Gun’ichi Mikawa

di redazione
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Gun'ichi Mikawa

Gun’ichi Mikawa (三川 軍一) nacque il 29 agosto 1888 nella prefettura di Hiroshima e attraversò quasi sette decenni di storia navale giapponese. Diplomatosi terzo su 149 allievi all’Accademia di Etajima nel 1910, costruì una carriera caratterizzata da solida preparazione tecnica, significativa esperienza internazionale e progressione metodica attraverso i gradi. Partecipò a importanti conferenze navali internazionali negli anni venti e trenta, acquisendo una visione ampia delle dinamiche diplomatiche e strategiche. Durante la seconda guerra mondiale comandò l’8ª Flotta nelle acque delle Salomone, ottenendo una brillante vittoria tattica nella battaglia dell’isola di Savo nell’agosto 1942. Tuttavia la sua decisione di non attaccare i trasporti alleati dopo lo scontro rimase oggetto di controversie. La disfatta nella battaglia del Mare di Bismarck nel marzo 1943 segnò la fine della sua carriera operativa, relegandolo a comandi secondari fino al termine del conflitto.

Formazione ed esperienza internazionale (1888-1922)

Gun’ichi Mikawa intraprese la carriera militare entrando all’Accademia navale di Etajima come allievo della 38ª classe. Il 18 luglio 1910 completò gli studi con un brillante risultato: si classificò terzo su 149 cadetti, testimoniando capacità intellettuali e preparazione tecnica superiori. Con il brevetto di aspirante guardiamarina ricevette il primo imbarco sull’incrociatore corazzato Asama, quindi dal 31 marzo 1911 passò all’equipaggio della corazzata Satsuma. Il 1º dicembre ottenne il riconoscimento del grado di guardiamarina.

Nel 1912 fu trasferito sul moderno incrociatore da battaglia Kongo, che venne inviato in visita diplomatica nel Regno Unito. Quest’esperienza rappresentò il primo contatto diretto di Mikawa con le marine europee e le loro tradizioni navali. Tornato in patria, l’8 febbraio 1913 fu messo in attesa di assegnazione. Il 23 luglio venne destinato all’incrociatore protetto Soya, sul quale rimase fino al 20 settembre quando fu nuovamente posto in attesa.

Promosso sottotenente di vascello, dal 1º dicembre frequentò il corso base di artiglieria navale e il corso base alla Scuola siluristi, completandoli il 27 maggio 1914. Il 1º dicembre venne assegnato all’equipaggio dell’incrociatore corazzato Aso, con il quale partecipò in modo marginale alla Prima guerra mondiale, comprendendo una crociera nelle acque cinesi. Il 10 febbraio 1916 passò al cacciatorpediniere di seconda classe Sugi.

Con la promozione a tenente di vascello il 1º dicembre, Mikawa iniziò a seguire il Corso B al Collegio navale, l’istituzione preposta alla formazione degli ufficiali di stato maggiore. Superato con successo l’esame, dal 1º maggio 1917 frequentò il corso di specializzazione che terminò prima della fine dell’anno. Il 1º dicembre fu nominato ufficiale di rotta a bordo della nave trasporto truppe Seito, ruolo tecnico di grande responsabilità per la navigazione e il posizionamento dell’unità.

Il 5 marzo 1918 Mikawa fu inviato in Francia per approfondire e integrare la propria formazione professionale. Tra il 1919 e il 1920 venne assegnato alla delegazione nipponica che partecipò alla conferenza di pace di Parigi, l’assemblea diplomatica che concluse formalmente la Prima guerra mondiale e ridisegnò l’ordine internazionale. Questa esperienza fornì al giovane ufficiale una visione diretta delle complesse dinamiche politiche e diplomatiche del dopoguerra.

Il 2 febbraio 1920 ricevette l’ordine di rientro in Giappone. Giunto in patria, il 12 maggio fu destinato all’incrociatore da battaglia Haruna e poco dopo, il 3 luglio, assunse il posto di ufficiale di rotta sull’incrociatore leggero Tatsuta. Il 1º novembre 1921 fu trasferito sull’incrociatore da battaglia Ikoma come sostituto provvisorio dell’ufficiale di rotta. Divenne inoltre istruttore alla Scuola siluristi, incarico che mantenne fino al 1º maggio 1922. Un mese più tardi lasciò l’Ikoma per prendere nuovamente servizio sull’incrociatore corazzato Aso, questa volta come ufficiale di rotta titolare.

