Mineichi Kōga (古賀 峯一) nacque il 25 settembre 1885 ad Arita, cittadina nella prefettura di Saga, da una famiglia che vantava legami, seppur remoti, con la casata imperiale. La sua carriera militare attraversò quasi quattro decenni di storia navale giapponese, dalla formazione all’Accademia di Etajima fino ai più alti livelli di comando durante il secondo conflitto mondiale.
Gli anni della formazione (1885-1930)
Kōga intraprese la carriera nelle armi del mare iscrivendosi all’Accademia navale di Etajima nella 34ª classe. Il 19 novembre 1906 concluse gli studi classificandosi quattordicesimo su 175 cadetti, risultato che testimoniava le sue buone capacità. Con il grado di aspirante guardiamarina venne destinato all’incrociatore protetto Matsushima per la crociera di addestramento obbligatoria. Nei due anni successivi passò su diverse unità obsolete della marina: la corazzata Katori, quindi gli incrociatori protetti Otowa e Suma, guadagnando progressivamente esperienza e ricevendo la nomina a guardiamarina il 20 dicembre 1907.
Il giovane ufficiale mostrò presto interesse per le specializzazioni tecniche. Dal 30 aprile 1909 frequentò prima il corso base di artiglieria navale e poi quello per siluristi, completando entrambi i percorsi nell’agosto dello stesso anno. L’11 ottobre ricevette la promozione a sottotenente di vascello e il 22 dicembre fu assegnato all’incrociatore Soya. Un anno dopo, nel dicembre 1910, venne richiamato a terra come istruttore presso la Scuola d’artiglieria navale, incarico che mantenne per sei mesi prima di tornare in mare sulla vecchia corazzata Aki.
Il percorso formativo di Kōga proseguì con il Collegio navale, l’istituzione che preparava gli ufficiali alle responsabilità di stato maggiore. Promosso tenente di vascello nel dicembre 1911, iniziò a frequentare il Corso B del Collegio mentre parallelamente completava il corso avanzato della scuola d’artiglieria. Terminati questi studi alla fine del 1912, prestò servizio sulla corazzata Kashima per un anno intero. Il 1º dicembre 1913 ricevette il primo incarico significativo: entrò nello stato maggiore della 2ª Flotta, dove rimase circa due anni distinguendosi come ufficiale preparato e metodico.
Nel dicembre 1915 riprese gli studi al Collegio navale frequentando il Corso A, il più avanzato, che superò verso la fine del 1917. La promozione a capitano di corvetta arrivò il 1º dicembre e con essa l’integrazione nello stato maggiore generale della Marina imperiale giapponese, il cuore direttivo delle forze navali. Dopo alcuni mesi venne spostato allo stato maggiore dell’Ufficio di Navigazione, dipendente dal Ministero della Marina.
L’esperienza europea rappresentò una svolta nella formazione di Kōga. Il 5 maggio 1920 fu inviato in Francia dove trascorse oltre due anni approfondendo le proprie competenze tecniche e strategiche. Rientrato in patria nell’agosto 1922, ricevette contestualmente la promozione a capitano di fregata e la nomina a vicecomandante dell’incrociatore leggero Kitakami. Già dal giugno 1923, però, tornò a ricoprire un doppio ruolo: istruttore al Collegio navale e membro dello stato maggiore generale, quest’ultimo incarico divenne esclusivo dopo poche settimane.
Tra ottobre 1925 e dicembre 1926 Kōga servì contemporaneamente negli stati maggiori della 1ª Flotta e della prestigiosa Flotta Combinata, il comando supremo delle forze operative. Il 1º dicembre 1926 venne promosso capitano di vascello e selezionato come addetto militare in Francia con responsabilità sulla supervisione delle costruzioni navali. Durante questo secondo soggiorno europeo, nell’aprile 1927 partecipò alla conferenza di Ginevra sulle limitazioni degli armamenti navali in qualità di consulente e attendente del plenipotenziario giapponese. La conferenza fallì nel suo obiettivo di estendere i limiti imposti dal trattato di Washington, ma Kōga acquisì esperienza diretta delle complesse dinamiche diplomatiche internazionali.
Rientrato in Giappone nel 1929, venne collocato a disposizione dello stato maggiore generale e del Ministero della Marina, ricevendo poi l’incarico definitivo di aiutante presso quest’ultimo il 1º maggio.
L’ascesa ai vertici della Marina (1930-1942)
Il 1º dicembre 1930 Kōga ottenne il primo comando in mare di un’unità da guerra moderna: l’incrociatore pesante Aoba, unità di 9.000 tonnellate armata con sei cannoni da 203 mm. L’anno successivo passò al comando della corazzata Ise, una delle navi più potenti della flotta dopo l’estesa rimodernazione subita. Questi comandi certificavano la fiducia riposta in lui dai vertici navali.

