Origine e conversione
Dopo aver effettuato i primi decolli e atterraggi da delle navi, gli Stati Uniti per un lungo periodo si disinteressarono delle portaerei. La chiglia della futura Langley fu impostata il 18 ottobre 1911 presso il Sea Island Naval Shipyard a Vallejo, California, come carboniera classe Proteus con il nome di Jupiter. Il presidente William H. Taft presenziò alla cerimonia di impostazione. La nave fu varata il 24 agosto 1912, madrina la signora Thomas F. Ruhm, ed entrò in servizio il 7 aprile 1913 sotto il comando del Comandante Joseph M. Reeves. Le sue navi sorelle erano Cyclops, che scomparve senza lasciare traccia nella Prima Guerra Mondiale, Proteus e Nereus, entrambe scomparse sulla stessa rotta di Cyclops nella Seconda Guerra Mondiale.
La Jupiter fu la prima nave turboelettrica della Marina degli Stati Uniti. La Neptune era stata costruita con una turbina a vapore e trasmissione ad ingranaggi ma le prestazioni erano inferiori alla precedente Cyclops con i suoi due motori a vapore a tripla espansione. La trasmissione elettrica della Jupiter, progettata da William Le Roy Emmet e costruita dalla General Electric Company, consisteva di due motori elettrici, ciascuno collegato direttamente a un albero dell’elica, alimentati da un singolo set con turbina Curtis e alternatore. A 2.000 giri al minuto e 2.200 volt il complesso forniva una velocità di 14 nodi con eliche a 110 giri al minuto. C’era anche un risparmio di peso con la trasmissione turboelettrica che pesava 156 tonnellate contro le 280 tonnellate di macchinari equivalenti per la Cyclops.
Solo nel 1920 il Congresso decise di trasformare la nave carboniera Jupiter in una nave portaerei. La conversione ad una portaerei fu autorizzata l’11 luglio 1919 e la Jupiter salpò per Hampton Roads, Virginia, il 12 dicembre, dove fu messa fuori servizio il 24 marzo 1920. I lavori durarono per due anni.
La Jupiter fu convertita nella prima portaerei statunitense presso il Norfolk Naval Shipyard a Portsmouth, Virginia. L’11 aprile 1920 fu rinominata Langley in onore di Samuel Pierpont Langley, astronomo, fisico, pioniere dell’aeronautica e ingegnere aeronautico americano, e le fu assegnato il numero di scafo CV-1. All’inizio del 1921 i ricordi della Prima Guerra Mondiale stavano spostando l’opinione pubblica dalla costruzione di navi da guerra verso il disarmo. L’articolo VIII del Trattato Navale di Washington prevedeva un’esenzione per le portaerei sperimentali esistenti o in costruzione il 12 novembre 1921. Il Trattato Navale di Washington fu firmato il 6 febbraio 1922 e la Langley fu rimessa in servizio il 20 marzo 1922 allo scopo di condurre esperimenti nell’aviazione navale. Il comandante era il Commander Kenneth Whiting, che aveva proposto per primo la conversione di una carboniera al General Board of the United States Navy tre anni prima.
Al termine dei lavori di conversione gli Stati Uniti avevano la loro prima “vera” portaerei, sia pure ottenuta non da un progetto originale ma con delle modifiche a una nave esistente. Per questo motivo ottenne la designazione di CV-1 ed entrò in servizio nel 1922.

Caratteristiche tecniche
Essendo una nave nata da una trasformazione, per di più fatta in epoca in cui le portaerei vivevano ancora nel periodo pionieristico, la Langley aveva quindi caratteristiche piuttosto “anomale”. L’apparato motore era simile a quello adottato dalle corazzate americane costruite negli anni venti, era cioè costituito da caldaie che fornivano potenza a generatori elettrici che a loro volta alimentavano i motori collegati alle eliche. Specificamente, disponeva di tre caldaie, due gruppi turbogeneratori e due motori elettrici che sviluppavano una potenza di 7.200 cavalli su due alberi. La velocità massima era di 15,5 nodi con un’autonomia di 3.500 miglia nautiche a 10 nodi.
