Classificazione degli aerei della Seconda Guerra Mondiale

Classificazione di un aereo

di redazione
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In questo sito stiamo inserendo le schede di alcuni dei principali aerei che hanno preso parte all’ultima guerra, oltre ad esaminarne le caratteristiche principali abbiamo tentato di proporre una classificazione. Non esiste un solo metodo per classificare gli aerei, dato che trattiamo macchine che furono impiegate come strumenti bellici, la classificazione che abbiamo deciso di seguire è basata sul tipo di impiego principale.
Nè gli elicotteri nè le macchine più leggere dell’aria ebbero grande importanza nella Seconda Guerra Mondiale, noi ci occuperemo solo degli aerei veri e propri, classificandoli a seconda dei compiti cui erano destinati.
Una classificazione più rigorosa potrebbe essere fatta in base al numero e al tipo di motori utilizzati, oppure distinguendo la superficie di atterraggio, separando quindi gli idrovolanti, oppure ancora secondo il numero delle ali, ma questo sarebbe poco pratico per i nostri scopi.

E’ opportuno ricordare che piuttosto difficilmente esiste una classificazione netta e che molti aerei furono impiegati in ruoli diversi. Ad esempio il poliedrico Junkers 88 venne impiegato in una grande varietà di ruoli diversi, bombardamento, bombardamento in picchiata, caccia notturno, siluramento e verso la fine della guerra alcuni aerei di questo tipo furono impiegati come bombe volanti negli aerei di tipo Mistel.

Il tipo di impiego poi poteva variare adattandosi all’obsolescenza dei modelli, un aereo impiegato inizialmente come bombardiere poteva essere impiegato nel meno pericoloso ruolo di trasporto.

1 Bombardiere

Formazione di B-17 in volo

Il compito di un aereo da bombardamento è fondamentale semplice: deve portare una certa quantità di bombe sull’obbiettivo, possibilmente colpirlo e tornare a casa.
Le cose non sono così semplici come sembrano, in primo luogo perchè già trovare l’obbiettivo può essere complicato, colpirlo poi è ancora un’altra faccenda; inoltre in genere il nemico tenterà di opporsi con ogni mezzo.
I bombardieri vengono generalmente classificati in tre categorie: leggeri, medi e strategici, a seconda degli specifici compiti che devono svolgere.

Il bombardiere leggero opera generalmente in stretta collaborazione con l’esercito, porta un piccolo carico di bombe, a volte una soltanto, ed ha una limitata autonomia. Gli obbiettivi tipi di aerei di questo tipo sono carri armati o veicoli in genere, fanteria e navi.
Non dovendo trasportare un grande carico, questi aerei sono spesso monomotore e di piccole dimensioni, in modo da sfruttare l’agilità per sfuggire all’opposizione nemica. In questa categoria vanno compresi anche gli aerei imbarcati sulle portaerei dato che furono tutti monomotore, senza eccezioni. In questo caso la macchina diventava leggermente più sofisticata dato che doveva essere dotata di ganci di arresto per riuscire ad atterrare sui piccoli ponti delle portaerei e di ali ripiegabili, per occupare meno spazio negli hangar delle navi, inevitabilmente piccoli.
La ricerca di una nave nell’immensità del mare poi è una cosa difficile e spesso terribilmente noiosa, così che per semplificare la vita degli equipaggi durante la guerra vennero introdotti dei radar imbarcati che permettevano di individuare più facilmente gli eventuali obbiettivi.
I bombardieri medi, come dice la parola, sono una via di mezzo tra quelli leggeri e gli strategici; dato che possono trasportare una quantità di bombe più consistente e ad una distanza maggiore, senza però raggiungere le prestazioni delle macchine più pesanti. Il loro impiego tipico nella Seconda Guerra Mondiale fu soprattutto tattico, un tipico obiettivo poteva essere un ponte, un concentramento di truppe nemiche.
Gli aerei di questo tipo sono generalmente bimotore o trimotore, anche se i tre motori vennero usati con frequenza soprattutto in Italia; la velocità deve essere la principale dote di aerei di questo tipo, dato che non hanno un armamento difensivo sufficiente ad opporsi alle formazioni da caccia avversarie e devono quindi fare il più in fretta possibile a tornare a casa, prima che il nemico si arrabbi sul serio.
I bombardieri strategici sono invece aerei progettati per colpire e distruggere obbiettivi come industrie o intere città nemiche, motivo per cui devono portare una enorme quantità di bombe e ad una notevole distanza. Per questa ragione i bombardieri strategici della Seconda Guerra Mondiale erano tutti quadrimotore, infatti tra equipaggio, bombe, benzina ed armamento difensivo erano piuttosto pesanti e ci volevano quattro motori per farli alzare da terra. I bombardieri pesanti più famosi furono gli americani Boeing B-17 (più noto con il soprannome di Fortezza Volante), il Consolidated B-24 Liberator e il B-29 che venne impiegato solo contro il Giappone; per la RAF è da citare l’Avro Lancaster.