Tra diplomazia e comandi (1922-1939)

Il 1º dicembre 1922 Mikawa ottenne la nomina a capitano di corvetta ed entrò nel Corso A del Collegio navale, il percorso avanzato riservato agli ufficiali destinati alle responsabilità di comando e stato maggiore. Completò gli studi dopo circa due anni e il 1º dicembre 1924 fu assegnato allo stato maggiore dell’Ufficio personale del 1º Distretto navale a Yokosuka, dove lavorò per un biennio occupandosi di questioni amministrative e gestionali.

Il 1º dicembre 1926 divenne attendente presso lo stato maggiore generale della Marina imperiale giapponese e contestualmente ricevette la promozione a capitano di fregata. Appena nove giorni più tardi venne selezionato come aiutante di campo e consigliere del viceammiraglio Kiyokazu Abō, nonché aiutante allo stato maggiore generale e membro dello stato maggiore del Comando costruzioni navali. Il 4 aprile 1927, mantenendo le ultime due cariche, passò a servire come aiutante di campo dell’ammiraglio Takeshi Takarabe. Questi incarichi di fiducia presso alti ufficiali testimoniavano la stima che Mikawa si era guadagnato per competenza e affidabilità.

Il 10 dicembre 1928 partì per un secondo viaggio formativo in Francia. Fu membro della delegazione giapponese alla conferenza navale di Londra del 1929-1930, dalla quale scaturì il trattato navale che estendeva le limitazioni agli armamenti imposte dal precedente trattato di Washington. Dal 7 febbraio 1930 assunse il posto di addetto militare presso l’ambasciata giapponese a Parigi, ricevendo al contempo le nomine a Supervisore per la costruzione e l’artiglieria (alle dipendenze del Comando costruzioni navali) e a Supervisore per l’artiglieria (alle dipendenze del Comando aereo navale).

Il 1º dicembre gli pervenne l’ordine di rientro insieme alla promozione a capitano di vascello. Il 16 aprile 1931, tornato in Giappone, entrò nel personale del 1º Distretto navale. Il 15 agosto ricevette il primo comando in mare: la petroliera di squadra Hayatomo, che guidò per alcuni mesi. A partire dal 1º dicembre 1931 assunse il duplice ruolo di istruttore capo e capo dell’addestramento presso l’Accademia navale, posizione che mantenne per oltre due anni.

Il 20 febbraio 1934 tornò in mare con il comando dell’incrociatore pesante Aoba, unità di 9.000 tonnellate armata con sei cannoni da 203 mm. Il 15 novembre lasciò l’Aoba per assumere il comando dell’incrociatore pesante Chokai, nave gemella che diventerà la sua ammiraglia in battaglia. Un anno esatto più tardi, il 15 novembre 1935, fu posto a capo dell’incrociatore da battaglia Kirishima, una delle navi più potenti della flotta con un dislocamento di 30.000 tonnellate e otto cannoni da 356 mm.

Il 1º dicembre 1936 ricevette la promozione a contrammiraglio insieme all’incarico di capo di stato maggiore della 2ª Flotta. Il 15 novembre 1937 iniziò a lavorare come capo della Sezione N2, l’ufficio di intelligence dipendente dallo stato maggiore generale della marina. Questa posizione gli fornì accesso diretto alle informazioni strategiche e alle valutazioni sulla situazione internazionale in costante deterioramento.

Verso la guerra (1939-1941)

Il 15 novembre 1939, mentre la seconda guerra mondiale era scoppiata da pochi mesi in Europa, il contrammiraglio Mikawa fu nominato comandante della 7ª Divisione incrociatori, formata dagli incrociatori pesanti Mogami, Mikuma, Suzuya e Kumano. I colleghi lo stimavano per la competenza tecnica e ne riconoscevano il coraggio e la dinamicità come comandante, nonostante la sua persona pacata e il basso profilo gli avessero fatto guadagnare una reputazione da intellettuale che non rendeva piena giustizia alle sue capacità operative.

