Il Ki-32 si distacca da tutti gli aerei di produzione giapponese della Seconda Guerra Mondiale, con la sola eccezione del caccia Ki-61, per l’adozione di un motore raffreddato a liquido.
Contrariamente a quanto avveniva in Europa infatti tutti gli aerei giapponesi del conflitto ebbero la propulsione affidata a motori radiali, sia perchè in patria non esisteva un motore in linea sufficientemente potente ed affidabile, sia perchè in ultima analisi gli aerei giapponesi si trovavano ad operare nella maggior parte dei casi nel mezzo del Pacifico, nel qual caso un qualsiasi colpo all’impianto di raffreddamento sarebbe equivalso alla perdita dell’aereo non potendo atterrare magari in un campo di emergenza come avveniva per gli aerei impiegati sul continente.
Ad ogni modo il Ki 32 fu un aereo mediocre, proprio a causa della scarsa affidabilità dell’unità motrice, e venne prodotto in serie solo fino al 1942, anno in cui venne definitivamente relegato all’addestramento. Il Ki 32 era Mary secondo il codice di riconoscimento alleato.
Il Kawasaki Ki-32 (九八式軽爆撃機, Kyuhachi-shiki keibakugekiki, letteralmente “Bombardiere Leggero Tipo 98”), era un monoplano a sbalzo con ala media, caratterizzato da un carrello fisso con ruotino di coda. La sua struttura prevedeva una stiva bombe interna capace di ospitare un carico offensivo di 300 kg, integrato da ulteriori 150 kg di bombe su rastrelliere esterne. Questa configurazione gli conferiva una capacità di carico bellico rispettabile per un bombardiere leggero dell’epoca, permettendogli di svolgere efficacemente missioni di appoggio tattico e interdizione.
Le Origini
Lo sviluppo del Ki-32 iniziò in risposta a una specifica dell’Esercito Imperiale Giapponese emessa nel maggio 1936. L’obiettivo era sostituire il Kawasaki Ki-3 con un aereo completamente progettato e costruito con tecnologia indigena giapponese, un requisito che rifletteva la crescente fiducia del Giappone nelle proprie capacità industriali e progettuali.
La specifica richiedeva prestazioni ambiziose per l’epoca:
- Velocità massima di 400 km/h a 3.000 metri di quota
- Quota operativa normale tra 2.000 e 4.000 metri
- Capacità di raggiungere 3.000 metri in 8 minuti
- Carico normale di bombe di 300 kg con un massimo di 450 kg
- Armamento difensivo costituito da una mitragliatrice anteriore fissa e una posteriore su supporto mobile
- Capacità di effettuare picchiate a 60 gradi per il bombardamento in picchiata
- Peso a pieno carico non superiore a 3.300 kg
Sia Mitsubishi che Kawasaki furono incaricate di costruire due prototipi ciascuna entro dicembre 1936, dando vita a una competizione diretta tra due dei principali produttori aeronautici giapponesi.
Progetto e sviluppo
La specifica permetteva la scelta tra tre diversi propulsori: il Mitsubishi Ha-6 radiale da 825 cavalli, il Nakajima Ha-5 radiale da 850 cavalli, o il Kawasaki Ha-9-IIb raffreddato a liquido in linea da 850 cavalli. Questa varietà di opzioni rifletteva l’incertezza dell’industria aeronautica giapponese su quale configurazione motore fosse ottimale per un bombardiere leggero.
La principale differenza tra il Kawasaki Ki-32 e il suo rivale Mitsubishi Ki-30, che erano molto simili in configurazione e prestazioni, risiedeva proprio nella scelta del motore. Mentre Mitsubishi optò per il collaudato Nakajima Ha-5, un radiale a 14 cilindri raffreddato ad aria, Kawasaki scelse di utilizzare il proprio Ha-9-II, un motore V12 in linea. Questa decisione si sarebbe rivelata problematica.
Il primo prototipo Kawasaki volò nel marzo 1937, seguito dalla produzione di altri sette prototipi. Tuttavia, durante i test emersero significativi problemi, particolarmente con il raffreddamento del motore in linea. Il sistema di raffreddamento a liquido, che in teoria avrebbe dovuto offrire vantaggi aerodinamici grazie alla sezione frontale ridotta, si rivelò inadeguato nelle condizioni operative previste per il bombardiere.
Questi problemi tecnici portarono inizialmente alla vittoria del Mitsubishi Ki-30 nella competizione, che ricevette l’ordine di produzione principale. La scelta sembrava segnare la fine delle ambizioni del Ki-32.