La nave aveva una lunghezza di 165,2 metri, una larghezza di 19,9 metri e un pescaggio di 7,3 metri. Dislocava 12.700 tonnellate a carico standard e 13.900 tonnellate a pieno carico, significativamente meno delle 19.360 tonnellate che dislocava come carboniera Jupiter. L’equipaggio era di 468 ufficiali e marinai, contro i 163 della Jupiter.
La sistemazione degli aerei era stata ottenuta dalle vecchie stive per il carbone. Il ponte di volo era poi una struttura completamente separata dallo scafo della nave, cui si appoggiava con dei pilastri di sostegno. I due fumaioli, così come l’albero, erano abbattibili per facilitare le operazioni di volo. Il ponte di volo in legno aveva una lunghezza completa e misurava circa 165 metri. La nave era equipaggiata con un elevatore e una catapulta. Grande cura era posta per l’impiego degli idrovolanti.
L’armamento iniziale consisteva di quattro cannoni da 127mm. Come portaerei fu progettata per trasportare fino a 34 aerei, ad esempio 12 monoposto, 12 biposto e 10 aerei “lanciatori di siluri”.
Una caratteristica insolita della Langley era la presenza di una piccionaia a poppa tra i cannoni da 127mm. I piccioni erano stati trasportati a bordo degli idrovolanti per il trasporto di messaggi sin dalla Prima Guerra Mondiale, e dovevano essere trasportati sugli aerei operanti dalla Langley. I piccioni furono addestrati al Norfolk Naval Shipyard mentre la Langley era in fase di conversione. Finché i piccioni venivano liberati pochi alla volta per l’esercizio, tornavano alla nave; ma quando l’intero stormo fu liberato mentre la Langley era ancorata al largo dell’isola di Tangier, i piccioni volarono a sud e si appollaiarono sulle gru del cantiere navale di Norfolk. I piccioni non andarono mai più in mare e al posto della piccionaia vennero costruiti gli alloggi dell’ufficiale esecutivo; ma i primi piani per la conversione della Lexington e della Saratoga includevano ancora compartimenti per i piccioni.
Impiego operativo
Come prima portaerei americana, la Langley fu la protagonista di diversi eventi epocali nell’aviazione navale statunitense. Per i primi tre anni dall’entrata in servizio, dal 1922 al 1925 la Langley venne utilizzata per prove di vario tipo. Il 17 ottobre 1922 il tenente Virgil C. Griffin pilotò il primo aereo – un Vought VE-7 – lanciato dal suo ponte di volo in legno a tutta lunghezza. Sebbene questo non fosse la prima volta che un aereo decollava da una nave, e sebbene la Langley non fosse la prima nave con un ponte di volo installato, questo singolo lancio fu di importanza monumentale per la moderna Marina degli Stati Uniti.
Con la Langley in navigazione nove giorni dopo, il Lieutenant Commander Godfrey de Courcelles Chevalier effettuò il primo appontaggio, in un Aeromarine 39B. Il 18 novembre il Commander Whiting fu il primo aviatore ad essere catapultato dal ponte di una portaerei.
Entro il 15 gennaio 1923 la Langley aveva iniziato le operazioni di volo e i test nel Mar dei Caraibi per gli atterraggi sulle portaerei. A giugno navigò verso Washington D.C. per dare una dimostrazione in un’esibizione aerea davanti ad autorità civili e militari. Arrivò a Norfolk il 13 giugno e iniziò l’addestramento lungo la costa atlantica e i Caraibi che la impegnò fino alla fine dell’anno. Questa crociera pubblicitaria si fermò a Bar Harbor e Portland nel Maine, Portsmouth nel New Hampshire, Gloucester nel Massachusetts, Boston e New York City. Dopo essere entrata in porto e aver gettato l’ancora, la Langley pubblicava un programma di decolli e atterraggi in modo che i civili interessati potessero guardare. Sebbene gli aviatori facessero alcune acrobazie in formazione sulle città, la gente era più interessata a guardare i decolli e gli atterraggi a bordo. Gli aerei raramente raggiungevano la velocità di volo sul ponte durante il decollo mentre la nave era all’ancora con poco o nessun vento, ma i piloti erano fiduciosi che i loro Vought VE-7 potessero raggiungere la velocità di volo durante la caduta di 16 metri dal ponte di volo prima di raggiungere l’acqua.
