Dopo 80 anni Willibald Bianchi torna a casa

di redazione
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Ricognitori Filippini

Una storia di eroismo, sacrificio e determinazione scientifica si conclude dopo oltre otto decenni. Willibald Bianchi, soldato americano decorato con la Medal of Honor per il suo straordinario coraggio nelle Filippine durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato finalmente identificato dopo 80 anni dalla sua morte. Il sergente maggiore, che morì in prigionia giapponese nel dicembre 1944, riceverà la sepoltura che merita nella sua città natale di New Ulm, Minnesota, nel maggio 2026.

Un Volontario per le Filippine

La storia di Bianchi inizia nei primi mesi del 1941, quando gli Stati Uniti non erano ancora entrati ufficialmente nella Seconda Guerra Mondiale. Volontario per un incarico nelle Filippine, Bianchi fu assegnato ai Philippine Scouts, un’unità dell’esercito americano composta da soldati filippini comandati da ufficiali statunitensi. Questa decisione avrebbe segnato il suo destino e quello di migliaia di altri soldati quando, il 7 dicembre 1941, l’attacco giapponese a Pearl Harbor trascinò gli Stati Uniti nel conflitto globale.

Le Filippine divennero immediatamente un obiettivo strategico cruciale per l’espansione giapponese nel Pacifico. Le forze americane e filippine si trovarono rapidamente sulla difensiva, combattendo contro un nemico numericamente superiore e meglio equipaggiato.

La Medaglia d’Onore del Congresso

Willibald Bianchi
Willibald Bianchi

Fu durante questi combattimenti disperati che Bianchi dimostrò un coraggio straordinario. Comandando una compagnia dei Ricognitori Filippini, si offrì volontario per guidare un plotone nell’assalto a due nidi di mitragliatrici giapponesi che stavano bloccando l’avanzata delle forze alleate.

Secondo il resoconto del Dipartimento della Difesa, quando l’attacco ebbe inizio, Bianchi fu colpito due volte alla mano sinistra. Nonostante le ferite, rifiutò di fermarsi per ricevere assistenza medica. Gettò via il fucile ormai inutilizzabile e continuò a combattere con la pistola. Quando raggiunse il primo nido di mitragliatrici, lo neutralizzò rapidamente con delle granate.

Questo atto di valore gli valse la Medal of Honor, la più alta decorazione militare degli Stati Uniti. Bianchi fu uno dei 473 soldati a ricevere questo riconoscimento per azioni durante la Seconda Guerra Mondiale.

La Marcia della Morte di Bataan

Nonostante il coraggio dimostrato dai difensori, le Filippine caddero nelle mani giapponesi nell’aprile 1942. Ciò che seguì fu uno degli episodi più tragici della guerra nel Pacifico: la Marcia della Morte di Bataan. Circa 75.000 prigionieri di guerra americani e filippini furono costretti a marciare per circa 105 chilometri attraverso l’isola in condizioni brutali.

Migliaia morirono durante la marcia a causa della fame, della sete, delle malattie e delle esecuzioni sommarie. I prigionieri venivano picchiati, privati di cibo e acqua, e chiunque non riuscisse a tenere il passo veniva ucciso sul posto. Bianchi sopravvisse a questo calvario, ma secondo la sua biografia sul sito Minnesota Medal of Honor, cercò di mantenere alto il morale dei compagni di prigionia anche nelle circostanze più disperate.

L’Inferno delle “Hell Ships”

Dopo la Marcia della Morte, Bianchi sopravvisse a una serie di campi di prigionia giapponesi. Nel dicembre 1944, si trovò su una delle famigerati “hell ships” – le navi che i giapponesi utilizzavano per trasportare i prigionieri di guerra. Queste navi erano chiamate così dagli americani per le condizioni disumane a bordo.

I prigionieri erano stipati nelle stive senza ventilazione, con temperature che superavano i 38 gradi Celsius. Non c’era spazio nemmeno per sedersi, tanto erano compressi gli uomini. A peggiorare le cose, queste navi non erano contrassegnate come trasporti di prigionieri, rendendo il loro carico umano invisibile agli attacchi alleati.

La nave su cui si trovava Bianchi era ancorata nella Baia di Subic, nelle Filippine, quando morì nel dicembre 1944. Le circostanze esatte della sua morte rimangono incerte, ma è probabile che sia stato vittima delle condizioni brutali a bordo o di un attacco aereo alleato.