Il 1º novembre 1940 Mikawa passò alla testa della 5ª Divisione incrociatori, composta dagli incrociatori pesanti Myoko, Haguro, Nachi e Ashigara. Il 15 novembre fu portato al rango di viceammiraglio. Nel frattempo la situazione internazionale si era notevolmente aggravata: l’Impero giapponese si era alleato con la Germania nazista e l’Italia fascista attraverso il Patto tripartito, mentre i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti si erano incrinati irreparabilmente. L’embargo americano su petrolio e acciaio spinse i vertici politici e militari giapponesi a pianificare l’invasione del Sud-est asiatico per assicurarsi le materie prime necessarie.

Il 6 settembre 1941, con la strategia ormai definita, il viceammiraglio fu scelto per comandare la 3ª Divisione corazzate, formata dalle corazzate Hiei, Kirishima, Kongo e Haruna (queste ultime due temporaneamente assegnate alla 2ª Flotta del viceammiraglio Nobutake Kondō per operazioni nel Sud-est asiatico). La divisione costituiva una delle unità di scorta alle sei portaerei incaricate di sferrare l’attacco a Pearl Harbor appena iniziate le ostilità.

Mikawa criticò apertamente questa operazione: secondo la sua valutazione strategica, l’assalto alla base navale hawaiana disperdeva eccessivamente il potenziale della Marina imperiale, che andava invece concentrato nell’Oceano Pacifico meridionale dove si sarebbero svolte le principali operazioni di conquista. Nonostante le riserve, la squadra d’attacco al comando del viceammiraglio Chūichi Nagumo salpò a fine novembre e il 7 dicembre sferrò il previsto assalto, quindi rientrò in Giappone sullo scorcio dell’anno.

I primi mesi di guerra (gennaio-luglio 1942)

Sempre al comando della 3ª Divisione corazzate, Mikawa continuò a far parte della formazione del viceammiraglio Nagumo durante i primi sei mesi della guerra. Fu presente ai raid aerei sulla Nuova Guinea e su Rabaul nel gennaio 1942, operazioni che supportarono l’avanzata giapponese nel Pacifico sud-occidentale. Il 19 febbraio la formazione bombardò Darwin, principale base alleata nel nord dell’Australia, infliggendo danni significativi alle installazioni portuali e agli aeroporti.

Nell’aprile partecipò alla rapida scorreria nell’Oceano Indiano, durante la quale la flotta di Nagumo attaccò Ceylon e affondò diverse unità britanniche. In nessuna di queste operazioni Mikawa intervenne direttamente con le corazzate al suo comando, che fungevano principalmente da scorta alle portaerei e da deterrente contro eventuali forze di superficie nemiche.

Partecipò quindi alla cruciale battaglia delle Midway combattuta tra il 4 e il 6 giugno. Fu inquadrato nel gruppo d’occupazione dell’atollo, dipendente dalla 2ª Flotta, con la corazzata Kongo al posto della Kirishima che fungeva da nave ammiraglia. La battaglia si concluse con la distruzione di quattro portaerei nipponiche e segnò il passaggio dell’iniziativa bellica nelle mani degli Stati Uniti. Fu un punto di svolta strategico nel conflitto del Pacifico.

Tornato in Giappone, il 12 luglio Mikawa fu temporaneamente attendente dello stato maggiore generale. Due giorni dopo, il 14 luglio, ricevette una nomina di grande responsabilità: comandante dell’appena costituita 8ª Flotta, con quartier generale a Rabaul e responsabilità operativa nel settore isole Salomone-Nuova Guinea. Questo comando lo pose al centro delle operazioni navali nel Pacifico meridionale, dove gli Alleati stavano per lanciare la loro prima offensiva importante.

Guadalcanal e la vittoria di Savo (agosto-novembre 1942)

Il 7 agosto 1942 la 1ª Divisione Marine sbarcò su Guadalcanal con l’appoggio di tre portaerei e di una forte scorta navale. Lo sbarco americano colse di sorpresa il comando giapponese, ma Mikawa reagì con rapidità. Organizzò immediatamente un’improvvisata squadra d’intervento composta dagli incrociatori pesanti Chokai (ammiraglia), Aoba, Furutaka, Kinugasa e Kako, dagli incrociatori leggeri Tenryu e Yubari e dal cacciatorpediniere Yunagi. La formazione partì da Rabaul nel pomeriggio.

