La carriera operativa della Unicorn, durata dal 1943 al 1953 con solo brevi periodi in riserva, testimoniò la solidità del progetto e la qualità della costruzione. Per una nave ausiliaria, mantenere rilevanza operativa attraverso due conflitti maggiori e l’evoluzione dall’era dei biplani a quella dei jet rappresentò un achievement notevole.
La sua capacità di adattarsi alle esigenze in rapida evoluzione dell’aviazione navale – dalle riparazioni di Swordfish e Seafire durante la Seconda Guerra Mondiale al supporto di Sea Fury e Meteor durante la Guerra di Corea – dimostrò la lungimiranza del progetto originale e la qualità dell’ingegneria britannica.
La Unicorn operò durante uno dei periodi più drammatici e trasformativi della storia navale moderna. La sua carriera attraversò l’evoluzione dall’aviazione navale tradizionale all’era dei jet, dai conflitti convenzionali della Seconda Guerra Mondiale alle operazioni limitate della Guerra Fredda.
In ogni fase, la nave dimostrò la capacità di adattarsi e contribuire efficacemente alle operazioni, mantenendo sempre elevati standard di efficienza e affidabilità. La sua storia è intimamente legata all’evoluzione della Royal Navy da forza navale imperiale a componente di alleanze multinazionali nel nuovo ordine mondiale post-bellico.
Origine del progetto
La Crisi Abissina del 1934-35 rappresentò un momento di svolta per l’Ammiragliato britannico, rivelando lacune critiche nell’organizzazione logistica delle forze aeronavali. Durante questa crisi, le portaerei britanniche operanti nel Mediterraneo si trovarono ad affrontare difficoltà significative nella manutenzione e riparazione dei loro aeromobili, evidenziando la necessità di un supporto logistico specializzato simile a quello già fornito alle forze sottomarine e ai cacciatorpediniere dalle rispettive navi appoggio.
L’esperienza operativa dimostrò che le portaerei, per quanto sofisticate, non potevano svolgere autonomamente tutti i compiti di manutenzione e riparazione richiesti da operazioni prolungate lontano dalle basi terrestri. Era necessaria una nave specializzata capace di effettuare una gamma completa di lavori di manutenzione e riparazione su tutti i tipi di aeromobili della Royal Navy, inclusi gli idrovolanti anfibi.
L’Ammiraglio Reginald Henderson, Controllore della Marina, fu il principale artefice dell’approvazione del progetto e della definizione delle sue caratteristiche operative fondamentali. Henderson comprese che una semplice nave officina non sarebbe stata sufficiente: era necessaria un’unità dotata di un ponte di volo completo che le permettesse di far atterrare, riparare e far decollare aeromobili durante le operazioni attive.
Questa visione rivoluzionaria portò alla progettazione della prima nave al mondo capace di “svolgere la gamma completa di lavori di manutenzione e riparazione aeromobili oltre alla capacità di operare aeromobili dal ponte di volo”. Il concetto era così avanzato che avrebbe influenzato lo sviluppo navale per decenni, anticipando le moderne navi appoggio logistico e le portaerei ausiliarie.
Il successo operativo della Unicorn durante la guerra validò completamente il concetto, tanto che due navi simili, la Perseus e la Pioneer, furono successivamente create convertendo portaerei leggere ancora in costruzione in navi manutenzione aeromobili. Questo sviluppo testimoniò l’importanza strategica del ruolo concepito per la Unicorn e la sua rilevanza nell’evoluzione della dottrina aeronavale britannica.
Progetto e Caratteristiche Tecniche
La Unicorn presentava dimensioni considerevoli per una nave ausiliaria: 640 piedi (195,1 metri) di lunghezza fuori tutto, 90 piedi e 3 pollici (27,5 metri) di larghezza massima, e un pescaggio di 23 piedi (7,0 metri) a pieno carico. Al completamento, la nave risultò leggermente sovrappeso rispetto al progetto, dislocando 16.510 tonnellate a carico standard invece delle 14.750 tonnellate lunghe previste.
Queste dimensioni erano necessarie per alloggiare le grandi officine e i depositi richiesti dalla sua missione specializzata, oltre a fornire spazio sufficiente per un ponte di volo operativo completo e hangar per la gestione degli aeromobili in riparazione e manutenzione.
L’apparato motore della Unicorn era costituito da due gruppi di turbine a vapore Parsons ridotte, ciascuna azionante un’elica di 15 piedi (4,6 metri) di diametro. Il vapore era fornito da sei caldaie a tubi d’acqua Admiralty a tre corpi operanti a una pressione di 400 psi.
Le turbine erano progettate per sviluppare complessivamente 40.000 cavalli sull’asse, conferendo alla Unicorn una velocità massima di 24 nodi. Pur non essendo una velocità particolarmente elevata per gli standard delle navi da guerra dell’epoca, era più che sufficiente per permettere alla nave di operare efficacemente con le formazioni di portaerei che doveva supportare.
La nave trasportava 3.000 tonnellate di olio combustibile, che le garantivano un’autonomia di 7.000 miglia nautiche a 13,5 nodi, una caratteristica fondamentale per supportare operazioni prolungate in teatro operativo lontano dalle basi di rifornimento.
Il Ponte di Volo e le Strutture Aeronautiche
Ponte di Volo
La Unicorn era dotata di un ponte di volo completo lungo 600 piedi (180 metri) equipaggiato con attrezzature per l’appontaggio e il decollo degli aeromobili. Il ponte era dotato di cavi d’arresto per permettere l’atterraggio sicuro degli aeromobili, una caratteristica essenziale per la sua missione operativa.
La nave montava inoltre una catapulta capace di lanciare aeromobili del peso di 14.000 libbre (6.400 kg) a una velocità di 66 nodi, garantendo capacità di lancio anche in condizioni di vento sfavorevoli. Questa combinazione di sistemi di appontaggio e decollo rendeva la Unicorn completamente autonoma nelle operazioni aeronautiche.
Hangar e Movimentazione Aeromobili
La nave disponeva di due hangar sovrapposti, ciascuno alto 16 piedi e 6 pollici (5,03 metri). L’hangar superiore misurava 324 piedi per 65 piedi, mentre quello inferiore 360 piedi per 62 piedi. Questa configurazione forniva spazio considerevole per la manutenzione simultanea di numerosi aeromobili.
Il trasporto degli aeromobili tra gli hangar e il ponte di volo era gestito da due elevatori: quello anteriore di 33 per 45 piedi e quello posteriore di 24 per 46 piedi. La Unicorn poteva trasportare circa 36 aeromobili operativi, oltre a quelli in riparazione.
Per il carburante aviazione, la nave disponeva di serbatoi con capacità di 36.500 galloni imperiali, garantendo autonomia sufficiente per operazioni prolungate senza rifornimento.
Sistema di Trasferimento Aeromobili
Una delle caratteristiche più innovative della Unicorn era la chiatta semovente trasportata sotto la parte posteriore del ponte di volo. Questo sistema permetteva il trasferimento di aeromobili non volanti tra navi o verso installazioni costiere. La chiatta poteva essere abbassata a filo con il ponte dell’hangar superiore per permettere il caricamento diretto degli aeromobili, oppure gli aeromobili potevano essere issati sulla chiatta una volta che questa fosse stata calata in acqua.
Armamento e Sistemi Difensivi
Artiglieria Principale
L’armamento principale della Unicorn consisteva in quattro affusti binati per cannoni QF da 4 pollici Mk XVI a doppio impiego. Questi affusti potevano elevare da -10° a +80°, conferendo capacità sia antinave che antiaerea. Il cannone Mk XVI sparava circa 12 proiettili esplosivi da 35 libbre al minuto con una velocità iniziale di 2.660 piedi al secondo.
Contro bersagli di superficie, l’artiglieria aveva una gittata di 19.850 iarde, mentre contro bersagli aerei raggiungeva un’altitudine massima di 39.000 piedi, anche se la gittata antiaerea efficace era molto inferiore.
Artiglieria Secondaria e Antiaerea
La difesa antiaerea ravvicinata era affidata a quattro affusti quadrupli per cannoni QF pom-pom da 2 libbre da 40 millimetri. Questi affusti potevano deprimere a -10° ed elevare fino a +80°. Il cannone Mk VIII da 2 libbre sparava proiettili da 40 millimetri a una velocità iniziale di 1.920 piedi al secondo con una gittata di 3.800 iarde e una cadenza di tiro di circa 96-98 colpi al minuto.
La difesa a cortissimo raggio era fornita da dodici cannoni automatici Oerlikon da 20 millimetri, montati in due affusti binati e otto singoli. L’Oerlikon sparava proiettili da 0,272 libbre a una velocità iniziale di 2.750 piedi al secondo, con una cadenza di 465-480 colpi al minuto e una gittata massima di 4.800 iarde.
Sistemi di Controllo del Tiro
La nave era equipaggiata con due centrali di tiro HACS (High Angle Control System) montate sulla sovrastruttura a isola, e ogni affusto pom-pom disponeva della propria centrale di tiro. Questo sistema garantiva un controllo preciso dell’artiglieria antiaerea.
La Unicorn fu la prima nave a montare un radar di preallarme Type 281B, e ogni centrale HACS era dotata di un radar di tiro Type 285, conferendo alla nave capacità di controllo del tiro all’avanguardia per l’epoca.
Costruzione e Sviluppo
Inizio dei lavori
La Unicorn fu ordinata il 14 aprile 1939 e la sua chiglia fu impostata presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, Irlanda del Nord, il 29 giugno dello stesso anno. La scelta di questi cantieri, famosi per aver costruito il Titanic, testimoniava l’importanza attribuita al progetto.
La costruzione subì diversi ritardi dovuti alla priorità data ad altri progetti considerati più urgenti allo scoppio della guerra. Questi ritardi riflettevano le difficili decisioni che l’Ammiragliato doveva prendere nell’allocazione delle limitate risorse industriali durante il conflitto.
Il Varo e il Completamento
Il varo avvenne finalmente il 20 novembre 1941, più di due anni dopo l’impostazione della chiglia. La nave fu completata il 12 marzo 1943, quasi quattro anni dopo l’inizio dei lavori, un periodo insolitamente lungo che rifletteva tanto le interruzioni belliche quanto la complessità del progetto.
Nel 1942, per accelerare il completamento, l’Ammiragliato decise che la nave non sarebbe stata equipaggiata con la suite completa di attrezzature per manutenzione e riparazione inizialmente prevista. Questa decisione pragmatica permetteva di rendere operativa la nave più rapidamente, rinviando l’installazione delle attrezzature più specializzate.
Il costo della Unicorn, escluso l’armamento, ammontò a £2.531.000, una cifra considerevole per l’epoca che rifletteva la sofisticazione del progetto e la qualità delle installazioni.
Equipaggio e Organizzazione
Durante il periodo bellico, l’equipaggio della Unicorn ammontava a 1.200 uomini, un numero elevato che rifletteva la complessità delle operazioni di manutenzione aeronautica e la necessità di personale specializzato per le officine e i reparti tecnici.
Impiego operativo
L’Imbarco dei Primi Squadroni
Durante le prove operative nell’aprile 1943, la Unicorn imbarcò i suoi primi squadroni aerei: l’818º e l’824º Squadrone con biplani Fairey Swordfish (nove per l’818º e sei per l’824º), e l’887º Squadrone con nove caccia Supermarine Seafire IIC. Questa configurazione mista permetteva di testare le capacità operative della nave con diversi tipi di aeromobili.
Le Prime Missioni Operative
Alla fine di maggio 1943, la Unicorn scortò il convoglio MKF 15 verso Gibilterra trasportando alcuni Bristol Beaufighter della Royal Air Force che furono sbarcati alla base mediterranea. Nei primi giorni di giugno scortò il convoglio di ritorno verso il Clyde, dimostrando le sue capacità operative di base.
Insieme alla portaerei Illustrious, la nave partecipò all’Operazione Governor all’inizio di luglio, una diversione verso le coste norvegesi per supportare gli sbarchi alleati in Sicilia. Per questa operazione, l’887º Squadrone fu sostituito dall’800º Squadrone equipaggiato con Hawker Sea Hurricane, dimostrando la flessibilità operativa della nave nel supportare diverse configurazioni aeree.
Salerno
Forza V
La Unicorn fu assegnata alla Forza V, una flottiglia di portaerei britanniche comandata dall’Ammiraglio Philip Vian, per fornire copertura aerea all’Operazione Avalanche, gli sbarchi alleati a Salerno. Questa missione rappresentava il primo impegno operativo importante della nave in un teatro di combattimento attivo.
In preparazione della missione, la nave sbarcò tutti i suoi Swordfish eccetto tre dell’818º Squadrone per l’autodifesa, e gli Sea Hurricane dell’800º Squadrone. Furono imbarcati invece i Seafire dell’809º e 897º Squadrone, ciascuno con 10 aeromobili, per un totale di 33 caccia, una configurazione ottimizzata per il combattimento aereo.
