidendo di andar loro incontro; probabilmente i comandante voleva attaccare usando i pezzi di prora, sapendo che i fusti di benzina a poppa avrebbero impedito un uso soddisfacente dei pezzi.

Lo scafo dl da Barbiano è stato ritrovato a una profondità di 70 metri al largo della costa tunisina nel 2007.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Italia
  • Tipo nave: Incrociatore
  • Classe: Shinano
  • Cantiere:

    Ansaldo, Genova


  • Data impostazione: 16/04/1928
  • Data Varo: 23/08/1930
  • Data entrata in servizio: 09/06/1931
  • Lunghezza m.: 169.3
  • Larghezza m.: 15.5
  • Immersione m.: 4.9
  • Dislocamento t.: 7.000
  • Apparato motore:

    6 caldaie, 2 turbine, 2 eliche


  • Potenza cav.: 95.000
  • Velocità nodi: 37
  • Autonomia miglia: 3.800
  • Armamento:

    8 cannoni 152/53, 6 100/47, 8 20/65, 8 13,2/75,7. 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 lanciatori per cariche di profondità, due idrovolanti Ro 43


  • Corazzatura:

    Verticale: 25mm, orizzontale 20mm, artiglieria: 23mm, torre: 40mm


  • Equipaggio: 500+21 

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4 commenti

francesco 29 Settembre 2019 - 14:10

Mio padre classe 1918, era imbarcato su questo incrciatore.

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Marrabello Gaetano 1 Marzo 2020 - 10:10

Vorrei sapere chi era quel criminale che dopo la prima intercettazione ha dato l’ordine di ripartire lo stesso, sapendo che con quel carico che impediva anche l’uso delle armi della difesa, quelle navi non sarebbero mai arrivate a destinazione, ma tanto non c’era lui su quelle navi, c’era mio padre!

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Angelo 14 Ottobre 2020 - 20:46

Mio papà classe 1918 era inbarcato sul dabarbiano

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Anna Costa 31 Marzo 2022 - 8:09

Giuseppe Ciccotto, imbarcato e disperso, io sono la nipote della fidanzata, che dopo questo lutto non si è mai più sposata,

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