HMS Neptune

di redazione
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HMS Neptune

L’HMS Neptune era un incrociatore leggero della classe Leander che prestò servizio nella Royal Navy durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Neptune rappresentava la quarta unità della sua classe e la nona nave della Royal Navy a portare questo nome.

La costruzione fu affidata al Portsmouth Dockyard. La chiglia fu impostata il 24 settembre 1931, il varo avvenne il 31 gennaio 1933 e l’entrata in servizio nella Royal Navy fu completata il 12 febbraio 1934 con il pennant number 20.

HMS Neptune

Composizione dell’Equipaggio

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Neptune operò con un equipaggio formato prevalentemente da personale della New Zealand Division della Royal Navy. L’unità imbarcava inoltre un consistente contingente di personale sudafricano in distaccamento, riflettendo il carattere multinazionale delle forze navali britanniche operanti nei teatri extraeuropei.

Le Operazioni nel 1939

Nel dicembre 1939, alcuni mesi dopo la dichiarazione di guerra, il Neptune pattugliava nell’Atlantico meridionale alla ricerca dell’incrociatore pesante tedesco Admiral Graf Spee, impegnato in operazioni di guerra corsara contro il traffico mercantile alleato.

Il Neptune, insieme ad altre unità pesanti della Royal Navy in pattugliamento, fu inviato in Uruguay all’indomani della Battaglia del Rio de la Plata. Tuttavia, l’incrociatore era ancora in transito quando i tedeschi autoaffondarono la Graf Spee al largo di Montevideo il 17 dicembre 1939.

La Battaglia di Calabria

Il Neptune fu la prima nave britannica ad avvistare la flotta italiana nella Battaglia di Calabria il 9 luglio 1940, segnando anche la prima volta dalle Guerre Napoleoniche che la Mediterranean Fleet riceveva il segnale “flotta da battaglia nemica in vista”.

Durante il successivo ingaggio, il Neptune fu colpito dall’incrociatore leggero italiano Giuseppe Garibaldi. Le schegge del proiettile da 6 pollici colpirono la catapulta per aerei e danneggiarono l’idrovolante oltre ogni possibilità di riparazione, con il relitto gettato in mare.

Minuti dopo, i cannoni principali del Neptune segnarono tre colpi sull’incrociatore pesante Bolzano, infliggendo danni alla sala siluri sotto la linea di galleggiamento e alla torretta “B”.

Il Comando della Forza K

Durante il 1941, il Neptune comandò la Forza K, uno squadrone di incrociatori con compiti di incursione. Il loro obiettivo era intercettare e distruggere i convogli tedeschi e italiani diretti in Libia, che rifornivano l’Afrika Korps di Rommel in Nord Africa con truppe e equipaggiamento.

Questo ruolo collocava il Neptune in prima linea negli sforzi britannici per interrompere le linee di comunicazione dell’Asse nel Mediterraneo centrale, operazioni di importanza cruciale per l’esito della campagna nordafricana.

HMS Neptune

L’Affondamento

La Forza K fu inviata il 18 dicembre 1941 per intercettare un convoglio diretto a Tripoli, immediatamente dopo il breve scontro di flotta al tramonto conosciuto come Prima Battaglia di Sirte.

L’Ingresso nel Campo Minato

Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre, il Neptune, capofila della formazione, urtò due mine, parte di un campo minato italiano posato da una forza di incrociatori nel giugno 1941. La prima colpì lo schermo antimine senza causare danni. La seconda colpì lo scafo prodiero.

Gli altri incrociatori presenti, Aurora e Penelope, urtarono anch’essi mine durante l’operazione.

La Sequenza di Detonazioni

Mentre faceva retromarcia per uscire dal campo minato, il Neptune urtò una terza mina che asportò le eliche lasciandolo immobile in acqua. L’Aurora non poté prestare assistenza poiché era già ridotto a 10 nodi (19 km/h) e doveva tornare a Malta. Il Penelope fu parimenti impossibilitato ad assistere.

I cacciatorpediniere Kandahar e Lively furono inviati nel campo minato per tentare un rimorchio. Il Kandahar urtò una mina e iniziò ad andare alla deriva. Il Neptune segnalò quindi al Lively di mantenersi a distanza. Il Kandahar fu successivamente evacuato e autoaffondato con un siluro dal cacciatorpediniere Jaguar per prevenirne la cattura.

L’Affondamento Finale

Il Neptune urtò una quarta mina e si capovolse rapidamente, causando la morte di 737 membri dell’equipaggio. Inizialmente circa 30 persone sopravvissero all’affondamento, ma anch’esse morirono per ferite ed esposizione nei giorni successivi.

Di conseguenza, solo una persona era ancora in vita quando il loro battellino fu recuperato cinque giorni dopo dal torpediniere italiano Generale Achille Papa. L’unico sopravvissuto, Norman Walton, trascorse 15 mesi in un campo di prigionia italiano.

La Commemorazione

Nel 1991, Walton si recò nella piccola città di Nelson, in Nuova Zelanda, per inaugurare un memoriale dedicato al Neptune. Dei 764 membri dell’equipaggio che perirono, 150 erano marinai neozelandesi, inclusi quattro provenienti da Nelson.

Un servizio commemorativo per il Neptune e il suo equipaggio viene tenuto ogni anno a Nelson, mantenendo viva la memoria di una delle più gravi perdite navali neozelandesi della Seconda Guerra Mondiale.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione:  Nuova Zelanda 
  • Tipo nave:  Incrociatore 
  • Classe Leander 
  • Cantiere:

    Portsmouth Dockyard

  • Data impostazione:   24/09/1931 
  • Data Varo: 31/01/1933 
  • Data entrata in servizio: 12/02/1934 
  • Lunghezza m.:  169.1 
  • Larghezza m.: 17 
  • Immersione m.:   5.8 
  • Dislocamento t.:  9.740  
  • Apparato motore: 

    quattro turbine a vapore tipo Parson per quattro alberi motore

  • Potenza cav.:  72.000  
  • Velocità nodi: 32.5 
  • Autonomia miglia: 5.730 
  • Armamento:  

    8 cannoni da 152 mm (quattro torri binate), 8 cannoni da 102 mm antiaerei (quattro torri binate), 12 mitragliatrici da 12,7 mm (tre impianti quadrupli, 8 tubi lanciasiluri da 533mm, una catapulta per un idrovolante Fairey Seafox e in seguito Supermarine Walrus

  • Corazzatura: 

    Cintura a mezzanave: 102 mm, Cintura alle estremità: 64 mm, Ponte:32-51 mm, Torrette: 25 mm

  • Equipaggio: 550 

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