Nella notte tra l’8 e il 9 agosto, sfuggito alle ricognizioni aeree americane, Mikawa si avvicinò da nord-ovest a Guadalcanal passando tra questa e l’isola di Savo. Qui sorprese la prima linea difensiva alleata e affondò l’incrociatore pesante australiano HMAS Canberra, danneggiò gravemente quello statunitense USS Chicago e respinse il cacciatorpediniere USS Patterson.

Mikawa risalì quindi verso nord-est e nella manovra la colonna giapponese si divise in due gruppi, che circondarono la seconda squadra di incrociatori posti a difesa dei trasporti: USS Astoria, USS Quincy e USS Vincennes. Anche queste unità furono colte completamente alla sprovvista dal subitaneo attacco notturno e vennero devastate nell’arco di pochi minuti. La loro opposizione fu sporadica e inflisse solo lievi danni alle navi giapponesi.

Alle 02:15 del 9 agosto Mikawa aveva vinto la battaglia dell’isola di Savo con una brillante condotta tattica: aveva affondato o messo fuori combattimento quattro incrociatori pesanti alleati senza perdere alcuna nave. Tuttavia prese allora la decisione che avrebbe oscurato il successo: ordinò il ripiegamento senza attaccare i trasporti e i mezzi anfibi americani che giacevano vulnerabili al largo di Guadalcanal.

Le ragioni di questa scelta furono molteplici. Mikawa riteneva che non rimanessero ore sufficienti per riunire le navi disperse durante la battaglia, cannoneggiare il naviglio da sbarco e ritornare a Rabaul prima dell’alba, evitando così i pericolosi attacchi delle portaerei nemiche. Non disponeva di informazioni precise sulla consistenza delle forze avversarie e sulla posizione della Task Force 61. In realtà, a sua insaputa, le portaerei americane si erano allontanate ben a sud di Guadalcanal ed erano fuori dal raggio d’azione. Mikawa ritenne di non forzare ulteriormente la sorte dopo una vittoria così schiacciante.

Nonostante le controversie sulla decisione finale, l’ammiraglio Isoroku Yamamoto inviò un messaggio a Mikawa complimentandosi per la vittoria. Il viceammiraglio continuò a combattere nella campagna di Guadalcanal nei mesi successivi. Il 24 agosto fu presente alla battaglia delle Salomone Orientali come comandante del Gruppo di copertura, forte della 6ª Divisione incrociatori, della 2ª Squadriglia del contrammiraglio Raizō Tanaka e di tre sommergibili. Solo la formazione di Tanaka fu ingaggiata mentre si avvicinava a Guadalcanal, perdendo un cacciatorpediniere.

Il 12 settembre Mikawa diresse personalmente un veloce bombardamento navale della pista aerea Henderson in mano statunitense, mettendo inoltre a disposizione il naviglio leggero dell’8ª Flotta per trasportare scaglioni delle truppe giapponesi inviate a combattere sull’isola. A metà ottobre comandò direttamente gli incrociatori pesanti Chokai e Kinugasa durante un secondo attacco navale all’aeroporto, quindi il 26 ottobre partecipò marginalmente alla battaglia delle isole Santa Cruz a bordo del Chokai.

All’inizio di novembre il Gran Quartier Generale imperiale organizzò un ulteriore grande convoglio schierando vaste forze navali. Il viceammiraglio Mikawa, imbarcato sul Chokai, dirigeva il gruppo da bombardamento del contrammiraglio Shōji Nishimura (tre incrociatori e quattro cacciatorpediniere), una squadra di supporto al suo comando diretto e il gruppo di trasporti con la scorta di una decina di cacciatorpediniere del contrammiraglio Tanaka.

Mikawa si portò nelle acque di Guadalcanal nella notte tra il 14 e il 15 novembre e poté iniziare un intenso fuoco sull’aeroporto Henderson, non essendo presente alcuna unità navale statunitense. Alle 02:30 circa ripiegò senza aver subito danni, ma nel corso della mattina alcuni velivoli superstiti e gli apparecchi della portaerei USS Enterprise attaccarono in due riprese. Il Kinugasa fu affondato, mentre gli incrociatori pesanti Maya e Chokai e quello leggero Isuzu subirono danni di varia entità. Nel frattempo anche la squadra del contrammiraglio Tanaka era stata bersagliata dagli aerei: alla fine del 15 novembre sette trasporti erano stati affondati, segnando il fallimento anche di questa offensiva giapponese. Guadalcanal fu infine evacuata nel gennaio e febbraio 1943.