Impiego operativo
Il destino del Kawasaki Ki-32 cambiò drammaticamente con l’escalation della Seconda Guerra Sino-Giapponese, iniziata su vasta scala nel luglio 1937. La pressante necessità di aerei per supportare le operazioni in Cina spinse l’Esercito Imperiale a riconsiderare la sua decisione. Nonostante i problemi tecnici non fossero stati completamente risolti, il Ki-32 entrò in produzione, seppur con 12 mesi di ritardo rispetto al suo rivale.
Ironicamente, il numero di Ki-32 costruiti superò di gran lunga quello dei “vincitori” Ki-30. La Kawasaki produsse 854 esemplari del Ki-32 prima che la produzione cessasse nel maggio 1940, dimostrando sia la capacità produttiva dell’azienda che la disperata necessità di bombardieri leggeri dell’Esercito Imperiale.
Il Ki-32 entrò in produzione nel 1938 con la designazione ufficiale di Bombardiere Leggero Monomotore Tipo 98 dell’Esercito. Il suo impiego operativo iniziò quasi immediatamente nel teatro cinese, dove equipaggiò numerosi sentai (gruppi aerei): il 3°, 6°, 10°, 35°, 45°, 65° e 75° Sentai.
Nel contesto della guerra in Cina, il Ki-32 si rivelò un velivolo adeguato. Le limitate capacità della difesa aerea cinese e l’assenza di una significativa opposizione da parte di caccia moderni permettevano al Ki-32 di operare con relativa impunità. I suoi difetti – la vulnerabilità dovuta alla mancanza di protezione adeguata e le prestazioni modeste – erano meno critici contro un avversario tecnologicamente inferiore.
Il vero test per il Ki-32 arrivò durante la Battaglia di Nomonhan (nota anche come Battaglia di Khalkhin Gol) contro l’Unione Sovietica nel 1938-1939. Questo conflitto di confine non dichiarato vide il Ki-32 confrontarsi per la prima volta con un’aviazione moderna e ben equipaggiata.
A Nomonhan, le limitazioni del Ki-32 divennero dolorosamente evidenti. I caccia sovietici, più moderni e meglio armati, inflissero pesanti perdite ai bombardieri giapponesi. La scarsa protezione, l’armamento difensivo inadeguato e le prestazioni modeste del Ki-32 lo resero vulnerabile agli attacchi dei caccia sovietici. Questa esperienza fornì importanti lezioni all’aviazione dell’Esercito Imperiale sulla necessità di migliorare la protezione e le prestazioni dei propri bombardieri.
L’ultima azione di combattimento significativa del Ki-32 avvenne durante l’invasione giapponese di Hong Kong nel dicembre 1941. In questa operazione, i Ki-32 bombardarono le forze del Commonwealth britannico, contribuendo alla rapida caduta della colonia. Tuttavia, questo fu il canto del cigno operativo del tipo.
Entro il 1942, il Ki-32 era ormai considerato obsoleto per le operazioni di prima linea. La rapida evoluzione della guerra aerea nel Pacifico aveva reso evidente che bombardieri leggeri lenti e scarsamente protetti come il Ki-32 erano troppo vulnerabili contro le difese aeree moderne. L’aereo fu quindi ritirato dal servizio di combattimento e relegato a compiti di addestramento.
Aviazione del Manchukuo
Un capitolo interessante nella storia del Ki-32 riguarda il suo servizio con l’Aviazione del Manchukuo, lo stato fantoccio creato dal Giappone in Manciuria. I giapponesi fornirono Ki-32 per sostituire gli obsoleti bombardieri leggeri Kawasaki Type 88/KDA-2 del Manchukuo. I Ki-32 divennero i principali bombardieri dell’Aviazione del Manchukuo per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, operando in un teatro relativamente tranquillo dove le loro limitazioni erano meno critiche.
Principali varianti del Kawasaki Ki-32
- Ki-32: unica versione in produzione di serie (854 esemplari prodotti); la denominazione ufficiale era Bombardiere leggero dell’esercito monomotore tipo 98
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Giappone
- Modello: Kawasaki Ki-32
- Costruttore: Kawasaki Kokuki Kogyo K,K,
- Tipo: Bombardamento
- Motore:
Ha-9-IIb, a 12 cilindri a V, raffreddato a liquido, da 850 HP
- Anno: 1938
- Apertura alare m.: 15.00
- Lunghezza m.: 11.64
- Altezza m.: 2.90
- Peso al decollo Kg.: 3.530
- Velocità massima Km/h: 423 a 3.840 m.
- Quota massima operativa m.: 8.920
- Autonomia Km: 1.300
- Armamento difensivo:
2 mitragliatrici
- Equipaggio: 2
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Warbirds Resource Group
- Aviastar