Il lungo percorso verso l’identificazione

Dopo la guerra, i resti di Bianchi furono scoperti a Taiwan insieme ad altri caduti. Questi resti furono trasferiti al National Memorial Cemetery of the Pacific, noto anche come Punchbowl, nelle Hawaii, e sepolti in una tomba di ignoti. Per decenni, l’identità di Bianchi rimase un mistero.

La svolta arrivò tre anni fa, quando quei resti furono riesumati e sottoposti a nuovi esami utilizzando le più moderne tecnologie di identificazione. Queste includevano analisi del DNA, comparazioni dentali e altri metodi forensi avanzati. Nel agosto 2025, l’identificazione fu finalmente confermata: uno di quegli ignoti era Willibald Bianchi.

L’agenzia responsabile dell’identificazione ha aspettato fino a mercoledì 11 dicembre 2025 per rendere pubblica la notizia, dopo aver completato il briefing con la famiglia di Bianchi. Questa prassi rispetta la privacy dei familiari e garantisce che siano i primi a ricevere la conferma dell’identificazione.

Il Ritorno a Casa

Willibald Bianchi riceverà finalmente la sepoltura definitiva nella sua città natale di New Ulm, Minnesota, nel maggio 2026. Sarà un ritorno avvenuto oltre 85 anni dopo che lasciò gli Stati Uniti per la prima volta, all’inizio del 1941.

La cerimonia rappresenterà non solo il riconoscimento postumo di un eroe, ma anche la chiusura di un cerchio per la sua famiglia e per la comunità che lo vide partire decenni fa. New Ulm potrà finalmente onorare adeguatamente uno dei suoi figli più coraggiosi.

Il Lavoro Continuo di Identificazione

Con l’identificazione di Bianchi, il numero di decorati con la Medal of Honor per azioni durante la Seconda Guerra Mondiale i cui resti sono ancora non identificati scende a 21. Questo lavoro di identificazione continua grazie agli sforzi della Defense POW/MIA Accounting Agency (DPAA), che utilizza le più avanzate tecnologie forensi per restituire un nome ai soldati caduti.

Il progresso tecnologico ha trasformato radicalmente questo campo negli ultimi anni. L’analisi del DNA mitocondriale, la tomografia computerizzata, la modellazione 3D e altre tecniche permettono oggi identificazioni che sarebbero state impossibili anche solo vent’anni fa.

L’Eredità dei Philippine Scouts

La storia di Bianchi richiama l’attenzione anche sul ruolo cruciale svolto dai Philippine Scouts durante la guerra nel Pacifico. Questa unità, composta da soldati filippini sotto comando americano, combatté con straordinario coraggio durante la difesa delle Filippine. Gli Scouts rappresentavano un legame profondo tra Stati Uniti e Filippine, nato da decenni di storia condivisa.

Molti membri dei Philippine Scouts subirono lo stesso destino di Bianchi: la Marcia della Morte di Bataan, la prigionia brutale, le hell ships. Il loro sacrificio è stato a lungo sottovalutato nella narrativa tradizionale della Seconda Guerra Mondiale, ma storie come quella di Bianchi aiutano a mantenere viva la memoria del loro contributo.

Un Simbolo di Determinazione

La storia di Willibald Bianchi rappresenta molto più della tragica morte di un soldato coraggioso. È un simbolo della determinazione americana nel portare a casa i propri caduti, indipendentemente da quanto tempo sia passato. È una testimonianza del progresso scientifico che rende possibile oggi ciò che era inimmaginabile nel 1945. E soprattutto, è un promemoria del sacrificio di migliaia di soldati che combatterono e morirono nel teatro del Pacifico, spesso in condizioni di brutalità inimmaginabile.

Il suo ritorno a New Ulm nel maggio 2026 chiuderà un capitolo rimasto aperto per oltre otto decenni, portando finalmente pace alla sua famiglia e onore alla sua memoria. Willibald Bianchi, sergente maggiore, Medal of Honor, eroe dimenticato per troppo tempo, tornerà finalmente a casa.


Fonte: CNN – “World War II Medal of Honor recipient to return home for burial, 80 years after his death”
https://www.cnn.com/2025/12/11/asia/bianchi-world-war-ii-hero-remains-indentified-intl-hnk-ml

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