Declino e fine della carriera (1943-1981)

Alla fine di febbraio 1943 Mikawa pianificò l’invio di un importante convoglio carico di uomini, mezzi, attrezzature e vettovagliamenti a Lae e Salamaua, posizioni strategiche tenute dall’Impero giapponese in Nuova Guinea. Queste basi necessitavano urgentemente di rinforzi per resistere alla pressione delle forze australiano-statunitensi del generale Douglas MacArthur. L’operazione ebbe un buon avvio: otto trasporti scortati da otto cacciatorpediniere salparono e procedettero inizialmente senza incidenti.

Tuttavia il convoglio fu localizzato dall’aviazione alleata e tra il 2 e il 4 marzo, nell’ultima tratta del viaggio, venne sottoposto a attacchi aerei devastanti. La battaglia del Mare di Bismarck si concluse con la distruzione quasi completa del convoglio: tutti gli otto trasporti e quattro cacciatorpediniere furono affondati. Fu una disfatta che annullò completamente i propositi di rinforzo e costò migliaia di vite tra soldati e marinai.

Questa sconfitta pose Mikawa sotto pesante accusa da parte dei vertici della Marina imperiale. Poco dopo fu sollevato dal comando dell’8ª Flotta, rimpatriato e lasciato a disposizione dello stato maggiore generale della marina dal 1º aprile. Il 20 del mese venne destinato alla Scuola navale di navigazione come insegnante, un ruolo marginale che ricoprì fino al 3 settembre. Era la fine effettiva della sua carriera operativa.

Il 3 settembre 1943 fu nominato comandante in capo della 2ª Flotta di spedizione del sud, un comando di retrovia dotato di forze ridotte con quartier generale a Surabaya sull’isola di Giava. Il 18 giugno 1944 divenne comandante in capo dell’intera Flotta dell’Area sud-occidentale, con responsabilità estesa a tutti i mari occupati a sud del Giappone. Contemporaneamente fu scelto come nuovo comandante della 13ª Flotta aerea. Il 15 agosto affiancò a questi due incarichi anche la gestione della 3ª Flotta di spedizione del sud, una delle formazioni sottoposte al suo quartier generale.

Queste unità furono coinvolte in azioni secondarie durante la battaglia del Golfo di Leyte combattuta tra il 23 e il 26 ottobre 1944, l’ultima grande battaglia di superficie per la Marina imperiale. Mikawa organizzò quindi i primi convogli, formati con qualsiasi imbarcazione disponibile, che recavano rinforzi per la guarnigione dell’isola di Leyte sulla quale gli statunitensi erano sbarcati il 20 ottobre. Le perdite inflitte sin da subito dall’imperante aviazione avversaria furono devastanti e portarono al suo richiamo in Giappone.

Il 1º novembre fu integrato nello stato maggiore generale come attendente. Il 15 maggio 1945 fu messo in attesa di assegnazione e il 21 passò nella riserva. Pochi mesi dopo, il 15 agosto 1945, l’Impero giapponese si arrese senza condizioni agli Alleati.

Mikawa rassegnò le dimissioni dalla Marina imperiale, annientata nel conflitto, e fu preso in custodia dalle forze d’occupazione statunitensi. Rimase per un certo periodo nella prigione di Sugamo, accusato di aver violato le leggi internazionali riguardo alla condotta in guerra. Le accuse non portarono tuttavia a un processo formale e venne infine rilasciato.

Ritiratosi a vita privata, Gun’ichi Mikawa trascorse gli ultimi decenni lontano dalla scena pubblica. Morì il 25 febbraio 1981 all’età di 92 anni, uno degli ultimi ammiragli giapponesi della seconda guerra mondiale. La sua carriera rimane emblematica delle contraddizioni della Marina imperiale: eccellente preparazione tecnica e vittorie tattiche brillanti come quella dell’isola di Savo, ma anche decisioni controverse e disfatte strategiche che ne limitarono l’impatto complessivo sul corso del conflitto.

Informazioni aggiuntive

  • Data di nascita:  29 Agosto 1888  
  • Data morte:  25 Febbraio 1981  
  • Nazione: Giappone  
  • Tipo: Ammiraglio 
  • Forza armata: Marina 
  • Grado: Viceammiraglio 

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