La promozione a contrammiraglio arrivò il 1º dicembre 1932 insieme alla nomina a capo dell’Ufficio N3 dello stato maggiore generale, che si occupava di intelligence. Nei tre anni successivi Kōga alternò incarichi burocratici a terra con responsabilità operative: diresse prima l’Ufficio N2, poi nell’autunno 1935 assunse il comando della 7ª Divisione incrociatori, formata dalle quattro unità della classe Mogami. Elevato a viceammiraglio il 1º dicembre 1936, gli venne affidata anche la Flotta d’addestramento, la formazione annuale che conduceva esercitazioni in varie parti del mondo. Il 1º dicembre 1937 tornò allo stato maggiore generale come vicecapo, la seconda posizione più importante dell’organismo.
In questi anni si consolidò il pensiero strategico di Kōga, che rispecchiava la dottrina dominante nella Marina imperiale: la convinzione nella superiorità della corazzata come strumento decisivo del combattimento navale. Questa visione lo poneva in contrasto intellettuale con l’ammiraglio Isoroku Yamamoto, sostenitore dell’aviazione navale e della portaerei. Nonostante le divergenze strategiche, i due uomini mantenevano reciproco rispetto professionale e condividevano la riluttanza a intraprendere una guerra contro gli Stati Uniti, conflitto che invece il Gran Quartier Generale imperiale considerava ormai inevitabile.
La Seconda Guerra Mondiale
Il 21 ottobre 1939, quando la seconda guerra mondiale era scoppiata da poco in Europa, Kōga divenne comandante della 2ª Flotta, la forza da ricognizione della marina. Mantenne questo incarico per quasi due anni, fino al 1º settembre 1941 quando venne posto al comando della Flotta dell’Area cinese, che supportava dal mare le operazioni terrestri contro le forze di Chiang Kai-Shek.
L’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 segnò l’ingresso del Giappone nel conflitto mondiale. Contestualmente scattarono molteplici operazioni anfibie contro i possedimenti coloniali nel Pacifico occidentale. Kōga diresse l’appoggio navale all’invasione di Hong Kong, che capitolò il 25 dicembre dopo duri combattimenti. Fu in questi primi mesi di guerra che l’ammiraglio riconsiderò le proprie convinzioni strategiche: la serie ininterrotta di vittorie giapponesi, ottenute principalmente grazie all’aviazione navale imbarcata, lo convinse del valore strategico della portaerei, che aveva sottovalutato.
Il 1º maggio 1942, al culmine dell’espansione nipponica, Kōga fu promosso ammiraglio e trasferito a terra. Non ricevette comandi operativi nei mesi cruciali che videro la sconfitta giapponese a Midway in giugno e l’inizio della controffensiva alleata a Guadalcanal in agosto. Il 10 novembre 1942 sostituì il viceammiraglio Noboru Hirata alla guida del 2º Distretto navale con quartier generale a Kure, divenendo anche membro del Comitato degli ammiragli.
Comandante della Flotta Combinata (1943-1944)
Il 18 aprile 1943 l’ammiraglio Yamamoto morì quando il bombardiere che lo trasportava in volo di ispezione sulle Salomone venne intercettato e abbattuto da caccia americani. Tre giorni dopo, il 21 aprile, Kōga fu scelto per succedergli al comando della Flotta Combinata. Il 23 aprile raggiunse la grande base aeronavale di Truk nelle isole Caroline e alzò le proprie insegne sulla corazzata Musashi, la più moderna e potente unità della flotta.
La situazione strategica che Kōga ereditava era già compromessa. L’evacuazione di Guadalcanal nel febbraio 1943 aveva segnato la perdita dell’iniziativa militare e gli Alleati stavano avanzando metodicamente attraverso le Salomone e la Nuova Guinea. Il nuovo comandante impostò la campagna come una lotta d’attrito, cercando di logorare le forze nemiche mentre riorganizzava la difesa. Tuttavia la strategia del “salto della rana” adottata dagli americani isolò diverse guarnigioni giapponesi, mentre il sistema di rifornimenti notturni lungo le Salomone comportò perdite navali significative senza riuscire a invertire la situazione.
Consapevole che non poteva fermare l’avanzata alleata con le sole forze disponibili, Kōga elaborò con il suo capo di stato maggiore, il viceammiraglio Shigeru Fukudome, una strategia ambiziosa per riprendere l’iniziativa. Il cosiddetto Piano Z, presentato il 25 agosto 1943, proponeva la creazione di una “ultima linea di difesa” fortificata su una catena di isole e i preparativi per attirare la United States Navy in una battaglia decisiva. Il piano prevedeva l’uso concertato di navi di superficie, aviazione imbarcata e aviazione basata a terra per annientare la flotta nemica in un singolo scontro.