Nel 1924 la Langley partecipò a più manovre ed esibizioni, e trascorse l’estate a Norfolk per riparazioni e modifiche. Quindi venne assegnata alla flotta americana come portaerei. Partì per la Costa Ovest alla fine dell’anno e arrivò a San Diego, California, il 29 novembre per unirsi alla Pacific Battle Fleet.
Il capitano Joseph Mason “Bull” Reeves, che comandava tutti gli aerei della flotta, salì a bordo della Langley nell’ottobre 1925. Durante le manovre del 1925 a bordo della Langley, Reeves sviluppò tattiche di bombardamento in picchiata per attaccare navi nemiche.
Nel 1927 la Langley si trovava alla Base Navale di Guantanamo Bay. Per i successivi 12 anni operò al largo della costa della California e delle Hawaii, impegnata nell’addestramento delle unità della flotta, sperimentazione, addestramento piloti e problemi tattici della flotta. La Langley fu protagonista del film muto del 1929 sull’aviazione navale The Flying Fleet.
Conversione a nave appoggio idrovolanti
Nel 1937 era ormai obsoleta; la sistemazione era irrimediabilmente inadeguata, la nave era lenta e non aveva nessuna protezione passiva. Il 25 ottobre 1936 entrò al Sea Island Navy Yard, California, per revisione e conversione. Si decise quindi di declassarla al ruolo di nave appoggio idrovolanti e fu sottoposta ad alcuni lavori di modifica in tal senso. Sebbene la sua carriera come portaerei fosse finita, i suoi piloti ben addestrati si erano dimostrati preziosi per le due portaerei successive, Lexington e Saratoga (entrate in servizio rispettivamente il 14 dicembre e il 16 novembre 1927).
La Langley completò la conversione il 26 febbraio 1937 e le fu assegnato il numero di scafo AV-3 l’11 aprile. In particolare fu eliminata la parte anteriore del ponte di volo e venne innalzata la sovrastruttura. Fu assegnata alla Aircraft Scouting Force e iniziò le sue operazioni di supporto da Seattle, Washington, Sitka, Alaska, Pearl Harbor e San Diego, California. Partì per un breve dispiegamento con la Flotta Atlantica dall’1° febbraio al 10 luglio 1939, e poi navigò per assumere compiti con la Flotta Asiatica a Manila arrivando il 24 settembre.

Seconda Guerra Mondiale e affondamento
All’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, la Langley era ancorata al largo di Cavite, Filippine. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si decise di impiegarla nel Pacifico dove con i suoi idrovolanti poteva essere utilmente impiegata nella lotta antisommergibile. L’8 dicembre, dopo l’invasione delle Filippine da parte del Giappone, partì da Cavite per Balikpapan nelle Indie Orientali Olandesi. Nello confusione del momento (l’attacco a Pearl Harbor era avvenuto il giorno prima) furono sparati 300 colpi contro un oggetto nel cielo prima che ci si rendesse conto che era il pianeta Venere. Mentre l’avanzata giapponese continuava, la Langley si diresse verso l’Australia, arrivando a Darwin il 1° gennaio 1942. Divenne poi parte delle forze navali del Comando Americano-Britannico-Olandese-Australiano (ABDACOM). Fino all’11 gennaio la Langley assistette la Royal Australian Air Force nel condurre pattuglie antisommergibile da Darwin.
