L’HMS Prince of Wales (pennant number 53) fu la seconda unità della classe King George V di corazzate della Royal Navy. La costruzione rappresentò un compromesso tra le necessità belliche urgenti e i vincoli tecnici imposti dai trattati navali internazionali.
Il progetto della classe King George V rispettava ancora le disposizioni del trattato navale di Washington del 1922 e del successivo trattato navale di Londra del 1930, che stabilivano il limite di 35.000 tonnellate come dislocamento massimo per ogni nuova corazzata e limitavano il calibro dell’armamento principale a 356 mm. A metà degli anni Trenta, quando il Giappone e l’Italia si ritirarono dagli accordi, era ormai troppo tardo per modificare il progetto della classe prima che la costruzione prendesse avvio nel 1937.
Costruzione e Problemi di Allestimento
La chiglia della Prince of Wales fu impostata il 1 gennaio 1937 nei cantieri della Cammell Laird di Birkenhead. Il nome originariamente previsto era King Edward VIII in onore del sovrano britannico, ma vista l’abdicazione di Edoardo VIII l’11 dicembre 1936, il nome fu modificato in Prince of Wales prima ancora dell’impostazione. Il varo avvenne il 3 maggio 1939.
Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale nel settembre 1939, la nave si trovava ancora in allestimento. I lavori di completamento furono accelerati per far fronte alle necessità belliche, ma ritardi nella consegna dei supporti per i cannoni rallentarono considerevolmente l’allestimento.
Il Bombardamento del 1940
Nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1940, mentre la corazzata era ancora in allestimento a Birkenhead, la Prince of Wales fu bombardata da aerei della Luftwaffe. Una bomba da 250 kg cadde tra il lato di babordo dello scafo e la parete del bacino di carenaggio, mancando di poco una gru portuale e finendo in acqua sotto un’aletta antirollio.
L’ordigno esplose a meno di due metri di distanza dallo scafo nelle vicinanze della torre di cannoni da 133 mm anteriore. L’esplosione causò un’estesa instabilità del fasciame per oltre 9 metri, con rivetti storti e notevoli infiltrazioni d’acqua negli scompartimenti fuoribordo nella zona danneggiata. Lo scafo assunse un’inclinazione di 10 gradi.
L’allagamento fu aggravato dal fatto che i test finali sulla tenuta dei compartimenti stagni non erano ancora stati eseguiti e la nave non aveva in funzione il sistema di pompe di sentina. L’acqua fu pompata fuori da una squadra di pompieri locali e operai del cantiere. La Prince of Wales fu messa in secca per i lavori di riparazione che, uniti ai ritardi nella consegna dei cannoni principali, ritardarono ulteriormente il completamento.
Entrata in Servizio Prematura
Con la guerra in corso e la pressante richiesta di nuove corazzate per contrastare le unità tedesche, si decise di velocizzare i lavori posponendo i test sulla tenuta stagna dei compartimenti e sulla ventilazione, rinunciando a una prova completa degli impianti di sentina, di zavorra e di alimentazione dell’olio combustibile.
La nave entrò in servizio il 19 gennaio 1941 al comando del capitano Louis Henry Keppel Hamilton. Visti i continui bombardamenti tedeschi su Birkenhead e Liverpool, si decise di spostarla verso la base di Rosyth per completare la messa a punto.
La corazzata salpò il 28 gennaio con diversi operai ancora al lavoro sulle torri dell’armamento principale, sotto scorta di incrociatori leggeri e cacciatorpediniere, raggiungendo Rosyth il 30 gennaio. Il 15 febbraio il comando passò al capitano John Leach.
Il 23 marzo la nave lasciò Rosyth per Scapa Flow dove furono condotte le prime prove ed esercitazioni in mare. Fu ufficialmente classificata come “completa” il 31 marzo, sebbene numerosi test non fossero ancora stati completati e l’armamento non fosse pienamente operativo.
Le esercitazioni di artiglieria condotte in aprile confermarono la scarsa messa a punto delle torri quadruple. Solo il 27 aprile l’ultima delle tre torri fu dichiarata pronta. La nave fu infine classificata come pronta a operare insieme alla flotta il 21 maggio.

La Battaglia dello Stretto di Danimarca
Il 22 maggio 1941 la Prince of Wales salpò da Scapa Flow insieme all’incrociatore da battaglia Hood e sei cacciatorpediniere per intercettare la corazzata tedesca Bismarck segnalata in rotta per l’oceano Atlantico.
Il comandante Leach era consapevole che l’armamento principale era ancora soggetto a frequenti avarie. Richiese espressamente che i tecnici e gli operai civili della Vickers Armstrong che avevano accompagnato la nave durante le prove in mare fossero trattenuti a bordo per provvedere a riparazioni di emergenza. Questo personale giocò poi un ruolo importante negli eventi successivi.
L’Avvicinamento al Nemico
Il 23 maggio la Bismarck, accompagnata dall’incrociatore pesante Prinz Eugen, fu segnalata a sud-ovest dello stretto di Danimarca. Alle 20:00 il vice ammiraglio Lancelot Holland, comandante della formazione britannica con insegna sullo Hood, ordinò alle sue unità di accelerare a 27 nodi, velocità mantenuta per tutta la notte.
Il piano di Holland prevedeva di concentrare la potenza di fuoco della Prince of Wales e dello Hood contro la Bismarck, mentre gli incrociatori Norfolk e Suffolk si sarebbero occupati del Prinz Eugen. Tuttavia, i due incrociatori non furono informati di questo piano a causa del severo silenzio radio imposto.
Alle 02:00 del 24 maggio i cacciatorpediniere furono disposti a schermo verso nord. Alle 02:47 la Prince of Wales e lo Hood aumentarono la velocità a 28 nodi modificando la rotta per ottenere un miglior angolo di tiro. Il tempo migliorò con visibilità di 16 chilometri, e gli equipaggi furono chiamati ai posti di combattimento alle 05:10.
L’Ingaggio
Alle 05:37 fu riportato un contatto con navi nemiche. La rotta delle due unità britanniche fu modificata verso dritta per serrare le distanze. Alle 05:52, nonostante le forti ondate sulla prua, lo Hood aprì per primo il fuoco sulla Bismarck, seguito un minuto dopo dalla Prince of Wales.
Le navi classe King George V erano caratterizzate da una carenza di bordo libero verso prua. La virata fatta eseguire da Holland portò le due unità britanniche direttamente verso il vento, con le ondate che si infransero violentemente sulla prua. L’acqua penetrò nei portelli dei cannoni della torre anteriore della Prince of Wales, filtrando attraverso l’elevatore delle munizioni e bagnando i meccanismi della torre. Dopo pochi colpi, la torre anteriore andò in avaria e non fece più fuoco nel corso dell’azione.
I primi colpi della corazzata, due salve da tre colpi sparate a intervalli di dieci secondi, caddero troppo lontani. Il telemetro della torre anteriore non poteva essere utilizzato a causa delle ondate prese di prua e il fuoco fu diretto dal telemetro della torre di comando.
La Prince of Wales inquadrò il bersaglio alla sesta salva, piazzando quindi tre colpi sulla Bismarck: uno aprì una falla nello scafo causando la perdita di 1.000 tonnellate di carburante per contaminazione dell’acqua di mare, un altro penetrò sotto la cintura corazzata ed esplose allagando la sala macchine ausiliaria obbligando allo spegnimento di due caldaie, il terzo colpì a centro nave senza causare danni apprezzabili. La perdita di carburante e potenza furono poi fattori importanti nella decisione della Bismarck di dirigere sul porto più vicino.
L’Affondamento dello Hood e il Ritiro
Alle 06:00 una salva della Bismarck colpì in pieno lo Hood, causando la catastrofica esplosione e l’affondamento dell’incrociatore con la perdita di quasi tutto l’equipaggio.
La Prince of Wales aveva fatto fuoco incontrastata fino verso le 05:57, quando il Prinz Eugen aveva iniziato il tiro. Dopo l’affondamento dello Hood, entrambe le unità tedesche diressero un intenso e accurato tiro sulla corazzata.
Alle 06:02 un colpo da 380 mm della Bismarck colpì il lato di dritta della piattaforma della bussola, uccidendo la maggior parte del personale presente ma lasciando indenne il capitano Leach. Un proiettile da 380 mm colpì poi la murata a centro nave al di sotto della cintura corazzata: il colpo non esplose e si infilò in un compartimento del locale caldaia anteriore, dove fu scoperto e disinnescato solo dopo il rientro in porto. È possibile che se questo proiettile fosse esploso la corazzata avrebbe subito la stessa sorte dello Hood.
Alle 06:13 il capitano Leach decise di rompere il contatto e di allontanarsi dietro una cortina fumogena. In totale, la Prince of Wales aveva incassato tre colpi da 380 mm della Bismarck e quattro colpi da 203 mm del Prinz Eugen, senza subire seri danni alla sua capacità di combattimento ma riportando tra l’equipaggio 13 morti e 9 feriti, uno dei quali morì il giorno dopo.