Operazioni a Salerno
La Unicorn si unì alle portaerei di scorta della Forza V a Gibilterra nell’agosto 1943, prima che la formazione si spostasse nel Mediterraneo centrale per addestramento intensivo in preparazione dello sbarco anfibio del 9 settembre.
Primi Giorni di Combattimento
Il primo giorno di operazioni, i Seafire della Unicorn volarono 75 sortite, seguite da 60 il 10 settembre. Tuttavia, il Seafire si rivelò poco adatto agli appontaggi in condizioni di vento debole, e molti aeromobili furono danneggiati in incidenti di atterraggio.
Le sortite diminuirono a 44 l’11 settembre e solo 18 il 12 settembre, nonostante i meccanici della Unicorn fossero riusciti a riparare dieci Seafire durante la notte precedente. Questa situazione evidenziava tanto i limiti operativi del Seafire quanto l’importanza delle capacità di riparazione della nave.
Supporto delle Portaerei Pesanti
La carenza di caccia divenne così acuta durante l’operazione che i caccia delle portaerei Illustrious e Formidable, inizialmente destinati a fornire copertura distante contro possibili interferenze della flotta italiana, furono fatti atterrare sulla Unicorn per fornire copertura aerea diretta agli sbarchi.
Entro il 12 settembre, la situazione era migliorata abbastanza da permettere all’887º Squadrone di far decollare sei Seafire verso un campo d’aviazione temporaneo a terra, segnando un importante traguardo nell’operazione.
Ritorno e Riconfigurazione
La Unicorn tornò nel Regno Unito il 20 settembre con un carico completo di Seafire danneggiati, oltre ai propri aeromobili, che furono sbarcati a Glasgow per riparazione. Successivamente, fu sottoposta a lavori di ammodernamento presso i suoi costruttori e riconfigurata per il suo ruolo progettuale di nave riparazione aeromobili.
L’esperienza di Salerno aveva dimostrato sia il valore operativo del concetto sia le sfide pratiche dell’impiego di una nave tanto versatile quanto complessa. Le lezioni apprese influenzarono le successive modifiche e l’impiego operativo della nave.
Estremo Oriente
Flotta Orientale
Alla fine di dicembre 1943, la Unicorn si unì al gruppo di rinforzi per la Flotta Orientale, che includeva la Illustrious, l’incrociatore da battaglia Renown e le corazzate Queen Elizabeth e Valiant. A questo punto imbarcava solo quattro Swordfish dell’818º Squadrone, una configurazione minimal che rifletteva il suo nuovo ruolo di supporto.
Il 27 gennaio 1944, la nave consegnò un carico di aeromobili alla stazione aerea navale di Cochin, in India, prima di arrivare a Trincomalee, Ceylon, il 2 febbraio. Oltre ai compiti di riparazione, la nave fu spesso utilizzata per l’addestramento all’appontaggio, dimostrando la sua versatilità operativa.
Operazioni nell’Oceano Indiano
Durante il soggiorno nell’Oceano Indiano, la Unicorn ricevette una breve revisione a Bombay nel maggio 1944. Il 23 agosto, l’818º Squadrone fu trasferito alla Atheling e successivamente sciolto, mentre il 7 novembre l’817º Squadrone s’imbarcò con i suoi Fairey Barracuda per fornire protezione antisommergibile.
La nave fu ordinata a inviata, Sud Africa, per essere modificata con officine separate e attrezzature aggiuntive per i motori americani, che utilizzavano filettature e raccordi elettrici diversi dagli standard britannici. Questa modifica rifletteva l’evoluzione delle esigenze operative e la crescente integrazione con gli alleati americani.
La Flotta del Pacifico Britannica
Trasferimento e la Preparazione
Nel novembre 1944, la Unicorn fu trasferita alla nuova Flotta del Pacifico Britannica (BPF). Partì da Durban il 1º gennaio 1945 e arrivò a Colombo, Ceylon, dove condusse addestramento all’appontaggio per i piloti nuovi alla BPF.
Più tardi nel mese, la nave caricò 82 aeromobili e 120 motori per il trasporto in Australia, svuotando le scorte della Flotta Orientale. Partì per Sydney il 29 gennaio e arrivò il 12 febbraio, sbarcando gli aeromobili immagazzinati.
Operazioni nelle Isole Admiralty
Il 28 febbraio, la Unicorn salpò per l’isola di Manus, nelle isole Admiralty, per supportare l’addestramento della BPF prima delle fasi iniziali dell’Operazione Iceberg. Il 27 marzo arrivò nella baia di San Pedro, Filippine, che doveva servire come base di rifornimento intermedia per la BPF durante il supporto all’Operazione Iceberg.