La Langley raggiunse Fremantle per caricare un carico di 32 caccia P-40 del 13° Squadrone da Caccia (Provvisorio) della Far East Air Force, insieme a 33 piloti dell’Aeronautica dell’Esercito degli Stati Uniti (USAAF) e 12 membri dell’equipaggio di terra. A Fremantle, la Langley e la nave cargo Sea Witch (carica di ulteriori 27 P-40 smontati), si unirono al Convoglio MS.5 che era appena arrivato da Melbourne diretto a Colombo, Ceylon, con truppe e rifornimenti alla fine destinati all’India e alla Birmania.
Il convoglio era composto dal trasporto truppe dell’Esercito degli Stati Uniti Willard A. Holbrook e dai trasporti truppe australiani Duntroon e Katoomba, scortati dall’incrociatore leggero USS Phoenix. Appena il 21 febbraio gli ordini originali dal Comando del Pacifico Sud Ovest affermavano che il convoglio sarebbe andato a Bombay, India. In quello stesso giorno, tuttavia, gli ordini di navigazione furono cambiati. Secondo il diario di guerra della Phoenix sia la Langley che la Sea Witch dovevano navigare verso il porto di Giava, Tjilatjap “senza scorta”. MS.5 partì da Fremantle a mezzogiorno del 22 febbraio.
Durante il tragitto verso Colombo, la Langley fu indirizzata il 23 febbraio dal CZM (Helfrich) tramite l’ACNB (Australian Commonwealth Naval Board) a lasciare prematuramente il convoglio e procedere individualmente per consegnare gli aerei a Tjilatjap, Java. Sfortunatamente la RNN (Helfrich) e la USN (Glassford) non avevano ricevuto comunicazioni riguardo alle disposizioni di scorta, e la confusione risultante avrebbe condannato la nave appoggio. Il 26 febbraio sul tardi alla Langley fu comunicato che un aereo da pattuglia olandese l’avrebbe incontrata e scortata verso un “cacciatorpediniere” olandese (in realtà un posamine) chiamato Willem van der Zaan che avrebbe agito come sua scorta. Un altro aereo sarebbe stato in volo il giorno successivo (27 febbraio). Come si scoprì, la Willem van der Zaan soffriva di problemi alle caldaie ed non era in grado di procedere a più di 10 nodi – più lenta della Langley – quindi il comandante della nave appoggio (CDR McConnell) decise di procedere da solo a 13 nodi verso Tjilatjap, Java. Si sperava che potesse raggiungere l’isola sotto la copertura dell’oscurità, poiché la sua bassa velocità e la mancanza di scorta la rendevano estremamente vulnerabile a unità aeree o sottomarine nemiche.
Nelle prime ore del 27 febbraio la Langley si ricongiunse con i cacciatorpediniere USS Whipple e USS Edsall, che erano stati inviati da Tjilatjap per scortarla. Più tardi quella mattina un aereo da ricognizione giapponese localizzò la formazione. Proprio nel corso di una missione di questo tipo, il 27 febbraio 1942 presso l’isola di Giava, alle 11:40, circa 75 miglia nautiche a sud di Tjilatjap, la nave appoggio idrovolanti, insieme alla Edsall e alla Whipple, venne colpita da bombardieri giapponesi. Fu attaccata da sedici bombardieri Mitsubishi G4M “Betty” del 23° Flottiglia Aerea del Servizio Aereo Navale Imperiale Giapponese Takao Kōkūtai, guidato dal tenente Jiro Adachi, in volo dall’aeroporto di Denpasar a Bali, e scortato da quindici caccia A6M2 Reisen del 3° Gruppo Aereo.
Invece di sganciare tutte le loro bombe in una volta, i bombardieri giapponesi attaccarono rilasciando salve parziali. Poiché stavano bombardando in volo orizzontale da media altitudine, la Langley fu in grado di alterare la rotta quando le bombe furono sganciate ed eludere il primo e il secondo passaggio di bombardamento, ma i bombardieri cambiarono tattica al terzo passaggio e bloccarono tutte le direzioni in cui la Langley poteva girare. Di conseguenza, venne colpita da bombe sganciate da bombardieri giapponesi Aichi D3A1 Val. Cinque bombe tra 60 e 250 kg centrarono la nave, altre tre mancarono di poco, danneggiandola oltre ogni possibilità di recupero, con 16 membri dell’equipaggio uccisi. Il ponte superiore prese fuoco, il timone fu compromesso e la nave sviluppò un’inclinazione di 10 gradi a babordo. La Langley si fermò in mare mentre la sua sala macchine si allagava. Alle 13:32 fu dato l’ordine di abbandonare la nave.
