La nave corsara tedesca Thor (HSK 4)

Thor (HSK 4)

di redazione
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Il mercantile Santa Cruz, costruito nei cantieri di Amburgo nel 1938, venne requisito dalla marina militare tedesca e convertito per l’impiego come nave corsara. Era relativamente piccola paragonata ad altre navi analoghe ma aveva un apparato motore moderno e capace di imprimere alla nave rapidi cambi di velocità. L’armamento principale era costituito da 6 cannoni da 150mm, imbarcava un idrovolante Arado Ar 196 e aveva 4 tubi lanciasiluri. Oltre ad un armamento secondario, impiegato soprattutto per la difesa antiaerea. la Thor aveva anche una dotazione di 90 mine.

La prima crociera

Camuffata da mercantile iugoslavo e al comando del capitano Otto Kahler la Thor iniziò la sua prima crociera il 6 giugno 1940, incontrando la sua prima vittima il 1 luglio. Il mercantile olandese Kertosono di 9.290 tonnellata di stazza trasportava un carico di benzina, legno e asfalto e venne catturato intatto. Kahler decise quindi di non affondare la preda ma la spedì in Europa con un equipaggio di preda ed effettivamente il mercantile catturato riuscì a raggiungere il porto di Lorient, in Francia, 12 giorni dopo.

Il 7 luglio la Thor incontrò il mercantile britannico Delambre di 7.030 tonnellate di stazza. La nave corsara dovette sparare parecchie bordate e la terza ferì a morte il cargo mettendo fuori uso la radio e i motori, a quel punto i corsari tedeschi salirono a bordo ed affondarono la preda con cariche esplosive.

Due giorni dopo la Thor incontrò il mercantile belga Bruges che trasportava un carico di grano, dopo aver messo in salvo i 44 membri dell’equipaggio la nave venne affondata con cariche esplosive e più tardi quello stesso giorno anche il mercantile britannico Gracefield – ancora con un carico di grano – venne intercettato e affondato con cariche di demolizione.

Il 16 luglio la nave corsara tedesca incontrò il mercantile armato britannico Wendover aprendo il fuoco senza preavviso; i precisi colpi della Thor distrussero la sala radio uccidendo due membri dell’equipaggio, a quel punto i 38 superstiti vennero presi a bordo (due morirono in seguito alle ferite riportate) e vennero fatte esplodere delle cariche sulla nave che si capovolse, rifiutandosi di affondare. Dopo aver finito il mercantile morente a cannonate l’incrociatore ausiliario tedesco si allontanò.

Il giorno seguente venne intercettato il mercantile olandese Tela, diretto in Gran Bretagna. La Thor sparò un paio di colpi di avvertimento e la Tela si arrese senza opporre resistenza o inviare richieste di soccorso. Dopo aver imbarcato l’equipaggio di 33 uomini Kahler fece affondare la Tela con cariche esplosive allontanandosi dalla scena ancora una volta senza danni.

Il 28 luglio la Thor incontrò l’incrociatore ausiliario britannico HMS Alcantara, un mercantile armato con 6 cannoni da 150mm, una nave sostanzialmente simile al corsaro tedesco e con armamento simile ma nettamente più grande (20.062 tonnellate di stazza). In un primo momento Kahler provò a seminarla rifiutando di ingaggiare il combattimento ma dopo 3 ore divenne evidente che la Alcantara era più veloce, a quel punto Kahler fece invertire la rotta contando sull’abilità dei suoi cannonieri e sperando di riuscire a colpire per primo, cosa che effettivamente avvenne. Tre colpi danneggiarono gravemente la Alcantara, il primo si abbattè appena dietro il ponte, il secondo a poppa e il terzo sotto la linea di galleggiamento provocando l’allagamento della sala macchine. Anche la Thor era stata colpita da due cannonate che avevano ucciso tre membri dell’equipaggio ma a quel punto il comandante tedesco fece emettere una cortina di fumo per nascondersi alla mira e riuscì ad allontanarsi.