L’Inseguimento
La Prince of Wales si unì agli incrociatori Suffolk e Norfolk per continuare a tallonare a distanza la formazione tedesca, sotto la direzione dell’ammiraglio William Frederic Wake-Walker con insegna sul Norfolk.
Verso le 18:40 la Bismarck serrò le distanze con il Suffolk e aprì il fuoco, spingendo la Prince of Wales e il Norfolk a intervenire alle 18:47. La corazzata sparò dodici salve con i pezzi principali anche se due cannoni della torre anteriore andarono nuovamente in avaria dopo il primo colpo, ma nessun centro fu realizzato.
Le navi britanniche persero il contatto nella notte tra il 24 e il 25 maggio. La Prince of Wales fu distaccata alle 06:20 per unirsi al nucleo della Home Fleet, ma ormai a corto di carburante alle 10:47 ricevette il permesso di recarsi in Islanda per rifornimento. La corazzata giunse allo Hvalfjörður la mattina del 27 maggio, ripartendo il giorno seguente per Rosyth dove fu messa in cantiere per riparazioni dal 30 maggio.

Operazioni nell’Atlantico
La Prince of Wales riprese il mare il 19 luglio, trasferendosi da Rosyth a Scapa Flow. Alla fine del mese la nave fu selezionata per l’operazione Riviera, il trasferimento di una delegazione britannica comprendente il primo ministro Winston Churchill attraverso l’Atlantico per un incontro con il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, il primo incontro personale tra i due leader durante la guerra.
La Prince of Wales salpò da Scapa Flow con i suoi ospiti il 4 agosto, raggiungendo la base di Argentia nel Dominion di Terranova il 9 agosto. Durante l’incontro tra Roosevelt e Churchill il 14 agosto, venne firmata la Carta Atlantica, base delle relazioni internazionali del secondo dopoguerra. La corazzata salpò da Argentia nel pomeriggio del 14 agosto, riportando Churchill a Scapa Flow la mattina del 18 agosto.
La nave riprese quindi le attività di addestramento e collaudo precedentemente rimandate per gli eventi della caccia alla Bismarck. Il 10 settembre lasciò Scapa Flow dopo rapporti che segnalavano la partenza dalla Norvegia dell’incrociatore pesante tedesco Admiral Scheer, apparentemente diretto in Atlantico. La nave fu tuttavia richiamata quella sera stessa dopo che lo Scheer ebbe fatto rotta per le acque tedesche.
Operazioni nel Mediterraneo
Dopo essersi trasferita a Greenock, il 16 settembre la Prince of Wales fu riassegnata alla Force H per proteggere l’invio di un convoglio di rifornimenti a Malta (operazione Halberd).
La nave raggiunse Gibilterra il 24 settembre, ripartendo quella sera stessa insieme a una grossa formazione al comando dell’ammiraglio James Somerville comprendente le corazzate HMS Nelson (ammiraglia) e HMS Rodney, la portaerei HMS Ark Royal, cinque incrociatori e 18 cacciatorpediniere di scorta a nove mercantili carichi di rifornimenti.
Dopo l’ingresso nel Mediterraneo, il convoglio britannico fu avvistato da ricognitori italiani. A partire dalle 12:55 del 27 settembre, fu ripetutamente attaccato da aerosiluranti S.M.84 e S.M.79 decollati dalle basi di Sardegna e Pantelleria.
La Prince of Wales contribuì alla protezione antiaerea del convoglio, abbattendo alcuni velivoli nemici ma anche, in due distinti incidenti di fuoco amico, due caccia Fairey Fulmar dell’Ark Royal. Dopo l’avvistamento di una sortita della flotta italiana, la corazzata fu distaccata con le altre unità maggiori per fronteggiare questa minaccia ma i due gruppi non vennero a contatto. La Prince of Wales rientrò indenne a Gibilterra con il resto della Force H il 30 settembre, salpando poi per Scapa Flow dove giunse il 6 ottobre.
Dispiegamento in Estremo Oriente
Il 7 ottobre la Prince of Wales fu nominata nave ammiraglia della Home Fleet, e il vice ammiraglio Alban Curteis alzò la sua insegna sulla corazzata.
L’addensarsi di una minaccia di guerra alle colonie britanniche in Estremo Oriente spinse il governo britannico, e Churchill in particolare, a predisporre l’invio della Prince of Wales a Singapore, dove avrebbe potuto esercitare una funzione di deterrenza nei confronti delle intenzioni aggressive giapponesi.
Il 24 ottobre il vice ammiraglio Curteis si trasferì sull’incrociatore HMS Renown, e l’ammiraglio Thomas Phillips alzò la sua insegna sulla Prince of Wales in qualità di nuovo comandante della Eastern Fleet.
La corazzata salpò quello stesso pomeriggio con la scorta dei cacciatorpediniere Electra ed Express intraprendendo un lungo viaggio verso Singapore via Freetown, Città del Capo, Port Louis e Colombo. Durante il transito attraverso l’oceano Indiano, l’impianto di ventilazione della corazzata si dimostrò inadeguato e causò gravi problemi di abitabilità dei locali caldaie.
Dopo essersi ricongiunta con l’incrociatore da battaglia Repulse e altri due cacciatorpediniere a Colombo, la Prince of Wales raggiunse Singapore il 2 dicembre dove la formazione britannica assunse la designazione di Force Z. La prevista portaerei Indomitable si sarebbe dovuta unire alle forze di Phillips ma si arenò durante le prove di navigazione in Giamaica rendendo necessarie riparazioni.
Poco dopo l’arrivo, la corazzata fu messa in cantiere per sostituire i tubi dei distillatori e intraprendere una pulizia generale delle caldaie, lavori che si stimò dovessero richiedere sette giorni. A causa delle alte temperature e del forte tasso di umidità, l’impianto radar Type 273 di scoperta di superficie divenne inservibile.
L’Affondamento
Il 6 dicembre un ricognitore britannico avvistò la flotta di invasione giapponese diretta verso le coste meridionali della Thailandia, al confine con la Malaysia britannica. La mattina dell’8 dicembre i primi reparti giapponesi presero terra in varie località lungo l’Istmo di Kra, mentre contemporaneamente un’incursione aerea si abbatté su Singapore. Il porto fu bombardato, ma le navi britanniche che risposero al fuoco con le armi antiaeree non riportarono danni.
Un messaggio dall’Ammiragliato a Londra ordinò a Phillips di dare inizio alle ostilità. L’ammiraglio prese il mare alle 17:35 con la Prince of Wales, il Repulse e i cacciatorpediniere Electra, Express, Tenedos e HMAS Vampire. La richiesta di missioni di ricognizione e protezione da caccia della Royal Air Force fu rigettata dai comandi locali a causa della penuria di aerei.
La Sortita del 9 Dicembre
L’obiettivo della sortita britannica erano le navi da trasporto giapponesi segnalate al largo di Kota Bharu, confidando nella protezione del tempo instabile poco favorevole all’attività aerea.
Alle 13:43 del 9 dicembre la Forza Z fu avvistata dal sommergibile giapponese I-65 all’altezza delle isole Anambas, poi seguita da aerei ricognitori nemici tra le 17:00 e le 18:00. Senza copertura aerea e con il nemico allertato, Phillips decise di interrompere la missione e rientrare a Singapore.
Alle 23:55 un messaggio dal comando segnalò un presunto sbarco nemico a Kuantan e l’ammiraglio decise di investigare. Alle 02:11 del 10 dicembre il sommergibile giapponese I-58 avvistò nuovamente le navi britanniche, lanciando cinque siluri verso la Prince of Wales senza ottenere centri. Le navi britanniche non si accorsero dell’attacco. Il sommergibile segnalò l’avvistamento al comando giapponese di Saigon, e a partire dalle 07:00 svariati gruppi di bombardieri e aerosiluranti iniziarono a decollare dai campi nell’Indocina meridionale.
L’Attacco Aereo
Intorno alle 08:00 la Force Z arrivò davanti Kuantan, dove la ricognizione confermò che nessuno sbarco nemico era in corso e che i rapporti erano probabilmente un abbaglio. Phillips piegò a nord-est allontanandosi dalle coste malesi, ma alle 10:15 la Forza Z fu avvistata da un ricognitore giapponese.
A partire dalle 11:00, vari gruppi di aerei giapponesi si avventarono sulle unità britanniche. Il Repulse incassò una bomba da un bombardiere Mitsubishi G3M nel corso della prima incursione.
Alle 11:44 aerosiluranti Mitsubishi G4M si diressero sulla Prince of Wales centrandola con un siluro. L’ordigno colpì la corazzata sul lato di babordo verso poppa, davanti alla torre d’artiglieria posteriore. L’esplosione distrusse l’albero dell’elica esterna su quel lato e le paratie lungo l’albero fino alla sala macchine B.