Dopo aver prelevato l’equipaggio e i passeggeri sopravvissuti (la Whipple salvò 308 uomini e la Edsall 177) alle 13:58, i cacciatorpediniere di scorta si allontanarono e pararono nove colpi da 102mm e due siluri contro lo scafo della Langley. Alle 14:29 per impedire che cadesse in mani nemiche, venne quindi affondata dalle navi della sua stessa scorta, approssimativamente alle coordinate 08°51’04″S 109°02’03″E. La nave appoggio fu descritta in un messaggio successivo come in fiamme con una forte inclinazione a babordo quando abbandonata, ma nessuno sulla Whipple o sulla Edsall la vide effettivamente affondare.
Dopo essere stati trasferiti alla petroliera USS Pecos, molti membri dell’equipaggio della Langley perirono quando la Pecos fu affondata da aerei da portaerei giapponesi mentre era in rotta verso l’Australia. Su oltre 630 membri totali dell’equipaggio e sopravvissuti della Langley sulla Pecos, 232 furono salvati mentre più di 400 furono lasciati indietro e morirono, anche a causa dei sottomarini giapponesi nella zona che ostacolavano gli sforzi di salvataggio. I numeri esatti delle vittime per le navi condannate della Flotta Asiatica degli Stati Uniti e del Comando Americano-Britannico-Olandese-Australiano sono impossibili da confermare perché così tante navi da guerra alleate furono affondate nella campagna delle Indie Orientali Olandesi (almeno 24 in totale) e molte di quelle navi avevano già raccolto sopravvissuti di altre navi affondate e furono poi anche affondate dai giapponesi ore o giorni dopo.
Trentuno dei trentatré piloti assegnati al 13° Squadrone da Caccia (Provvisorio) dell’USAAF trasportati dalla Langley rimasero sulla Edsall per essere portati a Tjilatjap, ma perirono quando fu affondata lo stesso giorno da navi da guerra giapponesi mentre rispondeva alle chiamate di soccorso della Pecos. Secondo il Bureau of Naval Personnel un totale di 288 ufficiali e membri dell’equipaggio della Marina degli Stati Uniti dalla Langley furono dispersi in azione e successivamente dichiarati morti dopo l’affondamento della Langley e della Pecos. Includendo i 31 piloti dell’USAAF che erano originariamente sulla Langley, un totale di 319 uomini dalla Langley vennero uccisi in queste azioni.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Stati Uniti
- Tipo nave: Portaerei
- Classe: Langley
- Cantiere:
Arsenale navale Mare Island
- Data impostazione: 18/10/1911 (Come carboniera)
- Data Varo: 14/08/1912
- Data entrata in servizio: 24/03/1922
- Lunghezza m.: 165.40
- Larghezza m.: 19.80
- Immersione m.: 7.3
- Dislocamento t.: 12700
- Apparato motore:
2 gruppi turbogeneratori, 2 motori elettrici, 3 caldaie
- Potenza cav.: 7.150
- Velocità nodi: 15
- Autonomia miglia: -
- Armamento:
4 cannoni da 127 mm, 36 aerei, 1 elevatore, 1 catapulta
- Corazzatura:
nessuna
- Equipaggio: 468
- Bibliografia – Riferimenti:
- Jane’s Fighting Ships of World War II, Crescent Books ISBN: 0517679639
- Gino Galuppini, La portaerei: storia, tecnica e immagini dalle origini alla portaerei atomica, Arnoldo Mondadori Editore, 1979. ASIN: B00MN04TWA
- Wikipedia
- Military Factory