Dopo la battaglia contro l’Alcantara Kahler fece riparare i danni e cambiare il camuffamento della nave, il 25 agosto si incontrò con la nave appoggio Rekum per fare rifornimento e il 25 tornò a incrociare nelle acque antistanti il Brasile. Qui la Thor incontrò il mercantile iugoslavo Federico Glavic il giorno 8 settembre che venne lasciato proseguire indisturbato dato che in quel periodo la Iugoslavia era ancora neutrale.

Il 26 settembre l’idrovolante della Thor individuò la nave frigorifero norvegese Kosmos che trasportava 17.000 tonnellate di olio di balena; tutto quel grasso animale avrebbe fatto molto comodo in Germania e la Kosmos era stata catturata intatta ma era comunque una nave lenta, facilmente riconoscibile e con poco carburante per cui Kahler decise di affondarla a cannonate invece che inviarla in Europa.

Il giorno 8 ottobre la Thor individuò il mercantile britannico Natia di 8.715 tonnellate, una delle cannonate della nave corsara tedesca immobilizzò la preda ma il cargo inglese rifiutò di arrendersi e continuò a inviare senza sosta segnali di richiesta di soccorso. La Natia venne colpita ancora da 7 o 8 cannonate e infine da un siluro che ne sventrò completamente la fiancata, 84 degli 85 componenti dell’equipaggio vennero presi a bordo portando il totale dei prigionieri imbarcati a 368. La maggior parte degli uomini degli equipaggi catturati venne trasferita a bordo della nave appoggio Rio Grande in novembre.

Il 5 dicembre la Thor incontrò un altro incrociatore ausiliare britannico, la HMS Carnavaron Castle di 20.62 tonnellate armata con 8 cannoni da 150mm e 6 cannoni antiaerei da 76mm. Nonostante l’evidente inferiorità Kahler accettò immediatamente lo scontro e fu la Carnavaron ad avere la peggio: colpita da più di venti colpi di cannone la nave da guerra inglese fu costretta a interrompere lo scontro e rifugiarsi nel porto neutrale di Montevideo, in Uruguay con 6 morti e 32 feriti a bordo.
Dopo questo scontro la Thor si incontrò con la corazzata tascabile Admiral Scheer per trasferire membri degli equipaggi di preda destinati alla Pinguin che aveva catturato una intera flottiglia di navi baleniere.

Il 25 marzo la Thor intercettò la nave passeggeri Britannia da 8.800 tonnellate che in un primo momento rifiutò di obbedire alle intimazioni di resa della nave corsara tedesca. Soltanto dopo che numerose cannonate andarono a segno la Britannia si arrese e Kahler diede l’ordine di sospendere il fuoco per permettere alla nave britannica di mettere in mare la scialuppe. Quando l’equipaggio nemico ebbe abbandonato la nave Kahler fece sparare altri 16 colpi di cannone che colpirono sotto la linea di galleggiamento affondando la nave passeggeri. In quel momento gli operatori radio della Thor captavano i segnali di una nave da guerra inglese che si trovava a poca distanza (190 Km) e che si dirigeva a tutta forza verso il luogo dello scontro, per intercettare e distruggere la Thor. Kahler decise di lasciare al comandante inglese il compito di occuparsi dei naufraghi e decise di allontanarsi, questa decisione causò una trageda dato che la nave da guerra britannica non riuscì ad individuare i naufraghi e su 520 uomini della Britannia soltanto 331 sopravvissero. La maggior parte venne messa in salvo dalle navi spagnole Cabo de Hornos, Raranga e Bachi mentre 33 naufraghi approdarono a Sao Luis, sulla cosa brasiliana, dopo 23 giorni d 2.800 chilometri di navigazione su una scialuppa di salvataggio.

Sempre il 25 marzo la Thor costrinse il mercantile svedese Trollenholm a fermarsi. La Svezia era un paese neutrale ma la nave trasportava un carico di carbone per contro della Gran Bretagna e quindi Kahler prese a bordo tutti i 31 membri dell’equipaggio e fece affondare la preda con cariche esplosive, la nave corsara tedesca iniziò quindi il suo viaggio di ritorno per la Germania.

