Shigetaka Omori

di redazione
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Shigetaka Omori

Shigetaka Ōmori fu un ufficiale e pilota da caccia asso della Marina Imperiale Giapponese durante la Seconda Guerra Sino-Giapponese e la Guerra del Pacifico. Nato il 15 gennaio 1916 nella prefettura di Yamanashi e caduto il 26 ottobre 1942, Ōmori accumulò 13 vittorie aeree ufficialmente confermate durante la sua carriera. È particolarmente noto per la sua fine, durante la Battaglia delle Isole Santa Cruz, quando tentò di speronare un bombardiere americano per proteggere la portaerei Shōkaku. Sebbene l’impatto non si verificò effettivamente, Ōmori ricevette una promozione postuma eccezionale di due gradi e fu menzionato nel bollettino della Marina Imperiale per il suo presunto sacrificio.

Formazione

Shigetaka Ōmori nacque il 15 gennaio 1916 nella prefettura di Yamanashi. Si arruolò nella Marina Imperiale Giapponese nel maggio 1933 e nel febbraio 1936 entrò nel programma di addestramento piloti Sōjū Renshū-sei. Si diplomò come pilota da caccia nel settembre 1936 come membro del 33° corso di addestramento piloti arruolati.

Durante la formazione, Ōmori ebbe come compagno di corso il futuro asso Bunkichi Nakajima, stabilendo conoscenze che avrebbero caratterizzato la sua carriera nell’aviazione navale giapponese.

Servizio in Cina

Nel febbraio 1938, Ōmori fu assegnato al 13° Kōkūtai operante nella Cina centrale durante la Seconda Guerra Sino-Giapponese. Il 25 febbraio 1938 ottenne la sua prima vittoria aerea abbattendo un aereo cinese sopra la città di Nanchang.

Nel marzo 1938 fu trasferito al 12° Gruppo Aereo, che operava nella stessa area della Cina centrale. Ōmori rimase al fronte in questa zona fino al dicembre 1938.

Guerra del Pacifico

Dopo il servizio in Cina, Ōmori fu trasferito attraverso diverse assegnazioni: prima alla portaerei Akagi, poi ai Kōkūtai di Tsukuba e Ōminato in Giappone. All’inizio della Guerra del Pacifico nel dicembre 1941, era assegnato al gruppo di volo della portaerei Hōshō.

La Hōshō, primo portaerei messo in servizio dal Giappone nei primi anni 1920, era ormai obsoleta all’epoca: superata in velocità dai suoi successori ed troppo piccola per accogliere i caccia imbarcati moderni come il Mitsubishi A6M Zero.

Midway

Nel maggio 1942, il sottufficiale di prima classe Ōmori fu trasferito al gruppo di volo della portaerei Akagi. Nel giugno 1942 partecipò alla Battaglia delle Midway come capo elemento nel squadrone guidato dal tenente Ayao Shirane.

Il 4 giugno 1942, Ōmori volò nella scorta per l’attacco mattutino contro l’isola di Midway. Durante il volo verso l’atollo, la formazione giapponese fu intercettata da un numeroso gruppo di caccia dei Marines americani basati a Midway. Nel combattimento aereo che seguì, Ōmori abbatté due caccia nemici. Gli aviatori giapponesi rivendicarono complessivamente undici abbattimenti americani prima di mitragliare gli obiettivi a terra su Midway.

Al ritorno alla Akagi, Ōmori fu immediatamente rimandato in volo per difendere le portaerei giapponesi contro i bombardieri-siluranti della US Navy. Durante questa pattuglia di combattimento aereo, lui e la sua unità furono accreditati dell’abbattimento di sei bombardieri-siluranti nemici, sebbene non riuscissero a impedire che una bomba da 450 kg, probabilmente sganciata da Richard Halsey Best, colpisse un hangar della Akagi alle 10:26.

Il Zero di Ōmori fu colpito quattordici volte durante il combattimento contro gli assalitori della Akagi, ma riuscì ad atterrare sulla Hiryū, l’unica delle quattro portaerei giapponesi ancora operativa in quel momento della battaglia.

