9 recenti scoperte, tutte legate la Seconda Guerra Mondiale

9 recenti scoperte

di redazione
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Il relitto della corazzata Musashi

Il relitto della Musashi

Al momento del varo la corazzata giapponese Musashi e la sua gemella Yamato erano le navi più potenti del mondo. Nessuno poteva immaginare che nel breve volgere di pochi anni sarebbero diventate obsolete, precocemente invecchiate dalla potenza offensiva dimostrata dagli attacchi degli aerei basati su navi portaerei.

Nel marzo di quest’anno, a quasi settant’anni dalla fine della guerra, sono stati finalmente ritrovati i resti della corazzata Musashi, forse non così famosa come la sua gemella, protagonista di tanti cartoni animati, ma altrettanto potente. Forse non tutti sanno che l’ultima missione della Musashi fu sostanzialmente una missione suicida: la nave uscì dal porto senza avere abbastanza carburante per tornare indietro, chiaro segno di una missione senza ritorno.

Molto meno interessante per i lettori ma importante per chi vi scrive, sulla nave giapponese ha perso la vita anche lo zio di mia moglie, una delle innumerevoli vittime di questo periodo di follia collettiva.

Il relitto è stato ritrovato a poca distanza dalle coste filippine, nello Sibuyan Sea. L’identificazione del relitto è stata possibile dopo che i ricercatori sono riusciti a scattare una fotografia di un cannone di tipo 89 che era una caratteristica sostanzialmente unica per la Musashi.

Il Kittyhawk e il suo pilota

Nel deserto egiziano dei lavoratori polacchi adibiti a dei lavori di manutenzione su una condotta petrolifera hanno casualmente ritrovato il relitto di un aereo. La notizia è stata immediatamente riferita alle autorità locali e si è così ricostruita l’intera vicenda: i rottami ritrovati appartengo al Curtiss P40 Kittyhawk pilotato nel 1942 dal sergente pilota della R.A.F. Copping. Nel corso della sua missione il sergente Copping finì in una tempesta di sabbia, probabilmente perdendo l’orientamento, e da quel momento si persero le tracce dell’aereo e del pilota. Oltre al relitto le autorità egiziano hanno ritrovato anche i resti di un paracadute il che lascia pensare che Copping si sia lanciato, sopravvivendo all’impatto ma che sia stato poi ucciso dal caldo torrido e dalla mancanza di acqua.

La portaerei Independence

USS Independence CVL 22

La portaerei leggera Independence fu varata nell’agosto 1942 e dopo un breve periodo di messa a punto e di addestramento dell’equipaggio venne catapultata nella guerra del Pacifico. 

Sopravvisse alla guerra dopo aver intensamente combattuto contro le forze aeronavali giapponesi, soprattutto alle isole Gilbert e alle Filippine ed aver partecipato alla sanguinosa invasione dell’isola giapponese di Okinawa.

Dopo una gloriosa carriera venne radiata dal servizio attivo all’inizio del  1946 per essere impiegata in un tristissimo compito, la nave venne infatti usata come bersaglio per valutare gli effetti di una esplosione atomica a distanza. Nel corso dei test atomici della cosiddetta operazione Crossroads, il primo luglio 1946 una bomba atomica venne fatta esplodere ad un miglio e mezzo di distanza dalla portaerei, lasciata ancorata ovviamente senza equipaggio. Gli effetti dell’esplosione nucleare sulla nave furono devastanti ma la nave non affondò, considerata pericolosa per l’altissima quantità di radiazioni assorbite benne trainata al largo delle isole Farallon, al largo della California, dove venne auto-affondata.

La posizione esatta del relitto venne individuata per la prima volta nel 2009 e nel marzo del 2015 un drone sottomarino è riuscito a immergersi e a prendere delle fotografie della nave che dopo tutti questi anni mantiene un aspetto sorprendentemente ben conservato.

Curiosità: una tra le tante teorie complottiste che circolano online vuole che la Independece sia stata fatta affondare con a bordo un pericolosissimo carico di sostanze tossiche e radioattive. Come abbiamo detto una volta tanto i complottisti non hanno tutti i torti, la nave era effettivamente pericolosa per l’assorbimento di una massiccia dose di radiazioni.

Il mega-sommergibile giapponese I-400

I-400

I sottomarini giapponesi della classe I-400 erano “un caso a parte”. A differenza delle altre navi di questo tipo, di tutte le nazioni belligeranti, questo sottomarino era enorme, aveva addirittura un hangar in cui trovavano posto tre idrovolanti, smontati. L’idea era di usarlo non tanto in attacchi notturni o in immersione a convogli nemici, quanto piuttosto di impiegarlo come piccola portaerei da attacco, avvicinandosi ai bersagli navigando in immersione. Per questo motivo i tre idrovolanti potevano essere montati in un tempo relativamente brevi ed essere impiegati per compiti di ricognizione e di attacco.

Operativo all’inizio del 1945, questo sommergibile avrebbe dovuto partecipare al progettato attacco giapponese al Canale di Panama. L’attacco americano e la successiva invasione dell’isola di Okinawa costrinsero l’ammiragliato nipponico a sospendere sine die questo progetto di attacco e poco tempo dopo, il 15 agosto 1945, il Giappone si arrese.

Sottomarino ed equipaggio si arresero ad un cacciatorpediniere americano; piuttosto sorpresi dalle dimensioni del sottomarino, gli Americani decisero di portarlo fino alle Hawaii per farlo ispezionare dalle autorità della marina. Al termini delle necessarie osservazioni l’I-400 venne affondato il 4 giugno 1946 nelle acque della meravigliosa isola di Oahu dove è rimasto indisturbato per quasi 7 decenni: nel 2013 il mega-sommergibile è stato ritrovato.

Il piccione nel camino

Quasi tutte le forze armate di tutti gli schieramenti usarono animali nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Fu il Regno Unito ad usare il maggior numero di piccioni viaggiatori, arrivando a impiegarne complessivamente 250.000, curioso notare che furono create delle decorazioni per gli animali più coraggiosi e alcune di queste medaglie furono assegnate a valorosi piccioni.

Nel 2012 nel corso di lavori di ristrutturazione di una casa nel Surrey, all’interno di un camino è stata ritrovata la zampa di uno di questi piccioni con il suo messaggio ancora saldamente legato e perfettamente conservato.

Ad ogni ancora nessuno è riuscito a decodificarlo.

Un carro Panther in garage

Panther G

Ci sono collezionisti e Collezionisti. Un settantenne della tranquilla cittadina tedesca di Heikendrof appartiene sicuramente alla seconda categoria, quella con la “C” maiuscola.

Nel giugno del 2015 in seguito ad una perquisizione effettuata dalla polizia tedesca, nella casa dell’anziano signore sono stati trovati cimeli, armi della Seconda Guerra Mondiale e nel garage un carro Panther in ottime condizioni.

Da notare che in Germania il possesso di armi e di cimeli del periodo nazista è proibito.

Come sempre i vicini di casa hanno descritto l’arzillo collezionista come “una brava persona”. Qualche sospetto aveva suscitato già nel 1978 la vista dell’uomo alla guida del carro armato.

Il Panther è ovviamente, stato sequestrato ed è ora in possesso della polizia federale.

Il tesoro affondato

Il City of Cairo era una nave da carico della marina mercantile inglese. Alla fine del 1942 navigava senza scorta nelle acque dell’Atlantico, a bordo c’erano 296 persone (di cui 136 passeggeri) e un carico di merci diretto dall’India alla Gran Bretagna.

La rotta prevedeva il passaggio del capo di Buona Speranza, una sosta in Brasile e infine l’approdo nelle isole britanniche.

Il 6 novembre venne avvistata dal sommergibile tedesco U-68 che lanciò un primo siluro alle 20.30 dello stesso giorno, colpendo la nave e danneggiandone i motori. A bordo del Cairo venne dato il segnale di abbandono nave ma da distanza di 10 minuti dalla prima esplosione, un secondo siluro affondò la nave.

A bordo, tra il carico, c’era un carico di monete d’argento destinato alla Banca d’Inghilterra. Approssimativamente 100 tonnellate, corrispondenti ad un valore attuale di 34 milioni di sterline.

Il punto in cui è affondato il Cairo è particolarmente ostile, si trova a circa 5000 metri di profondità, in pieno Atlantico, a un migliaio di chilometri dalla costa più vicina e, come se tutto questo non bastasse, il mare in quel punto ha fortissime correnti.

Un carico simile era una preda troppo preziosa, nel corso del 2013 l’intero carico di argento è stato recupero anche se la notizia del recupero è stata divulgata solo alla fine del 2014 in quanto in precedenza il Ministero dei Trasporti inglese aveva imposto il riserbo sulle operazioni.

Ritrovato il bunker dell’atomica nazista

Chiariamo subito un punto: nonostante le tante leggende e illazioni non ci sono, ad oggi, prove valide del fatto che gli scienziati nazisti stessero cercando di sviluppare un’arma atomica. Un paesino austriaco, St. Georgen an der Gusen ha contribuito ad alimentare queste leggende a causa dei forti valori di radioattività che possono essere misurati nei dintorni della cittadina; nel dicembre del 2014 scavi archeologici hanno riportato alla luce un sistema di bunker in cui scienziati e fisici tedeschi avrebbero cercato di sviluppare la bomba atomica.

Ci sono prove che circa 320.000 uomini, operati forzati, fossero impiegati in quella che era una vera e propria fabbrica sotterranea. Purtroppo secondo alcune testimonianze il numero si riferisce non tanto agli operai impiegati ma a quelli che vi persero la vita.

La cosa più probabile è che si trattasse “soltanto” di una fabbrica sotterranea in cui venivano prodotti componenti per gli aerei a reazione impiegati dalla Germania nell’ultimo periodo della guerra ma gli scavi sono in corso, possiamo attenderci delle novità nei prossimi mesi (anni?).

Ritrovati i resti di un Messerschmitt 262

Messerschmitt Me 262A

Il 12 settembre 1944 l’ufficiale pilota Schauder, in volo con il suo Messerschmitt 262, venne abbattuto, perdendo la vita. I tedeschi recuperano i rottami dell’aereo e li seppellirono in una cratere aperto da una bomba nei pressi del villaggio di Elden.

Nell’ottobre del 2014 alcuni ricercatori del Museo Aeronautico di Deelen hanno ritrovato i resti dell’aereo, sono in corso valutazioni per capire quanto dell’aereo sia recuperabile.

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