Operazione Iceberg e Okinawa
La BPF doveva attaccare i campi d’aviazione giapponesi nelle isole Sakishima e Formosa prima e durante le fasi iniziali dell’invasione di Okinawa. La Unicorn fu principalmente impegnata nella preparazione di aeromobili per la consegna agli squadroni operativi a bordo delle portaerei della flotta, piuttosto che nella loro riparazione.
Tuttavia, tra marzo e maggio 1945, riparò, modificò o sottopose a manutenzione 105 aeromobili, dimostrando l’ampiezza delle sue capacità operative. Questo contributo fu essenziale per mantenere l’efficienza operativa della BPF durante le intense operazioni contro le difese giapponesi.
Ritorno in Australia e i Preparativi Finali
Il 22 maggio, la nave salpò per l’Australia e arrivò a Sydney il 1º giugno. Il 6 giugno salpò per Brisbane per far pulire la carena al cantiere Cairncross e per caricare altri aeromobili di ricambio. La Unicorn arrivò a Manus il 22 luglio per prepararsi alle operazioni al largo del Giappone.
Era ancora lì quando il Giappone si arrese il 15 agosto. Dopo la resa, la nave iniziò a traghettare aeromobili, attrezzature e uomini di ritorno in Australia, un compito che terminò il 6 novembre con l’arrivo a Sydney.
Il Ritorno in Patria
La Unicorn partì per la madrepatria nel dicembre 1945 e arrivò a Plymouth nel gennaio 1946. Fu disarmata e posta in riserva, concludendo la sua prima fase di servizio attivo dopo aver dimostrato pienamente la validità del concetto operativo per cui era stata progettata.
Guerra di Corea
La Riattivazione del 1949
Nel 1949, la Unicorn fu riattivata per servizio in Estremo Oriente, a supporto della portaerei Triumph. Salpò da HMNB Devonport il 22 settembre con un carico di Seafire e Firefly, riprendendo il suo ruolo di nave supporto per le operazioni aeronavali in un teatro lontano.
Lo Scoppio della Guerra di Corea
Quando la Guerra di Corea scoppiò nel giugno 1950, la nave stava sbarcando aeromobili, attrezzature e personale di manutenzione alla RAF Sembawang, Singapore, in preparazione del ritorno in patria e alla riserva. L’Ammiragliato ordinò che fosse utilizzata come portaerei di rifornimento per traghettare aeromobili e rifornimenti di ricambio alle portaerei della Royal Navy e del Commonwealth operanti nelle acque coreane.
Le Prime Operazioni in Corea
La Unicorn lasciò Singapore l’11 luglio e arrivò a Sasebo, Giappone, il 20 luglio, trasferendo sette Seafire e cinque Firefly alla Triumph. In agosto, la nave traghettò il 1º Battaglione del Reggimento Middlesex e il Quartier Generale della 27ª Brigata da Hong Kong a Pusan, arrivando il 29 agosto.
Consegnò rifornimenti a Sasebo prima di tornare a Singapore per iniziare una revisione, dimostrando la flessibilità operativa che caratterizzava il suo impiego durante il conflitto coreano.
1951-1952
La Unicorn riprese i suoi compiti nel dicembre 1950, trasportando circa 400 soldati oltre ai soliti aeromobili, scorte e attrezzature. Fu utilizzata dai piloti per l’addestramento all’appontaggio durante il viaggio, massimizzando l’efficienza operativa.
Nel marzo 1951, traghettò i caccia a reazione Gloster Meteor del 77º Squadrone RAAF a Iwakuni, Giappone. La nave rimase lì per i successivi tre mesi per essere utilizzata come nave alloggio, un impiego che evidenziava la sua versatilità oltre le funzioni primarie.
L’Incidente dello Stretto di Shimonoseki
Il 2 ottobre 1951, mentre attraversava lo stretto di Shimonoseki, la Unicorn distrusse i cavi elettrici aerei che collegavano Honshu e Kyushu, che pendevano più bassi del normale a causa di una forte nevicata. Questo incidente, pur sfortunato, testimoniava l’intensità delle operazioni e le sfide inaspettate che potevano sorgere.
Il Bombardamento Costiero: Un Primato Storico
Durante le operazioni della Ocean nel luglio 1952, la Unicorn agì come ponte di volo di riserva per permettere l’atterraggio di aeromobili danneggiati senza interrompere le operazioni d’attacco. In settembre, prese in prestito quattro caccia Hawker Sea Fury dalla Ocean per mettere in volo pattugliamenti aerei da combattimento sulla flotta mentre quest’ultima conduceva operazioni d’attacco.
A un certo punto, la Unicorn divenne l’unica portaerei nella storia fino ad allora a condurre un bombardamento costiero durante un conflitto, quando ingaggiò osservatori costieri nordcoreani a Punta Chopekki. Questo evento unico sottolineava la versatilità operativa della nave e la sua capacità di adattarsi alle esigenze tattiche del momento.
Gli Ultimi Anni in Corea
La nave tornò a Singapore per un’altra revisione il 15 dicembre 1952 e non lasciò Singapore fino al 17 luglio 1953. Il 26 luglio, in rotta per il Giappone, la Unicorn ricevette una chiamata di soccorso dalla SS Inchkilda a sud della regione di Wuqiu nello stretto di Taiwan, che riferiva di essere sotto attacco da pirati.
La portaerei si diresse a alta velocità verso la posizione del mercantile e i pirati abbandonarono la loro preda quando la Unicorn circonnavigò il mercantile con tutte le armi puntate a meno di 3.000 iarde di distanza. L’Accordo d’Armistizio Coreano entrò in vigore il giorno seguente.
La nave accompagnò la Ocean in due pattugliamenti il 30 luglio e il 25-29 agosto per monitorare la conformità nordcoreana ai termini dell’armistizio. Salpò per casa il 15 ottobre e arrivò a Devonport il 17 novembre, dove tornò in riserva.
Fine di una Carriera Leggendaria
I Piani di Modernizzazione
Nel 1951, la Unicorn fu presa in considerazione per una modernizzazione che l’avrebbe resa capace di operare moderni aeromobili a reazione più pesanti. Questo avrebbe richiesto l’installazione di una catapulta a vapore, il rinforzo del ponte di volo per gestire aeromobili più pesanti, e lo spostamento e l’ingrandimento dell’ascensore anteriore per far posto alla nuova catapulta e ad aeromobili più grandi.
Il Direttore delle Costruzioni Navali propose di combinare entrambi gli hangar in uno solo per eliminare i problemi di altezza degli hangar, ma questa idea fu respinta a causa del costo eccessivo. Questa ricostruzione sarebbe iniziata nel luglio 1954, ma l’intero progetto fu cancellato nel novembre 1952 perché fornire alle portaerei esistenti ponti di volo angolati era molto più importante.
Designazione Come Portaerei Traghetto
Nel giugno 1953, la Unicorn fu designata come Portaerei Traghetto, riconoscendo formalmente il ruolo che aveva svolto efficacemente durante la Guerra di Corea. Tuttavia, la nave fu ridotta a riserva estesa nel marzo 1957 e posta nella lista di dismissione nel 1958.
La Demolizione
La Unicorn fu venduta per demolizione nel giugno 1959 e arrivò a Dalmuir il 15 giugno per iniziare il processo. Il suo scafo fu demolito a Troon nel 1960, concludendo la carriera di una delle navi più innovative e versatili mai costruite per la Royal Navy.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: UK
- Tipo nave: Portaerei
- Classe: Unicorn
- Cantiere:
Harland and Wolff, Belfast, Northern Ireland
- Data impostazione: 26/06/1939
- Data Varo: 20/11/1941
- Data entrata in servizio: 12/03/1643
- Lunghezza m.: 195.1
- Larghezza m.: 27.51
- Immersione m.: 7.0
- Dislocamento t.: 20.600
- Apparato motore:
Quattro caldaie Admiralty a tre serbatoi, Due turbine Parsons con riduttori, Due assi
- Potenza cav.: 40.000
- Velocità nodi: 22
- Autonomia miglia: 11.000
- Armamento:
8 cannoni da 100 mm antiaerei/antinave in torrette binate, 12 cannoni da 40 mm antiaerei Vickers-Armstrong QF 2 lb in installazioni quadruple, 8 cannoni da 20 mm Oerlikon, 35 aerei
- Corazzatura:
Ponte di volo e magazzini: 51 mm
- Equipaggio: 1000
- Bibliografia – Riferimenti:
- Jane’s Fighting Ships of World War II, Crescent Books ISBN: 0517679639
- WikiPedia
- Naval History.net
- uboat.net