Al largo delle isole di Capo Verde la Thor incontrò per la terza volta un mercantile ausiliario britannico, questa volta era la HMS Voltaire di 13.245 tonnellate e armata con 8 cannoni da 150mm e 3 da 76mm di calibro. Anche questa volta Kahler decise di accettare lo scontro e di affrontare la nave da guerra inglese, i colpi della Thor erano precisissimi e già la prima salva distrusse il generatore e la sala radio e le bordate successive misero a fuoco la nave avversaria. Nonostante l’incendio a bordo due dei cannoni della Voltaire continuarono a fare fuoco mettendo a segno un solo colpo che distrusse le antenne della Thor ma a questo punto il comandante inglese diede l’ordine di issare bandiera bianca e di abbandonare la nave. Dei 296 membri dell’equipaggio della Voltaire 197, tra cui il comandante, vennero presi a bordo della Thor.

Il 16 aprile, in rotta per la Germania, la Thor intercettò il mercantile svedese Sir Ernest Cassel che trasportava un carico di minerali, l’equipaggio venne messo in salvo e la nave affondata con cariche esplosive.

La seconda crociera

La Thor iniziò la sua seconda crociera il 30 novembre 1941 al comandando del capitano Gunther Gumprich. Il 13 marzo venne fermata dall’incrociatore britannico HMS Durban ma la nave corsara tedesca riuscì a spacciarsi per il mercantile britannico Levenbank e venne lasciata andare indisturbata. Il giorno seguente venne nuovamente fermata, questa volta dall’incrociatore ausiliario Cheshire ma anche questa volta venne lasciata libera di proseguire.

Il 23 marzo la Thor fece fermare il mercantile greco Pagasitikos di 3.490 tonnellate, dopo aver preso a bordo i 33 membri dell’equipaggio affondò la nave con un siluro. Il giorno seguente si incontrò con la nave appoggio Regensburg per fare rifornimento.

Il 30 marzo, dopo un lungo inseguimento, il mercantile britannico Wellpark venne costretto alla resa e affondato a cannonate. Il primo aprile fu la volta del mercantile britannico Willesden di 4.565 tonnellate che oppose strenua resistenza. La Thor dovette sparare 128 colpi di cannone e un siluro per affondare la nave nemica.

Il 3 aprile l’idrovolante della Thor avvistò il mercantile norvegese Aust strappando immediatamente i cavi delle antenne radio. Questa volta la nave avversaria si arrese senza combattere e venne fatta affondare con cariche esplosive.

Il 10 aprile il radar della Thor individuò il mercantile britannico Kirkpool di 4.840 tonnellate, a causa della scarsa visibilità Gumprich non potè usare l’idrovolante e decise di avvicinarsi alla nave durante la notte. A distanza ravvicinata la Thor aprì il fuoco con una prima bordata dei suoi cannoni da 150mm e un siluro, senza centrare il bersaglio. La seconda bordata andò a segno con tre cannonate che colpirono il ponte e il timone, la Kirkpool senza essere governata si mise in rotta di collisione ma la Thor riuscì ad evitare lo speronamento accidentale, l’equipaggio della Kirkpool abbandonò la nave e dopo una ricerca durata tre ore 32 uomini, tra cui il comandante, l’ingegnere capo e il primo ufficiale, vennero messi in salvo sulla nave corsara tedesca, il mercantile venne affondato con un siluro. Dopo questo affondamento la Kriegsmarine ordinò alla Thor di allontanarsi dal Capo di Buona Speranza e di addentrarsi nell’Oceano Indiano, prestando attenzione ai sommergibili giapponesi che operavano in zona.

Il 10 maggio l’idrovolante della Thor individuò il mercantile australiano Nankin di 7.130 tonnellate e in rotta per Bombay. Gumprich fece aprire il fuoco da grande distanza e molti colpi andarono a segno, il comandante del Nankin diede l’ordine di autoaffondare e quindi abbandonare la nave ma i marinai tedeschi riuscirono a catturare la nave nemica e a riparare i danni, catturandola come preda bellica e rinominandola Leuthen.