2 Bombardiere in picchiata

junkers 87 Stuka

I più entusiasti sostenitori del bombardiere in picchiata furono indubbiamente i Tedeschi, che ebbero però il torto di esagerare e di contare troppo su macchine di questo tipo ma tutte le nazioni impiegarono aerei di questo tipo nel corso del conflitto.
Il pilota mantiene un volo livellato fin quando non raggiunge l’obbiettivo, dopodichè inizia a picchiare verso di esso scendendo spesso quasi in candela, sgancia la sua bomba ad una quota più o meno bassa a seconda del suo fegato e dell’opposizione nemica quindi se non vuole sfracellarsi deve richiamare violentemente, ossia tirare la cloche verso di sè per far alzare il muso dell’aereo. Quest’ultima manovra è particolarmente dura per la struttura dell’aereo che viene sottoposta ad un considerevole sforzo e deve quindi essere robusta. Anche il pilota nella richiamata era sottoposto a uno sforzo fisico notevole, le cosiddette tute anti-g non erano ancora state inventate.
Il vantaggio dei bombardieri in picchiata sta nella loro precisione, molto maggiore di quelli orizzontali, per cui vengono considerati spesso un’arma “economica”, nel senso che occorrono meno aerei per riuscire a colpire un obbiettivo. I problemi però sono numerosi; in primo luogo aerei di questo tipo sono piccoli e robusti, proprio per non spezzarsi durante la richiamata, quindi lenti, poco maneggevoli e facili prede della caccia e della contraerea. Inoltre il carico trasportato è piccolo, spesso costituito da una sola bomba, efficace contro bersagli di limitate dimensioni come ponti, installazioni radar, carri armati navi ecc.., ma inutile contro una grande industria o una città. E’ il tedesco Junkers 87, conosciuto soprattutto come Stuka, il più famoso dei bombardieri in picchiata.

3 Caccia

Me 109 (c) Bundersarchiv

Lo scopo fondamentale di un aereo da caccia è quello di abbattere i bombardieri nemici, per cui è un’arma difensiva. Durante la Prima Guerra Mondiale quasi tutti gli aerei da caccia erano biplani, agilissimi ma piuttosto lenti; nel periodo immediatamente successivo la formula biplana raggiunse il culmine dell’evoluzione, ma dimostrò tutta la sua anzianità quando apparvero i primi bombardieri medi monoplani che erano più veloci dei caccia e quindi non potevano essere intercettati.
Vennero così sviluppati i caccia monoplani che sarebbero poi stati usati per tutta la guerra; altri miglioramenti quali il carrello retrattile e l’abitacolo chiuso, contribuirono a rendere i caccia sempre più veloci, per cui sul finire degli anni trenta si arrivò alla convinzione che i combattimenti caccia contro caccia appartenevano ad un’epoca tramontata dato che i piloti non avrebbero potuto sopportare l’accelerazione centrifuga causata da un combattimento di questo tipo su macchine moderne. I fatti dimostrarono che queste teorie erano assolutamente errate.
I tedeschi nella guerra civile spagnola furono i primi ad accorgersi che i combattimenti tra caccia erano possibili, anzi probabili, solo che richiedevano nuove tattiche ed essi seppero svilupparle per primi.

4 Caccia notturno

Me110G4 caccia notturna

I compiti del cacciatore notturno sono gli stessi del collega che vola di giorno, ossia individuare gli aerei nemici ed attaccarli, solo che di notte, anche in condizioni atmosferiche ideali e con la luna piena, non si vede granchè, così bisogna ricorrere a qualche trucco.
Il metodo migliore consiste nell’affidarsi ad un radar, che consenta almeno un avvicinamento, dopodichè l’ultima parte dell’attacco procede sempre a vista, quando il bombardiere risulta visibile ad esempio per fiamme che fuoriescono sempre dai tubi di scappamento.
I radar erano apparecchi piuttosto ingombranti a quell’epoca, sia per la mole stessa delle apparecchiature che per le antenne da piazzare preferibilmente sul muso dell’aereo. Inoltre è facile capire che una sola persona non riesce contemporaneamente a pilotare un aereo e leggere uno schermo, così che occorre un biposto. Per tutte queste ragioni i caccia notturni nella Seconda Guerra Mondiale furono generalmente bimotori, in modo da imbarcare l’osservatore e tutte le ingombranti apparecchiature; il fatto che i bimotori siano meno agili dei monomotori di notte non costituiva un grave problema, proprio perchè le possibilità di intercettazione da parte di un aereo che non aveva radar e osservatore erano irrisorie e quindi gli scontri manovrati caccia contro caccia di notte erano statisticamente improbabili.

5 Addestratore

AT 6C Texans in flight 1943

Un aereo da addestramento generalmente ha una vita piuttosto facile, dato che vola in patria e molto raramente si scontra con il nemico, ma non per questo è meno importante. In guerra, come in molte altre cose, l’esperienza è una delle cose più importanti, ma nei combattimenti aerei questa viene ottenuta a caro prezzo. La maggior parte dei piloti rischia infatti moltissimo nelle prime missioni, perchè non ha ancora acquistato l’esperienza che gli permette di uscire vivo da molte situazioni; sono proprio le ore di volo trascorse sugli aerei da addestramento che permettono di cavarsela in queste situazioni.
I due schieramenti in lotta si dividono nettamente per quanto riguarda l’addestramento in quanto gli alleati, ed in particolare gli americani, costruirono decine di migliaia di aerei progettati appositamente per l’istruzione dei piloti, mentre Italiani Tedeschi e Giapponesi ne costruirono un numero molto inferiore, limitandosi spesso ad usare macchine divenute obsolete per l’impiego in combattimento.

6 Ricognitore

cant z 506b airone

Tener d’occhio l’attività del nemico è una faccenda fondamentale, tanto che i primi palloni aerostatici sufficientemente affidabili vennero usati proprio con queste intenzioni; nella Seconda Guerra Mondiale la ricognizione non venne sottovalutata da nessuna nazione in guerra e ciascuna produsse un considerevole numero di aerei di questo tipo.
I ricognitori possono essere classificati in base alla loro autonomia, all’impiego sul mare o sulla terraferma ed alla possibilità di portare un certo carico offensivo.
Aerei da ricognizione a corto raggio sono molti utili in stretta cooperazione con l’esercito; macchine di questo tipo sono generalmente molto versatili e possono essere usate in compiti diversi, quali l’osservazione del tiro d’artiglieria, il recupero di feriti e il trasporto di piccoli carichi.

7 Silurante

fairey swordfish

Già durante la Prima Guerra Mondiale vennero fatti i primi tentativi di lanciare un siluro da un aereo, gli inglesi in particolare conseguirono alcuni successi. Colpire una nave, specialmente se in movimento, con una bomba “tradizionale” non è semplice, è relativamente più facile e più efficace colpirla con un siluro: la corazzatura delle navi infatti è meno robusta al disotto della linea di galleggiamento.
Nel periodo tra le due guerra tutte le nazioni sperimentarono aerei per lo gancio di siluri, il compito è meno semplice di quanto possa sembrare in quanto un siluro è un’arma piuttosto pesante (tipicamente 700-1000 chili) e piuttosto ingombrante, veniva trasportato sotto la pancia dell’aereo e già questo aspetto richiedeva una progettazione particolare del velivolo.
Per essere efficace poi il siluro doveva essere sganciato da quote relativamente basse (30-300 metri) e a velocità ridotte (120-450 Km/h).
Il primo vistosissimo successo ottenuto da aerosiluranti fu ottenuto da aerei britannici Fairey Swordfish ai danni della Regia Marina con l’attacco alla base di Taranto. L’operazione venne a lungo studiata dalla marina giapponese che pianificò l’attacco di Pearl Harbour anche alla luce del successo ottenuto dai biplani inglesi a Taranto.
Un altro aereo che ottenne numerosi successi nel ruolo di silurante fu il SM 79, un trimotore che aveva caratteristica di agilità notevoli.