Nel pomeriggio del 4 giugno, Ōmori decollò per la terza volta nella giornata per una pattuglia di protezione della Hiryū. Tuttavia, anche questa portaerei fu colpito da quattro bombe dei Douglas SBD Dauntless americani verso le 17:00 e, come le altee tre portaerei della formazione, finì preda delle fiamme.

Ōmori rimase in volo fino all’esaurimento del carburante, verso le 19:00. Ammarò insieme al tenente Shirane vicino all’incrociatore leggero Nagara, che recuperò entrambi gli uomini indenni.

Salomone Orientali

Dopo la Battaglia delle Midway, Ōmori fu trasferito alla portaerei Shōkaku. Nell’agosto 1942 partecipò alla Battaglia delle Salomone Orientali, dove fu assegnato a coprire la forza d’attacco che attaccava le portaerei americane.

La scorta di nove Zero era guidata dal tenente Yasuhiro Shigematsu. Quando avvistarono gli aerei della US Navy che si avvicinavano alla flotta giapponese, Ōmori insieme ad altri quattro Zero si staccò dalla forza d’attacco per attaccare il nemico. Tuttavia, uno dei suoi gregari, il sottufficiale di terza classe Sadamu Komachi, non seguì l’ordine e rimase con Shigematsu.

Battaglia delle Isole Santa Cruz e Morte

Nell’ottobre 1942, il sottufficiale Ōmori partecipò alla Battaglia delle Isole Santa Cruz. Il 26 ottobre 1942, mentre svolgeva pattuglia di combattimento aereo insieme al suo gregario Sadamu Komachi, Yoshimao Kodaira e Tomitarō Itō, intercettò una quindicina di bombardieri in picchiata SBD Dauntless americani provenienti dalla portaerei Hornet.

Durante questo combattimento, Ōmori abbatté personalmente cinque bombardieri nemici prima di individuare il bombardiere del tenente comandante William J. Widhelm sul punto di sganciare una bomba sulla Shōkaku. Ōmori si tuffò direttamente su Widhelm nel tentativo di speronnarlo.

Il mitragliere di Widhelm riuscì a colpire il motore di Ōmori con diverse pallottole traccianti calibro .50, causando l’esplosione del motore quando i due aerei erano a circa cento metri di distanza. Ōmori tentò di speronare Widhelm in volo, ma l’americano riuscì a schivare il giapponese all’ultimo momento e lo Zero di Ōmori si disintegrò sopra la formazione americana.

I piloti giapponesi testimoniarono di aver visto Ōmori speronare con successo Widhelm al prezzo della propria vita. In realtà, William J. Widhelm uscì indenne dallo scontro, sebbene più tardi nello stesso giorno lui e il suo mitragliere furono abbattuti da uno Zero del Zuikaku. Passarono tre giorni su una zattera di salvataggio prima di essere soccorsi, e Widhelm sopravvisse alla guerra.

Riconoscimenti Postumi

Dopo la sua morte, Ōmori ricevette una promozione postuma eccezionale di due gradi, passando da sottufficiale di prima classe a guardiamarina. Il suo nome fu inoltre menzionato nel bollettino della Marina Imperiale, due distinzioni accordate in base alle testimonianze sul suo presunto sacrificio durante il tentativo di speronamento.

Questi riconoscimenti riflettevano l’importanza attribuita dalla Marina Imperiale agli atti di sacrificio personale, anche quando, come nel caso di Ōmori, l’effettivo speronamento non si verificò. La percezione dell’eroismo era spesso più importante dei fatti concreti nell’assegnazione di onorificenze postume.

La carriera di Ōmori illustra l’evoluzione dell’aviazione navale giapponese dalle operazioni in Cina alle grandi battaglie di portaerei nel Pacifico. Le sue 13 vittorie confermate, ottenute in teatri diversi e contro avversari progressivamente più organizzati e equipaggiati, testimoniano l’abilità e la dedizione di un pilota professionista durante uno dei periodi più intensi del conflitto aereo mondiale.

Informazioni aggiuntive

  • Data di Nascita: 15 Gennaio 1916 
  • Data morte: 26 Ottobre 1942  
  • Vittorie: 13  
  • Forza aerea: Marina Imperiale 

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