Kōga riorganizzò la Flotta Combinata imitando la struttura delle task force americane e rafforzò l’integrazione tra le diverse componenti aeree. Tuttavia le sue decisioni tattiche durante la campagna delle Salomone si rivelarono problematiche: per supportare la difesa di Rabaul, nell’autunno 1943 distaccò oltre 180 aerei dalle portaerei, poi altri 173 velivoli nel novembre. Questi reparti imbarcati, appena addestrati, subirono perdite molto pesanti negli scontri aerei, indebolendo gravemente la capacità operativa della componente aeronavale.
Nel febbraio 1944 lo stato maggiore generale autorizzò Kōga a mettere in pratica il Piano Z. Il comandante stabilì il proprio quartier generale a Truk, ma dopo il devastante attacco aeronavale americano del 17-18 febbraio la base si rivelò troppo vulnerabile. Il 23 febbraio Kōga si trasferì sulle isole Palau, 1.500 miglia a ovest, che divennero il nuovo centro di comando. Qui rifinì i dettagli del piano: l’8 marzo diramò alla flotta la versione definitiva sotto il titolo “Operazioni segrete della Flotta combinata, Ordine numero 73”. Un approfondito studio tattico del 22 marzo definì impiego delle forze aeree e dislocazione dei reparti. Kōga prevedeva che gli americani avrebbero attaccato le Marianne o la Nuova Guinea, penetrando nel Mare delle Filippine dove intendeva colpirli con tutte le sue forze.
Alla fine di marzo gli eventi precipitarono. Il 27 marzo un bombardiere B-24 Liberator in ricognizione sulle Palau segnalò l’imminenza di un attacco. Il 29 marzo esploratori giapponesi individuarono una numerosa flotta nemica in avvicinamento: si trattava di tre gruppi della Task Force 58. Kōga ordinò a tutte le navi di lasciare l’ancoraggio e rifugiarsi nelle Filippine. All’alba del 30 marzo gli aerei americani colpirono duramente le Palau e il 31 marzo attaccarono le Caroline occidentali.
Durante queste concitate giornate, Kōga ricevette rapporti su navi da trasporto nemiche a ovest delle isole dell’Ammiragliato. Insieme a Fukudome concluse che il principale obiettivo americano fosse la Nuova Guinea occidentale e non le Palau o le Marianne. Decise quindi di trasferire il quartier generale a Davao, città sull’isola di Mindanao nelle Filippine, 600 miglia a ovest, da dove dirigere la controffensiva.
La sera del 31 marzo Kōga consegnò a Fukudome la cartella contenente tutta la documentazione del Piano Z e salì su un idrovolante Kawanishi H8K, mentre il viceammiraglio montò su un secondo velivolo per motivi di sicurezza. Alle 22:00 i due idrovolanti decollarono diretti a ovest, ma poco dopo incapparono in un violento ciclone tropicale. L’aereo con Kōga a bordo si schiantò in mare senza lasciare superstiti. Anche il secondo idrovolante precipitò, ma Fukudome riuscì a salvarsi insieme ad alcuni membri dello stato maggiore.
Il comando giapponese a Mindanao lanciò immediatamente ricerche a vasto raggio, cercando anche di recuperare la documentazione del Piano Z che alla fine fu trovata dalla resistenza filippina e inviata al generale MacArthur. Il 3 aprile il Gran Quartier Generale annunciò che l’ammiraglio Kōga e il suo stato maggiore erano dispersi. Le ricerche proseguirono infruttuose fino al 17 aprile, quando furono ufficialmente sospese.
Presa atto della morte dell’ammiraglio, il 1º maggio 1944 gli venne concessa la promozione postuma ad ammiraglio della flotta (Gensui Kaigun Taishō), retrodatata al 31 marzo, il massimo grado della Marina imperiale giapponese. Fu designato suo successore al comando della Flotta Combinata l’ammiraglio Soemu Toyoda. Il 5 maggio la morte di Mineichi Kōga fu resa pubblica: gli furono tributati solenni funerali di Stato e venne eretta una tomba al cimitero Tama, poco fuori Tokyo. Ricevette inoltre postume le decorazioni tedesche della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro e della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con Fronde di Quercia, entrambe rilasciate il 12 maggio 1944.
Informazioni aggiuntive
- Data di nascita: 25 Settembre 1885
- Data morte: 31 Marzo 1944
- Nazione: Giappone
- Tipo: Ammiraglio
- Forza armata: Marina
- Grado: Ammiraglio
- Bibliografia – Riferimenti:
