Sadamu Komachi (小町 定) nacque il 18 aprile 1920 nella prefettura di Ishikawa, terzo figlio di una famiglia che si dedicava sia all’agricoltura che al commercio. La sua straordinaria carriera nell’aviazione navale lo vide partecipare a quasi tutte le principali battaglie del Pacifico, ottenendo diciotto vittorie aeree confermate.
La formazione di un pilota navale
Per comprendere il percorso di Komachi è importante analizzare il rigoroso sistema di addestramento della Marina Imperiale. Nel 1938 si arruolò nella Marina, ricevendo l’addestramento base di sei mesi presso il Kaiheidan di Kure. Dopo un breve periodo di servizio sulla corazzata Fusō, fu accettato nel programma di addestramento per piloti di complemento.
Nel giugno 1940 si diplomò con il 49° corso e fu selezionato per la specializzazione caccia presso il Gruppo Aereo di Ōmura, a Kyushu. Qui ebbe il suo primo contatto con lo Zero nell’autunno del 1940, velivolo che sarebbe diventato il suo strumento di combattimento principale.
L’esperienza sulle portaerei
Nell’ottobre 1940 fu assegnato alla portaerei Akagi per la specializzazione come pilota imbarcato. Nel maggio 1941 passò alla squadriglia caccia della nuova portaerei Shōkaku, partecipando nell’autunno dello stesso anno alle esercitazioni navali intorno a Kyushu in preparazione dell’attacco a Pearl Harbor.
Durante l’attacco del 7 dicembre 1941, Komachi fu assegnato alla pattuglia di combattimento (CAP) a protezione della flotta di portaerei, un ruolo che non gli permise di entrare in azione diretta. La sua prima esperienza di combattimento avvenne durante l’incursione nell’Oceano Indiano, dove ingaggiò un Hurricane britannico. Sebbene riuscisse a colpire l’avversario, che iniziò a emettere fumo, non poté confermare l’abbattimento.
Le grandi battaglie navali
Nel maggio 1942, durante la Battaglia del Mar dei Coralli, Komachi ottenne le sue prime vittorie confermate. Come membro della CAP che proteggeva la flotta, si trovò a fronteggiare prima l’attacco dei velivoli della USS Yorktown e mezz’ora dopo quelli della USS Lexington. In questa intensa giornata abbatté un bombardiere in picchiata SBD Dauntless e un caccia F4F Wildcat, oltre a contribuire a quattro vittorie probabili in collaborazione.
La Battaglia delle Salomone Orientali dell’agosto 1942 vide Komachi impegnato nella scorta alla forza d’attacco contro le portaerei americane. In questa occasione dimostrò notevole abilità di pilotaggio: sorpreso da un Wildcat, riuscì a sfuggire all’attacco entrando in una vite intenzionale dalla quale si riprese a bassa quota. Questo combattimento si concluse con un drammatico ammaraggio al tramonto, quando non riuscì a localizzare le portaerei e fu recuperato da un cacciatorpediniere.
Durante la Battaglia delle Isole Santa Cruz nell’ottobre 1942, insieme al suo capo sezione Ōmori, riuscì ad abbattere due SBD Dauntless e a danneggiarne altri due della formazione guidata dal Comandante Gus Widhelm. Nonostante questo successo, altri bombardieri riuscirono a danneggiare gravemente la Shōkaku.
La difesa di Rabaul
Dopo un periodo come istruttore a Ōmura, dove conobbe e sposò Katsumi Furuta, nell’agosto 1943 Komachi fu trasferito a Rabaul. Qui, operando con il 204° e il 253° Gruppo Aereo, combatté al fianco del celebre Tetsuzō Iwamoto contro i raid alleati quasi quotidiani che coinvolgevano oltre cento velivoli. In questo periodo contribuì allo sviluppo di una tecnica innovativa: l’uso di bombe al fosforo a frammentazione Type 3 sganciate dagli Zero contro le formazioni di bombardieri.
Gli ultimi anni di guerra
Nel giugno 1944, durante la Battaglia del Mare delle Filippine, il suo Zero fu abbattuto da caccia F6F Hellcat mentre stava atterrando a Guam. Riuscì a compiere un atterraggio di emergenza sulla costa ma riportò gravi ustioni che ne determinarono l’evacuazione in Giappone.
La sua ultima azione di guerra, il 18 agosto 1945, fu emblematica: partecipò all’ultimo combattimento aereo della Seconda Guerra Mondiale, attaccando due B-32 Dominator in missione di ricognizione fotografica su Tokyo. Uno dei bombardieri fu danneggiato e perse un membro dell’equipaggio, ma entrambi riuscirono a rientrare alla base di Yontan, a Okinawa.
Il dopoguerra e l’eredità
Nel 1992 Komachi partecipò come relatore ospite a un simposio sulla Battaglia del Mar dei Coralli presso la Naval Air Station di Pensacola, in Florida, dimostrando lo spirito di riconciliazione che caratterizzò molti veterani del conflitto. Si spense per cause naturali il 15 luglio 2012, all’età di 92 anni.
La carriera di Sadamu Komachi è particolarmente significativa per la sua completezza: partecipò a tutte le principali fasi della guerra nel Pacifico, dall’attacco a Pearl Harbor all’ultimo combattimento aereo del conflitto. Le sue diciotto vittorie confermate, ottenute in alcuni degli scontri più importanti della guerra, testimoniano non solo la sua abilità come pilota ma anche la sua capacità di sopravvivere in circostanze estremamente pericolose. La sua esperienza come istruttore e il suo contributo allo sviluppo di nuove tattiche di combattimento lo rendono una figura di particolare interesse nella storia dell’aviazione navale giapponese.
Informazioni aggiuntive
- Data di Nascita: 18 Aprile 1920
- Data morte: 15 Luglio 2012
- Vittorie:18
- Forza aerea: Marina Imperiale
- Bibliografia – Riferimenti
- Ikuhiko Hata, Yasuho Izawa (1989) Japanese Naval Aces and Fighter Units in World War II. (1989). Naval Institute Press. ISBN 0-87021-315-6.
- Military Wiki