8 Trasporto

il DC-3: l'aereo da trasporto più diffuso

Gli aerei da trasporto usati durante la guerra erano spesso del tutto simili a degli aerei civili, ma se dovevano operare in territorio nemico, ad esempio per il lancio di paracadutisti o di rifornimenti a truppe rimaste accerchiate, portavano anche un certo armamento difensivo.
Le differenze dagli aerei passeggeri riguardano essenzialmente il tipo di carico ed il comfort dei passeggeri; trasportare un carro armato, anche se smontato è un compito difficile perchè il carico è pesante e la fusoliera deve essere irrobustita; i paracadutisti sono presi da altri problemi per lamentarsi se i sedili sono un po’ scomodi, per cui in generale si cerca di imbarcarne il maggior numero possibile, a discapito della comodità.
Aerei da trasporto particolari sono quelli adibiti al recupero e al trasporto dei feriti; i primi perchè devono riuscire ad atterrare o ad ammarare in situazioni spesso difficili e i secondi perchè devono poter imbarcare un certo numero di barelle, il personale medico e una serie di attrezzature senza che niente venga danneggiato.
Oltre a questo solo situazioni particolari possono richiedere caratteristiche particolari, ad esempio gli aerei che portavano rifornimenti ai cinesi dall’India sorvolando l’Himalaya dovevano avere necessariamente un buon comportamento ad alta quota; quelli che invece volavano dai territori occupati dai tedeschi fino in Manciuria per stabilire un minimo di contatti con i Giapponesi dovevano avere una grande autonomia, il più famoso aereo da trasporto della guerra è sicuramente l’americano DC-3, la Luftwaffe produsse alcune aerei specificamente per questo scopo ma impiegò anche aerei da bombardamento divenuti obsoleti.

9 Aliante

Aliante Seconda Guerra Mondiale

Nella Seconda Guerra Mondiale gli alianti vennero usati prevalentemente per trasportare paracadutisti o truppe scelte in prossimità di obbiettivi importanti, da prendere rapidamente magari prima che il nemico potesse distruggerli. Ci stiamo discostando dal tipo di classificazione usato fino ad ora, infatti un aliante è un aereo che vola senza motori e non un obiettivo specifico, nella realtà dei fatti quasi tutti gli alianti vennero impiegati per lo stesso scopo ovvero trasportare truppe, armamenti e rifornimenti oltre le linee nemiche.

Un esempio tipico è la cattura di un ponte; prima dell’avanzata della fanteria occorre infatti assicurarsi che le principali linee di comunicazione non vengano fatte saltare e ponti, canali e nodi stradali vengono minati proprio perchè non possano venir catturati di sorpresa. La guarnigione a difesa ha l’ordine di far esplodere le cariche al sopraggiungere del nemico avanzante, così questa deve essere sopraffatta rapidamente e venir colta di sorpresa.
L’aliante è il mezzo ideale per azioni di questo tipo in quanto può trasportare un buon numero di uomini con una precisione molto maggiore di quella dei normali paracadutisti; è silenzioso e con un po’ di fortuna di notte può non essere notato. Un altro vantaggio non trascurabile offerto dagli alianti è che le truppe sbarcanti sono immediatamente pronte al combattimento, non dovendo liberarsi dei complicati lacci dei paracadute e magari rintracciare le armi cadute in giro.
Il decollo e buona parte del volo avviene al traino, ossia l’aliante è solidamente legato ad un aereo in grado di tirarlo; in prossimità dell’obbiettivo il cavo di traino viene sganciato, l’aereo madre torna a casa mentre il pilota dell’aliante deve soltanto cercare uno spiazzo pianeggiante per posarsi.
Alcuni erano di generose dimensioni, tanto da poter trasportare veicoli e persino piccoli carri armati, il più grande di tutti quelli prodotti durante la Seconda Guerra Mondiale è stato il Messerschmitt 321. I più diffusi alianti alleati, usati con successo durante le operazioni preliminari dello sbarco in Normandia, furono l’americano Waco in tutte le sue vatianti gli inglesi Horsa e Hamilcar, per la Luftwaffe oltre al citato 321, fu diffusamente impiegato il DFS.

10 Kamikaze

La bomba volante pilotata Ohka

Gli unici a costruire un aereo concepito espressamente per gli attacchi suicidi furono i Giapponesi. Alla fine della guerra la situazione dell’impero nipponico era ormai disperata, così vennero costituite numerose squadriglie di aerei che dovevano gettarsi addosso alle navi americane, sacrificando la vita del pilota nel tentativo di distruggerle.
Gli obbiettivi preferiti erano le portaerei, in particolare gli ascensori che portavano gli aerei negli hangar sottostanti, data la loro estrema vulnerabilità, ed il ponte di comando. Nella maggior parte dei casi un solo aereo Kamikaze non era sufficiente per distruggere una nave nemica, soprattutto se corazzata; inoltre la maggior parte degli attaccanti veniva abbattuta dai caccia e dai cannoni antiaerei, così i Giapponesi oltre ad usare normali aerei in missioni suicide, ne progettarono uno dotato di propulsione a razzo, sufficientemente veloce da sfuggire all’opposizione nemica, si trattava dell’Ohka. Se non fosse un po’ macabro si potrebbe pensare a questo missile come alla bomba intelligente per eccellenza, dato che era controllato da un uomo.

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