Questo causò un rapido e incontrollato allagamento della sala macchine B e del locale dinamo, mettendo fuori uso l’intero impianto elettrico della parte poppiera della nave e parte delle torrette secondarie da 133 mm. La nave imbarcò un grosso quantitativo d’acqua che la fece inclinare di 11 gradi e mezzo, poi ridotto a 9 gradi tramite l’allagamento dei compartimenti dalla parte opposta dello scafo. La velocità scese a 15 nodi.
Nonostante vari problemi all’armamento antiaereo, un velivolo nipponico fu centrato dai cannonieri britannici e visto schiantarsi in mare.
Alle 12:20 la Prince of Wales ruppe il silenzio radio fino ad allora rigorosamente seguito, chiedendo assistenza a Singapore.
Gli Ultimi Minuti
Due minuti più tardi una nuova formazione di aerosiluranti giapponesi G4M si lanciò all’attacco. Il Repulse fu raggiunto in rapida successione da cinque siluri, capovolgendosi e affondando alle 12:33 con gravi perdite.
Quasi simultaneamente, la Prince of Wales fu raggiunta da tre siluri che colpirono, tutti dal lato di dritta, la prua sotto l’alloggiamento dell’àncora, il centro nave all’altezza della torre centrale e la poppa. I danni più gravi li provocò il siluro che colpì a poppa, piegando gli alberi delle eliche rimasti e aprendo una grossa falla che fece imbarcare grandi quantitativi d’acqua, lasciando una sola sala macchine in funzione e facendo calare la velocità a 8 nodi.
L’ultimo attacco giapponese si abbatté sulla corazzata, ormai quasi incapace di governare, alle 12:44 da parte di bombardieri G3M. Una bomba da 500 kg colpì la nave sul ponte tra i due fumaioli, penetrando nel ponte superiore ed esplodendo nella sala cinema dove circa 300 feriti nei precedenti attacchi venivano accuditi, causando gravi perdite umane.
L’esplosione danneggiò l’impianto di ventilazione dell’ultima sala macchine in funzione, portando allo spegnimento delle caldaie rimaste e immobilizzando la nave. Altre bombe esplosero nelle vicinanze, allentando i rivetti e piegando le piastre dello scafo incrementando l’acqua imbarcata.
Alle 12:50 il cacciatorpediniere Express si avvicinò per iniziare il trasbordo dell’equipaggio. La grande nave iniziò a inclinarsi sempre più dal lato di dritta e si capovolse alle 13:20. L’Express per poco non fu rovesciato dall’aletta antirollio della corazzata.
La Prince of Wales affondò nella posizione 3°33′36″N 104°28′42″E, portando con sé i corpi di 327 membri del suo equipaggio tra cui l’ammiraglio Phillips e il capitano Leach.
Il Relitto e la Commemorazione
Il relitto della Prince of Wales giace a circa 68 metri di profondità nella posizione dove la nave affondò. Sul luogo si trova una boa con una bandiera britannica fissata a poppa della nave.
Il luogo dell’affondamento è stato denominato “Sito protetto” nel 2001 in base alla Protection of Military Remains Act del 1986, poco prima del sessantesimo anniversario dell’affondamento.
La campana della nave è stata recuperata nel 2002 e dopo il restauro è stata esposta al Merseyside Maritime Museum di Liverpool.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: UK
- Tipo nave: Corazzata
- Classe: King George V
- Cantiere:
Cammell Laird and Company
- Data impostazione: 01/01/1937
- Data Varo: 03/05/1939
- Data entrata in servizio: 19/01/1941
- Lunghezza m.: 227
- Larghezza m.: 31
- Immersione m.: 9.9
- Dislocamento t.: 42000
- Apparato motore:
8 caldaie Admiralty, Quattro turbine Parsons, quattro eliche
- Potenza cav.: 125.000
- Velocità nodi: 28
- Autonomia miglia: 5.400 a 18 nodi
- Armamento:
- 10 cannoni BL Mk VII da 356 mm
- 16 cannoni QF Mk I da 133 mm
- 64 cannoni antiaerei Vickers-Armstrong QF 2 lb da 40 mm
- Corazzatura:
Cintura principale 374 mm, Cintura inferiore 137 mm, Ponte fino a 136 mm, Torrette principali 324 m, Barbette 324 mm
- Equipaggio: 1314 - 1631
- Bibliografia – Riferimenti:
- Jane’s Fighting Ships of World War II, Crescent Books ISBN: 0517679639
- Wikipedia
- kbismark
- uboat.net
- Naval History
- ww2db