La Thor era una delle prime navi corsare ad avere a bordo un radar e ancora una volta il 14 giugno questo dispositivo si rivelò prezioso, dopo aver individuato sullo schermo la sagoma di una nave Gumprich riuscì ad avvicinarsi a portata di tiro e fece quindi aprire il fuoco sulla petroliera olandese Olivia. Già la prima bordata scatenò un incendio a bordo e uccise la maggior parte dell’equipaggio; il terzo ufficiale, un altro marinaio olandese e 8 cinesi riuscirono a mettere in mare una scialuppa e ad allontanarsi ma non vennero individuati dalla Thor che mise in salvo solo un uomo recuperato in mare. Dei 12 uomini a bordo della scialuppa sopravvissero soltanto un olandese e un cinese, dopo un mese alla deriva soltanto due uomini riuscirono a mettersi in salvo raggiungendo le coste del Madagascar.

Il 19 di giugno la petroliera norvegese Herborg venne individuata dall’idrovolante che subito riuscì a strappare le antenne radio della nave. Dalla Thor vennero sparati dei colpi di avvertimento e quindi la nave norvegese decise di arrendersi diventando preda bellica tedesca; ribattezzata Hohenfriedburg, con a bordo un equipaggio tedesco venne diretta in Giappone.

Il 4 luglio con la stessa tecnica di attacco l’equipaggio della Thor riuscì ad impossessarsi di un’altra petroliera norvegese, la Madrono di 5.895 tonnellate. Ribattezzata Rossbach anche questa nave si diresse verso il Giappone ma venne affondata dal sommergibile americano USS Burfish nel canale di Kil nel maggio 1944.

Il 20 luglio la Thor incontrò la sue decima e ultima vittima della seconda crociera, si trattava della nave frigorifera britannica Indus che oppose strenua resistenza. La radio della Indus smise di trasmettere richieste di soccorso solo quando un colpo di cannone della Thor uccise l’operatore distruggendo l’apparato ricetrasmittente, anche il cannone del mercantile smise di sparate solo quando venne centrato da un colpo che causò la morte del capopezzo e dei serventi e solo  a questo punto, ormai completamente in fiamme, la nave venne abbandonata. Dalla Thor riuscirono a mettere in salvo 49 membri dell’equipaggio britannico.

La Thor raggiunse il porto di Yokohama il 9 ottobre 1942 dove iniziarono i lavori di manutenzione in preparazione per la sua terza crociera. Il 30 novembre era ormeggiata accanto alla nave rifornimenti Uckermark quando a bordo di quest’ultima iniziò una serie di esplosioni che danneggiarono anche la Thor e due navi giapponesi ormeggiate a poca distanza. 12 membri dell’equipaggio della Thor perirono nell’incidente e i danni subiti dalla nave corsara erano tali che la nave venne giudicata non riparabile, il comandante Gumprich prese il comando dell’incrociatore ausiliario Michel per la sua seconda crociera da corsa, perdendo la vita nel corso della missione.
Molti dei superstiti della Thor vennero rimandanti in patria a bordo della Doggerbank che il 9 marzo 1943 venne silurata per errore dal sommergibile tedesco U-43; i tre siluri lanciati dall’u-boote lasciarono un solo superstite tra i 365 uomini a bordo.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Tipo nave: Incrociatore ausiliario
  • Classe: Shinano
  • Cantiere:

    Deutsche Werft, Hamburg


  • Data impostazione:
  • Data Varo: 1938
  • Data entrata in servizio: marzo 1940
  • Lunghezza m.: 122
  • Larghezza m.: 16.7
  • Immersione m.: 7.1
  • Dislocamento t.: 9.200
  • Apparato motore:

    1 gruppo di turbine a vapore su un solo asse


  • Potenza cav.: 6.500
  • Velocità nodi: 18
  • Autonomia miglia: 40.000
  • Armamento:

    6 cannoni da 150mm, 2 cannoni binati da 37mm, 4 cannoni binati da 20mm, 4 tubi lanciasiluri da 533mm, un idrovolante Arado Ar 196


  • Corazzatura:

    Nessuna


  • Equipaggio: 349 

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